Gianni Petrucci fra sabato e lunedì entrerà nel Guinness per essere stato l’unico a riunire ben 4 cariche – presidente uscente del CONI, amministratore delegato di CONI Servizi, la Spa a controllo politico dove si entra in quota, presidente del basket al terzo mandato e sindaco del Circeo.
Ho letto in un’intervista che conta di stare nello sport fino al 2024, per una seconda Olimpiade italiana, credo che allora avrà 80 anni, vita lunga al re. Novello Carlo V sul suo regno non tramonterà mai il sole. Quella di sabato all’Ergife craxiano non sarà un’elezione ma un’incoronazione, non ci sarebbe nemmeno bisogno di votare.
Avrei già scommesso 3 anni fa che sarebbe finita così, il dottor Sottile è inarrestabile e fra due mesi potrebbe anche arrivare grazie a Casini a un ruolo di sottosegretario con delega allo sport, e magari anche ministro del turismo o dello sport per fare una riforma scolastica autentica. Nel gaudio magnum generale c’è però una sorpresa dell’ultima ora, passata inosservata: il ritorno sulla scena di un candidato che ha avuto giovanissimo, rispetto a predecessori illustri come Primo, Coccia e Rubini un ruolo primario nella storia del basket, quello di responsabile del Settore Squadre Nazionali.
Poi forse non gradito di Pianigiani come si è capito dagli attacchi dei giornali, forse troppo vicino al CT Recalcati o sarà che non poteva sottrarre il suo impegno con la professione, l’avvocato pugliese Angelo Barnaba (che in passato ha avuto anche altri incarichi importanti, vice presidente Mini-Basket e Carte Federali e sostituto Procuratore Federale) ha lasciato la nazionale. Da quel momento gestita, in salsa senese, da Meneghin e il vicerè Laguardia.
Compiuti 46 anni, il baby delle liste elettorali ha depositato –sorpresa – le 20 deleghe necessarie per la candidatura e sfida il basket della “contro rottamazione” sperando di essere ascoltato e votato nel “quintetto” dei regionali di Petrucci anche se viene pronosticato “vittima designata per ragioni di equilibrio geopolitico e lesa maestà”. Non cavalca un’opposizione, crede Petrucci “l’uomo della provvidenza” (certamente lo è anche “della previdenza” in quanto uno dei più giovani pensionati nella storia d’Italia, partito come sindacalista CONI sotto l’ala protettrice di Marini) ma fermamente convinto di creare uno squarcio nel muro dell’imposizione e portare in primo piano quei temi che nell’agenda di consigli federali forse troppo frettolosi non sono stati ascoltati.
Almeno è l’unico ad avere avuto dedicato qualche ore alla stesura di un programma. Un vocabolo trascurato da tutti quelli che hanno già un’ipoteca sicura sulle poltrone, ridotte di numero, non ne hanno bisogno a cominciare da Petrucci del quale sin è colto solo questo messaggio: “basta coppe e coppette, pensiamo alla nazionale”. “Almeno questa candidatura ha il pregio o prova a rompere il consueto assordante silenzio che precede i momenti elettorali della Fip” (e la p sta per …,pissi pissi bau bau…), come si coglie dai commenti dei delegati che stanno per affluire a Roma e voteranno sabato mattina chi imbarcare nell’arca di Noè che…non c’è.
Avvocato Barnaba , quali sono le motivazioni della sua candidatura?
“Ancora una volta la FIP utilizzerà un sistema elettorale arcaico, un meccanismo che sembra fatto apposta per scoraggiare la partecipazione e la dialettica interna. E’ di tutta evidenza che, con questo sistema di voto, non vi sia reale possibilità di vivere l’Assemblea elettiva come confronto tra candidati portatori di contributi diversi. Viceversa ha sempre prevalso il criterio della spartizione in termini di geopolitica e le preferenze non sono mai state espresse sulla scorta di una valutazione delle competenze e dei programmi di chi si propone di governare il movimento. Insomma, è mancato il confronto”
Giunge voce che desiderando ripresentarsi con le migliori intenzioni, ha chiesto un meeting pre-assembleare per la vigilia.
“Avevo chiesto al Presidente ed al Segretario Generale di organizzare un momento di incontro tra i candidati ed i delegati elettori questo venerdì a Roma: credo che sarebbe stato perlomeno utile – se non doveroso – per provare a dare un senso all’Assemblea Generale e riempire dei necessari contenuti un momento che altrimenti rischia di apparire ai più un rituale vacuo e del tutto privo di utilità ed emozioni.
