I re della schiacciata e della tripla sono Terrence Ross e Kyrie Irving, giovani campioni della NBA che stanno bruciando rapidamente le tappe. Soprattutto Terrence Ross era sconosciuto fino a giugno quando il ragazzo dell’Oregon uscito da Washington State prova con i Toronto Raptors alla Summer League e stupisce tutti come 2° marcatore con 14,4 punti e 27 minuti. Segna 21 punti al suo debutto come professionista con la maglia dei Raptors a luglio, si fa subito notare quando iniziata la stagione Dwane Casey lo manda in campo. Soprattutto in contropiede dimostra di essere un missile terra aria, e la sua schiacciata in velocità, ricorda quella di Michael Jordan, come scrivo appena l’ho visto all’opera.
Rocket-Ross vince lo Sprite Slun Dunk Contest al Toyota Center, quest’anno senza particolari coreografie , all’insegna della schiacciata secca, killer, col numero più applaudito, passandosi la palla dietro la schiena in arrampicata e chiudendo la prodezza in reverse a due mani.
Nella finale, contro il campione uscente Jeremy Evans degli Utah Jazz, spende due dei 5 secondi dell’esecuzione in palleggio puntando il canestro come un falco, un primo passo, un secondo, al terzo salta il ball boy e nello stacco passa la palla con la mancina sotto la gamba alla mano destra bruciando la retina. Cinque secondi in tutto, di cui la metà in aria di questo Icaro del Pacifico che ha il dono della stella agilità straordinaria e l’accelerazione di Michael Jordan, anche se come non ha avuto l’opportunità di giocare in una grande università come quella della star dei Bull, prodotto di North Carolina di Dean Smith, o come Duke dove ha giocato l’ultimo anno Irving.
Non è arrivato nella NBA con la fama di cecchino, del predestinato, ma potrebbe diventarlo, anche se nei Raptors ha davanti ha un giocatore che gli assomiglia, già affermato, il top scorer DeMar DeRozan e adesso hanno firmato anche Rudy Gay, una star. E forse potrebbe non essere la squadra giusta per diventare, il n.31 dei Raptors, uno starter come in potenza è. “Ero nervoso, non credevo di poter vincere, mi sono impegnato al massimo, è andata così”, ha detto con una gioia contenuta il più elastico dei “Crazy Boys” di Toronto che ha sempre risposto quando è mandato in campo, perché una media di 6,4 punti, 2,1 rimbalzi e 0,8 assist per 16,9 minuti non è poco.
Jeremy Evans, a sua volta sacrificato a Utah, è stato meno spettacolare dell’anno scorso, e passa velocemente perciò nella storia di questo concorso che è uno spot dell’azione che fa spettacolo e spesso vale quanto un gol per il calcio.
Sono partiti in 6 per la sfida, eliminati al primo turno il Green di Indiana col collo da giraffa e un emozionatissimo James White arrivato a 30 anni per farsi conoscere nella NBA, con 34 partite con New York, dopo essere stato rifiutato finita l’Università e aver scelto l’Europa arrivando in Italia per farsi apprezzare a Sassari e Pesaro, e riuscendo a strappare un contratto ai Knicks che ha rubato giocatori a basso costo all’Europa, come Pablo Prigioni. Probabilmente questo riconoscimento tardivo gli ha procurato un’enorme tensione, e la schiacciata con una corsa su tutto il campo, è finita “tragicamente” con la stampa stampata sul ferro di sostegno in maniera fantozziana. Il pubblico, capito l’incidente, l’ha aiutato con un applauso a superare il trauma.
Al secondo turno sono stati eliminati Eric Bledsoe (Clippers) e il sorprendente MVP del Rising All Star Game, lo smiling-rasta Kennethy Faried (Nuggets). Ross è andato crescendo numero dopo numero mentre Evans non ha convinto i giurati fra i quali il mitico Julius Erving dei Sixers..
Kyrie Irving, nato in Australia mentre il padre giocava nella Lega Aussie coi Boomers, continua a fare collezione di riconoscimenti e a Houston dopo la brillante esibizione nel Rising Star Challenge ha vinto il concorso de tiro da 3 punti il cui primo vincitore per ben tre anni consecutivi fu un certo Larry Bird. Nel 2011 uscito da Duke di coach Krszewzky, il guru del Dream Team campione olimpico e mondiale, scelto n.1 del draft 2012 da Cleveland fra molte perplessità ha risposto sul campo e con 18,5 punti, 3,7 rimbalzi e 5,4 assist venne proclamato Rookie of The Year. L’anno scorso gli toccò invece la palma di MVP del Rising All Star, adesso ha iscritto il suo nome nell’albo d’oro di un evento dove figurano oltre a Bird anche Craig Hodges, Ray Allen e Paul Pierce (l’europeo slavo Peja Stojakovic) e , con una fantastica serie di 23 centri nella finale. I partecipanti erano per l’Est lui, Paul George (Indiana) e Steve Novak (Knicks) e per l’Ovest Ryan Anderson (Hornets), MattBonner (Spurs) e Stephen Curry (Warriors).
“Non ero favorito e non sono un vero specialista, preferisco tirare dopo il palleggio e il dribbling, ma ho voluto mettermi alla prova contro i migliori tiratori della NBA, questo è tutto”. Questa la sua dichiarazione spiccia per non perdere concentrazione nella speranza di essere anche il MVP della partititissima della stelle che chiude l’All Star Game Weekend. Nella classifica della Lega Irving è solo al 13° posto nel tiro da 3 punti, questo significa che ogni sfida è per lui l’occasione di voler dimostrare di essere il migliore,possiede tanta classe e quella spavalderia che piace alla gente e aiuterà Cleveland a diventare una squadra d’alta classifica quale oggi non è. Fra i giurati visto un ingrassatissimo Yao Ming ormai un ricco notabile cinese, c’è mancato poco che i boll boy mettessero anche il suo faccione a palla nella rastrelliera…
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