Santa Claus riporta la NBA in campo

  • Accordo raggiunto fra i proprietari e giocatori sul 50-50 degli utili, fra una settimana l’addio di Gallinari e company dall’Europa. Stagione più corta (990 incontri), ma per recuperare  un club dovrà giocare anche 2-3 gare di seguito
  • Accordo raggiunto in gran segreto (ma adesso dovrà essere ratificato dai 29 proprietari e dai 450 giocatori):  grazie a Santa Claus riparte la NBA il giorno di Natale,  quindi  il mercato e i training-camp  si aprono  il 9 dicembre e dovranno timbrare il cartellino entro il 5 dicembre tutti i giocatori che hanno scelto di giocare in Europa, come  Danilo Gallinari (Armani), Andrei Kirilenko, MVP dell’Euroleague,  Sergi  Ibaka e Rudy Fernandez (Real Madrid), Jordan Farmar (Maccabi), Nicolas Batum (Nancy), Kevin  Seraphin (Caja Laboral), Thabo Sefolosha (Fenerbahce), Ersan Ilyasova e Sasha Vujacic (Efes), Zacha Pachulia (Galatasaray), TJ Ford (Zagabria), oltre a Deron Williams (Besiktas) Tony Parker (Villeurbanne),  Tiago Splitter (Valencia).
  • Naturalmente chi ha firmato per la Cina, come Ja Jianlin, non potrà rompere il contratto come saggiamente aveva stabilito la federbasket cinese, mentre i pochi altri  nel mondo faranno le valigie, ad esempio l’argentino Nucioni recentemente ingaggiato dal Penarol. Non tutti torneranno indietro, come ad esempio Nikola Pekovic (Partizan) mentre gli agenti di Fernandez proveranno a trattare col Real Madrid dopo ave sentito  i Dallas Mavericks che hanno acquisito i diritti da Portland, forse per liberare il portoricano Barea.

Nba, Gallinari saluta Milano con il Real Madrid?

Dopo la gara messa in archivio da EA7 Armani Milano, Danilo Gallinari potrebbe accingersi a disputare l’ultima gara con la compagine meneghina prima di fare ritorno in America, dove l’Nba parrebbe ripartire il giorno di Natale del 2011.

I Denver Nuggets, non appena si avrà un chiaro quadro della situazione, convocheranno il Gallo sollecitandolo a prendere un aereo: secondo il padre agente Vittorio, intervistato dall’Ansa, la situazione è ancora poco chiara:

“Bisognerà capire quando verrà ufficializzata la fine del lockout. Se fra l’8 e il 9 dicembre dovrà tornare a Denver, è difficile che Danilo possa giocare contro Cremona il 4 dicembre. La notizia è fresca, è difficile fare previsioni e Danilo ancora non ha un’idea chiara di quando dovrà tornare negli Stati Uniti. Dall’inizio si sapeva che prima o poi sarebbe dovuto tornare in Nba, lo sapevano i tifosi, i dirigenti di Milano e Danilo. Giocare a Milano è un’emozione particolare per lui e si stava riabituando al basket europeo. Tutti noi speravamo che potesse passare il Natale a casa, invece non sarà così”.

Ufficioso: Nba al via a Natale. Regular season con 66 giornate

L’Nba dovrebbe partire a Natale. E’ il succo dell’accordo provvisorio tra i proprietari e i giocatori di basket per porre fine (dopo 149 giorni di lockout) alla serrata. Dopo un incontro segreto all’inizio di questa settimana, le parti si sono nuovamente incontrate ieri: oltre 15 ore di trattativa per cercare di salvare la stagione che a questo punto dovrebbe iniziare a Natale. Sarebbe il regalo della National Basketball Association al pubblico.

“Abbiamo raggiunto un accordo provvisorio che è soggetto ad una serie di approvazioni ed alcune operazioni molto complesse, ma siamo ottimisti sul fatto che si supereranno tutte in modo che la stagione possa iniziare il 25 dicembre”,

ha dichiarato il Commissioner Nba, David Stern. L’accordo per ora è una stretta di mano, non ancora ufficializzato da proprietari e giocatori.

Usa, i giocatori progettano una Lega anti-NBA ma Natale riporta la pace?

