Quinta vittoria olimpica consecutiva delle americane di Geno Auriemma, imbattute dopo Barcellona, che nella finale non hanno dato respiro alla sorprendente Francia. La Jackson trascina l’Australia al bronzo, delusione delle russe
Un successo annunciato, anche se per gli Usa non c’erano riferimenti contro l’emergente Francia che pronosticata per un’Olimpiade di buon livello è passata di successo in successo arrivando imbattuta alla sua prima finale dei Giochi, dopo essere sparita col 5° posto di Sydney fra le squadre di Atene e Pachino.
Il dominio degli Usa è cominciato con la frantumazione delle Repubbliche Sovietiche che hanno battuto le statunitensi a Barcellona, e poi si sono divise tentando con la Russia di tornare ai primi posti al mondo ma solo con due bronzi e con una delusione in questa Olimpiade che doveva essere quella dell’arrivo al vertice.
Geno Auriemma partito da Montella, provincia di Avellino, per gli Stati Uniti al seguito dei genitori a 7 anni non avrebbe mai imaginato di entrare nella Hall of Fame quando ancora è l’indiscusso capo del settore tecnico femminile che miete successi da Atlanta. E’ il Dream Team femminile con 5 Olimpiadi, il record è di 7 consecutivi della squadra maschile e potrebbe arrivarci perché in questi anni gli scarti delle finali sono starti netti: 111-87 col Brasile ad Atlanta, 76-54, 74-63 e 92-65 con l’Australia a Sydney, Atene e Pechino e + 36 con la Francia che significa un trionfo scintillante, una grande pallacanestro in senso tecnico ed emotivo.
Gli Usa hanno giocato a livello di una squadra di college maschile, difesa spietata, movimento senza palla, concentrazione, con un terminale come Candace Parker. Ha segnato 21 punti in 21 minuti più 11 rimbalzi la Michael Jordan del basket, 1,95, una delle poche al mondo capace di schiacciare, ragazza di Chicago tifosa dei Bulls, seducente atleta sia quando ha il pallone fra le mani o quando mostra il suo bellissimo corpo per i fotografi del nudo.
Le cifre raccontano della superiorità delle americane: 31-64, tanti contropiedi, massima precisione nel tiro, 3/8 dall’arco, 15-22 ai liberi, 46 rimbalzi, 22 assist, mentre la difesa ha sporcato tutte le azioni della Francia, solo 18-64 (28%) da 2 e 2/11 (18%) per le francesi che a tre quarti della finale erano doppiate, perché Celine Dumarc pur giocando un’ottima gara ha tirato sempre con 2-3 rivali addosso, da qui 2 su 10 ma tanto impegno, coraggio, il merito di aver portato la sconosciuta Francia alla fine è soprattutto sua. E’ una bella storia, dopo 15 anni di basket il successo della pulzella di Tarbes arriva a 30 anni.
Il tabellino della finale: Stati Uniti-Francia 86-50 (20-15, 17-10, 26-12. 23-13). Usa: 11 Bird, 9 Taurasi, 8 Augustus 21 Parker, 4 Charles; 3 Whalen, 6 Moore, 7 McCoughtry, 4 Jones, 4 Catchings, 3 Cash, 6 Fowles. All.: Geno Auriemma. Francia: 8 Dumerc, 12 Lawson-Wade, 12 Gruda, 4 Ndogue, 8 Yacobou; 2 Myem, 4 Gomis, Beikes, Lepron, Labarde, Godin, Digbeu. All: Pierre Vincent
Dopo 3 argenti, ecco il bronzo per le Opals. Alla sua quarta Olimpiade Lauren Jackson non solo ha fatto crollare il record dei punti totali dei Giochi (567) ma offerto – last but not the least – un’altra prestazione da regina del basket femminile, 25 punti e 11 rimbalzi. Al suo fianco la talentuosa e giovane allieva, Elizabeth Cambage, 2.03 che però ha giocato solo pochi minuti per un colpo al viso. Un fatto che rende ancor più importante questo risultato.
La Jackson, 31 anni, ha segnato un’epoca nel basket femminile, e solo la sconfitta con la sorprendente Francia che si è dovuta inchinare agli Stati Uniti, ha impedito all’Australia di battersi per la quarta volta nella finale. Ma la bella prova contro le americane venerdì in semifinale, quando nell’aria si fiutava la prima grande sorpresa degli ultimi 20 anni poi mancata di un soffio, era già l’annuncio di un bronzo meritato che va ad aggiungersi ai 3 argenti e al mondiale della squadra di Carrie Graf, una allenatrice di grande temperamento ben trasmesso alle sue giocatrici che giocano un basket veloce, determinato, sicuro in attacco. E l’hanno dimostrato contro le russe che hanno subito 81 punti e perso la medaglia di bronzo di Pechino.
L’inserimento fin da prima di Pechino, quattro anni fa, del motorino americano Becky Hammon, sempre all’altezza della sua fama (19 punti), non ha dato quel fuoco agonistico che manca alle campionesse d’Europa, una squadra glamour, tatuaggi, unghie laccate, piercing, ma mai aggressive e convinte della loro forza e il potenziale fisico.
Punteggio 83-76, parziali di 17-16, 21-14, 19-13, 26-31, troppo tardi le russe hanno reagito ma la Jackson non ha mancato un solo canestro e un solo rimbalzo, spettacolosa prova di una giocatrice che ha avuto l’onore di sfilare con la bandiera del suo paese e con un forte seguito nel campionato professionistico statunitense. Anche Kristi Harrow era alla sua quarta Olimpiadi, punto di forza della formazione che per 12 sarebbe poi diventata la indiscussa seconda squadra mondiale.
[email protected]
Riproduzione Riservata