NBA, a Bargnani e Gallinari torna il sorriso, chiude il mercato

Dopo un mese e mezzo di apprensione  arrivano buone notizie per il basket italiano dalla NBA perché  Bargnani e Gallinari  hanno recuperato il ruolo di protagonisti dopo serissimi infortuni. Entrambi hanno segnato  19 punti  decisivi per tenere accesa la speranziella dei Raptors di fare corsa sul crollo dei Knicks per l’8° posto nei playoff della Atlantic Conference, mentre Denver conferma un 6° posto (24/19)  migliorabile perché la squadra del Gallo col suo gioco d’attacco e le rotazioni in trasferta non ha paura di nessuno e ancora si inneggia alla fortunata decisione di mandare Carmelo Anthony ai Knicks operazione che – mi dicono – Mike D’Antoni non voleva.

Ben 3 match su 8 sono finiti ai supplementari, ce ne sono voluti ben 2 perché i Lakers approfittassero dell’assenza di Danny Gay, il miglior giocatore dei  sorprendenti Grizzlies per vincere a Memphis in una partita di grande significato per la classifica.

NBA, sesta sconfitta Knicks superati da Milwaukee, playoff a rischio

La NBA è bella perchè ogni è ogni notte varia, dai 144 punti di New Orleans-Charlotte ai 251, ben 107 in più di Phoenix-Minnesota, 69 punti nell’ultimo quarto, 70 punti in due tempi dei vincitori di Minnesota, ben 13 giocatori in doppia cifra con 30 di Kevin Love e 24 del montenegrino Nikola Pekovic, sempre più protagonista  della Lega professionistica.

Tutto sommato Jersemy Lin  invece  se l’è cavata, 15 punti, 8 assist e anche in difesa ha fatto un buon lavoro, basta guardare alle percentuali di tiro di Rose e la palla scippata spettacolare che ha lasciato di stucco il trascinatore dei Bulls. Il problema non è lui, ma il resto della sua squadra. Inutili ad esempio  nell’economia  dei Knicks, gli oltre 40 punti Anthony e Stoudemire che spariscono nell’ultimo quarto. Inevitabile  arriva così  la sesta sconfitta consecutiva, esattamente come all’inizio di stagione quando  però un disco volante sbarcò ai cancelli del Madison un ragazzo dagli occhi a mandorla che riuscì a guarire (8 vittorie) una squadra a pezzi e fu ribattezzato Linsanity.

NBA, sofferto rientro di Bargnani e Gallinari

Sono sulla graticola due grandi protagonisti degli anni migliori della Spaghetti League, Mike D’Antony e Vinnie Del Negro mentre al rientrano dopo una lunga assenza  i due giocatori italiani più illustri e pagati (10 milioni di dollari per stagione) faticano a tornare ai livelli di inizio stagione quando ispiravano le gesta delle loro formazioni, vedi il Gallinari del Madison o il Bargnani di Phoenix  fondamentali per permettere alle loro formazioni di fare  l’ultimo salto di qualità.

A New York sembra già lontanissimo il tempo della Linsanity quando con la squadra a pezzi il marziano taiwanese aveva offerto partite incredibili per un giocatore ingaggiato a gettone e che dormiva sul divano di un amico, e i Knicks con 8 vittorie consecutive avevano fatto scordare la brutta partenza e salvato il posto a Mike D’Antoni.

NBA spietata, Miami rischia ko casalingo con Indiana

E’ colpa dello sciagurato lock-out, 6 mesi di corpo a corpo, carte bollate, e poi improvviso ravvedimento complice il Natale e la prospettiva di bancarotta, e tutti in campo a rota di collo. Un gioco al massacro: 3 o 4 gare per settimana, 2 o 3 gare una dietro l’altra, basket gladiatorio, mors tua vita mea. Questo il quadro allarmante della NBA quando Chicago e Dallas si apprestano a toccare la boa delle ultime 22 gare, con squadre rattoppate e allenatori sparagnini, di sistema,  che per salvare lo stipendio insistono sui big.  Un po’ quello che succede nella Spaghetti League.

