Sulla maratona di mercoledì notte con 14 gare per la Regular Season Nba si potrebbe scrivere un libro, la sintesi ci obbliga a cogliere le 10 note più significative. E dunque:
1) record di giornata di 127 punti segnati, nona vittoria in trasferta su 11 partite, di San Antonio risparmiando Duncan per far segnare ben 11 giocatori (top scorers con 17 punti i panchinari Tiago Splitters e l’ex benettoniano Gary Neal!: con 45/16 gli Spurs tengono il comando all’Ovest anche se il calendario folle la costringe a dover giocare le ultime 5 partite in 8 giorni, come minimo arriverà spompata ai playoff;
2) Oklahoma con un bilancio di 5-5 nelle ultime 10 gare è riuscita a vincere a Phoenix (Nash a due ciklindri e 5 assist…) ma non grazie a Durant o Westbrook (tira sempre troppo!) bensì col 7° giocatore, l’introverso “barbudo” James Harden, re per una notte con 40 punti, 12/17, 5/8 da 3, 7 rimbalzi, 4 recuperi, 3 assist in 35 minuti,
3) Denver ha perso in casa con i Clippers (1/3 questa stagione), sono mancati i punti di Gallinari (nessun canestro con 7 tentativi, di cui 4 dall’arco, solo 4 liberi su 4, 3 rimbalzi, 2 assist in 28’ ) e come sempre quando il miglior attacco della NBA (108 punti di media) non arriva ai 100, la sconfitta è sicura (vedi il recente 97-103 coi Lakers);
4) Sorpresa per la corsa all’8° posto dei playoff all’Ovest, Houston (32/30) perde a Dallas la sua quinta gara consecutiva e scivola al 9° posto con Phoenix (32/20) sconfitta in casa, Denver (34/28 mantiene il 7° posto), la battagliera Utah (33/30) dopo le scaramucce di Dallas balza all’8° vincendo anche a Portland, ecco una squadra giovane da tenere d’occhio;
5) Senza Rondo, il re dell’assist, Boston si assicura l’Atlantic Division, vittoria importante quella di Orlando priva di Dwight Howard (affidatasi vanamente al tiro pesante: 6/24, Ryan Anderson non si ripete, 0/4…) e con la definitiva consacrazione di Avery Antonio Bradley il piccolo (1,88) ragazzo texano (ma solo cestisticamente) col volto da pugile, uscito questa stagione dal sommerso, da 24 gare in quintetto, non più giocatore-tattico, grande difensore, ma anche il cecchino che non sbaglia mai, 32/51 da e 11/15 da 3 nelle ultime 4 gare, con 20 di media, 23 a Orlando, non più solo l’ombra dei vari Pierce, Garnett e Rondo;
6) I Clippers riconquistano i playoff dopo 6 anni, merito della crescita di Blake Griffin, dell’acquisto di Chris Paul, coach Vinnie Del Negro dopo essere stato sulla graticola può dire di aver fatto un buon lavoro; l’handicap della perdita di Chancey Billups , un collante e uno dei grandi cecchini da 3 della Lega, è stata compensata da una batteria di guardie formidabile,basta guardare ai 65 punti (sui 1°4 totali) punti segnati a Denver dai quattro bassotti: Paul (21 e 5 assist), Mo Williams (19), l’ultimo arrivato Nick Young (13) e Randy Foye (12)
7) I fratelli Maalof, proprietari dei Kings, presenti assieme alla madre a Sacramento-San Antonio hanno annunciato che sosterranno l’impegno economico per la realizzazione della nuova arena: ai tempi della crisi la NBA continua a essere un’isola felice.
8) Sta per finire la stagione di Belinelli, e migliore non poteva essere: ha giocato praticamente sempre da titolare grazie al problema al ginocchio di Eric Gordon col quale la squadra nelle pochissime gare giocate ha quasi sempre vinto. C’era comunque molta concorrenza, importante per la nazionale specie se mancheranno i punti di Bargnani; il bolognese a Memphis è andato in doppia cifra, 16 punti, 7/16, 2/5 da 3, 4 rimbalzi, la grande sorpresa è Jerome Dyson: appena arrivato dalla D-League (Tulsa) è stato il miglior marcatore con 24 punti;
9) A fine stagione, incredibile ma vero, i Knicks non hanno ancora un play titolare: in rimessaggio Lin (operazione al ginocchio), indisposto Baron Davis (problemi di stomaco), sognano Steve Nash per i playoff e intanto per vincere coi Nets privi di Deron Williams hanno dovuto rispolverare un giocatore arrugginito, Mike Bibby, 32 anni, giocatore preso a fine carriera (997 partite) da Atlanta, per la prima volta starter in 34 partite con 12 minuti di media, 2,4 punti, il 27% nel tiro. Bibby è un nome celebre nel basket, naturalmente parliamo di Harry, il padre, star di prima grandezza e oggi vice coach nella NBA.
10) La regular season chiude il 26 aprile, fra una settimana, due giorni dopo, il 28 aprile cominciano i playoff, è già quasi tutto deciso, Utah è la novità dell’ultima ora, la stagione post-sciopero ha falcidiato senza pietà, principali vittime Dwight Howard, Derrick Rose, Kobe Bryant, Eric Gordon…E vi sembra poco?
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Risultati mercoledì 18 aprile: Washington-Milwaukee 121-112, Charlotte-Chicago 68-100, Cleveland-Filadelfia 87-103, New Jersey-New York 95-104, Atlanta-Detroit 116-84, Miami-Toronto 96-72, Boston-Orlando 102-98, Memphis-New Orleans 103-91, Dallas-Houston 117-110, Denver-LA Clippers 98-104, Phoenix-Oklahoma 97-108, Sacramento-San Antonio 102-127, Portland-Utah 91-112, Golden State-LA Lakers 84-99