NBA: Oklahoma ferma Chicago, giochi riaperti?

Serata di tiro da dimenticare per le  bigs della Eastern Conference.  Ancora  senza Derrick Rose, Chicago  segna 78 punti con  30/91, 33%  dentro l’area (Noah 1/8) sciupando il vantaggio ai rimbalzi (48, di cui ben 18 in attacco) a Oklahoma nella gara più attesa dell’1 aprile che i primi della classe dell’Ovest archiviano con 26 punti e 10 rimbalzi di Durant e 27 punti di Westbrook  staccando il biglietto sicuro per i playoff e riducendo le distanze dai Bulls, 2 vittorie in meno dei “tori” che devono ancora giocare 12 partite.

Bulls traditi da Luol  Deng (4/13) e con John Lucas III da fucilazione: si è preso ben 20 tiri, il sostituto di Derrick Rose, segnando 7 canestri, di cui ben 5 su 13 tentativi da 3. Oklahoma ha difeso bene, anonimo Derek Fisher, scaricato dai Lakers, 0 punti e 2 tiri in 19 minuti.

Jeremy Lin, favola spezzata: operazione al ginocchio

Si chiude con una gran tristezza la favola di Jeremy Lin, frattura del menisco, operazione al ginocchio e sei settimane per tornare in campo, se New Yok all’8° posto riuscirà a far bene nei playoff.

Chicago sfiora l’80% di vittorie, ha vinto 14 partite su 19 anche senza la sua star Derrick Rose e conserva un consistente vantaggio, a 15 gare dal termine, su Miami e Oklahoma all’Est, mentre Dallas ha vinto a Orlando, terzo incomodo all’Est, toccando le 30 partite (ma le 23 sconfitte sono troppe per i campioni in carica).

Nba, steccano Bargnani e Belinelli, Chicago e Miami ko

Marco BelinelliAndrea Bargnani: la regular season Nba del 26 marzo 2012 non ha riservato gioie alla piccola pattuglia azzurra d’oltre oceano, visto che tanto i New Orleans Hornets quanto i Toronto Raptors rimediano due sconfitte contro i Los Angeles Clippers e gli Orlando Magic. Corsari i Denver Nuggets che, senza Danilo Gallinari, espugnano Chicago.

Con ordine. Solo 8 punti per Bargnani nella sfida casalinga contro Orlando. Lo score del Mago, stavolta, non è dei più entusiasmanti: in 23’11” di gioco, otto punti in tabellone con 3/11 al tiro (0/1 da 3 punti) e 3 rimbalzi. Ai canadesi, privi di DeMar DeRozan, non basta la serata positiva di Gary Forbes, che chiude con 21 punti all’attivo mentre ai Magic servono come il pane i 28 punti di un fenomenale Ryan Anderson che chiude con 8/13 da tre punti. Bene anche Dwight Howard che chiude con 23 punti e 10 rimbalzi. Le parole del Mago, a fine gara, fotografano in maniera chiara il match:

Nba, dagli Oklahoma Thunder lezione ai Big Three di Miami

Per molti si è trattato della finale anticipata della Nba 2012 e, fosse così, i rapporti di forza nella circostanza sono parsi a senso unico in favore degli Oklahoma Thunder che restano la miglior squadra della Western Conference.

Contro i Miami Heat, il collettivo locale mette in scena una prestazione maiuscola e liquida LeBron James e compagni con il punteggio netto di 102-87. Gran prova di squadra per Kevin Durant (28 punti, 9 rimbalzi e 8 assist) e compagni nonostante il turno sottotono di Russell Westbrook (13 punti con 4/16 al tiro). Impeccabile, nella circostanza, il contributo dalla panchina di James Harden (19 punti) così come risulta impeccabile il lavoro di Serge Ibaka (19 punti e 10 rimbalzi) e Kendrick Perkins (16 punti e 6 rimbalzi).

A Chicago Bargnani sbaglia due rigori, vittoria n.40 per i Bulls

La soffertissima vittoria n.40 l’ha firmata Luol Deng, anglo-sudanese che alle  Olimpiadi  guiderà la Gran Bretagna, artigliando un air ball di Watson trasformato in canestro nell’ultima azione.

Mai sconfitta fu più ingiusta di quella  ai supplementari dei Raptors a Chicago, all’indomani dello stop inflitto ai Knicks “nuova gestione”.  I media parlano infatti di “immoral loss”, da parte sua Tom Thibodeau non riesce nemmeno lontanamente a festeggiare il risultato che gli assicura 5 vittorie in più di Miami. Si tratta infatti di una solidissima poteca sul 1° posto all’Est a 16 giornate dal termine della regular season, ma anche quanto mai gradita essendo  la sua superstar, Derrick Rose, MVP dell’ultima stagione,  assente da 6 partite per un’infiammazione inguinale.