Lo scenario fa capire bene perché due delle 3 bigs impegnate nel turno di sabato notte hanno rischiato di lasciarci le penne, e mentre  con 33 punti del “barbudo” Harden, il suo terzo martello,  Oklahoma faceva a fettine Charlotte, la squadra (materasso) di Michael Jordan e la sua nemesi con 5 vittorie e 34 sconfitte,  Kyle Korver ha salvato Chicago con 5 titolari indisponibili, fra i quali l’influenzato Noah e Luol Deng  che si è fermato di nuovo dopo aver giocando ben 17 gare con un polso dolorante. Da parte sua Miami sotto anche di 14 punti con Indiana è stata salvata con un tiro da 3 di LeBron alla fine del 4° tempo, e quasi spacciata, sotto di 5, 85-91, a 1’41” dal supplementare ha vinto con un canestro in sospensione di Dwayne Wade fuori equilibrio, mentre stava ricadendo a terra a 1 decimo dalla fine, su un rimbalzo  d’oro in attacco di Haslem.

Belinelli-Gallinari 12-9, ma gli Hornet non si ripetono

C’era anche il derby italiano  di venerdì notte 9 marzo in Colorado fra Gallinari e Belinelli in gara 3 fra Denver e Hornets con una vittoria per parte, entrambe in trasferta, l’ultima delle quali il 9 gennaio a favore di New Orleans (94-81).

Denver si è rilanciata (23/18)  dopo l’All Star Game e col ritorno del Gallo ha vinto 5 delle ultime 6 gare e superato in classifica  Dallas al 6° posto  approfittando delle ultime delusioni dei campioni in carica  e adesso è attesa da un trittico casalingo con squadre ambiziose e in forma, e questo col recupero di Mozgov e Koufos  potrebbe proiettarla nuovamente fra le protagoniste. Precisamente affronta domenica Memphis, martedì Atlanta e mercoledì Oklahoma, la miglior squadra della sua conference.

Match pari, senza però particolari guizzi per i due azzurri. Il Gallo, entrato come 7° giocatore, stenta a trovare il ritmo e la sicurezza nel tiro dopo il serio infortunio alla caviglia e il mese d’assenza, e dopo aver sbagliato addirittura i primi 6 canestri si è rimboccato le maniche e  ha chiuso con 3/10, 1/5 da 3, 9 punti e un contributo prezioso per la squadra (difesa, 3 rimbalzi e 2 assist).

Vertigini da primato, Cleveland vince a Oklahoma City

La fortuna offre una mano alle due losangeline che escono da un momento poco brillante, specie in trasferta, e si rilanciano riuscendo a fare risultato contro due formazioni vincenti ma prive del miglior giocatore, e cioè Tony Parker che si trascina dall’All Star Game un problema alla coscia che ha rallentato il ritmo degli Spurs, la squadra di febbraio con una striscia di 11 successi consecutivi, e per dolori alla schiena di Kevin Love, la double-double machine dei Lupi di Minnesota e in corsa per il titolo di MVP della stagione quale  4° marcatore (25,8 punti) e 2° rimbalzista (13,8).

Senza Parker, San Antonio rispolvera Manu Ginobili (22 punti) e mette in quintetto Gary Neal, il fuggiasco della Benetton, top scorer del campionato italiano e oggi giocatore fondamentale per coach Popovic. Gli Spurs senza il loro match-winner vanno a briglia sciolta, ne approfittano le due guardie Chris Paul e Mo Williams per segnare 69 punti, più della metà per portare i 2 punti fondamentali dopo un deludente 4/6 nelle ultime 10 gare ed evitare il nuovo sorpasso dei Lakers che vince invece con 34 punti di Koby Bryant, sempre in maschera per la frattura al naso, con una buona gara di Minnesota col rientrante Pekovic protagonista assoluto, unico slavo rimasto a tenere alta la bandiera di un basket declinante, oltre alla doppia-doppia di Ricky Rubio (15 punti e 10 assist).

