Marca visita il Gallo per lo stiramento alla coscia nella partita più attesa fra le quattro del “Monday Night”, ma Denver stoppa con autorità i bellicosi Lakers arrivati in Colorado con l’intenzione di raggiungere per la prima volta il 50% di vittorie e gettare le basi per l’ultimo posto dei playoff , a spese di Houston e Utah fermata da Boston in casa dopo 3 vittorie.
L’assenza del Gallo stavolta non si è notata perché il suo sostituto, Wilson Chandler, due anni fa di questi tempi arrivato assieme all’azzurro col famoso trade che portò Melo Anthony ai Knicks, è stato il più incisivo per tutta la gara , E si è intravisto anche un altro buon affare del gm Masai Urji, discendente dei famosi cacciatori di leoni africani, quel Anthony Randolp, 23 anni, ala di 2,11, un grande potenziale inespresso in maglia Warriors, Knicks di D’Antoni e Minnesota e firmato questa stagione.
Grande scuola di basket quella di George Karl, molti anni fa allenatore del Real Madrid, con lui tutti migliorano. Prima dimostrazione Carmelo Anthony, altri esempi sono ovviamente il Gallo, Chandler, poco appariscente ma terribilmente efficace, e la metamorfosi di Andre Iguodala. Il Dreamer lasciando i Sixers in questa squadra sembra aver scoperto una parte nuova di se stesso, tanto da raggiungere contro i Lakers il record dei 12 assist facendo arrossire due specialisti come Nash e Bryant.
I Lakers, a dispetto dalle concezioni dantoniane sulla “up tempo”, sono una squadra con giocatori vecchiotti soprattutto come stile. Il ben azzimato Nash sembra un ballerino old fashion, il rude Artest col suo inquietante profilo lombrosionano che con gli anni si aggrava, è lento e poco tecnico e lo stesso Howard che imita – ma in peggio – il grande Chamberlain solamente dalla lunetta dove è riuscito a Denver a sbagliare ben 11 liberi su 14 – facendo la differenza di punteggio tecnicamente non è rifinito. Macchinoso, e si è beccato ben due stoppate da Javale McGee che l’ha demolito psicologicamente coi suoi tentacoli da piovra del basket.
Vorrei anche raccontare la partita di Bargnani seguito attentamente, taccuino alla mano, per cercare di capire se può avere ancora un futuro ai Raptors dopo l’incauta dichiarazione sul valore della squadra di inizio stagione, il suo infortunio al gomito e l’arrivo di Rudy Gay. Potrei sbagliarmi, ma sarà difficile possa riacquistare sia la fiducia in se stesso che quella del coach e dei compagni, e credo abbia fortemente rimpianto di non aver potuto cambiare squadra. E con quel che costa, è chiaro che i Raptors devono metterlo in vetrina sperando di cederlo in estate. E’ andata meglio delle ultime due partite senza segnare, in realtà in quei 20 minuti le sue ben note debolezze per essere una star, si sono viste tutte, e trasferite alla squadra. Da qui problemi di mescola, giocatori fuori posto o in panchina per permettergli di riprendere fiducia. Ha tirato il “Mago vago”senza convinzione, niente taglia fuori, spostamenti difensivi , recuperi e aiuti tardivi, comunicazione scarsa, reattività al minimo anche se uno poi va a vedere il tabellino e obietta che il decantato Rudy Gay ha segnato un punto meno dei sui otto. Piano. Pur sbagliando 11 tiri su 12, Gay ha fornito quel contributo in dinamismo e partecipazione utile al suo arrivo per trasformare i Raptors in una buona squadra purtroppo ormai senza futuro di classifica, ma interessante per il futuro.
Un Dwane Casey fra l’incudine e il martello, fra quello che gli detta la sua testa e gli interessi della sua società, deve fare perciò scelte di compromesso e contro Washington , battuta pochi giorni prima in trasferta, ci ha messo del suo con l’originalità suicida di certi quintetti, vedi quello della fine del primo tempo che ha favorito l’allungo decisivo dei Wizard. Guidati da Bradley Beal, una visione che lascia a bocca aperta, forse la miglior matricola come completezza della stagione, pur chiedendo scusa a Lillard e ad Anthony Davis.
Il quintetto del flop era composto da John Lucas, il vincitore della gara delle schiacciate Ross, Alan Anderson (0/3), DeRozan fino a quel momento scentrato e Bargnani, e stavano in panchina Amir Johnson, Gay e Lowry. Il gm Colangelo quando ne azzecca e due ne sbaglia, anche in America è tempo dei “figli di papà”. Fra i non pochi errori l’executive dei Raptors sua è anche la responsabilità di aver ceduto Calderon per puntare su quella che credo sia il ticket dei play meno indicato per fare una grande squadra. Parlo dei due registi, cicciobello Kyle Lowry e Crazy-Lucas. In fondo la differenza della gara sta proprio lì, .
Nonostante i potenti mezzi NBA, se uno va cercare sul sito – costringendoti a pagare il fee alla RCS che detiene i diritti per la trascrizione in italiano – alla voce “Bio” non compare purroppo la scheda di Bradley Bill. Vorremmo dare quindi un piccolo contributo, stile Wikipedia, e sottolineare intanto il ragazzino che ha compiuto 19 anni il 28 giugno, il giorno del draft venendo scelto da Washington al n.3. Come giocatore è molto diverso da Lillard o Iriving, ma ritengo di non aver mai visto un giocatore tanto maturo alla sua età, e con un senso della geometria e del timing perfetti. Tecnica, passaggio, tiro, palleggio movimenti quasi da cronometro svizzero.E fisico perfetto, nente muscoli pompati.
