Bargnani stagione finita, ora il suo futuro è un ricco mistero

Come l’anno scorso, Andrea Bargnani non finirà la stagione ma stavolta  il problema non è più il cronico stiramento al polpaccio accusato in vari intervalli nella prima parte della sua carriera  bensì  l’infortunio al gomito destro che l’ha costretto venerdì scorso  a lasciare il campo a Los Angeles nel 1° quarto contro i Lakers nel corso del quale aveva segnato 2 punti.

I Raptors hanno diramato un comunicato ufficiale nel quale si precisa  che Bargnani ha chiuso la stagione per il distacco del tendine (“avulsion sprain”) del gomito.

Le trasferte all’Ovest evidentemente hanno portato jella al giocatore romano. Per una brutta caduta seguita a un tentativo di schiacciata a Portland il 12 dicembre s’infortunò al gomito sinistro e  al polso e  rimase fuori 26 gare.

Nba ritorno in quintetto di Bargnani, Raptors addio playoff

Termina a Milwaukee la corsa ai playoff dei Raptors per l’assenza (dolori alla schiena, sarà vero?) di Rudy Gay che riapre le porta nel quintetto iniziale a Bargnani che non sfrutta completamente l’occasione, sta in campo 33 minuti, prende 7 rimbalzi ma continua a litigare col tiro anche se mette a segno il suo primo tiro da 3 in 10 gare. Aveva fatto di peggio recentemente, con tre partite a zero punti, ma la sua collocazione non è facile, schierato come centro gioca prevalentemente fuori in attacco e quindi la squadra è esposta al contropiede.

Milwaukee ha vinto grazie al turco Ersan Ilyasova, anche quest’anno il migliore mentre si è fatto notare il più giovane Eneas Kanter che lanciato in quintetto da Utah ha stupito con una doppia-doppia pesantissima (22 punti e 22 rimbalzi). I Raptors potevano vincere grazie ai tiri pazzi di John Lucas III e alla determinazione di Alan Anderson che nel 2009 la Virtus Bologna scaricò durante la stagione per scarsa reattività, ma sono stati salvati da Ilyasova coin un tap in determinante e dalla freddezza di Monta Ellis mentre nell’overtime hanno ritrovato anche  Jenning al tiro, ma sinfonico nel passaggio col record di 19 assist. Tripla doppia inutile, compresi 2 tiri da 3 nell’overtime, di Kyle Lowry classico esempio di giocatore di talento ma con carenze di personalità  quando è il momento di chiudere. I Raptors non hanno un vero play, ma due guardie.

Nba per Casey (Raptors) attacco dalla stampa: “Che ci faceva in campo Bargnani?

Andrea Bargnani è al centro di  un caso in cui è vittima e colpevole e gestito nel peggiore dei modi per tutti.

Per la terza volta il giocatore che all’inizio della stagione scorsa era arrivato fra i primi 7 marcatori della NBA, con 24 unti di media, è andato in bianco: 0 punti, 2 tiri sbagliati da 2 e da 3, 1 rimbalzo, 1 assist in 15’46”.

E’ noioso e inutile  ripetere come scriviamo da mesi che non c’è più sintonia fra il Mago, la squadra e l’ambiente, che ormai  è considerato  un corpo estraneo, e che lo stesso  coach Casey, poveretto, appare  condizionato  nelle sue scelte dai Raptors  svenatisi  per raddrizzare la stagione  Rudy Gay e non si rassegnano però  a perdere un investimento che prevede altre due rate per un totale di 22 milioni da qui al 2015.

Nba il Mago per la prima volta a secco, salviamo il soldato Bargnani!

Nella vita di ognuno di noi c’è il momento più bello e quello più brutto. Andrea Bargnani ha certamente toccato il cielo, grazie anche ai 213 centimetri, in quel giorno  di giugno del 2006 quando venne scelto n.1 del draft 2006. Merito suo, dei buoni uffici della Benetton, il club europeo che ha il primato di giocatori forniti alla NBA, grazie al passaggio  nella Lega professionistica di  Gherardini e D’Antoni, che l’avevano sotto gli occhi. E vorrei aggiungere al credito come scout di Rudy D’Amico, il coach  vincitore della Coppa dei Campioni col Maccabi scout per l’Europa dei Raptors, e senza dimenticare all’italianità di Toronto –altra ragione dell’operazione – considerata la quarta città italiana per abitanti.