Howard ferma Chicago, Dallas non vince in trasferta

Niente vittoria n. 34 per i Bulls nel turno più corto della stagione, due sole gare. Reduce dalla sconfitta di Charlotte, col suo allenatore Van Gundy colto da malore  Orlando getta la basi per vincere allo United Center, dove i Bulls hanno perso 2 sole volte, con un 37-22 nel 1° quarto grazie al 75% di tiro, conquista anche 18 punti di vantaggio, riesce ad andare sotto a 55” dal termine e approfitta dei 6 tiri sbagliati  nell’ultimo minuto e mezzo  dei rivali che venivano da 8 vittorie consecutive e tornano sotto l’80%  (33/9) passando   lo scettro del comando a Oklahoma (31/8).

Rose non ha tirato bene (6/22) ma costruito caparbiamente la rimonta, segnando anche un canestro impossibile sulla sirena a metà tempo. Incisivo Carlos Boozer, male invece nel tiro per problemi al polso  Luol Deng (1 su 9), il sempre encomiabile francese Noah ha portato 10 rimbalzi, niente da fare però  contro il vero match winner è stato Dwight Howard che continua ad essere il centro del mercato.

Chicago dice 33, Gallinari stenta a ritrovare il tiro

Serata da dimenticare per le squadre californiane, si salva solo Sacramento all’indomani della conferma del suo coach  Keith Smart e l’annuncio della costruzione della nuova arena  grazie al canestro finale  di Salmons contro i sempre combattivi  Hornets di Marco Belinelli (11 punti, 5/16, 0/3 da 3, 4 rimbalzi in 33 minuti).

Battuta in casa Golden State da Memphis, la squadra del giorno (9/1 nelle ultime 10 gare, come Chicago e Oklahoma , 5 vittorie nelle ultime 5 gare) trascinata dal tandem Gay-Marc Gasol che passa al 3° posto all’Ovest con 23/15 per un significativo 60,5 e ha superato nel ranking non solo Dallas ma anche le due losangeline che hanno perso le ultime 4 gare. I Lakers a Washington non hanno avuto la solita doppia-doppia di Bynum e sono riusciti a farsi recuperare 19 punti dai Wizard, squadra di bassa classifica,  nonostante John Wall non abbia regalato al suo pubblico gli abituali momenti di spettacolare follia. Un canestro di Jordan Farmar, ex dei Lakers e play del Maccabi nella prima parte di stagione, ha invece punito i  cugini dei Clippers che sentono sempre più il peso dell’infortunio di un giocatore importante come  Billups, tiro da 3, difesa e personalità e avrebbero bisogno un giocatore come il senese McCalebb, il cui nome circola in questi giorni sulle bocche dei manager NBA.

Gallinari è tornato, il suo problema è l’esplosione della matricola Faried

Gallinari è rientrato dopo un mese d’assenza per il problema alla caviglia giocando 17 minuti con 1/3 da 3, 3 rimbalzi,  quel che si dice una presenza importante, ma  adesso dovrà riprendersi il posto di starter perchè nel 3° successo della stagione contro Sacramento  Kennet Faried, la matricola terribile,  ha dimostrato di voler recitare un ruolo importante nella formazione di George Karl che grazie anche al recupero di Nenè ha ripreso quota (22/17) affiancando Dallas  nella corsa ai playoff.

Faried ha segnato 20 punti, con 6/7 ai liberi e 12 rimbalzi, la sua terza “doppia-doppia” consecutiva e la sesta che conferma l’esplosione dell’ala d’acciaio mentre Afflalo ha preso quota (30 punti) e Ty Lawson è stato eletto giocatore della settimana in un continuo crescendo.

Senza Bosh Miami ancora ko, Deron Williams 57 punti

Intanto dopo 40 giorni di stop continua il mistero sull’infortunio a Bargnani per la gravità dello strappo al polpaccio sinistro, più grave di quello dell’anno scorso: dovrà rinunciare alle qualificazioni europee? Domenica, maledetta domenica per gli Heat che non riescono a festeggiare la nuova maglia “El Heat” allo Staples Center perdendo, dopo Utah la seconda gara consecutiva, per l’assenza di Chris Bosh, il nervosismo di Dwayne Wade che per la seconda volta nella sua carriera non finisce la gara per falli, condizionato certamente dal ricordo dell’azione costata nell’All Star Game  la frattura al naso di  Kobe Bryant  inarrestabile “eroe mascherato”, più di 100 punti nelle ultime 3 gare giocata con la mascherina protettiva.

