Il Gallo abbassa la cresta, favolosa occasione (persa) per Denver del Gallo per dare forse una svolta definitiva alla classifica con buone prospettive di calendario nelle prossime tre gare che prevedono per stanotte la visita di Utah al Pepsi Center , domenica la trasferta coi Lakers e mercoledì il match casalingo con Orlando.
Le occasioni sprecate, si sa, hanno anche un rovescio della medaglia, e la seconda sconfitta casalinga dell’anno in questo caso vale doppio . Perché ha vinto infatti Minnesota, accreditata aspirante pur con tutti i suoi guai fisici ma con un ottimo mercato impostato sui russi Kirilenko e Shed, come la squadra di George Karl, al ruolo di anti-Oklahoma nella Northwest Division, ed è riuscito a svangarla nostante avesse giocato e perso di 22 la sera precedente a Sall Lake, e con Kevin Love finito in panchina a 4’32” dalla fine del 3° tempo con un dito slogato dopo una doppia che avrebbe potuto essere ancora più pesante (12 punti e preso 17 rimbalzi) e Rubio assente per dolori alla schiena, anche se per nulla incisivo.
Il Peter Pan spagnolo che è stato accolto come un fenomeno con la sua aria simpatica e addirittura in 3 soli mesi di NBA è stato coperto d’oro da una maison importante uscita con una scarpa firmata, ha voluto purtroppo forzare i tempi del recupero nonostante il fisico sia troppo fragile e il ruolo di regista ben coperto da ben 3 giocatori in grado di essere decisivi. Come ha dimostrato appunto a High Mile City questo strano trio melting-pot con Luke Ridnour, il portoricano Josè Barea e il russo Alex Shved che, sarà un caso? hanno messo la loro firma su questo importantissimo successo dei “Lupi”. Il primo sul 91 pari a 2’40” dal termine ha piazzato la prima delle due bome taglia gambe, alla quale è seguita quella definitiva del pestifero ispanico Giuseppino , 12 punti sui 17 nell’ultimo quarto, uno dei grandi errori del presuntuoso Mark Cuban, il Sabatini della NBA.
Da parte si il giovane zar russo accende un cero a San Basilio ogni settimana per essere scampato grazie al fiuto di Rich Adelmann all’ordalia quotidiana alla quale l’avrebbe sottoposto, rimanendo al Cska, Ettore Messina. Perché, amici cari, in Europa ormai imperano i de-struttoratori, i guru dell’antibasket che costano un patrimonio non solo per l’ingaggio ingiustificato ma anche per l’usa e getta che gli viene consentito da club ricchi, che non guardano a queste cose, e poi arrivano due ex giocatori con una storia di basket bello, come Laso e Tabak, liberano le menti e di colpo le loro squadre cominciano a vincere dall’oggi al domani senza volersi spacciare per maghi ,demiurghi o profeti di un nuovo basket.
Tornando in cronaca, a una delle sole due gare di giovedì 3 gennaio del nuovo anno che le due formazioni sul parquet di Denver, si dà il caso si giochino nella terza sfida diretta, con 1/1 dopo le gare di Minneapolis e siano le maggiori candidate al 2° e 3° posto della Division dove c’è una lotta a coltello, Portland è cresciuta moltissimo e l’ultima, Utah, squadra che può battere chiunque, con 16/17 sarebbe al 3° o 4° posto negli altri gironi..Si dà il caso che facendo di conto, che Denver col suo brillante passo nelle ultime uscite, dopo aver steso anche i Clippers reduci da 178 vittorie e averli mandati in tilt, con 18 vittorie e 15 sconfitte oltre al possibile 2/1 nei confronti diretti abbia a portata di mano uno stacco decisivo in classifica dalle concorrenti, e finisca per ritrovarsi a dover remare nuovamentente di forza avendo concesso a Minnesota di arrivargli alle spalle, con 15/14, il 51% per cento, e cioè gli hanno fatto un bel regalo. Ha ringraziato, con molta onestà, Rich Adelmann il quale ha ammesso che Denver ha dormito sonni d’oro. Da parte sua George Karl, che col termpo invece si è ammorbidito, ha spiegato che una serata simile alla sua squadra capita 5-6 volte al’anno.
Il problema è che quando il Gallo non alza la cresta (28 minuti, 4/11, 3/7 da 3, 1/2liberi, 3 rimbalzi, a assist, 1 persa e 1 recupero) la squadra non sa chiudere il match e ha dormito sugli allori dell’impresa coi Clippers e il 2° posto dietro la miglior squadra della NBA, i Thunder.. Al rientro Ty Lawson ha fatto una buona gara ma non è un leader, non è un leader nemmeno la star Iduodala al quale spettava il compito di chiudere il discorso, ha segnato, preso rimbalzi e dato assist ma ha sbagliato 5 triple su 6 e addirittura 7 tiri liberi su 8, spiegazione dell’harakiri della squadra con 11/20 dal tiro libero e 6/22 dall’arco. McGee è andato a farfalle (1/7 da sotto), ha fatto un figurone Koufos, il meno dotato di classe, da fucilazione Corey Brewer, e caso mai Karl non se ne fosse accorto, dovrebbe sapere che il suo aquilotto dopo il 6/7 nelle triple e i 27 punti del 126-114 coi Lakers ha combinato disastri, 0/3 con Dallas, 1/4 con Memphis, 0/6 coi Lakers nella rivincita e da ultimo l’1/5 di giovedì notte che fa 2/18 e l’accusa di abuso di protagonismo dannoso.
Poi rimane Andre Miller, un giocatore del quale sono un fan, al pari di Doctor J e Jordan. Si da il fatto che Miller abbia subito anch’esso l’atmosfera di celebrazione per aver superato i 15 mila punti in 14 anni di carriera, anche se lui ha finito con la doppia-doppia n.205 su oltre mille gare. I compagni avrebbero dovuto fare di più per festeggiarlo per l’ingresso fra i primi 8 giocatori della NBA con più di 15 mila punti e 7 mila assist. “L’unica cosa è buttare via il ricordo di questa partita e pensare alla prossima”, questo il suo commento per la prossima gara che capita contro Utah, lo stato che gli ha dato la celebrità.
San Antonio non ha fatto meglio di Denver, forse era a New York per fare compere e i Knicks ringraziano. Hanno vinto con 23 punti di Melo e 20 di JR Smith, e una doppia-doppia significativa di Tyson Chandler per i rimbalzi. La ditta Parker & Dunkan ha segnato 22 punti, in due hanno prodotto un quarto del solito, ma San Antonio grazie a un allenatore come Gregg Popovich crede che le trasferte sia anche un momento di piacere, e sa lui stesso che New York è la città ideale per trovare qualche bottiglia per sua collezione di vini pregiati e farsi a sua volta un buon bicchiere. O masgari anche due, se occorre dimenticare una brutta partita.
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Risultati turno giovedì 3 dicembre: Denver-Minnesota 91-101 (16 Koufos, 8/10, 14 Iguodala , 7 r, 6 a, 1/5 da 3, 1/7 tl, 12 Gallinari, 11 A.Miller + 10 as; 17 Shved, 17 Barea, 12 K.Love + 17 r); New York-San Antonio 100-83 (23 C.Anthony, 20 JR Smith, 10 T.Chandler + 14 r; 12 G.Neal, 11 T.Parker, 11 Duncan)