Lo ribattezzerò pèrciò “Toc” (Touch of Class) , riportando volentieri la dichiarazione dopo la vittoria di Toronto del suo compagno Price, uno dei protagonisti del successo senza trascurare però di citare il canestro decisivo dell’estroverso John Wall, dribbling e sottomano di sinistro a 1’ dalla fine. “A parte le prime due settimane d’ambientamento prevedibili per un giovane che arriva dal college, è stato l’unico giocatore regolare della nostra squadra e negli ultimi due mesi l’ha guidata ogni sera con le sue mani”.
Nato a St.Louis, Missouri, dove ha iniziato a giocare, guardia del tutto differente da quelle “palle di cannon” tutto muscoli, possiede il dono della coordinazione perfetta nell’attimo, l’eleganza del gesto, guardia con tecnica da manuale capace a dicembre, a un solo mese dal debutto, di battere i campioni di Miami con un suo canestro sulla sirena da incorniciare.
Accetata la borsa di studio si è trasferito in Florida per finire l’Università e nel 2010 ha vinto il mondiale U17 come top-scorer degli Usa. Preso atto della rapida sua crescita nei primi due mesi, Washington al rientro di Wall ha ceduto Jordan Crawford a Boston. Questa scelta è la principale ragione della riscossa dei Wizards a partire dal 7 gennaio, il giorno in cui vincono con Oklahoma con 22 punti di Beal. Intanto con 7 vittorie nelle ultime 10, Washington è passata dall’ultimo al 3° posto della Southeast Division e l’11 febbraio Beal ha stabilito il suo record personale (28 punti) vincendo a Milwaukee. Ne ha segnati 42 nelle ultime due gare, più di 20 per 4 volte nelle ultime 6 , la sua media di 13,7 punti, 3,5 rimbalzi e 2,5 assist, e a soli 19 anni!. C’è quindi un’identificazione perfetta fra la sua esplosione e le 12 vittorie a partire dall’impresa del 7 gennaio contro Durant e c. , fra le quali c’è anche il 2-0 inflitto a Denver con 231 punti totali, la peggior serie per la squadra del Gallo.
Festeggia anche Boston, la squadra che ha giocato più overtime, ben 10, con quello di lunedì notte a Salt Lake City . Inn omaggio al suo celebre orgoglio ne ha vinti ben 6. Arrivata invece con 3 successi all’8° posto all’Ovest, fra squadre di pari classifica Utah ha pagato la micidiale difesa sulla guardie Watson (1/3, 2 punti) e Foye (2/8, 6 punti) . Non sono stati sufficienti i 26 punti di Hayward e i canestri e rimbalzi di Jefferson e Millsap, perché Boston ha fatto leva sull’incredibile tempra e rabbia di Pierce e Garnett, e con 18 punti di Avery Bradley, miglior gara della stagione.
Pierce ha sbagliato il tiro della sirena sulla vittoria riscattandosi ampiamente nell’overtime e con 7 punti consecutivi suggella l’impresa per aver saputo stupire quando tutti la davano ormai finita con la perdita di Rondo, Sullinger e Barbosa. Il bello doveva venire, e con 9 vittorie nelle ultime 3 gare, e il successo più bello , alla settima gara in 9 giorni e la sesta trasferta in due settimane. Merito di Doc Rivers il lancio di Jeff Green , le riscoperte di Courtney Lee, Wilcox , Jason Terry e Bradley, fondamentale lo scorso anno per la difesa. Ci ha messo del suo anche il gm Ainge con i buoni ed pure economici affari di mercato di Jordan Crawford e Terrence Williams . “Potrei dire moltissimo di questi ragazzi che hanno dato tutto il loro cuore”, con questa epigrafe il coach ha ringraziato i suoi giocatori chiudendo la serie 2-0 e consolidando il 7° posto all’Est mentre Milwaukee ha perso terreno. Prossimo traguardo raggiungere Chicago e Brooklyn, e magari sfidare i Knicks nel 1° turno dei playoff.
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Risultati turno lunedì 25 febbraio: Toronto-Washington 84-90 (25 DeRozan, tl 7/9, 18 Lowry, 6/17, T3 3/9, tl 3/6, 8 Bargnani, 4/11, 0/2, 3 in 21’02; 20 B.Beal, 8/13, 12 Price, 11 Nenè, 9 r, 8 Okafor + 13 r); Detroit-Atlanta 103-114 (22 Stuckey, 21 Jerebko, 9/12, 6/12, 7 Calderon 3/11, 5 r, 9 a; 23 Horford + 22 r, 10/13 Josh Smith, 20 J.Teague + 12 a); Denver-LA Lakers 119-108 (23 W.Chandler, 10/18, T3 3/5, 22 Lawson, 8 a, 14 Iguodala + 12 a, 12 Faried + 10 r; 29 K.Bryant, tl 5/6, 6 r, 9 a, 16 Nash, 15 Howard + 14 r, tl 3/14); Utah-Boston OT 107-110 (26 Hayward, tl 8/9,16 Millsap, 15 Jefferson + 11 r, 15 Ma:Williams; 26 Pierce, T3 3/10 7 r, 8 a, 18 A.Bradley, 8/12, 13 Garnett + 10 r