Per l’implacabile maledizione del Settimo Anno,  proprio nella stagione in cui i Raptors speravano che si ponesse come la guida di una squadra di giovani, il Mago mercoledì notte 20 febbraio ha toccato il fondo non riuscendo a segnare per la prima volta nemmeno un canestro in 22 minuti . La sua partita racconta di zero tiri liberi, 2 rimbalzi, 1 assist, qualche blocco in lunetta per Lowry, difesa critica, considerando i molti rimbalzi in attacco  e i canestri dei Grizzlies di seconda intenzione e i liberi di Randolp,  col suo fisico da peso massimo, col quale il romano ha avuto purtroppo a che fare o negli switches o nel taglia fuori.

Nba Belinelli non basta, Gallo malato, Bargnani vince a New York

Il Circo Barnum  del basket  si trasferisce  a Houston, il regalo di San Valentino sono le 4 giornate dell’All Star Game che culminerà domenica al Toyota Center con la partita delle stelle per la quale è stato convocato all’ultimo momento Brook Lopez di Brooklyn, il più talentuoso dei due fratelli con sangue sudamericano.

L’antipasto è stato una specie di brunch dove si trovava di tutto,  il risultato più eclatante è stato l’harakiri di Melo Anthony, 12 punti, troppi errori ma un ammirevole sacrificio contro Toronto che ha iniziato con 4/19 nel primo quarto e vinto con il bombardamento di Anderson, uno dei tanti affari alla rovescia della Virtus Bologna, il club che passerà alla storia anche per aver annunciato l’ingaggio di Kobe Bryant e aver ingoiato il bidone, e del solito John Lucas mandato in campo con l’espulsione di Lowry.

Nba Gallo marca visita, Bargnani a mezzo servizio, vince Toronto mentre “sciopera” Bryant

Fanno storia LeBron e Kobe, due record opposti, come dire dalle stelle alle stalle comne vedremo più avanti. Il duello italiano di Toronto si gioca in infermeria, George Karl non rischia Gallinari  per una sinusite mentre Andrea Bargnani  rientra dopo l’influenza e avendo saltato gli allenamenti di lunedì e del mattino gioca 17 minuti con 4 punti, 2 canestri su 7, 3 triple a vuoto , 1 rimbalzo, 2 perse.

Da cecchino a problema economico il Mago per il suo club che vorrebbe proponendo lo scambio con Boozer dei Bulls rimasto lettera morta. Con altre 2 stagioni davanti e 22 milioni di dollari di salario all’azzurro conviene sacrificarsi e cercare di riguadagnare credito almeno come giocatore tattico perché la star dei Raptors è ormai Rudy Gay che al suo arrivo  a Toronto ha portato una incredibile  ventata di euforia, con 4 successi nelle prime 6 partite e i canestri della vittoria a Indiana e quello a 4,8 secondi di martedì notte contro i Nuggets. Rimessa, palleggio verso il fondo, arresto e comodo jump  dell’ex Grizzlie con la riverenza di Corey Brewer che ha finito la sua prima gara da starter difficile da scordare, per gli errori al tiro (1/7 nelle triple) e non ha fatto nulla per contrastare il match winner nell’ultima azione.

Mercato NBA: Raptors e Bulls allo scambio Bargnani-Boozer?

A meno di  due settimane alla chiusura del mercato NBA  i Bulls stanno trattando coi Raptors uno scambio da fantascienza pura per le caratteristiche dei soggetti coinvolti, la cessione di Carlos Boozer, il suo pilastro, per  Andrea Bargnani.

Da alcuni giorni al destino del centro italiano dedica grande attenzione Marc Stein, senior writer di ESPN che ha diffuso giovedì questa voce commentata alla Tv da  Kurt Rambis come un pessimo affare per la formazione di Thibodeau.  E questo è anche il nostro parere, ve l’immaginate Bargnani  basso sulle gambe che lancia fiammate all’avversario  pronto ad avventarsi sulla palla?. Lui al centro della squadra NBA più graffiante in difesa?