NBA, da Oklahoma grande basket…with Love

I 51 punti, nuovo record personale di Kevin Love (quello stagionale, 57 punti, è di Deron Williams dei Nets), oltre a una sorprendente tripla-doppia  del 6° uomo, il portoricano Josè Barea (25 punti, 10/22, 2/5 da 3, 10 rimbalzi, 14 assist), non sono stati sufficienti per vincere a Oklahoma nella partita più lunga e spettacolare della stagione con 289 punti totali, due tempi supplementari “per la gioia dei tifosi del basket e dei giocatori tranne che per il sottoscritto” ha commentato col cuore palpitante Scott Brook il coach della miglior squadra dell’Ovest reduce da alcuni passi falsi e mancante di un grande big man.

Ma ci hanno pensato Westbrook (45 punti) e Durant (40 oltre a 17 rimbalzi,  record personale), e  a riportare la fiducia firmando  la vittoria (senza dimenticare il solito Haren con 25 punti), perché a distanza di 16 anni, quando  il 18 febbraio 1996 Jordan e Pippen segnarono più di 80 punti (41 per Michael, 40 Pippen) le due star dei Thundercity hanno saputo fare meglio.

Belinelli affonda i Clippers, Del Negro sotto accusa

Ben 19 errori nel tiro da 3 negli ultimi 19 tentativi, un raggelante 5/27 in totale (18,3%), 11 punti di vantaggio gettati alle ortiche nel quarto tempo: questa la cronaca di  vero harakiri dei Clippers che per la prima volta perdono tre partite consecutive e sentono arrivare aria di bufera.

Il ritorno di Paul a New Orleans è stata una camminata sui carboni ardenti, 16 punti, 9 assist ma 5/14 al tiro, con 1/5 dall’arco esattamente l’1/5 di Young e  Butler mentre  Foye ha fatto ancora di peggio (1/8). Per quanto riguarda gli Hornets,  Kaman (20 punti) ha fatto la partita dell’ex e Marco Belinelli sempre starter  ha dato un grosso contributo  al successo con una gara quasi perfetta (15 punti, 5/7, 1/1 da fuori, 4/5 ai liberi, 5 rimbalzi e 4 assist.

Rilancio dei Knicks, Lin fa affari d’oro

Non bastano 5 rimbalzi e 6 assist di Andrea Bargnani in versione tuttofare in una serata in cui il tiro proprio non funziona (2/10, 0/3 da 3,  8 punti) per fermare la corsa dei Bulls che ancora senza Derrick Rose (problema inguinale) vincono la sesta gara consecutiva in trasferta (record stagionale della NBA) e si apprestano a tagliare domenica le 40 vittorie giocando nuovamente con i Raptors ma all’United Center. Chicago ha vinto con una doppia-doppia di Luol Deng e il solito quarto tempo micidiale di John Lucas III, 13 punti, oltre rimbalzi e difesa.

Senza Gallinari Denver ha vinto a fatica contro Detroit che ha avuto 45 punti da Ben Gordon e mantiene il 7° posto all’Ovest avvicinando Dallas che ha perso in casa contro Lakers trascinati da Bryant (30 punti), Pau Gasol (27) e l’effetto-Session, la guardia che ha preso il posto di Derek Fisher il quale grazie al  buyout (clausola d’uscita) con Houston ha debuttato con la maglia di Oklahoma segnando 3 punti ai Clippers, deciso a vincere a 37 anni (e il 16° di NBA) il suo sesto titolo.

Bargnani non si ripete, nuova era per i Knicks

Utah conferma la sua brillante stagione e dopo aver vinto in trasferta coi Lakers ferma Oklahoma facendo un ottimo lavoro difensivo su Kevin Durant (18 punti, 6/22, 1/5 da 3) e colleziona la quarta vittoria consecutiva con la sua squadra bilanciata, giovane, capace di exploit sorprendenti che con 24/22 è a un passo dall’8° posto per entrare nella griglia dei playoff all’Ovest.

Chicago di coach Thibodeau, il quale da parte sua ha toccato le 100 vittorie su 130 gare, record di maggior impatto sulla squadra, vince con e senza Rose, lanciato verso il 1° posto, approfittando della nuova frenata (5/5 nelle ultime 10 gare) di Oklahoma (34/12) torna al 2° posto (34/11, 75,6%) riuscendo a portare in porto una gara non facile, con Phoenix più forte sotto canestro reduce da 4 vittoria e arrivata ad avere 10 punti di vantaggio. Oltre al problema di un vero centro, è riapparso quello del tiro da 3 (1/9, 0/3 di LeBron), stavolta il trascinatore è stato Chris Bosh (29 punti) e nel parziale di 17-0 che ha rovesciato la gara nella voltata finale sono stati importanti Haslem (15 punti) e Pittman.

Gallinari nuovo infortunio, Denver rischia i playoff

In una partita-chiave per i playoff Danilo Gallinari si frattura il pollice della sua preziosa mano mancina e deve lasciare il campo nel 3° quarto, Dallas prende il largo (17 punti alla fine, con 33 punti, 11 rimbalzi e 6 assist di Dirk Nowitzky). Svanisce il sogno di Denver del sorpasso sui campioni che usciti alla grande a San Antonio  da una crisi di 7 sconfitte esterne e col successo nettissimo di High Mile City  vanno all’attacco di Memphis e Clippers, e fanno un pensierino anche al 3° posto dei Lakers i quali hanno subito domenica, con la tragica partita di Bryant, un brusco stop casalingo con Utah.

