A proposito della Siena-parade del vertice Fip con tanto di panegirico ripetuto al signore locale col quale aveva in precedenza polemizzato, Tuttosport ha pubblicato questa interessante notizia che riportiamo:
“E’ emersa nei corridoi dell’incontro di giovedì a Siena con i proprietari la vera nuova idea della Fip e in particolare di Gianni Petrucci per il rilancio. Un ritorno al passato, quando il basket funzionava. Intanto entro aprile saranno stabilite nuove norme economiche, un aumento della fidejussione a 400/500 mila euro per garantire società e pagamenti durante l’anno. Attraverso il provvedimento si vuole verificare la stabilità degli stessi club, fare una sorta di conta tra Serie A 2013/14 e LegAdue Gold. Il sogno-idea, s’è detto, è tornare dal 2014/15 a una Serie A divisa in due campionati (come le vecchie A1 e A2) da 12 squadre ciascuna, con playoff incrociati (tipo 6 squadre di A1 e 2 di A2) e per le altre i playout, cioè partite importanti (e incassi) sul finire di stagione. E vantaggio sarebbe anche di trovare date per l’attività delle nazionali in inverno, stabilita dalla Fiba dal 2015 e la possibilità di ridurre un po’ le partite di chi gioca l’ Eurolega ed Eurocup.
Petrucci ha invitato le società a riflessione. E per riuscire nell’ambizioso progetto confida nella solidità di alcuni club ora in LegAdue, nel ritorno di Treviso e Napoli e nella crescita di Torino. Il 9 marzo sarà presentato al neo presidente Coni Malagò lo stato dell’arte. Ovvero: serve una revisione della legge ’91, il coinvolgimento nella legge per gli stadi (che proprio Malagò ha già ribattezzato per gli impianti) e una possibile apertura per visti extracomunitari, giacché A1 e A2 (o come si chiameranno) avranno le stesse regole. Ma la verifica sarà nel 2013-14 con le medesime regole attuali. Chi sopravviverà e si consoliderà, andrà avanti”
Ma come? Giovannino Petrucci che fin dalla pubblica tirata d’orecchi di Rimini ai club, il giorno del ritiro di Carlton Myers, ha sempre aborrito la manipolazione continua delle formule e l’arte del “piccolo chimico” di cui il basket è maestro e maldestro cercando di replicare con modesti risultati all’idea originaria dell’avvocato Claudio Coccia, il Von Braun del basket, della A-1 e A-2, dei playoff e playout, adesso che è tornato a fare il presidente torna sui suoi passi?. Bell’esempio di coerenza?
Ovviamente l’idea di resuscitare Torino e Napoli non è nuova (vogliamo parlare dell’operato di Meneghin, del tragicomico transfert di Rieti con 11 spettatori e gli juniores in campo e delle wild card e l’Operazione San Gennaro?) . Si dimentica stranamente Napoli o Bari e Firenze, no? Treviso è ok, Vazzoler e Coldebella sono due bravi guaglioni (meglio definirli fioj in trevigiano) ma non spacciamo questo per un “progetto Benetton” perché chiede (e fa bene) la A dilettanti. E la Fip pretende di fare la riforma con questa Lega e il suo vertice che si sta “impiccando” da solo al quale ha regalato 700 mila euro sotto forma di Piano Marshall alla faccia del contribuente italiano al quale si chiede il sacrificio? E noi – a proposito Grillo sa di questa cosa?- dovremmo dare 1 cent a gente che utilizza i giovani in quota, anzi pro-quota, e considerandogli un tendaggio secondo un’affermazione di uno dei dirigenti di punti che adesso folgorato sulla via di Damasco non parla altro di giovani e ha strappato il miglior talento italiano per tenerlo in naftalina quando in qualsiasi club o coach slavo l’avrebbe buttato nella mischia?
Ha ragione il “gran picconatore” del basket a far presente alla Corte dei Conti la sballatissima Convenzione (o circonvenzione?) che viene riproposta in maniera… underground. E poi, fosse vera questa riforma, cosa dovrebbero dire i componenti di quel gruppo di lavoro al quale la Fip ha dato il compito spinosissimo di integrare la A dilettanti con la Legadue per formare il secondo campionato ?. “Se questa storia è vera questi sono matti!!!!!!”, questa la frase di sconcerto di alcuni dirigenti delle minori che mi è stata soffiata all’orecchio. Non hanno torto, ci vuole più rispetto, si tratta di imprenditori, professionisti, giocatori che hanno servito la maglia azzurra, non di pedine del gioco della dama. Se non peggio… Si fa un casino per realizzare un’integrazione difficile più di una fusione a freddo da nobel della fisica, e poi si smonta tutto?
Carissimo Illustrissimo dottor Petrucci, non crediamo che lei sia tornato al basket per trattare le sue società come burattini, solo perché è stato eletto dalla vecchia nomenclatura con le tasche gonfie di deleghe, tornata sotto varie forme in tutti i gangli possibili. Fatto salvo, naturalmente il giusto prestigio per la sua persona e il suo passato di cui nessuno dubita. Ci faccia sapere, per cortesia, il suo programma del prossimo quadriennio, o se intendiamo navigare a vista solo perchè abbiamo il miglior comandante possibile…
[email protected]
Riproduzione Riservata