Gara1 della finale dell’Ovest è un’occasione persa per Oklahoma che incassa 39 punti nell’ìultimo quarto. Stanotte parte con Miami-Boston anche la finale dell’Est.
“Li ho spronati a essere più arrabbiati, più aggressivi, gli dettoo:adesso mostratemi la vostra fibra…” racconta Gregg Popovic, The Coach of The Year, tirando un sospiro di sollievo per l’importante successo di gara1 al quale non ha voluto mancare il governatore del Texas Rick Perry, seduto accanto a Peter Holt il proprietario degli Spurs.
Gregg ha dovuto recitare la parte del duro nel time out del quarto tempo che ha ribaltato l’andamento della gara, perché Oklahom era in vantaggio di 9 punti. Situazione di allarme rosso. “Ai ragazzi ho detto di metterci più personalità di segnare”, ricorda ancora spiegando la svolta, 32 punti contro 16, rivali doppiati nei primi 10 minuti dell’ultimo quarto, parziale di 39-27, Thunder travolti.
Subire 39 punti non è un bel biglietto da visita e porta a una costante di questa stagione nella sfida con i più esperti texani. Di cosa si tratta?. Sembrano migliori degli Spurs, ma alla fine vincono sempre gli avversari!. Oklahoma ha vinto nella regular season il primo scontro diretto (108-96), poi ha perso nettamente gli altri due. 107-96 e 114-105, decisivo quest’ultimo in casa sua,perché subendo 114 punti è stato il segnale che ha permesso agli Spurs di superare nel finale di stagione i rivali. I quali avevano lottato a lungo con i Bulls per il 1° posto prima di accusare un appannamento fra marzo e i primi di aprile, rischiare di perdere in casa le prime due gare con Dallas per trasformarsi una squadra determinata, a volte entusiasmante, nelle successive 5 partite, le ultime due con Dallas e le 5 con i Lakers.
Il match winner di gara1 è Manu Ginobili, la guardia argentina di Bahia Blanca lanciato da Ettore Messina nella Virtus Bologna, l’ultima formazione che ha regalato all’Italia la Coppa dei Campioni, che a San Antonio è arrivato a essere uno dei bigs del decennio d’oro. In una stagione non facile, dopo una lunga assenza per la frattura della mano, festeggia il suo record di punti nei playoff, 26 punti, con una partita vibrante, e un contributo non solo di carattere ma anche di sostanza, con 9/14 al tiro, 3 bombe su 5, 5 rimbalzi, 3 assist. “Stavamo subendo, abbiamo ritrovato l’aggressività senza la quale non possiamo vincere”, dice l’argentino, 34 anni, che alla vigilia della stagione fatto sapere di voler attaccare quest’anno le scarpette al chiodo. Cosa che gli sarà difficile se San Antonio dovesse tornare a vincere l’anello, perché non si immagina una squadra diversa da quella della banda del pick&roll che da un decennio fa degli Spurs una delle migliori formazioni della NBA che, per la cronaca, battendo i Thundercity ha eguagliato il record dei 19 successi consecutivi dei Lakers 2001 (che poi vinsero il titolo) e si dovesse vincere anche gara2 di martedì sera con 20 successi entrerebbe fra le prime 4 di sempre come “strisce vincenti”.
La gran partita di Manu Ginobili ha permesso di pareggiare la sfida col trio di Oklahoma Durant-Westbrook-Harden (63 punti totali contro 60) nonostante Parker e Duncan non abbiano tirato bene (6/15 per entrambi) ma siano stati fondamentali, vedi gli 8 rimbalzi e 6 assist del moro francese, uscito vincitore nel duello col più giovane Westbrook (7/21, 5 assist), e la doppia con 11 rimbalzi del 36enne power-forward del Caribe. San Antonio è stata migliore nel tiro totale (45,5% contro il 42%) e nei rimbalzi (50-43) e negli assist, i punti nodali del gioco, mentre i Thunder hanno tirato meglio da 3 (39,1 contro il 33), dalla lunetta (82,6 e 68) e perso meno palle (13 e 16).
Per la terza partita consecutiva Popovich non ha mandato in campo il suo centro bassotto, DeJuan Blair, capace di segnare ben 22 punti nella spettacolosa vittoria di marzo a Oklahoma (105-114) e starter in ben 62 gare. Evidentemente crede che per la chimica della squadra siano più utili il moro francese Boris Diaw, quello che ha steso l’Italia agli europei in Lituania, preso da Charlotte a metà stagione e affiatatissimo con Parker, e il brasiliano Tiago Splitter che ha fatto un ottimo lavoro, con 9 punti 4/5 al tiro, 6 rimbalzi giocando come centro o ala-forte.
Fra i primi cinque di San Antonio seata no di Daniel Green (0/6), sotto il suo strandard Kawhi Leonard (3/9) la matricola di lusso, ma per fortuna la panchina di San Antonio è l’unica nella NBA capace di far meglio dei titolari, come dimostrato segnando 52 punti contro i 49 degli starters, con 26 di Ginobili, 12 di Gary Neal (5/9, 12 punti, perl’ex top scorer della Spaghetti League in maglia Benetton), 9 di Splitter e 5 di Stephen Jackson il fisicaccio arrivato da Milwaukee, mentre non ha segnato anche Bonner (0/2). I 50 rimbalzi presi da San Antonio chiamano alle sue responsabilità, ancora una volta, Kendrick Perkins, perché i Thunder non possono vincere il titolo con un centro grande e grosso che prende 2 rimbalzi e segna 1 canestro su 4.
Durant non può fare sempre miracoli (top scorer, una doppia pesante, miglior rimbalzista della squadra più 4 assist e 12 liberi), Westbrook ha avuto un leggero infortunio nel finale, coach Scott Brooks mantiene la fiducia: “Possiamo farcela”. Da parte sua, Popovich è realista: “Abbiamo visto cose positive e cose no”, ma i 37 punti dell’ultimo quarto dimostrano che la sua squadra ha il pugno del ko , è ancora lucida dopo aver vinto 19 partite consecutive.
Stanotte comincia anche la finale dell’Est con Miami-Boston, Bosh è ancora fuori, Haslem ha scontato la squalifica mentre Pittman deve saltare ancora due turni, favorita la squadra di LeBron irresistibile con Dwayne wade nelle ultime due gare, Boston ha perso il prezioso Bradley, Ray Allen tira male, viene dalle 7 partite con i giovanotti di Filadelfia ma mai sottovalutare il celtics-pryde che s’incarna nei guerrieri Pierce e Garnett e nell’artista dell’assist Rajon Rondo.
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