Lei parla al passato, è stato dunque stoppato? Fosse così non sarebbe una bella cosa…
“Purtroppo mi è stato risposto che ciò non sarà possibile e devo rispettare questa decisione, pur non condividendone le ragioni. Proverò ad intervenire nel corso dei lavori dell’Assemblea, ove possibile. Questa vicenda mi ha definitivamente convinto della necessità dell’introduzione – sia pure con tutta la prudenza e le cautele del caso – del voto on line, la via più moderna e diretta per riattivare la libera circolazione delle idee e della progettualità ed iniziare un percorso autenticamente riformista, di cui sente urgente necessità”
La sua ricandidatura è fortemente orientata verso una Fip moderna, ma la Fip applica un principio di fisica: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, e sottolineo il termine “reazione” …nello specifico quali sono le motivazioni che l’hanno spinta a riproporsi come una voce fuori dal coro?
- Gli studi e le esperienze professionali e sportive maturate mi consentono di assicurare una partecipazione fattiva e contributi concreti all’attività di governo del basket. Oltre i molti incarichi svolti, da 8 anni di lavori consiliari, nei quali (tra l’altro) non ho mai mancato di difendere in modo energico la scuola cestistica italiana e l’interesse della base, spesso opponendomi a politiche esterofile insensate e qualche volta restando purtroppo su posizioni minoritarie.
- A 46 anni ho avuto il privilegio di svolgere già 2 mandati da Consigliere Federale, nei quali ho acquisito un bagaglio di esperienze e competenze gestionali che per la FIP non sarebbe coerente disperdere. Qualora non venissi rieletto mi ritroverei “rottamato” malgrado anche in questa tornata sia il candidato… meno anziano.
- Sono sempre stato e rimasto un dirigente di società “vero”, un uomo che vive il basket sui campi da più di 35 anni e l’ha vissuto a tutti i livelli possibili in Europa. Chi proviene dall’”apparato” federale ed arriva in Consiglio Federale come coronamento di una sorta di cursus honorum (spesso persone degnissime) non sempre è in grado di assicurare idee e contributi concreti alla causa, per il semplice fatto di non aver mai vissuto e conosciuto i problemi stando dalla parte delle società, di chi immette continuamente risorse nel sistema.
- Provengo dalla Puglia, un territorio che negli ultimi anni, malgrado la congiuntura economica sfavorevole abbia moltiplicato i suoi effetti proprio nelle regioni meridionali, ha saputo reagire con coraggio ed intelligenza alla crisi e conservare un netto trend di crescita, esprimendo diverse eccellenze (su tutte Brindisi e Bari nel settore maschile, Taranto nella femminile).
Vorremmo capire bene l’impianto del suo programma, che verrà utile anche ai lettori del web e anche a Petrucci, agli altri candidati e a chi andrà votare.
“Queste alcune mie idee che vorrei subito sottoporre all’attenzione del Consiglio Federale in caso di rielezione, affinchè possano dare vita a provvedimenti concreti:
- 1) Riforma del sistema elettorale F.I.P. con lo scopo di favorire la massima trasparenza delle procedure e la massima partecipazione di società, atleti e tecnici (introduzione del voto on line). Obbligo per chi si candidi di presentare il proprio programma e curriculum. Eventuale utilizzo delle Primarie a livello territoriale per la scelta dei candidati alle cariche regionali (da svolgersi su base provinciale) e nazionali (da svolgersi in macroaree).
- 2) Immediata approvazione per la stagione 2013/2014 di un pacchetto di misure “anti – crisi” mirante alla diminuzione dei costi gestionali per le società affiliate e ad un loro nuovo e migliore dimensionamento in ragione delle loro mutate possibilità di “fund raising”.
- 3) Promuovere una nuova proposta di Legge sullo sport dilettantistico.
- 4) Revisione dell’istituto dello Svincolo, aggiornamento e razionalizzazione dei relativi contributi.
- 5) Stop deciso e definitivo alla circolazione/commercio dei titoli sportivi.
- 6) Aumentare il reclutamento qualificato di atleti in possesso di qualità fisiche spiccatamente “cestistiche” tramite programmi specifici e mirati, a partire da una rinnovata attenzione nei confronti del mondo scolastico.
- 7) Revisione e semplificazione delle carte federali.
- 8) Misure per favorire un reclutamento arbitrale mirato a favorire un innalzamento della qualità dei giovani arbitri.
- 9) Formazione permanente (ed a costo ed impatto zero, utilizzando il web) dei dirigenti di società e dei dirigenti federali, a tutti i livelli.
- 10) Promuovere un nuovo approccio all’attività agonistica finora denominata “amatoriale”, negli ultimi anni di fatto delegata agli Enti di Promozione.
