Col 1° luglio i 30 club trattano i giocatori svincolati (free agent), Deron Wlliams il più richiesto, Jeremy Lin tiene sulla corda i Knicks e la comunità multietnica di New York, niente “vecchi on sale”: Garnett resta a Boston con contratto record di 3 anni! Dove va Steve Nash?
Via da New Orlenas l’azzurro Belinelli. Allo scoccare della mezzanotte, il 1° luglio si è aperto il mercato dei “free agent” o degli “svincolati” che potranno scegliere dove andare, con la titolarità della squadra nella quale hanno giocato di trattenerli pareggiando altre offerte. E’ un mercato interessante, non complementare, che può spostare anche la lotta per il titolo, e soggetto anche al cosiddetto “Salary Cap”, il tetto salariale in quanto l’operazione ingaggi va visto in un principio di economia.
Principio, ricordiamo, che assieme al “draft” consente un teorico equilibrio (Hornets e Bobcats hanno scelto infatti per primi i due gioielli di Kentucky…), nonostante questa stagione Charlotte, che incarna nemesi del suo proprietario, un certo Michael Jordan, ha abbassato il record di sconfitte, con sole 7 vittorie contro 59 perse.
Questo il mercato degli “svincolati”:
1) KEVIN GARNETT – Nell’ultima stagione aveva iniziato male, ha finito non benissimo le ultime due gare contro Miami, ma è stato formidabile nel trascinare Boston con una continuità pari a quella del titolo 2008,migliorando nei playoff con quasi 20 punti e 12 rimbalzi. Si era parlato di un suo ritiro, invece a 37 anni oggetto di attenzioni di mercato (vedi San Antonio che temendo di perdere Duncan aveva avvicinato il totem di Boston), The Ticket è andato all’incasso di un triennale-record e giocherà a Boston fino al 2015, cioè fino a 40 anni, con grande felicità del suo coach Doc Rivers, più che convinto della resistenza fisica e mentale del “bonzo” d’oro del basket
2) DERON WILLIAMS – I Nets del magnate russo arricchitosi coi jeans e che ha sfidato Putin nelle presidenziali non possono permettersi di rinunciare a questa esplosiva guardia tiratrice dal potenziale pari a quello di Dwayne Wade nel breve viaggio dal New Jersey a Brooklyn. E’ alla periferia popolata di immigrati italiani che fra alcuni mesi verrà inaugurata la nuova arena, percià la seconda squadra della Grande Mela dovrà essere competitiva. Deron è attratto dalle offerte della sua città, Dallas, dagli inviti che gli hanno fatto Nowittzki e Jason Kidd, desidera una sistemazione definitiva per i suoi figli, ma non è insensibile al transfert a New York se i Nets acquistano Dwight Howard per vincere il titolo
3) ROY HIBBERT – Il centro giamaicano è stato protagonista di una stagione ottima, ha guadagnato l’All Star Game ma non ha saputo contro Miami tradurre la presunta supremazia sotto canestro approfittando dell’infortunio di Bosh. I Pacers che Larry Bird ha lasciato per motivi di salute, gli offrono 13 milioni all’anno, il miglior motivo per non rischiare un cambio di maglia molto impegnativo e rischioso, soprattutto nel suo ruolo.
4) STEVE NASH – Sembra tramontata l’offerta di New York, ma il due volte MVP della NBA e assist-machine canadese lanciato da Mike D’Antoni a Phoenix, è tentato da una nuova avventura, soprattutto da un’eventuale possibilità di chiudere la carriera con un titolo e con un ingaggio parametrato a quello di Garnett. Prospettiva che gli offrono i campioni di Miami e l’ambizioso Chicago, mentre i Raptors che al draft si sono mossi bene, stanno per firmare Jonas Valanciunas e avranno un Bargnani guarito e pensano di fare di “Mr assist” il simbolo di una sfida nazionale alla grande America. Per questo gli hanno offerto 12 milioni di dollari. Ma i Suns, beninteso, non sono fuori dalla partita.
5) ERIC GORDON – Trovatosi a New Orleans senza rendersene conto, per il passaggio di Chris Paul ai Clippers, ha giocato l’ultima stagione solo poche partite per un infortunio al ginocchio. Ma con lui in campo gli Hornets, la squadra più perdente (Charlotte a parte) della stagione, non hanno mai perso, Oggi la franchigia ha trovato un proprietario ambizioso e danaroso, questo non più è il club diviso in quote fra i 29 proprietari della NBA, potrebbe essere l’80enne magnate l’uomo della svolta, naturalmente per capitalizzare la fortuna nel draft che ha portato in Louisiana il n.1 Anthony Davis e un paio di altre buone pedine.
