Danilo Gallinari non riesce a fare un bel regalo di compleanno a George Karl, il suo mentore nella notte dei suoi 61 anni. Inizia la gara, l’unico azzurro dei playoff più attesi al mondo, con l’assist del primo canestro in rovesciata di Faried, e la finisce purtroppo in panchina con una delle più brutte serate di tiro della sua fresca storia di giocatore-franchigia. Poiché si sa che per il suo contratto da 42 milioni di dollari Denver ha dovuto sacrificare il brasiliano Nenè.
Il tiro fa parte del gioco, e se Steve Blake gioca la partita della vita incastonata in una carriera di buon panchinaro con 19 punti e 5/6 triple approfittando della deludente gara di Ramon Session, il play costato il sacrificio di Derek Fisher, il Gallo, mastice della sua squadra ha cercato di rendersi utile, anche se si è capito fin dalle prime battute che il suo tiro non funzionava (0/3 nel primo quarto, 0/5 all’inizio sel secondo, 1/9 alla fine con 4 perse, 3 rimbalzi, 3 assist, 1 recupero , 2 stoppate subite in 25 minuti).
Ha tirato nei playoff meno bene dello scorso anno, a parte i liberi (nessuno in gara 7!), è la colpa è anche del doppio infortunio alla caviglia e alla mano, due recuperi non facili perché ai tiratori serve continuità, e lui inoltre non è un cecchino puro ma un all-around. E nella gara più attesa dell’anno, dopo le ultime 2 vittorie e il sogno di un terzo successo per entrare nella storia della NBA contro una delle squadre più popolari ha dovuto cedere il posto all’esperto Al Harrington, che , al solito, ha fatto e disfatto, 24 punti ma solo 3/10 nel tiro pesante.
“Fra qualche giorno, passato lo stress di questa gara, potremmo essere orgogliosi di quello che i ragazzi hanno fatto”,
così George Karl col groppo in gola ha riservato una bella dedica alla squadra. E’ una sconfitta che brucia perché far saltare i Laker avrebbe dato maggior lustro alla stagione di Denver in un’annata non facile per gli infortuni (il maggiore alla fine risulterà quello di Rudy Fernandez, per un problema alla schiena derivante dallo stress accumulato con gli europei e il Real Madrid durante il locki out), partenze e cessioni. Ma alla fine Denver resta una bella realtà emblematica, il futuro è suo. A parte il lavoro del coach che ha allenato l’Europa e crede nei giocatori europei, per continuità Kennet Faried va premiato come “the rookie of the year”, la squadra è ammirata per il suo gioco brillante, è quella che segna di più, 103 punti, 113 in gara5 anche se i Lakers recuperato Ron Artest dopo 7 giornate di squalifica nella bella l’hanno messa sul gioco duro.
Vedi le 14 stoppate, e i 18 punti soli del secondo quarto e i 19 dell’ultimo quarto, per cui alla fine è stata premiata la potenza. Ma, se andiamo a vedere la tecnica, la dedizione, di questa gara intesa resta il fatto che il duello ai rimbalzi l’ha vinto Denver, 51 a 48 in trasferta, grazie ai 14 di McGee, gli 11 della guardia Miller e i 10 di Faried. E quindi in fondo è stato decisivo il tiro da 3 : 7/26 , il 26% da 3 per i Nuggets con 3/10 Harrington, 1/3 Gallo e Afflalo, 2/6 Lawson, 0/3 Brewer, contro 11/24, il 45%, con 5/6 Blake , 2/2 Bryant, 04 Session, 4/11 Metta
E’ mancato poco, in fondo, per far saltare in aria il progetto di grandeur dei Lakers impostato sull’arrivo di coach Mike Brown ma rimasto a mezzaria. Stavolta Session ha completamente deluso (0/4 da 3, 2/8, 4 punti, zero rimbalzi) e per vincere c’è voluto, oltre all’umiltà di Bryant di non forzare (17 punti contro i 31,2 di media) dedicandosi alla squadra (8 assist) in previsione forse di un futuro da coach e naturalmente la serata-marziana di Steve Blake, una sorta di globetrotter bianco di 32 anni, 1,91, laureato in criminologia e diritto penale a Maryland e passato da Washington, Portland, Denver, Milwaukee. E preso dai Lakers due anni fa in virtù di una storica tripla contro di loro, con la maglia di Portland, 23 punti, 10 rimbalzi, 11 assist.
E poi, naturalmente, la partita stellare (e polemica) di Pau Gasol, al quale il postino non porta mai due volte una delusione, e ha reagito conquistando 11 rimbalzi d’attacco sui 17 totali e con 23 punti, come quelli del fratello Marc la sera precedente contro i Clippers, è stato il MVP della gara, anche se di poco sotto Andrew Bynum, altro accusato dentro la squadra dopo il ko casalingo di gara6, con 18 rimbalzi e 6 stoppate, mentre Artest-World Peace si è riabilitato davanti ai tifosi e con la squadra segnando quei 15 punti che servivano per domare Denver che lascia fra gli applausi.
Si è giocata, intanto, la prima delle quattro semifinali e Boston eliminata Atlanta con molta fatica ha vinto di 1 punto con molta fatica contro i giovani di Filadelfia reduci dal successo su Chicago, la prima della classe della regular season priva dell’asse Rose-Noah. L’eroe è stato ancora una volta l’intramontabile Kevin Garnett, altri 29 punti, ai livelli dell’ultimo titolo di Boston, quello del 2008. E poi ecco l’ennesima tripla di Rajon Rondo, 17 assist, 12 rimbalzi, 13 punti per questo giocatore di grandissimo talento e ancora poco considerato come personaggio. Iguodala stava per firmare un’altra impresa, ma i suoi 19 punti e 6 assist e la doppia di Evam Turner non sono stato sufficienti ai 76ers perché, al solito, nel suo tempio, il Boston Garden, i Celtics raddoppiano le energie.
Stanotte inizia Miami-Indiana, seconda semi dell’Est. Perso per perso, Frank Vogel ha gettato 10 galloni di benzina sul fuoco del match dichiarando al quotidiano di Indianapolis che i Miami sono la squadra n.1 dei cascatori della NBA “perché prima di fare gioco cercano di studiare come cascare per ingannare gli arbitri”. Un claim rischioso e discutibile, in questo modo troveranno l’ambiente degli Heat ancor più infuocato, specie dopo la ventata di entusiasmo per il 3° titolo di MVP della stagione di LeBron James.
Questa la griglia dei playoff che completa stanotte i quarti con Memphis-Clippers e giocato la prima semifinale Boston-Filadelfia: San Antonio (4/0 con Utah) c. vincente Memphis-Clippers (2/3), Oklahoma (4/0 con Dallas campione uscente) c. Lakers(4-3 con Denver), Miami (4/1 con New York)-Indiana (4/1 con Orlando), Boston(4/2 con Atlanta)-Filadelfia (4/2 con Chicago) 1-0.
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