Infortunatosi al gomito e al polso in una goffa schiacciata con Sacramento ai primi di dicembre, il Mago è  oggetto  da due mesi di una trattativa”sotto traccia” da parte dei Raptors e solo 48 ore fa Stein  aveva raccontato che stava preparando le valigie per lasciare il posto  a Pau Gasol avendo bisogno di un centro-ala che sa  tirare bene da fuori e sotto  e gioca e difende  duro.

Gay ai Raptors, quale sorte per Bargnani?

Due sole partite, nella cerchia dell’Ovest per l’ultimo giorno di gennaio ma con tre prestazioni stellari al rimbalzo. Sono stati ben 20, sfiorando la tripla (15 punti e 9 assist)  per David Lee, il roccioso power forward  mancino, una delle principali  ragioni della scalata sorprendente di Golden State che battendo Dallas è arrivata alla 29esima vittoria (29/17). Ne ha catturati  19  Zach Raldolp che non hanno però evitato la sconfitta  nel big match di Memphis (29/16) a Oklahoma. Per finire, a Oakland ecco i  17 (più 18 punti) Shawn Marion che grazie all’infortunio di Dirk Nowitzky  anche se ha passato i 30 è la vera novità dell’anno.

Fra 48 ore verranno annunciati i nomi dei due allenatori per l’All Star Game del 17 febbraio a Houston, ma il primo è già sicuro e si tratta di Gregg Popovich. La scelta del coach avviene infatti automaticamente da quest’anno grazie al ranking del 3 febbraio, e non sono più eleggibili i due allenatori della passata  stagione, Scott Broks (Ovest) e Tom Thibodeau (Est) e quindi col 1° posto e il 77,1% (37/11) Gregg Popovich deve ringraziare il bel regalo dei suoi giocatori dai quali è molto amato, se rappresenterà l’Ovest. Mentre per la panchina dell’Est duello ancora aperto e arrivo sul filo fra Erik Spoelstra di Miami (69%, 29/13) e Mike Woodson dei Knicks (65,1%, 28/15).

Nba storia finita, per i Raptors Bargnani è in svendita?

Con 77 punti (e 49 su 51 totali  della squadra , che mancava ancora di Ibaka, nel 2° tempo!) del suo inarrestabile  duo Kevin Durant (41 punti, un dunk mostruoso sul capo del povero Gortat e un’entrata acrobatica incredibile per questo stupendo ragno di 2,9 centimetri) e Russell Westbrook (36 punti) Oklahoma è la prima a toccare le 30 vittorie, la prima come numero di sconfitte, la prima nel ranking, vicina , i suoi dioscuri hanno anche ritoccato i record stagionali e così anche Kendrick Perkins,  con 14 rimbalzi del suo centro mano-.quadra per eccellenza,  che è riuscito a non segnare un solo canestro.

Grande momento per i Thunder che, come promesso, hanno assorbito alla grande la cessione di James Harden, il terzo martello, e giocano indiavolati, come se ogni gara fosse un playoff spiega Kevin Durant che nonostante le lunghe leve riesce a fare cose permesse solo ai piccoletti, mentre  Miami perde la gara n.12 a Utah e ha 24 vittorie come i Knicks.

Nba, New York e il Madison applaudono Bargnani

Nel corso delle gare di regular season Nba del 2 gennaio, vanno annotati il ko di Miami, Oklahoma e Orlando, mentre Andrea Bargnani replica a Carmelo Athony e i Raptors vincono sul campo dei Knicks, senza Stoudemire e Shumpert. Danilo Gallinari  meglio di Brandon Jenning (ex Roma) rilancia Denver. Giornata ricchissima di colpi di scena. E’  il “lunedì nero” della vecchia e nuova nobiltà quella del 2 gennaio: il Madison Square Garden applaude Andrea Bargnani che firma la prima sconfitta interna dei Knicks di Mike D’Antoni, Danilo Gallinari  MVP di Denver-Milwauke e ultimo ma non ultimo il volo di Oklahoma e Miami, le squadre più brillanti con 5 successi, spezzato  da Dallas  e Atlanta.