Notizie dai due mondi. Negli Usa la NBA riprenderebbe a Natale mentre i giocatori progettano di creare una propria NBA; intanto in Europa  Nowitzky tratta col Real, Kirilenko è infortunato e si parla del divorzio fra Scariolo e la Spagna

  • Notizie dai due mondi. Negli Usa i giocatori progettano di creare una propria NBA, l’Europa ne approfitta e Dirk Nowitzky è vicino al Real Madrid. Partiamo da qui.  Il tedesco che ha portato i Dallas Mavericks alla conquista del titolo NBA come avevo anticipato due mesi fa  su Pianetabasket.com la notizia, poi smentita dagli spagnole,  ammette di disposto a valutare le offerte del Real Madrid, anche se non crede  ancora persa  la stagione della Lega professionistica. “Se verrà cancellata, prenderò le mie decisioni e il Real Madrid è un grande club” ha detto il 33enne giocatore, uno dei protagonisti degli ultimi  europei e il 2° marcatore di sempre nella storia di questa competizione.
  • Grande paura, invece, per Andrei Kirilenko, il famoso K-47 della NBA. Durante la gara di campionato russo di quest’ultimo sabato col Krasnya Krylia, è arrivato  come un razzo da dietro su un avversario e nel tentativo di recuperare la palla è inciampato cadendo  malamente e battendo il capo. Incidente serio: ha  riportato la frattura del naso e un profondo taglio sopra l’occhio. Scongiurata la commozione cerebrale, anche se lo Zar del basket è rimasto a terra alcuni minuti in uno stato di semincoscienza uscendo tuttavia  dopo 10 minuti dal campo con le proprie gambe e una vistosa fasciatura al capo. Difficilmente potrà giocare la prossima gara  di Euroleague contro lo Zalgiris,  intanto verrà tenuto sotto controllo dai medici del Cska.

Lockout Nba: il bluff degli owners

Niente regular season almeno fino al 15 dicembre, resta il lockout in una Nba sempre più allo sbando. Il mancato rinnovo del contratto collettivo ha fin qui determinato la cancellazione di 324 partite che corrispondono a poco più di un quarto di stagione.

I giocatori, a questo punto, hanno optato per la linea dura dopo essersi trovati nelle condizioni di trattatre con i proprietari in maniera assolutamente beffarda: man mano che si è andati avanti, infatti, le offferte dei proprietari si facevano sempre più al ribasso.

A questo punto sembrano certe azioni legali visto che in almeno due Stati (California e Minnesota), alcuni cestisti hanno già denunciato la violazione delle norme antitrust da parte della Nba che non darebbe loro l’opportunità di lavorare. Il risarcimento danni chiesto dai giocatpori ammonterebbe a una cifra superiore ai 2 miliardi di dollari. Gli avvocati di parte cestistica, intanto, evidenziano come

“se stai giocando a poker e tenti un bluff, sei un eroe se funziona. Se però ti scoprono, perdi. Penso che i proprietari si siano spinti troppo in là. Hanno fatto un ottimo lavoro scegliendo la linea dura e spingendo i giocatori a fare concessioni a ripetizione. Ma l’avidità non è solo una cosa terribile. È anche pericolosa. Le cause sono destinate a durare mesi. Più si va avanti, più grandi sono i danni che dovranno fronteggiare le squadre, più grandi sono i danni che dovranno fronteggiare i giocatori. E, forse è la cosa più importante, gli appassionati saranno privati del basket”.

Gallinari resta a Milano che va anche su Tiago Splitter

I giocatori portano in tribunale la NBA che reagisce cancellando le partite dall’1 al 15 dicembre, ripresa a febbraio? Si riapre il mercato europeo, Casspi torna al Maccabi, Pau Gasol dice sì al Barcellona, che fanno Bargnani e  Belinelli?