- 11) Realizzare e mettere gratuitamente a disposizione di società ed enti locali un “progetto pilota” di impianto – base per attività giovanile, con caratteristiche modulari, completo di computo metrico e pronto per essere reso immediatamente esecutivo, corredato di un prospetto analitico dei costi di realizzazione. Promuovere un accordo – quadro (schema di mutuo ad elevata sostenibilità) con il Credito Sportivo per le società che volessero finanziare la realizzazione di una simile struttura (schema di mutuo ad elevata sostenibilità). Solo con la piena disponibilità di piccoli impianti di proprietà le tante Scuole Basket italiane potranno fare un salto di qualità decisivo in termini di organizzazione del lavoro e dare ai giovani atleti i giusti tempi ed orari di allenamento. Con la spinta della FIP, in tanti potrebbero scoprire che la realizzazione di un piccolo impianto possa rivelarsi un investimento conveniente e pienamente sostenibile, preferibile al fatto di continuare a pagare canoni esosi per utilizzare impianti freddi e fatiscenti ed in fasce orarie impossibili.
Sembra finalmente un bel progetto tecnico, con finalità sportive, promozionali, sociali e civili, e anche realizzabile come un poco di buona volontà , magari bisognava dargli più forza nei precedenti mandati, invece chiuso il mandato alle Squadre Nazionali l’abbiamo vista chiuso dentro un cono d’ombra .
“Si tratta solo alcune delle proposte che intendo portare avanti nell’interesse di chi è impegnato nella promozione dell’attività di base ed è sul campo ogni giorno, tra mille difficoltà, rimettendoci denaro ed investendo tempo e passione per puro amore della Pallacanestro”
Nel suo doppio mandato federale, quale ritiene siano stati i suoi successi e le sue sconfitte?
“Sono felice di essere rimasto me stesso ed aver affrontato con coerenza tutti i singoli momenti di questa bella esperienza. Credo di aver dato una bella prova nei 20 mesi trascorsi alla guida del SSNM, dando l’impulso alla svolta che era necessaria: molte delle cose che avevo iniziato vanno avanti e stanno iniziando a fruttificare, questo mi gratifica.
Cosa non si perdona?
“Non essere riuscito a convincere il CF della gravità della crisi e dell’inopportunità di riformare i campionati imponendo stagioni con innumerevoli retrocessioni. Avevo proposto nella primavera 2009 un progetto di riforma del tutto “incruento”, purtroppo sono rimasto inascoltato… L’approdo finale sarebbe stato quello che avremo il prossimo anno, ma avremmo potuto alleggerire il peso delle ultime 3 stagioni sportive a tutte le società coinvolte nei campionati nazionali… Le mie proposte furono pubblicate e sono nel web.”
Si sarebbe ricandidato se al posto di un nome meno illustre di Petrucci ci fosse stato un altro?
“Sinceramente non lo so. Certo sono molto stimolato dall’idea di poter studiare ancora da dirigente sportivo al fianco di chi la scala l’ha già percorsa tutta e possa mostrarmi cosa vuol dire essere un numero 1. Non sono un uomo divorato da smodata ambizione, ma sono semplicemente consapevole del fatto che, nell’attuale panorama, non si intravedano in giro tante figure di dirigenti FIP (relativamente) giovani che possano in un prossimo futuro servire la causa ai livelli più alti. Sarei sinceramente felice di poter lasciare il posto a persone più preparate di me ove emergessero, il fatto è che la FIP non ha mai lavorato abbastanza per incentivare una loro reale partecipazione alla vita federale.
Per lei Petrucci è un’occasione o un boomerang?
“Spesso la FIP, in questi 4 anni, mi è sembrata un cavallo “scosso”… Sono certo che Petrucci possa guidarla meglio e sia, in questa fase storica, uomo della provvidenza probabilmente… suo malgrado. Mi sembra l’unico che possegga il carisma necessario per indicare a tutti una nuova via ed avere in seguito la forza di seguire la strada prescelta senza indulgere a quei piccoli compromessi che sono diventati il nostro. pane quotidiano degli ultimi anni, con i risultati che purtroppo conosciamo. Petrucci è nella ideale condizione di non dover più dimostrare nulla a nessuno e non avrà bisogno di cercare continuamente “sponde”: questa autonomia costituirà una base impressionante per promuovere quel rinnovamento, serio e profondo, ormai ineludibile”
Dai tam-tam di un’assemblea “precotta” con tutte le sue trame inconcepibili per un consesso sportivo stritolato da interessi e giochi politici da “basso impero” pur con tutte queste premesse e belle idee lei dovrebbe essere il Sesto Uomo, peccato che in campo sia prevista solo un quintetto.
“A dispetto dei “si dice”, sono convinto che ognuno dei candidati nella mia quota abbia ad oggi le medesime possibilità di essere eletto. I giochi non sono già fatti e la partita è apertissima, perchè i delegati svolgeranno il proprio mandato con piena autonomia decisionale e nel totale rispetto del lascito di fiducia di cui le Società affiliate li hanno onorati: sbaglia chi pensa il contrario e con arroganza sottovaluta la loro libertà ed indipendenza di giudizio”
Sarà, crediamo che lei sia preparato, innovativo e in buona fede ma credo che finita l’assemblea potrò scrivere di “aver visto e ascoltato cose che…”
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