Si diceva proprio ieri che con Gallinari non sarà un giocatore dal ventello tutte le sere né può vantare doti atletiche naturali del livello degli afro-americani come LeBron, Kobe o lo stacco incredibile di Kobe Bryant, capace di alzare la parabola di tiro sopra i tentacoli di Javale McGee mentre sta candendo a terra o attorcigliarsi come un velenoso Black Manba in area per infilare la palla nel canestro come ha mostrato contro Denver, rimediando al 1° tempo più brutto della stagione (6 punti) segnando successivamente 23 punti negli ultimi 20 minuti.
Ma il Gallo, irriconoscibile con due basettone che ricordano quei pionieri che nel Settecento andavano sulle Montagne Rocciose a cercare oro, è un match winner, anche se non piace ai colleghi di Sport Illustrated come ci ha raccontato Antonio Trevigiano in un servizio su Pallarancone.com. E aiutato dai 2 metri e 8, dal talento che non aveva il padre, il fighter della Banda Bassotti di Dan Peterson, ma dallo stesso carattere, il Gallo sfrutta sempre al massimo quello che gli ha dato madre natura, e può essere decisivo per un rimbalzo, un anticipo, un tiro da 3.
Basta dargli fiducia che ormai anche i grandi campi della NBA sono alla sua portata, e ieri notte dopo un primo tempo modesto (2/9, 0/3 dall’arco, 3 liberi su 3, 1 rimbalzo in 12 minuti) si è posto come l’anti-Bryant entrando nella partita da protagonista e mentre Iguodala, mezzo purosangue, si nascondeva,. E il martello Longobardo o Celtico sfruttava tutto lo spazio regalatagli dalla difesa legnosa e vecchiotta dei Lakers per legittimare la sua crescita sul campo più prestigioso della storia della NBA degli ultimi 30 anni in una partita amara per la squadra del suo ex mentore D’Antoni che l’ha voluto quand’era a New York.
I Lakers non potevano perdere perché adesso non solo l’anello e lo show time sembrano un miraggio ma sono in discussione anche i playoff quando si vincono 15 partite e se ne perdono ben 18, il gioco è anche peggiore del risultato, e quando si ripetono i crolli nel finale. E anche quando Kobe fa più di un canestro al minuto, Howard tira giù 26 rimbalzi eguagliando il suo record di Superman triste e cade anche la speranza che le cose siano cambiate col rientro del Grande Gatbsy, al secolo Steve Nash. Il quale finisce con una doppia, regala un paio di canestri di tocco, fra i quali un’entrata e lay up in rovesciata quando tutti si aspettano lo scarico della palla e soffre fisicamente quella palla di cannone di Ty Lawson che segna ben 21 punti tutti in entrata, troppi perché la difesa dei Lakers possa reggere l’urto di NBA che invecchia ma ha aperto le porte a una ventina di talenti ventenni, è certamente in fase di ricambio generazionale e quest’anno è cresciuta nelle squadre di media classifica di cui Denver è un po’ l’icona.
Il primo tempo è speculare, un quarto per parte con lo stesso punteggio, 66 pari quando Kobe segna la sua prima tripla (67-64) ma subito ci pensa Gallinari a sua volta con la sua prima tripla e un libero per il tecnico di Nash, molto nervoso, a evitare il break. Denver ripassa avanti per un’incollatura, due azioni da show time dei Lakers ribaltano la situazione, i canestri del Gallo da fuori che ha tutto lo spazio per aggiustare i piedi e tirare in equilibrio chiudono nuovamente la cerniera, i Nuggets prendono nuovamente il comando delle operazioni e il break definitivo arriva con due fallacci di Gasol su Faried e di Howard su Miller e le percussioni di Lawson e i canestri dentro l’area e le stoppate del lunghissimo McGee che George Karl sta costruendo come giocatore e come persona dopo aver fatto disperare il suo allenatore a Washington che l’ha svenduto per prendere il brasiliano Nenè che è quasi sparito.
La conclusione sarebbe arrivata anche prima se Gallinari non avesse sbagliato quattro tiri, ma come suo solito, esattamente come faceva un grande campione azzurro del passato come Paolone Vittori al quale assomiglia con10 centimetri in più, che non aveva grandi gambe, non difendeva fra palla e canestro ma gli stava dietro e quando era il momento, avesse sbagliato anche 10 tiri, ammazzava la partita. E il Gallo ha fatto lo stesso nella città degli angeli e segnato la bomba tagliagambe decisiva del match dimostrando che per costruire le grandi squadre non occorre ragionare come nel gioco del Monopoli.
Notte lunga e sofferta, e alle 7 del mattina arrivano le immagini di una bella alba per il basket italiano con Gallinari che dopo i 26 punti e MVP della notte precedente esce dallo Staples Center con lo scalpo dei Lakers e un’altra gara da incorniciare dopo quelle di Dallas, Memphis, 20 punti, 32 minuti, 6/20 e 3/10 che sono cifre bugiarde, 6 rimbalzi, 2 assist, l’invisibile contributo nella difesa, le chiusura, gli anticipi, i recuperi spettacolari come quando Artest per due volte sembra avergli rubalo il pallone e per due volte lui la riprende.
Si tratta della seconda vittoria su 3, la prima in trasferta, nei duelli diretti coi Lakers è forse è un segnale di passaggio di consegne all’Ovest perché si avvicinano le prime 40 partite, e a metà stagione le più serie candidate hanno almeno 20 vittorie e sono Clippers (27), Oklahoma (26), San Antonio (25), Miami e New York (23), Golden State (22), Memphis (21) e un gruppetto con Denver, Atlanta, Indiana e Houston a 20 con possibilità di recupero per i Bulls col recupero di Derrick Rose e i Boston dell’ultima settimana e se Portland continua come nelle ultime due settimane. Rischiano davvero grosso i Lakers che 4 sconfitte su 5 nelle ultime gare e 0/3 l’ultima settimana, e potrebbero sacrificare Paul Gasol per arrangiarsi in quel ruolo con Jordan Hill e Artest ma avrebbero bisogno di una guardia-play in grado di portare il contropiede, uno come Jack o Jameer Nelson perchè Nash col peso degli anni è un magnifico giocatore per leggere le difese schierate
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Risultati domenica 6 gennaio: Toronto-Oklahoma 92-104 (27 A.Anderson, 10/14, 19 A.Johnson, 10 Calderon + 10 as; 23 K.Durant, 22 Westbrook); Miami-Washington 99-71 (24 L.James, 20 R.Allen, 2 Haslem + 12 r; 14 Seraphin, 13 C.Martin); Detroit-Charlotte 101-108 TO (21 Prince, 18 G.Monroe + 14 r, 17 Stuckey; 20 K.Walker, 16 Byombo + 17 r);Phoenix-Memphis 81-92 (17 P.Tucker, 12 Gortat; 21 Z,Randolp, 20 R.Gay, 12 M.Gasol + 10 r); LA Lakers-Denver 105-112 (29 K.Bryant, 14 D.Howard + 24 r, 10 Nash + 13 as; 21 Lawson, 20 Gallinari, 17 McGee