  • Un altro lunedì nero per il basket,  salta ancora l’accordo con la NBA  che offre il 47 per cento degli utili mentre i giocatori sono irremovibili sul 52 per cento, e adesso la partita più difficile nella storia della Lega Professionistica si giocherà nel  tribunale del lavoro mentre  la NBA si è dovuta arrendere annullando  tutti gli incontri dal 1° al 15 dicembre, per cui  ormai  tanto mutilata la stagione potrebbe essere cancellata.
  • Dopo 3 mesi e mezzo di muro contro muro nella trattativa per il rinnovo del contratto con i proprietari della NBA, decisi a non mollare, soprattutto a cominciare da Micheal Jordan padrone dei Charlotte Bobcats,  i giocatori hanno deciso ufficialmente  di mettere fuori gioco il  loro sindacato  scioltosi a causa di un “disclaimer of interest”. Si tratta di una   formula  di risoluzione che in pratica   si adotta in presenza dell’impossibilità  di assolvere il proprio mandato.  Spezzatosi il rapporto fiduciario col sindacato, guidato da Billy Hunter, i giocatori hanno deciso di adottare le  stesse tattiche negoziali intraprese  con successo l’11 marzo scorso dal football americano (NFL). E adesso creano  un’associazione di categoria allo scopo di  intraprendere un’azione giudiziaria appellandosi alla Legge Antitrust che tratta le vertenze in cui una parte si sente schiacciata da un potere monopolistico in materia di diritto al lavoro.
  • In questa azione, i giocatori hanno puntato su due prestigiosi avvocati protagonisti su sponde opposte dell’ultima vertenza  contrattuale riguardante la NFL, ovvero Jeffrey Kessler  che rappresentava i giocatori e David Boies  che rappresentava invece  i proprietari e la Lega in una vicenda non meno spinosa di quella del basket.

I giocatori portano la NBA in tribunale

Sciolto il sindacato, nasce un’associazione che  come successo per il football denuncia la violazione della legge anti-trust. I tempi tecnici sono di 45 giorni, ma un giudice potrebbe decidere di far ripartire la Lega Professionistica. Si riapre il mercato europeo

  • Un altro lunedì nero per il basket,  salta ancora l’accordo con la NBA  che offre il 47 per cento degli utili mentre i giocatori sono irremovibili sul 52 per cento, e adesso la partita più difficile nella storia della Lega Professionistica si giocherà nel  tribunale del lavoro.
  • Dopo 3 mesi e mezzo di muro contro muro nella trattativa per il rinnovo del contratto con i proprietari della NBA, decisi a non mollare, soprattutto a cominciare da Micheal Jordan padrone dei Charlotte Bobcats,  i giocatori hanno deciso di mettere fuori gioco il  loro sindacato  scioltosi a causa di un “disclaimer of interest”. Si tratta di una   formula  di risoluzione che in pratica   si adotta in presenza dell’impossibilità  di assolvere il proprio mandato.  Spezzatosi il rapporto fiduciario col sindacato guidato da Billy Hunter, i giocatori hanno deciso di adottare le tattiche negoziali intraprese  con successo l’11 marzo scorso dal football americano (NFL). E adesso formeranno   un’associazione di categoria allo scopo di  intraprendere un’azione giudiziaria appellandosi alla Legge Antitrust che tratta le vertenze in cui una parte si sente schiacciata da un potere monopolistico in materia di diritto al lavoro.

Nba, ultimatum inaccettabile: i giocatori scelgono il lockout

Dicono no alla divisione dei proventi in 50 e 50 (poi diventata, nell’offerta: misero 47 per i cestisti e 53 per le squadre) ma, soprattutto, i giocatori Nba mettono in chiaro che per trattare non sono benaccetti ultimatum. E alla scadenza forzosa rispondono picche e lockout. Così la proposta avanzata dal commissioner David Stern è tornata al mittente, vale a dire ai proprietari delle franchigie che – a questo punto – sembrano per forza di cose proiettati sull’amara verità: la stagione Nba 2011-2012 potrebbe non iniziare nemmeno.

Non solo: i cestisti, a fronte della scadenza forzata degli owners hanno anche minacciato una class action per abuso di posizione dominante. Dal sindacato dei cestisti, si alza la voce di Billy Hunter:

“I giocatori non sono disposti ad accettare nessun ultimatum.Crediamo che sia profondamente ingiusto passare da una divisione del business dal 50 e 50, al 47 per i giocatori e il resto alle società. Abbiamo negoziato sempre in buona fede per oltre due anni. Tuttavia l’ultima proposta dei presidenti è stato un tremendo passo indietro. Siamo tutti maledettamente delusi. Siamo pronti a promuovere un’azione legale antitrust contro la National Basket Association. Ci hanno messo davanti un ultimatum inaccettabile estremamente iniqui che rifiutiamo e rispediamo al mittente”.