6) NICOLAS BATUN – Il francese volante è stato una delle poche pedine a salvarsi la scorsa stagione, conosce l’ambiente e anche se nel suo ruolo l’offerta non manca. Si conta sulla spettacolarità del gioco, il suo buon carattere per risalire la china, grazie anche al recupero di Marcus Aldridge e alcuni buoni affari nell’ultimo draft.
7) TIM DUNCAN – Con il rinnovo Kevin Garnett farà scontare agli Spurs un rinnovo importante, perché il mercato dei centri non vede all’orizzonte altri Howard e Garnett. Appena saputo che gli Spurs mostravano interessamento per Garnett, ha fatto sapere che non ha affatto intenzione di ritirarsi, come di lasciare San Antonio e di essere allenato da Gregg Popovich. E adesso si mette al tavolo con la calcolatrice.
8) JEREMY LIN – La grande meteora con sangue taiwanese comparsa all’improvviso nel cielo plumbeo di New York grazie a una delle tante intuizioni di Mike D’Antoni un anno fa dormiva sul divano di un amico. Era un giocatore a cachet per 10 giorni, dopo un’operazione al ginocchio che la squadra ha pagato con un modesto playoff è invece pronto a trasformare cash le prestazioni che hanno trasformato i Knicks scossi dal caso-Anthony. Se Deron Williams lascia i Nets, può essere una valida opzione nper Brooklyn, si sono fatti avanti anche i Raptors che cercano un play più spettacolare di Josè Calderon. Mike Woodson si è affrettato però a dire che nella squadra c’è un posto importante per lui, e i Knicks lavorano sul salary cap per fargli posto affinchè la comunità multietnica non si senta orfana di Linsanity.
9) LOU WILLIAMS – Miglior cecchino partendo dalla panchina nella stagione del grande rilancio di Filadelfia, ha recitato una parte importante anche nel playoff che ha visto i Sixers mettere fuori Chicago e perdere solo alla settima con i golden boys di Boston. La sua esperienza, la calma olimpica, ne fanno una pedina sicura per la crescita e le ambizioni della città dei “pellegrini”, di Franklin e Koby Bryant.
10) OJ MAYO – I Grizzlies,la franchigia più economica, stanno pensando a trovare i capitali necessari per convincere Pau Gasol a lasciare i Lakers e giocare assieme al fratello Marc che si è conquistato un ruolo di protagonista e l’All Star Game. Pau è però corteggiato anche da Minnesota e soprattutto da Dallas. Se l’operazione non riesce, OJ Mayo può essere confermato e rinunciare a una proposta allettante di Boston che vuole offrirgli il posto di Ray Allen, afflitto da guai cronici alla caviglia che a 37 anni potrebbero peggiorare, e partite titolare significa una svolta importante nella sua carriera.
11) RAY ALLEN – La sua esperienza e la capacità basilistica nel tiro da 3 punti potrebbero essere utilli a una squadra in cerca di uno specialista, di un 6° uomo come Lou Williams, l’uomo è di ferro. L’età e i problemi alla caviglia non depongono a suo favore, ma la NBA ringiovanisce invecchiando e c’è posto anche per lui.
12) GERALD WALLACE – Ceduto a metà stagione a Washington, Big Jerry non si è ambientato: forse è il giocatore ideale per una squadra che ha bisogno di un incursore, di un’ala da contropiede, non di un giocatore tecnico quale non è il “rasta-man”. Chi si farà avanti?
13 ) ERSAN ILYASOVA – Ha sfruttato il suo notevole potenziale,protagonista di una serie di partite strepitose, di doppie da star, è stato in corsa per il Giocatore Più migliorato, ma i Bucks crederanno ciecamente in questo turco cresciuto tecnicamente, che fa punti e prende tanti rimbalzi e oggi certamente il più rappresentativo della colonia della mezzaluna che continua a crescere?
14) JAVALE MCGEE – La scelta del giovane gigante turco Turkyalmaz da parte di Denver rende possibile il trasferimento dell’allampanato e costoso JaVale pochi mesi dopo l’importante rilancio con la maglia dei Nuggets, sempre attenti al salario. In verità, dopo aver puntato sul quinquennale di Gallinari l’hanno svangata sotto canestro anche con Mozgov e Koufos e la via europea… Ma chi si fida a investire un patrimonio ricordando le sue prestazioni a Washington?
15) MARCO BELINELLI – I colpi del draft condizionano la sua permanenza agli Hornets che diventano ambiziosi con Anthony Davis. Ha raggiunto come starter una buona quotazione, ma difficilmente troverà uno spazio come quello che gli si è aperto lo scorso anno con l’infortunio di Gordon, a parte mostri miglioramenti tecnici e fisici.
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