I grandi del basket: Dennis Rodman

Di giocatori stravaganti in campo e fuori ne abbiamo ammirati parecchi, ma nessuno mai Dennis Rodman, protagonista di primo pianto del basket dei favolosi anni 90, quando l’NBA sfornò un numero impressionante di campioni.

Tatuaggi, piercing, capelli arcobaleno, Rodman come farsi riconoscere all’interno del rettangolo di gioco, ma sarebbe riduttivo parlare di lui solo in termini di look.

Per comprendere davvero il gioco di Dennis Rodman occorre far riferimento alle fredde statistiche e ricordare che in tutta la carriera ha conquistato ben 11.594 rimbalzi, aggiudicandosi il titolo di miglior rimbalzista per sette satgioni consecutive.

Il tiro non era il suo forte e si contano sulle dita di una mano le sue schiacciate, ma non si possono dimenticare i confronti (quasi sempre vinti) con atleti molto più alti e possenti di lui. E dire che era alto solo 2,03 metri (qualcuno dice anche meno) per un peso di 95 chili: un fisico non certo massiccio per uno votato a catturare palloni sia in fase difensiva che offensiva. Eppure Dennis Rodman arrivava sempre per primo sulla palla che rimbalzava sul ferro, riuscendo a calcolare perfettamente il punto ove sarebbe arrivato il pallone.

NBA, tutti i risultati

Ray Allen è stato il protagonista assoluto dell’ultimo turno della regular season di NBA. Con i suoi 25 punti i Boston Celtics hanno regolato in trasferta Utah per 102-107. Per i Celtics, oltre ad Allen, vanno in doppia cifra Pierce (21), Rondo (18), Garnett (16) e Krstic (11). Terza vittoria consecutiva per i Chicago Bulls che asfaltano in trasferta i Washington Wizards (77-105). Giornata stellare per il trio delle meraviglie di Chicago: Rose (21 punti), Noah (19) e Deng (21). Terza vittoria in quattro partite per Denver da uando ha ceduto carmelo Anthony a NY.

I risultati delle partite della regular season Nba: New Jersey Nets-Phoenix Suns 103-104 (overtime); Washington Wizards-Chicago Bulls 77-105; Denver Nuggets-Atlanta Hawks 100-90; Utah Jazz-Boston Celtics 102-107; Sacramento Kings-Los Angeles Clippers 105-99.

NBA, tutti i risultati

Chicao Bulls, imbattibili in casa, infilano la quattordicesima vittoria su quindici tra le mura amiche. Chicago batte i San Antonio Spurs 109-99 grazie alla sublime prestazione di Rose , autore di  42 punti. Oltre a Rose vanno in doppia cifra L. Deng con 19 punti e C.Boozer a quota 15. Per gli Spurs ottime prestazioni di T.Parker  (26 punti) e poi della coppia M.Ginobili e G.Neal autori di 16 punti ciascuno. Nell’altra partita i Dallas Mavericks si impongono di misura in casa contro Phoenix vincendo 112-106 grazie ad un super Nowitzki che sigla 35 punti.

I risultati delle partite della regular season Nba: Chicago Bulls-San Antonio Spurs 109-99; Phoenix Suns-Dallas Mavericks 106-112.

I grandi del basket: Scottie Pippen

Il periodo d’oro dei Chicago Bulls viene spesso associato al solo nome di Michael Jordan, l’uomo che da solo riuscì a cambiare la storia del basket americano e mondiale. Spesso però si tende a dimenticare che in quella squadra favolosa c’erano altri giganti che contribuivano in maniera determinante al successo dei Bulls.

Uomini che non possiamo certo chiamare comprimari, ma che avevano un ruolo di primo piano negli schemi di Phil Jackson, come ad esempio Scottie Pippen, numero 33 dei Bulls, uno dei più forti difensori che l’America abbia mai ammirato.

L’ottima tecnica individuale, la capacità di calarsi in ruoli diversi (in realtà era un’ala piccola, ma veniva spesso utilizzato anche come playmaker) fecero di Pippen uno dei migliori interpreti del basket della sua generazione.

E dire che il mondo poteva essere privato della sua classe sopraffina, se Pippen non avesse ottenuto una borsa di studio che gli permise di accedere alla University of Central Arkansas. Lì il giovane Scottie riuscì a mettersi in luce, fino ad entrare nelle mire dei Seattle Supersonics, che però preferirono girarlo ai Bulls in cambio di Olden Polynice.

I grandi allenatori: Phil Jackson

E’ l’allenatore che fa grande una squadra o viceversa? Dove finiscono i meriti di un coach e dove comincia la bravura di un team? La domanda va avanti da secoli e riguarda un po’ tutti gli sport di squadra, ma poi ci sono allenatori che vincono più di altri ed allora non si può pensare che i successi siano dovuti solo e soltanto alla grandezza del team.

Prendete Phil Jackson, ad esempio, il coach più vincente nella storia dell’NBA, capace di conquistare ben tre three peat, su un totale di 11 anelli messi in bacheca. Vero è che Jackson ha avuto la fortuna di guidare squadroni come i Chicago Bulls dell’era Jordan ed i Los Angeles Lakers degli anni d’oro, ma non si può pensare che un pizzico del merito non sia da attribuire proprio ai suoi schemi ed alla sua straordinaria capacità di far giocare insieme fior di campioni.

I grandi del basket: Michael Jordan

L’essenza del basket, il miglior cestista che i miei occhi abbiano visto giocare, al di là della simpatia personale che mi portava a tifare per il suo amico-nemico Magic Johnson. Michael Jordan, unico ed inimitabile, capace di trasformare con la sua presenza il mondo del basket e di catalizzare l’attenzione generale sulla palla a spicchi.

Nessuno come lui prima, nessuno come lui dopo, nessuno che potesse solo avvicinarsi a quel gigante dalle mani d’oro, che in oro trasformava tutto ciò che toccava.

E dire che da piccolo cercava solo di avvicinarsi alla bravura del fratello maggiore, imitandone le mosse nel campetto vicino casa. E dire che in età scolastica venne escluso dalla squadra di basket perché ritenuto poco dotato. E dire che avrebbe potuto darsi al football americano (era un ottimo quarterback) o al baseball (nel ruolo di lanciatore) e privarci della gioia di ammirare le sue evoluzioni sul parquet.

Squadre storiche: Chicago Bulls ’91-’98

Nella rubrica delle squadre storiche di basket non poteva certo mancare una menzione per i Chicago Bulls dell’era Jordan, quando la franchigia della Central Division conquistava tutto il conquistabile, grazie alla personalità del suo uomo migliore ed un quintetto tra i migliori mai scesi su un parquet.

Siamo agli inizi degli anni ’90, Michael Jordan è già una stella internazionale, con record personali conquistati con una facilità impressionante. Eppure i Chicago Bulls non avevano riuscivano a portare a casa la finale NBA, uscendo battuti sempre sul più bello.

Ma nella stagione 1990-’91 il vento cambiò ed i Bulls si apprestavano a diventare una delle squadre più forti di tutti i tempi, capaci di conquistare due three peat in meno di un decennio. 61 vittorie in quella stagione magica per i Chicago Bulls, che valevano l’accesso alla finale di Conference e poi alla finalissima contro i Lakers di Magic Johnson.