Lockout Nba, ultimatum respinto: i giocatori dicono no. E i proprietari gongolano

Si era arrivati all’ultimo atto del braccio di ferro che tiene in scacco il campionato di basket Nba: dai proprietari ai giocatori, una proposta – l’ultima – da prendere o lasciare. E il sindacato dei cestisti ha fatto conoscere ala risposta: secco no, il lockout va avanti.

La Players Association, quindi, ha respinto l’offerta avanzata a nome delle franchigie dal commissioner David Stern che metteva sul piatto un ammontare tra il 49% e il 51% delle risorse totali (il precedente contratto, scaduto, fissava il valore sul 57%). La replica è giunta per bocca di Derek Fisher, massima figura sindacale:

“Non possiamo accettare l’attuale offerta della Nba sul tavolo”.

La decisione ha fatto seguito alla riunione svolta a New York alla presenza di 43 membri in rappresentanza di 29 squadre. A questo punto, sembra paradossale ma chi gongola sono i proprietari perché, sebbene i vertici del sindacato (notizie freschissime riportate da Espn) abbiano ricevuto mandato di concludere un accordo che preveda una ripartizione 50-50 e si concentri sulll’apporto di benefici maggiori rispetto al salary cap e alla durata dei contratti, i referenti delle franchigie sono (almeno una buona parte di essi) contrari non solo alla ripartizione del 50-50 (per cui si intenderebbe da ora in avanti presentare solo offerte al ribasso).

A rendere ancora più debole la posizione sindacale, anche il tentativo di spaccare la rappresentanza messo in atto da alcuni degli agenti più potenti.

Ultimatum della NBA, giocatori spaccati!

La decisione mercoledì: una cinquantina di giocatori sostenuta dai superagenti pronta a sciogliere il sindacato mentre i bigs sono sulla linea dura di Derek Fisher

  • E’ scattato l’ultimatum della NBA e i giocatori hanno tempo fino a mercoledì per rispondere  e sembra che per l’ennesima volta diranno no. Il presidente del sindacato giocatori Derek Fisher ha detto che non  voterà l’offerta dei proprietari, anche se molti media statunitensi sostengono che si prevede un ribaltone con la riunione dei 30 leader sindacali dei club prevista per oggi. Anche se i giocatori hanno ancora 24 ore di tempo,, hanno già cominciato a muoversi per il grande golpe.
  • Secondo ESPN  gli ‘indignati’ hanno cominciato la raccolta di firme per raggiungere quel 30% tenuto a presentare la proposta di scioglimento  al  Comitato Nazionale di Lavoro degli Stati Uniti. In totale 130 giocatori necessari per formalizzare questo atto  per iscritto, cosa che Paul Pierce pensa di poter ottenere in due giorni  anche se per ora i dissidenti sarebbero  una cinquantina.

Milano rischia, Nba verso l’accordo

Tengono banco questa settimana l’ Euroleague con l’Armani in Belgio e Barcellona-Siena e la trattativa fra Giocatori e Proprietari

  • Per il 4° turno di Euroleague, si ridurranno le squadre imbattute (attualmente sono 5, Caja Laboral, Cska, Panathinaikos, Barcellona e Siena) con  due big-match di questa settimana che prevede giovedì gli scontri diretti di Atene e Barcellona.
  • Per quanto riguarda le italiane, gara delicatissima per l’Armani  con la necessità di recuperare a Charleroi i 2 punti persi in casa contro l’Efes nel girone di ferro dove non c’è una sola squadra a punteggio pieno ma anche senza vittorie. I belgi, allenati da Giovanni Bozzi, arrivano dalle qualificazioni ma hanno vinto l’unica gara proprio con l’Efes, e questo complica le cose per la squadra di Sergio Scariolo che nel ranking delle 24 formazioni  è solo al 17° posto (e al 18° come percentuale), buona ultima per quanto riguarda le palle recuperate (2 di media!) e penultima negli assist (11). Come dire: il problema è negli esterni, per ora l’asse Cook-Nicholas è stato insufficiente, la squadra si è salvata coi rimbalzi nei quali è al 1° posto (29 di media in difesa).

Una NBA con 82 partite non serve a nessuno!

Lo dice il Commissioner David Stern dopo una nuova rottura nella trattativa accusando il legale del Sindacato dei Giocatori.

Non è ormai più possibile offrire una stagione completa. Non ci può essere ormai una stagione degna di una vera NBA, mancano i presupposti. Ci scusiamo con i lavoratori, i tifosi e gli imprenditori colpiti “.

Il giorno di Halloween, la tradizionale vigilia dell’inizio del campionato professionistico che cade il 1° novembre, David Stern non poteva essere più esplicito  dopo il fallimento dell’ultimo incontro tra i proprietari e il sindacato giocatori per cercare di chiudere la vertenza per il rinnovo del contratto che va avanti dal 1° luglio. Quattro mesi di lotta sindacale aspra e che nemmeno l’intervento di  Barack Obama, grande appassionato di questo sport, è riuscito a sbloccare anche se la cima sarebbe vicina perché l’accordo balla su un 2% cento che sembra più, a questo punto, una questione di principio più che di sostanza.
Preoccupatissimo, il Commissioner della NBA  ha accusato  Billy Hunter, il legale del sindacato giocatori, per la nuova rottura:

Billy è uscito dalla stanza e se n’è andato dicendo  che non scenderà di un centesimo sotto il  52%. Abbiamo provato a fare un’ultima offerta ma ci ha risposto  che ormai era finita“.

Lockout Nba, non si gioca fino al 30 novembre

Nba ancora in alto mare: il lockout non si ferma e la Lega americana cancella iulteriori due settimane di regular season, visto che – è ufficiale – non si giocherà almeno fino al 30 novembre. Il che equivale a dire addio ad almeno un altro dato: le 82 partite che normalmente danno vita alla fase regolare nonle si potrà giocare tutte.

Altro niet dopo tre giorni consecutivi di trattative: lo scoglio insormontabile, tra giocatori e proprietari, è sempre quello, la ripartizione delle risorse, altrimenti noto come Basketball Related Income (BRI). I primi non scendono oltre il 52% (dal 57% precedente) degli introiti, i secondi puntano al 50-50.

Il passaggio eventuale dal 57% al 52% comporterebbe per i cestisti oltre 1,5 miliardi di dollari di perdite in 6 anni; dall’altro lato, i proprietari affermano che la divisione a metà porterebbe alle franchigie di recuperare una parte consistente (280 dei 300 milioni) delle perdite accumulate nell’annata passata. David Stern, commissioner Nba, ha affermato:

Nba, tour mondiale: da Bryant a LeBron James, le stelle hanno detto sì

Nba in tour mondiale

Espn ha annunciato un progetto interesante che vede protagonisti gli assi della Nba. In attesa di conoscere il destiono del campionato 2011/2012, messo in ginocchio dal lockout che sta vincolando la stagione regolare al preventivo accordo tra franchigie e cestisti, le stelle della National Basketball Association starebbero per definire una turnè planetaria che li porterà a giocare sei partite in giro per il mondo.

Le stelle, da Bryant a Rondo

Eccoli, i protagonisti di questa affascinante idea: tutto parte da lui, Kobe Bryant, che pare abbia scartato l’opzione Virtus Bologna proprio per questo motivo. Subentrati impegni professionali. Il 24 dei Lakers dovrebbe a tutti gli effetti essere il riferimento della super-squadra che toccherebbe terra in 6 parti distinte del pianeta. Le sei gare sarebbero in programma dal 30 ottobre al 9 novembre e le località prescelte sono: Porto Rico, Londra (due partite), Macao e Australia (2 gare). I big al fianco di Kobe sono tutti quelli che – potessimo scegliere – decideremmo di ascrivere di diritto nella squadra dei sogni. Da LeBron James a Dwyane Wade, da Derrick Rose a Carmelo Anthony, da Chris Paul ad Amare Stoudemire, da Chris Bosh a Rajon Rondo, da Carlos Boozer a Paul Pierce. Sono in fase di trattativa anche altri due campioni di livello: Kevin Garnett e Kevin Durant. Chi non è della spedizione, invece, è Dwight Howard che ha optato per un tour indivisuale che lo ha portato a toccare 15 Paesi.