Questa Coppa Italia di bellissime partite….

E invece…

Invece di spalti vuoti, temuti dagli organizzatori, oggi che era la giornata delle “lontane”, ha visto buone presenze sugli spalti e buone partite. Una combattutissima Sassari vs Brindisi all’insegna del corri e tira poi le arcigne difese di Reggio Emilia che, finchè le rotazioni lo hanno consentito, hanno messo in difficoltà Siena vincente ma a fatica. E questa è cronaca, e non mi compete.

E invece mi compete il commento sulle riprese: oggi meglio. Meglio la qualità delle telecamere, le riprese han raccontato quel che è successo (e questo è un successo…), il commento “vede” sempre più godibile la coppia Trigari e Peterson, rispetto a Francicanava e Pittis e non per colpa dell’Acciughino.

Coppa Italia, se ne son viste di tutti i colori

Si dovrebbe scrivere “a colori” e invece… Oppure di tutti i colori, sia televisivamente che per quello che si è visto in campo. La prima giornata, due semifinali, due sorprese: Roma batte, con qualche affanno, Cantù in rimonta e Varese gioca e vince contro una Milano mai entrata veramente in campo… Ma queste sono cose da giornalisti, io sono un regista prestato a commentare quello che vedo in tv. Così da tifoso non mi faccio venire il mal di fegato…

E di tutti i colori, nel vero senso della parola , è stato il prodotto andato in symulcast su La7d e Sportitalia2. Una parentesi, il basket sembra non meriti la ribalta principale: La7d e non l’ammiraglia della rete e anche in casa Sportitalia la seconda rete… Il prodotto infatti è perfettamente allineato alla “secondità”  della messa in onda.

Ho zappato continuamente tra le due reti, soprattutto sul prepartita dove telecamere inquadravano i due stand-up : a tre (Bianchini, Francicanava e Pittis) quello de La7d e a due quello di Sportitalia con Dan Peterson come eterno talent. Di particolare a parte la maggior ricchezza di servizi e contributi poca cosa. Mi sembra che la regia ( a carico di La7) abbia avuto a disposizione, invece che una sola telecamera centrale a bordocampo, due sulle rispettive tre quarti campo.

Final Eight, la Tv sfrutterà il crescendo di tensione?

Per i tifosi coinvolti in queste Final Eight  da venerdì a domenica al Mediolanum Forum di Assago è stato come il semaforo della formula uno: un crescendo di tensione con le ultime notizie (e gli ultimi risultati, soprattutto) ad aumentare la tensione sino alla partenza.

Anche la televisione sente questa  tensione: quando la facevo  io , la kermesse di Coppa italia era appena un gradino sotto la finale di scudetto e la configurazione di  telecamere,  replay, spiegamento giornalistico e quant’altro era di quelle interessanti.

Siamo rimasti ancora al tempo della carta stampata

Minimalia. Parlare sempre di massimi sistemi fa apparire spesso i primi sintomi di trombonismo, e se la persona in questione ha qualche capello bianco non precoce, la malattia si aggrava di pedanteria. Perció una sana retromarcia é cosa onesta. Parliamo di spiccioli, di cose di tutti i giorni, di tutte quelle piccole cose che comunque sono utili per migliorare il basket in tv.

Per esempio di “postazioni di commento”, visto che le due partite televisive di questa settimana sono buoni esempi di come non dovrebbero essere allestite e posizionate. Nel mio mondo perfetto di regista dovrebbero essere dallo stesso lato delle due telecamere principali, quelle che seguono il gioco perché i commentatori alzando gli occhi dai monitor, vedano giocatori, arbitri e palla che vanno nella stessa direzione.

La Tv difficile ai tempi degli impianti in deroga

Ovvero il fai da te anche nei palasport: approfitto della partita andata in onda domenica tra Brindisi e Milano per soffermarmi sul problema (neanche annoso, quasi secolare) degli impianti sportivi e della televisione.

A monte di tutto, quando producevamo ancora noi di Sky le partite del campionato  di serie A di basket, alla promozione in massima serie di Brindisi, ci fu il problema di adeguare l’impianto alle norme vigenti in fatto di capienza e sicurezza. Tralasciando completamente le esigenze televisive. Parentesi quadra: quando si pensa alle esigenze televisive si pensa a follie dispendiose ed esagerate, frutto della megalomania di qualche regista. Consentitemi di dissentire.

Torna Petrucci, il Telebasket sarà la sua arma vincente

Passi…

Se il primo passo è la cosa più importante in quasi tutti gli sport, e nel basket più che mai, potrebbe  essere che il grande ritorno  di Petrucci porti finalmente nell’anno domini 2013 quello scossone che il movimento più immobile tra i movimenti (il nostro …) aspetta da tempo immemore.

L’importante è mantenere il piede perno col primo passo, questo insegnano sin dal minibasket e il perno il basket ce l’ha: sono tutte le cose buone che , insieme alla paccottiglia di scelte discutibili, sbagliate e poco funzionali il basket è comunque riuscita a produrre. Una Nazionale che insieme agli Nba Bargnani Gallinari e Belinelli ha mostrato ragazzi emersi nonostante questi  giochino in squadre dove gli spazi per loro sono ridotti all’osso. Un movimento che per tesserati e appeal continua ad essere secondo solo agli sceicchi del calcio. Un pubblico che continua ad affollare i palasport nonostante spesso si giochi  in impianti vecchi o mal progettati e il più delle volte in deroga ….

Bilancio Tv di Fine Anno sulle 3 emittenti del basket

Scrivo guardando le immagini beneauguranti di feste, fuochi artificiali, botti che precedono i nostri e la cosa mi richiama alla memoria tutti i buoni propositi fatti e smentiti l’anno passato e che l’anno scorso venivamo dal mio primo anno senza pallacanestro da far vedere e solo da vedere. Allora l’impatto era stato, ricordo, quasi violento, perché dopo una stagione (1) in cui cercavamo di tirar fuori conigli da tutti i cappelli, cercando di proporre sempre più idee ed immagini per arricchire le partite trasmesse, ci trovavamo ad essere criticati perché “troppo tecnici”… E come contraltare c’erano partite prodotte con pochi mezzi e senza un format unico.

Questa prima metà della nuova stagione invece vede:

IN

Maggiore continuità in casa RaiSport nel commento (anche se uno dei due commentatori é nettamente più ascoltabile dell’altro).

Letterina al basket per l’anno che verrà…

Sarebbe facile cominciare queste poche righe con le parole di uno che il basket, nel suo piccolo, lo amava e che proprio quest’anno se n’é andato: Lucio Dalla.

Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un pó …. L’anno che verrà era uno dei pezzi più scontati di questi giorni da trasmettere quando lavoravo in radio ed evidentemente non ho perso l’abitudine. Consuntivo e buone intenzioni: sinora il basket ha dato poche certezze e molte sorprese. Nell’anno che doveva vedere Milano sugli scudi e tutti gli altri dietro, la classifica propone esattamente il contrario, con Varese davanti a tutti, dietro i Sacchetti boys , Siena post Pianigiani e poi Cantú ancora costretta a rimbalzare tra Pianella e PalaDesio… E Milano? Un settimo posto risicato dopo due supplementari contro Biella, ma sopratutto ancora priva di equilibri nonostante le “purghe”di fine 2012. E la tv?

La Favola di Natale davanti alla Tv citando Guareschi

Chiedo scusa a Giovannino Guareschi, per il titolo preso in prestito di uno dei più commoventi racconti dello scrittore parmense, a me più vicino. Lui trattava con garbo, poesia ed umorismo quel periodo di vita passato nel campo di concentramento, mantenendo sempre umanità e dignità. Io ne faccio un uso più banale, dopo aver visto il derby  lombardo, cerco  di raccontare quello che la televisione , durante le feste in questa prima parte del  campionato, ha fatto o non fatto vedere. Visto che comincio ad avere anni in tripla doppia cifra, é il caso che parta dalle cose piú vicine ( la memoria a breve termine…).

EA7 vs Cimberio comincia con un fermo immagine di Michelini e Fanelli (Dembinski dove sei?) e poi parte la sigla seguita, finalmente, da un piccolo campione di quello che le Teche Rai possono rispolverare: una clip con immagini storiche di Milano contro Varese.

L’effetto che fa “vedere” il basket in TV, domenica mezzogiorno a Roma

Altro successo della contropropaganda del campionato attraverso i teleschermi per Acea-Cimberio, le TV private ringraziano per l’autogol.

L’autostima di prima mattina…o quasi! Seduto a mezzogiorno  sul divano a vedere (….) cercare di vedere Acea-Cimberio. Ce ne vuole tanta di autostima, e sopratutto di passione per il basket e di affetto per la propria squadra. Ricordate quando dicevo che alcune private non avevano nulla da invidiare alle riprese prodotte per La7d e RaiSport? Vedendo questa partita (come, dove e a che ora viene ripresa, non come viene giocata), si potrebbero preferire le tv private.

Perché il basket in Tv manda solo deboli segnali?

Partite-no stop fra la domenica sul divano col cane e “scanalando” e il lunedì sera col big match Cantù-Siena di “casa Rai” con 47.500 contatti, e questo purtroppo siamo.

La rivoluzione digitale ovvero il digitale terra-terra: la domenica che mi vede come regista a riposo (vera rarità) la televisione torna al suo uso normale, davanti ad un divano insieme alla famiglia e il cane, scanalando(!!!). Alle 18 e 15 da buon tifoso, approfittando del benefit concesso alle private di trasmettere in diretta le partite fuori casa, mi sintonizzo su quella che trasmette Milano alle prese con una Montegranaro sicuramente non remissiva, al punto che, fino a quando é durato l’ossigeno, se l’é giocata. Questo più che vederlo, l’ho sentito dai due commentatori di MilanoW, uno dei quali é anche un amico oltre che uno dei coach più vincenti in assoluto, Franco Casalini.

Pittis e le telecronache zero virgola qualcosa

Con Cremona-Armani  Riccardo Pittis è tornato sugli schermi per il commento tecnico al posto di Pozzecco.

Come prima più di prima… Non cambia nulla. Mi piacerebbe essere positivo, dare buone notizie e soprattutto riceverne ma  se uno dei personaggi più personaggi (trasversale per interessi e attendibilità) degli ultimi 15 anni di basket ritorna sulla panchina e oltre a fare spettacolo (come faceva  da giocatore) vince come ha fatto  Pozzecco e non si muove un filo d’aria nei e dai media vuole dire che la calma non è piatta, siamo proprio nel più pneumatico dei vuoti.

Ultima giornata di basket con segnali ben definiti : Varese la sorpresa che batte l’altra sorpresa Sassari e crea il primo break degno di tal nome in classifica e con un finale vietato ai cardiopatici. Mike Green vince il premio ghiaccio nelle vene con due liberi tirati con palla medica da venti chili a pochi secondi dalla fine. Ma questa è cronaca e non è il mio mestiere . In compenso gli ascolti di questa bellissima partita alle 20 e 30 segnavano lo 0,25% pari circa a 52.000 spettatori. Se vogliamo trovare una scusa all’ennesimo numerino c’è da dire che il popolo sardo era sintonizzato sul prepartita e la partita Inter-Cagliari,  perché normalmente tutta la Sardegna sportiva avrebbe virato sulle performances dei ragazzi di Meo Sacchetti, quasi profeta in patria…

Che confusione in Tv se Dan Peterson entra su Pozzecco…

Nella calma piatta della programmazione televisiva  col simulcast c’è adesso anche il rischio della  duplicazione dell’audio e non sai più chi è il commentatore

Calma piatta, questo è quello che appare e sembra a chi ha a che fare (casualmente, perché promozione  siamo sotto zero) con il mondo del basket.

Ma non è la calma serena del mare alla mattina quando le brezze non increspano ancora le acque, piuttosto sembra  quell’assenza di movimento che c’è all’interno  dell’occhio di un ciclone prima che si scateni.

Nulla si muove e se si muove nessuno se ne accorge: nel campionato succede di tutto e il suo contrario. La squadra che ha dominato negli ultimi sei-sette anni  alla ricerca di una nuova fisionomia. Quella che con budget molto consistente ha assemblato la squadra , a detta di tutti destinata a dominare i prossimi anni è in piena sindrome bipolare: grandi prestazioni alternate a pessime figure. E le ultime dopo una vittoria a Siena che mancava da 9 anni.

La calma piatta di Armani Milano-Umana Venezia

Calma piatta, questo è quello che appare e sembra a chi ha a che fare (casualmente, perché promozione  siamo sotto zero) con il mondo del basket.

Ma non è la calma serena del mare alla mattina quando le brezze non increspano ancora le acque, piuttosto sembra  quell’assenza di movimento che c’è all’interno  dell’occhio di un ciclone prima che si scateni.

Nulla si muove e se si muove nessuno se ne accorge: nel campionato succede di tutto e il suo contrario. La squadra che ha dominato negli ultimi sei-sette anni annaspa alla ricerca di una nuova fisionomia. Quella che con budget molto consistente ha assemblato la squadra , a detta di tutti destinata a dominare i prossimi anni è in piena sindrome bipolare: grandi prestazioni alternate a pessime figure.