Il dottor Hekyll e Mister Hyde del basket è stato sospeso per sette gare. Per i Lakers, squadra simpatica e amata, è un danno tecnico rilevante alla vigilia dei playoff, e anche d’immagine. Per l’ex allievo del collegio cattolico di St.John un danno economico notevole (ancora da stabilire) mentre la gomitata-killer rifilata a James Harden fa crollare l’operazione di marketing per trasformarlo nel “cittadino modello”. Questo grazie anche al cambio d’identità ufficiale col quale il giudice gli ha permesso di chiamarsi Metta World Peace (Portatore di Pace, figuriamoci…) e non più Ron Artest. Sì, proprio lui, il cattivone di Indiana squalificato nel 2004 per essere saltato fra il pubblico di Detroit e acceso una violenta rissa.
Mentre Harden, rimasto a terra per circa un minuto prima di tornare in sé, prosegue nei test medici per chi subisce colpi al capo, ormai scrupolosissimi , vedi anche il problema analogo di Kevin Love, la NBA non ha voluto calcare la mano con chi voleva Artest bandito dalla Lega ma David Stern ha rilasciato questo commento significativo: “L’incidente accaduto a James Harden dimostra il pericolo di gesti di questo tipo, particolarmente gravi quando sono diretti a colpire l’avversario alla testa”. “Ci sentiamo impegnati – ha aggiunto in un comunicato il commissioner – a prendere tutte le misure necessarie per proteggere la sicurezza dei giocatori, con inasprimento delle sanzioni per i giocatori che provocano incidenti in campo”.
I Lakers non assolvono il loro giocatore, difeso apertamente solo da Koby Bryant, mentre nessun altro dentro la squadra ha rilasciato un commento. Sarà scaricato la prossima stagione?. “Per la maggior parte dal suo arrivo ai Lakers – ha dichiarato Mitch Kupchak , il general manager – Metta è stato un modello di comportamento, ma quel che ha fatto non può essere accettato né assolto. Con le sue azioni potrebbe aver provocato un serio infortunio a un collega, e la sua assenza nella prossime gare è una ferita per la nostra formazione. Accettiamo pertanto le decisioni della Lega e faremo di tutto per aiutare Metta a tenere un comportamento più professionale in campo”.
Da parte sua Harden non rilascia dichiarazioni, mentre Scott Brooks, il coach di Oklahoma, dopo il duro commento espresso sul conto di Artest, un suo ex giocatore, preso atto della decisione si è detto preoccupato solo delle condizioni di Harden “perché vogliamo che torni al più presto e siamo concentrati per il miglior finale di stagione possibile”.
Oklahoma, terza squadra con una media sopra i 10° punti (102,86), ha cercato senza Harden di mettere in condizione Kevin Durant di vincere per il 3° anno la classifica dei marcatori, e con 32 punti (7/19, 3/6 da 3, 15/16 tiri liberi, 9 rimbalzi) la star si è presa un leggero vantaggio su Kobe Bryant. Dopo Sacramento chiuderà la stagione regionale in casa con Denver. Sempre in lite col tiro (4/13) Westbrook, la sorpresa sono stati i 19 punti della guardia Daequan Cook (1,91, 25 anni) e finalmente si è reso utile anche Derek Fisher (11 punti) trovatosi in una squadra di miglior classifica dei Lakers che l’hanno scaricato.
James Dolan, il presidente dei Knicks, ha nominato Glen Grunwald vice-presidente e general manager quale premio per le operazioni di mercato (Tysin Chandler,Jeremy Lin, Baron Davis e JR Smith) e questo significa la conferma in panchina di Mike Woodson, ex compagno di Grunwald e di Isiah Thomas (altro ex Knicks che ha lasciato il posto a Don Walsh, il mentore di Mike D’Antoni) ai tempi di Indiana University e in seguito per un decennio general manager dei Raptors. A Golden State invece Bob Myers, 37anni, da 14 agente di giocatori, prende il posto di Larry Riley come general manager per allestire la squadra del rilancio.
Ancora 2 giornate alla fine, ma tutto è già deciso. All’Est le stesse squadre dell’anno scorso anche se Indiana è passata dall’8° (e solo col 45,1%, 37/45) al 3° posto e Atlanta ha scavalcato Boston e Orlando al 4° posto.
Una specie di terremoto invece all’Ovest, non si sono confermati i campioni di Dallas, al 7° posto, i Lakers hanno perso il 2° posto (a favore di Oklahoma, che era al 4° posto), fuori New Orleans e Portland che lasciano il posto ai Clippers, la principale novità grazie all’arrivo di Chris Paul e all’esplosione di Griffin (a proposito, 34 punti e 8 assist, 36 punti e 8 rimbalzi per i due nella sconfitta di Atlanta che consegna ai Lakers il titolo della Pacific Division), e a Utah. I Jazz che ce l’hanno fatta grazie al crollo finale di Houston che solo 20 giorni fa era al 6° posto e battendo Phoenix in casa nello scontro diretto grazie a Millsapp, con soli 2 punti di Gortat (ma 13 rimbalzi) e 13 punti e 11 assist di Steve Nash fra gli sconfitti.
Felicissimo ritorno a Oakland di Marco Belinelli che ha firmato l’azione della vittoria contro la squadra che l’ha lanciato cedendolo nel 2009 ai Raptors per Devean George, una parentesi non felicissima della sua carriera che poi ha preso una svolta con l’ingaggio da parte di New Orleans che gli ha permesso di giocare a fianco di Chris Paul. C’è stata gloria per Marco, tornato in quintetto con l’ennesimo stop di Eric Gordon, 23 punti, miglior realizzatore della gara, senza sbagliare un tiro (2/2, 3/3 da 3, 4 rimbalzi,4 assist e persino – pensate un po’ – 4 stoppate) e che finisce bene una stagione da starter nella quale ha approfittato anche dei molti infortuni (oltre a Gordon, Kaman, Ariza, Okafor, Jack) e della delusione Summers (il fuggiasco di Siena). Alla Bay Arena si è ritrovato a casa, fra tanti amici, anche se il più felice è stato quello spettatore che si è portato a casa 25 mila dollari segnando nell’intervallo il tiro da metà campo.
Risultati martedì 24 aprile: Atlanta-La Clippers 109-102, Boston-Miami 78-66, Oklahoma-Sacramento 118-110, Utah-Phoenix 93-82, Golden State-New Orleans 81-83.
[email protected]
Riproduzione Riservata