Perkins tradisce Oklahoma, brutto stop ad Atlanta

Prosegue il turn over per le leadership della NBA,  la sesta squadra della Eastern Conference, Atlanta,  impedisce a Oklahoma di raggiungere le 30 vittorie e torna al comando Chicago seguita da Miami col trio  nuovamente sotto l’80 per cento.

Non bastano 60 punti del formidabile duo dei Thundercity (35 per Durant ma appena 3 su 10 dall’arco) e i 25 di Westbrook e i 10 di James Harden e di Sergi Ibaka, perché l’impalcatura soffre per un problema che la squadra si porta sempre appresso, quello di Kendrick Perkins, un centro non all’altezza delle ambizioni  di questa formazione. “Cedro” commette 6 falli in 15’, con 1/3 al tiro, 5 rimbalzi, medie insufficienti (4,6 punti e 6,4 rimbalzi) per consentire alla franchigia dell’Ovest di succedere ai Dallas nell’albo d’oro.

Belinelli scrive 14, Dallas ko con gli Hornets

Nel testa a testa fra Chicago e Miami, i Bulls  dopo San Antonio vincono anche a Cleveland approfittando dell’influenza di Kyle Irving e dell’assenza del centro Varejao e col 5° successo consecutivo tornando al comando nella Eastern Conference. Sono i primi a toccare la boa delle 30 vittorie, mentre i lanciatissimi Heat (28/8) non riescono a raggiungere le 10  vittorie consecutive. Hanno infatti pagato  l’assenza di Chris Bosh (lutto famigliare) perdendo per un punto a Salt Lake City dopo averne recuperati 18 ed essere stati avanti di 3 (97-94) nell’ultimo minuto.

Non sono bastati 66 punti del duo James (35) e Wade (31) e le 6 bombe di Shane Battier (19 punti), il contributo della panchina è stato ridicolo (14 punti totali per 8 giocatori!),  l’assenza di Bosh  è stata marcata da  un handicap di ben 18 rimbalzi (32-50) e ne hanno approfittato per mettersi  in luce i due centri dei Jazz, il titolare Al Jefferson (20 punti) e la matricola Eneas Kanter, il turco n.3 dell’ultimo draft, decisivo con 11 punti e 6 rimbalzi entrando nella galleria dei nuovi gioielli della NBA.

Oklahoma e Miami volano senza il big-man

Passato il giro di boa di metà stagione (si chiude il 14 aprile con 66 gare), la regular season offre indicazioni più chiare, perdono terreno e scendono le quotazioni campioni di Dallas e i Lakers nonostante Nowitkzy e Bryant tegano splendidamente la scena, New York si diverte (e si consola) con Jeremy Lin, amato anche dalle superstar,  e per ora la partita è fra tre squadre anche se la domanda è:  Chicago terrà il ritmo dei Thundercity e degli Heat che stanno volando? Nel mini-turno di giovedì notte le franchigie di Miami e Oklahoma hanno ottenuto infatti rispettivamente il 7° ed 9° successo consecutivo firmati di rispettivi Dioscuri, da una parte Lebron & Wade e dall’altra Durant & Westbrook.

Nba risultati 22 febbraio 2012

Nba a go go nel corso della regular season del 22 febbraio 2012: in campo ventisei squadre per tredici partite che hanno saputo offrire settacolo e sorprese. Unico italiano in campo, Marco Belinelli che pare essersi sbloccato in maniera definitiva sulla scia dei netti ed evidenti progressi messi in luce dai New Orleans Hornets, capaci di avere la meglio sui Cleveland Cavaliers, battuti con il punteggio di 89-84.

L’italiano ormai viaggia a medie assolutamente positive e degne di nota: doppia cifra, per lui, per la nona partita consecutiva e apporto decisivo al lavoro del roster. Belinelli chiude con 19 punti (8/13 1/4 2/2), 3 rimbalzi e 1 assist in poco più di 33 minuti spesi su parquet.

Che le sue, a fine gara, siano parole di giubilo, va da sè: