Siamo ormai nella seconda parte della stagione ed escono allo scoperto denunciando lo stato di crisi Montegranaro e Caserta, una parte importante del centro -sud dove si è vinto l’unico scudetto realizzando un impianto in 102 giorni e riuscendo con fortuna e bravura ingaggiare il più grande cannoniere, un Maradona del basket. Una volta arrivavano anche i giocatori da NBA, oggi è il paradiso dei passaportati e degli oriundi e uno di questi due anni fa è stato premiato con la cittadinanza sportiva perché è riuscito a non segnare un solo punto in un europeo!
I segnali degli scricchiolii si udivano da tempo, è sparita Teramo, la Benetton si ès postata su progetti sociali la ventata di ottimismo portata da Gianni Petrucci convinto che il basket sia quello che aveva lasciato convocando tutti i presidenti a dena allo scopo di volere una Lega più forte viene spazzata bruscamente via proprio mentre il basket presenta la sua vetrina nel Forum, la Scala del Basket, nella speranza di riguadagnare il favore degli imprenditori e dello sponsor.
Speriamo di sbagliarci, ma siamo al ballo del Titanic, per anni la Lega non ha fatto politica di gruppo, si è specchiata nella grandezza di uno o due club, superbia e ipertrofia, culto della personalità, coi primi piani dei dirigenti durante le telecronache come contentino e la gente a casa a chiedersi: ma quelli chi sono?” Non ha pensato a un progetto di spending review, di cassa di compensazione, ha perso il tempo a parlare e litigare di arbitri, designatori , convenzioni, buonus per gli italiani, formule, ha creduto nella bulimia televisiva che ha avuto come risultato un continuo abbassamento del prodotto e queste Final Eight non vanno sulla Rai generalista ma sul digitale simulcast, uniamoci per abbattere i costi, coi suoi “numerini”.
Una politica dello struzzo della quale tutti i club sono stati soggetti passivi, non voglio dire complici, fino a ingaggiare battaglie legali e ad accusarsi sugli arbitraggi che hanno avvelenato il clima positivo della Lega che si è respirato fino ai tempi di Alfredo Cazzola. Poi la Lega è diventato un feudo con diritto di primogenitura per il club più forte economicamente, è saltato il patto di sindacato, tutti per uno e non so se c’è stato l’uno per tutti promesso. La spaccatura si è creta col Caso Lorbek, è lì che il basket ha svelato una guerra di potere, lo sport piace ma non piace come è gestito.
Oggi pagano i più deboli, colpisce duro la crisi, i sogni possono attendere, bisogna rimboccarsi le maniche, e la cosa più vera dopo la sconfitta dell’Armani non è la dichiarazione di Sergio Scariolo che dopo l’ennesima botta nei denti chiede imperterrito fiducia fino ai playoff, lui che si è presentato dicendo: “cara Milano, tranquilla, qui non si può vendere fumo…” ma la reazione del suo presidente-manegerr Livio Proli. L’ amministratore di un’azienda di successo a livello mondiale invece di trovare scuse e di attaccarsi agli arbitri, all’altezza della situazione, chiede infatti una verifica immediata dei costi dentro la società. E solo in un’onesta e corretta spending review e autocritica può dare davvero la spinta per ripartire.
Si tratta di un’emergenza generale, con la tensione per le notizie che potrebbero arrivare da Siena dove c’è un’indagine della magistratura molto delicata e il basket aveva ed ha un ruolo strategico di marketing per il territorio e d’identità coi valori della gente che si richiamava al Buon Governo.
E’ il caso di non precipitare, fra pochi giorni ci saranno anche le elezioni politiche, lo scenario può cambiare in meglio o in peggio, forse la Fip del Petrucci3 farebbe bene a pensare a una nuova costituente, a varare un piano d’emergenza e rivedere il progetto di tutti i campionati che non significa andare al ribasso, ma varare un piano anticrisi di rilancio.
Intanto con un comunicato la GIBA, Giocatori Italiani Basket Associati esprime piena solidarietà e vicinanza a tutti i giocatori di Sutor Montegranaro e Juve Caserta per la difficile situazione che stanno vivendo in questi giorni.
“In attesa di valutare con attenzione gli sviluppi delle singole realtà che lamentano pubblicamente difficoltà nel poter rispettare con puntualità gli impegni assunti con gli atleti, la GIBA e la sua struttura– dice il documento a firma del presidente Alessandro Marzoli – sono a disposizione dei giocatori affinchè le preoccupazioni di queste ore non vadano a incidere sulla serenità professionale, sportiva e familiare di ciascuno dei nostri associati”
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