Perde pure Orlando a Detroit, la NBA del dopo lock-out è più livellata, c’è gloria per gli italiani, nessuna è imbattuta e solo Washington  è ancora ferma al palo. Per la cronaca, Minnesota rompe il ghiaccio con 25 punti e 14 rimbalzi di Kevin Love  e Ricky Rubio  diventa il 6° uomo, Atlanta e Indiana vincono in trasferta e si inseriscono nella lotta al vertice all’Est mentre Boston cancella le 3 sconfitte iniziali e assieme a Chicago vanta adesso la miglior striscia (3 su 3).

La grande partita di Andrea Bargnani contro i Knicks privo di due pedine fondamentali (Stoudemire e Shumpert, ma i Raptors sono senza il lituano Linas Kleiza e Gray) neutralizza un Carmelo Anthony devastante, 35 punti, 11 rimbalzi, 13/31, 4/9 da 3 e 4 assist. Il Mago gioca 34 minuti di grande intensità, apre il match alla grande con un’entrata a difesa schierata e schiacciata sul terzo passo e lo chiude  alla grande col canestro dell’86-83 e i due liberi dell’88-85 su fallo di Fields a 17” dal termine. I Knicks feriti tentano due conclusioni forzate da 3, i liberi finali  di Toronto li mette dentro l’esperto Carter subentrato in  regia a Calderon, il play spagnolo che impreziosisce la festa della franchigia canadese con 12 assist.

Playoff NBA, tutti i risultati

I Chicago Bulls vincono contro gli Indiana e si qualificano per il prossimo turno dei Playoff.

A trascinare i tori ci pensano i soliti Rose (25) e Deng (24), per Indiana si salva solo e Granger (20).

I risultati dei playoff Nba, tra parentesi la situazione delle serie al meglio delle 7 partite. Western Conference: Los Angeles Lakers-New Orleans Hornets 106-90 (3-2). Eastern Conference: Chicago Bulls-Indiana Pacers 116-89 (Bulls vincono serie 4-1); Orlando Magic-Atlanta Hawks 101-76 (2-3).

Nba, Gallinari non basta a Denver

Non bastano i 17 punti di Danilo Gallinari ad evitare la sconfitta ai Denver Nuggets contro Oklahoma City con i Thunder trascinati da Durant autore di 28 punti. È andata meglio agli Hornets di Marco Belinelli che hanno superato Phoenix. Per l’azzurro, in campo poco meno di 18 minuti, nove punti a referto. Ancora una sconfitta per i Toronto Raptors che cadono contro Philadelphia. Assente, per un infortunio alla caviglia destra Andrea Bargnani

Nba, Bargnani non c’è e Toronto cade a Chicago

Andrea Bargnani non c’è, out per un problema alla caviglia destra, e i Toronto Raptors cadono sul campo dei lanciatissimi Chicago Bulls per 113-106. I Bulls, con un record di 56-20, consolidano il primato nella Eastern Conference quando mancano appena 6 partite alla fine della regular season. I Raptors (20-55) si lanciano invece verso le 60 sconfitte. Nel programma del sabato Nba, spiccano le sconfitte di tutte le squadre destinate a partecipare ai playoff. Perdono Philadelphia, Dallas e Oklahoma City contro avversarie che non hanno più nulla da chiedere al campionato.

Nba, volano i Nuggets di Gallinari

I Denver Nuggets non si fermano più. Momento di grande forza per la squadra di Danilo Gallinari che prosegue la sua striscia vincente battendo anche Washington in casa (114-94), con l’azzurro in grande spolvero con 17 punti. Successo anche per i New Orleans Hornets che espugnano Phoenix (106-100), solo 3 punti per Marco Belinelli. Brutto ko invece per i Toronto Raptors che in casa di Golden State Warriors subiscono un pesante passivo (138-100). In ombra anche Andrea Bargnani, per l’azzurro soltanto 7 punti.