Vince alla bella senza Bradley e col guerriero Pierce fuori negli ultimi 4 minuti la squadra di Doc Rivers. Sorprendente continuità di Garnett. Boston gioca con Miami, mentre stanotte comincia San Antonio-Oklahoma per la finale dell’Ovest. Gli Spurs vengono da 18 vittorie, ma la giovane Oklahoma ha messo fuori le formazioni vincitrici degli ultimi 2 anni.
Il fatidico 75 non perdona. E’ stato fatale ai Lakers nella serata in cui potevano vincere col tiro finale di Steve Blake a Oklahoma, a Miami nelle due partite perse che l’hanno vista andare sotto con Indiana, e poi con 75 punti Boston ha perso a Filadelfia ma rimpallato i 76Sixers nella bella che i Celtics riescono a portare in porto nonostante l’uscita per falli di Paul Pierce a 4’16” dal termine. E’ qui che si scatena Rajon Rondo, una star di enorme talento tecnico, che viaggia da mesi a 12-13 assist per sera, che non riesce a godere della luce e la considerazione di altri colleghi. Il moro segna 9 punti che portano il vantaggio di Boston da 3 a 10 punti finali in un match equilibrato che vede all’intervallo i padroni di casa avanti 41-33, poi la rimonta di Filadelfia (14-19) e un finale in cui le vecchie volpi bostoniani sono più freschi e concentrati dei giovanotti di Filadelfia che, buttati fuori i Bulls, non sono riusciti ad approfittare del colpo di gara2 a Boston. Invece davanti al loro pubblico hanno subito la sconfitta più pesante, per cui riguadagnato il fattore campo squadra di Doc Rivers ha fatto tesoro dell’esperienza nonostante. Ha perso però Avery Bradley, giocatore utilissimo, eccellente difensore e buon attaccante, la scoperta della stagione, andato soltto i ferri per un problema alla spalla. Ma quanto avrà da spendere contro Miami, che non annuncia il rientro di Bosh per lunedì notte.
Boston è stata leggermente inferiore ai rimbalzi (44-45) perchè i rivali ne hanno catturati ben 13 in attacco, ma ha tirato meglio (42,5% contro il 35%, dalla lunetta 90,0% contro 70%), mentre nelle ultime due gare Filadelfia ha perso troppe palle, e il numero basso di turnovers è stata in questa stagione la sua forza, in ogni caso quella di Doug Collins è una squadra giovane, ricca di talento. A Iguodala si è affiancato nel ruolo di protagonista Jrue Holiday, piccola point-guard californiana, che ha segnato 15 punti, con 9 assist e 5 recuperi, e si è fatto sentire sotto canestro Taddeus Young, un grande atleta. Il suo possente centro titolare Hawes è scomparso, il giovane Levoy Allen non ha potuto fare niente con un rivale come Kevin Garnett che a 36 anni nella serie ha fatto collezione di doppie-doppie.
Filadelfia non ha saputo sfruttare il vantaggio della panchina, ha giocato sotto ritmo (solo 6 contropiedi contro 14), Boston con Ray Allen non al meglio (caviglia) ha messo sul piatto della bilancia i suoi Big Three, e con la spettacolare tripla di Rondo, la doppia di Garnett e la quasi doppia di Pierce, il suo capitano guerriero, e la riscossa di Brandon Bass dopo la deludente prova di gara6, ha avuto 78 punti dal quintetto, contro i soli 7 della panchina,
Boston affronta lunedì Miami, per Filadelfia è l’anno del rilamncio, la finale dell’Ovest parte stanotte da San Antonio. Il teme è Oklahoma è pronta per conquistare il titolo, dopo essere stata sbattuta fuori negli ultimi due anni dai vincitori del titolo, ma averlo a sua volta eliminati quest’anno in virtù di una crescita palpabile, sia delle star Durant e Westbrook, del Miglior 6° Giocatore James Harden ma anche di Sergi Ibaka, il re della stoppata. Utile Kendrick Perkins, anche se non ha classe e punti nelle mani, ha trovato strada facenda anche un buon equilibrio anche come panchina, e ha dalla sua la gioventù.
“Se vinceremo, il nostro successo non sarà occasionale, ma frutto di risultati e progressi, e questa partita dipende dallo sforzo dei nostri giovani, ha dichiarato coach Scott Books mentre Kevin Durant, 3 volte capocannoniere della NBA e dietro a Lebron come MVP e nel Miglior Quintetto sceglie il basso profilo. “Noi siamo qui solo da 5 anni, San Antonio da 15, tutti dicono che siamo troppo giovani, che non è ancora venuto il nostro momento”.
Scontro generazionale, i 23enni Russel Westbrook e Kevin Durant contro Parker (30 anni), Ginobili (34), Tim Duncan (36) ,il trio dei grandi successi di San Antonio e del pick & roll, la panchina è una polizza di sicurezza con Gary Neal, Tiago Splitter e all’occorrenza Patty Mills se Parker dovesse avere dei problemi. E poi c’è un Parker in forma splendida e moto motivato dopo l’uscita al 1° turno dello scorso anno, e una serie di ben 18 vittorie consecutive, se vince in casa con una striscia di 20 diventerebbe la quarta squadra della NBA. Poi c’è un certo Greg Popovic, una personalità magnetica e una lucidità invidiabile sia nelle scelte di fondo che quelle in gara, giustamente premiato come Coah of The Year.
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