Nella serata in cui hanno vinto le 6 squadre in trasferta e Chicago ancora orfana di Derrick Rose ha strapazzato Orlando permettendogli solo 59 punti, il peggior record  nel punteggio della NBA,  Gallinari  tornato a essere la pedina decisiva nelle ultime 3 partite dopo le 13 gare saltate per l’infortunio alla caviglia del 6 febbraio contro Houston pur non tirando bene (1/7) stava sostenendo la squadra (6 rimbalzi, 7 assist) e si era fatto notare con un assist schiacciato a terra per Faried, uno degli highlinght più spettacolari della giornata.

Il peggior Bryant degli ultimi 8 anni, frenata dei Lakers

Sbagliare é umano, perseverare è diabolico. Non basta la cessione di Derek Fisher (5 titoli), la bandiera dei Lakers, che ha firmato per Houston per 3,4 milioni di dollari, sembra una provocazione quella di  Mike Brown di insistere su Steve Blake nel ruolo di guardia e utilizzare come cambio Ramon Session arrivano in cambio di Luke Walton e Jason Kapono.

“Devo pensare al futuro della squadra”,

avrebbe dichiarato il coach di colore arrivato quest’anno a Los Angeles. Queste parole hanno scatenato sconcerto fra i tifosi e i giornalisti perché Blake che come starter per la seconda volta ha chiuso nuovamente senza segnare un canestro (un tiro da 3 andato a vuoto e basta), mentre Session è stato preso con lo specifico compito di  velocizzare il gioco e dare la palla dentro, cosa che ha fatto contro Utah anche se non è riuscito a tirare bene (1/7).

Nba, Bargnani sbanca Memphis, LeBron e Kobe affossano Philadelphia e Minnesota

Undici gare nel corso della Regular Season Nba del 16 marzo 2012 con occhi nuovamente puntati sul decisivo Andrea Bargnani che, rientrato e tornato in condizioni fisiche dignitose dopo l’infortunio, ha preso per mano i Toronto Raptors e li ha condotti verso una importante vittoria in casa dei Grizzlies acciuffata dopo l’overtime. Il Mago ha messo a referto 18 punti mentre i canadesi hanno sbancato Memphis con il punteggio di 114-110.

Per Bargnani, numeri non ancora vicini al potenziale che garantiva prima dello stop ma in crescendo rispetto alle uscite recenti: titolare per 39 minuti, ha chiuso con 4/17 al tiro (2/5 da 3) e 7 rimbalzi; top scorer di serata Jerryd Bayless e Marc Gasol che hanno piazzato in tabellone 28 punti a testa.

Chiuso il mercato Nba, Denver punta sul giovane gigante McGee

Chiuso il mercato, Dwight Howard, il re del rimbalzo, ha spiegato di essere rimasto a Orlando perché vuole vincere il titolo e ama i tifosi dei Magic, in realtà questa è la squadra giusta per lui, e i dirigenti gli offrono adesso  un contratto di 19,5 milioni di dollari e il 7,5% dei ricavi annuale per restare altre quattro stagioni.

I colpi maggiori ,oltre alla cessione a Houston di Derek Fisher, trave portante dei Lakers (5 titoli in 13 stagioni)  e presidente dell’Associazione Giocatori ma giunto ai 37 anni, sono stati alla fine la partenza  per Washington del brasiliano Nenè, superbo atleta, un’ala alta più che un centro con molti punti fra le mani,  e quella di Gerald Wallace per i Nets, e l’arrivo del talentuoso centro  JaVale McGee a Denver.

Non voleva Anhtony, D’Antoni lascia i Knicks!

E così, tanto tuonò, che Mike D’Antoni preso atto che la squadra ormai era sempre meno dalla sua parte e Carmelo Anthony era sull’Aventino, ha dato le dimissioni  con la garanzia che l’ultima rata di 6 milioni dei 24 milioni di dollari di contratto gli verrà pagata. La squadra è stata affidata a  Mike Woodson, ex coach preso in estate dopo tre buone stagioni ad Atlanta col ruolo di assistente, con una filosofia propria, meno propensa allo show-time del Mike, un pragmatismo che ha subito applicato poche ore dopo il cambio di guardia in panchina.

Facendo giocare ben 10 giocatori nel 1° quarto, e in totale tutti e 13, dopo 6 sconfitte ha riportato i Knicks al successo interrompendo una serie di 6 sconfitte. E’ finita con 42 punti di scarto, i Knicks sono 19/24 come Milwaukee reduce da 4 vittorie  che però occupa l’8° posto, distanziate (16 vittorie) Cleveland e Detroit protagoniste di una buona seconda parte di stagione ma è chiaro che la lotta da qui alla fine per l’ultimo posto utile è fra la squadra di New York e quella di Scott Skyles che si è mossa sul mercato acquistando 3 pedine importanti  da Golden State (Monta Ellis, Kwane Brown lo sloveno Udoh)   in cambio dell’infortunato  centro australiano Andrew Bogut e Stephen Jackson.