Hibbert sovrastato, Granger infortunato, gli Heat senza Bosh dilagano e vanno 3-2 con Indiana con LeBron e Wade e la ritrovata mira dalla distanza. Stanotte Boston si gioca il match ball a Filadelfia.
Senza il suo terzo tenore,Chris Bosh, in via di recupero (stiramento degli addominali, gara1) Miami asfalta Indiana. Gran recupero da 1-2 a 3-2, giovedì sera a Indianapolis la formazione di Spoelstra (“abbiamo visto tante cose buone ma bisogna rimanere concentrati) si giocherà il primo match match ball per la finale della Eastern Conference contro Boston o Filadelfia che se perde in casa stanotte è eliminata. San Antonio e Oklahoma giocano invece domenica la prima partita della Western Conference.
Indiana ha accusato il ko casalingo quando già pregustava il 3-1 negatogli dalla prestazione mostruosa di LeBron James (quasi tripla con 40 punti) e dal riscatto di Dwayne Wade. Gara 5 di semifinale in fondo è solo la prosecuzione del precedente episodio e diventa una formalità quando Granger, il suo cecchino, mette il piede sopra quello di LeBron e zoppicando esce per una storta della caviglia. Mettiamoci anche il problema al ginocchio di Danny West, e la partita finisce qui. Indiana già balbettante, con Roy Hibbert all’altezza del suo ruolo solo ai rimbalzi (12 totali) ma deludente in attacco (3 su 10), e sotto di 11 punti i Pacers finiscono di giocare. E a dispetto delle sue caratteristiche di squadra tenace, umile per compensare un non eccelso potenziale individuale, molla pappafichi e prende altri 21 punti di differenza, scarto finale 35 punti. Commento duro del suo coach Frank Vogel, che si era esposto alla vigilia del confronto provocando Miami (e beccandosi un multone da 15 mila dollari) con l’accusa di essere solamente il miglior gruppo di cascatori (floppers) della NBA per ingannare gli arbitri. “Adesso tutti avranno capito che vincere due partite non serve a nulla, e che la nostra formazione deve pensare solo a due cose: difesa e rimbalzi”, questo il suo messaggio ai giocatori per ritrovare il filo conduttore che li aveva portati a vincere a Miami e poi in casa.
Miami chiude con 115 punti a 83, secondo maggior punteggio dei playoff, dopo il 119-90 di Oklahoma-Lakers, e meglio del 114-83 di San Antonio-Utah, del 113-96 di Denver-Lakers, del 109-92 di Filadelfia a Chicago e 108-92 di San Antonio-Clippers.
Miami è invece la squadra che vanta i maggiori scarti, + 33 contro New York nei quarti di finale e questo + 32 contro Indiana frutto di un altro recital del MVP della stagione. Perché The Chosen (Il Prescelto è il nick name di LeBron) ha sfiorato nuovamente la tripla con 30 punti, 12/19, 2/4 da 3, 4/4 dalla lunetta, 10 rimbalzi, 8 assist, 1 stoppata, 1 recupero in 38 minuti. E trascinato anche Dwayne Wade (28 punti, 10/17, 1/2 da 3) aiutandolo a risollevarsi dall’orrenda gara3 per tornare ai suoi livelli.
La gente si è divertita a vedere LeBron correre in contropiede, vedere Shane Battier con quel suo jump slow-motion segnare 4 volte su 5 da 3 avendo ancora negli occhi un sua a lunga serie di errori (2/18) e perdonato anche un fallaccio di Haslem su Handsbourgh, il ragazzone bianco che con una gomitata gli aveva aperto una vasta ferita sopra l’occhio, ricucita con ben 19 punti, in una delle precedenti gare e martedì notte ha falciato e messo a terra Wade in un’entrata. In omaggio all’eroismo di Haslem per aver segnato a Indiana, con un occhio bendato, i canestri decisivi del rilanciato Miami gli Heat hanno regalato ai 20 mila spettatori ben 20 mila cerotti, e molti hanno voluto provare cosa significa seguire una gara con un occhio chiuso. Un’americanata, alla fine, divertente nel contesto di una serata in cui Miami ha ritrovato di colpo il tiro da 3 (56,2%) dopo aver peggiorato in questo playoff le sue percentuali rispetto alla regular season, passando dal già preoccupante 30,7 al 18,5 per cento dei playoff. Spezzato dunque anche un incantesimo.
Se ci mettiamo anche il 61,4 totale, e qualche altra chicca gustosa si capirà l’atmosfera di festa ritrovata. Hanno fatto infatti spettacolo, oltre alle due star, gli 11 rimbalzi del piccoletto Mario Chalmers, l’energia e le 4 stoppate di Joel Anthony che Hibbert non ha gradito, i canestri sospirati di Haslem e le 10 stoppate rifilate a turno da ben 7 diversi giocatori agli antipatici di Indiana. E’ mancato poco che qualcuno del pubblico offrisse i cerotti alla truppa di Vogel uscita malconcia da una gara cruciale, nella quale l’unica attenuante è l’infortunio di Granger che era riuscito a contenere LeBron.
[email protected]
Riproduzione Riservata