Doppia doppia di Garnett, Pierce e Rondo e sucesso netto a Filadelfia, mentre i Lakers finiscono la gara a 2’ dal termine, canestro decisivo di Durant e 7 stoppate do Ibaka
Mai vendere prima del tempo la vecchia pelle dell’orso bostoniano che sembrava arrivato a Filadelfia privo di forze ma in sole 48 ore dalla sconfitta casalinga, ritrovato il proverbiale ruggito, ha spaventato i talentuosi ragazzi di Filadelfia che, assistiti anche dalla fortuna, avevano messo fuori Chicago al primo turno.
La resurrezione di Boston è facile da spiegare. Prima ragione: la serata stellare del trio Garnett-Pierce-Rondo ha firmato una “tripla doppia” da Guinnes, totale 74 punti e resto mancia (vedi i 14 assist di Rondo, i 25 rimbalzi di Garnett e Pierce, il 50 % del team) . Seconda ragione: la serata-no del quintetto di Filadelfia 36 punti, meno della metà dei rivali, e resto mancia (1/10 di Evan Turner, il match winner di gara 2, i soli 6 tiri di Iguodala..). Terza ragione: il nuovo proprietario dei Sixers ha il merito di aver ricreato l’atmosfera ideale per risvegliare l’interesse di Filadelfia assopitosi dopo i successi di Allan Iverson e coach Larry Brown per ben 9 anni, ma ogniqualvolta Mister Adam Aron apre bocca ecco sembra che meni gramo, e si poteva risparmiare la dichiarazione entusiastica al termine del blitz di Boston di lunedì notte: “Questo risultato ci fa capire che possiamo diventare una squadra speciale”.
La squadra speciale, invece, è stata Boston che un paio di minuti dal termine, avanti di 25 punti, ha tirato i remi in banca pensano a gara4, e vinto di 16, la peggior sconfitta di questo suo sorprendente playoff e dell’ultimo mese, e con ben 107 punti, il punteggio più alto. Quelli che si aspettavano il cambio generazionale sono rimasti delusi, perché Paul Pierce che nelle prime 2 gare quasi non riusciva a saltare per il problema al ginocchio è stato all’altezza della sua fama e riesce difficile credere che Kevin Garnett, mostruoso come continuità in attacco e difesa quanto quello del titolo del 2008 abbia 36 anni, mentre Rajon Rondo, il re delle triple, era un po’ che non superava i 20 punti mentre ormai i 14 assist non fanno più notizia, anche se poi uno va a vedere che gli avversari, fra i migliori in questa specialità, voce indicativa della fluidità del gioco e della tecnica, ne hanno portati a casa solo 22, e per fortuna Jrue Holiday si è confermato uno dei giocatori nuovi più interessanti di questo playoff (9 assist, 5/10 con 2/2 da 3, 15 punti, 6 rimbalzi).
Al di sotto del loro standard Iguodala, giocatore chiave, 6 tiri in tutto, 10 punti, irriconoscibile Evan Turner (9 errori su 10, 4 punti) che aveva firmato il canestro della vittoria a Boston a 40” dalla fine e Lou Williams, indicato da coach Rivers come l’avversario più temibile, sul quale si è sacrificato completamente anche stavolta Avery Bradley, la piacevole novità di questa stagione perché oltre a guadagnarsi la fama di “agente speciale” ha saputo calarsi perfettamente in altri ruoli, ad esempio tenere in pugno la squadra nei giorni della squalifica di Rondo e portare punti quando gli è stato chiesto di sostituire come ala piccola l’infortunato Ray Allen, specialista del tiro.
Un segreto dei successi sorprendenti di Filadelfia era stata,oltre alla gioventù, alla crescita di personalità e tecnica dovuto al buon lavoro di coach Doug Collins, al fatto di non aver nulla da perdere anche la garanzia di potersela giocare sotto canestro con tutte le squadre, grazie a Spencer Hawes e ai miglioramenti della matricola Levoy Allen, decisivo nel finale di gara2 a Boston. Ma in gara 3 sono stati soverchiati da Pierce e Garnett, vedi i 4 punti e 4 rimbalzi di Hawes e i 4 punti e 2 rilmbazi del giovane Levoy contro i 27 + 13 di Garnett e i 24 + 12 di Pierce. Collins non ha creduto nell’altro suo centro appena immatricolato, il ventenne montenegrino Nikola Vucevic, che non entrava in campo dal 26 aprile, e messo piede per la prima volta nei playoff per 2 minuti in tutto riuscendo a segnare il suo primo punto dalla lunetta.
L’enorme differenza fra i titolari (84 punti totali di Boston nonostante Bradley non abbia segnato) è stata compensata dalla panchina 55 punti con 22 (e 10 canestri )di Taddeus Young, miglior tiratore della squadra, un’ala forte ormai una certezza della squadra, e i 13 di Jodie Meeks, una guardia interessante, per far respirare il sempre più sicuro Jrue Holiday.
Dopo Boston, anche i Lakers hanno accarezzato il sogno della vittoria inchiodando con la difesa i
Thunder nel 3° quarto e lasciandogli solo 12 punti. Ma poi a sua volta hanno calato la saracinesca nell’ultimo quarto, e vinto con 2 punti di distacco in una gara dal punteggio molto basso, una gara ben differente dalla prima vinta con 119 punti, 42 in più della precedente, due episodi agli antipodi.
Partita molto equilibrata, strettissimo vantaggio alla fine dei primi due tempi, con una bellissima entrata di Durant che segna in sottomano fra due avversari, poi i Lakers difendono alla morte e lasciano solo 12 punti ai rivali e vanno avanti 75-68 a 2’09” dal termine. La partita, per Kobe e soci, finisce lì, perché sbagliano i 6 tiri finali, in una serata di tiro sofferta di Westbrook (5 su 15) Oklahoma si affida a Durant che a 18” segna il canestro della vittoria e riesce a essere il miggliore negli assist della gara. Decisive anche le 7 stoppate di Ibaka, se sa qualcosa Bynum che ne incassa ben 4. Altra partita deludente di Ramon Session, mentre il suo precedessore Fisher adesso sul 2-0 vede la finale. Mike Brown è stato costretto a utilizzare molto Steve Blake come regista, ma non ha saputo ripetere il partitone con i Denver nella bella e il problema del regista riesploso alla grande, e la squadra non ha saputo approfittare della superiorità ai rimbalzi.
Larry Bird, neo-presidente dei Pacers, è stato nominato Executive dell’Anno, unico nella storia NBA ad avere vinto 3 premi come MVP, allenatore dell’anno e dirigente. E’ un premio alle sue felici operazioni di mercato, come David West, George Hills e Leandro Barbosa. Avevano vinto come allenatore ed executive dell’anno solo Frank Layden e Pat Riley.
Ebanks è stato multato di 25mila dollari per il doppio tecnico e espulsione di gara 1, 15mila invece per Bynum per aver disertato l’incontro con la stampa prima di gara1 a Oklahoma. Harrington (Denver), il più brillante dei Nuggets in gara 7 deve farsi operare al ginocchio.