Il 2013 inizia nel modo migliore per Danilo Gallinari, 17 punti, miglior marcatore dei Denver Nuggets che fermano bruscamente i Clippers lasciandogli solo 78 punti dopo 17 gare vinte consecutivamente, e devono fare un monumento all’incredibile Andre Miller chiamato al ruolo di starter per l’assenza del regista Ty Lawson per uno stiramento del tendine d’Achille.
A soli due mesi dai 37 anni Miller, 1,88, il sosia coi baffetti di Denzel Washington, voluto l’anno scorso da George Karl che lo guidò ai mondiali 2002, ha terminato l’ennesimo capolavoro con 12 punti e 12 assist, giusto il doppio degli assist di Chris Paul, vale a dire l’ispiratore della scalata dei Clippers che, imbattuti dal 26 novembre, erano ormai a sole 2 vittorie per entrare nelle prime cinque squadre della NBA con la maggior striscia vincente,un record che vede in cima con 32 vittorie i mitici Laker dei primi Anni Settanta.
Miller si può definire semplicemente “Mister Incredible”, stavolta ha giocato 42 minuti, non gli succedeva da più di 2 anni, è chiaro che l’assenza di Ty Lawson è costato qualche contropiede in meno ma con l’ex studente in sociologia che portò Utah a lottare per il titolo NCAA nell’altro secolo per la prima volta starter in questa stagione, il gioco di Denver è stata quasi una trama magica , tutti hanno avuto la boccia giusta al momento giusto, e i Clippers del genio dell’assist Pau sono stati quasi doppiati in questa voce statistica, 28 contro 15, che è la cartina di tornasole della superiorità di gioco.
Denver ha tirato fuori anche i muscoli in difesa, e tenuto sotto il ben 24 punti i rivali che viaggiavano a 102,3 punti di media, e hanno tirato malissimo, molto nervosi per il trattamento riservato, vedi il mediocre 17% da 3 punti, 5/29, con 1/6 di Butler, 0/5 di Jamal Crawford, lo specialista, e 0/5 di W.Green e 1/4 di Paul e Matt Barnes, mentre non ha fatto meglio da sotto (4/11) Blake Griffin.
In campo c’è stata una squadra sola, Gallinari ha segnato 17 punti in 33,42 minuti con 6/15, 3/7 nelle triple, 6 rimbalzi, Kennet Faried si è regalato la 14esima doppia della stagionale (14 punti, 11 rimbalzi) vincendo il cofronto con Griffin, hanno dato un contributo importante anche le riserve Mozgov (4 punti e 6 rimbalzi in 12 minuti)e Fournier (2 triple su 2) mentre McGee in continua crescita sta limando il brutto carattere e ha offerto due azioni-spot un uno contro uno e dunq e il suo primo canestro da 3 della carriera mentre Iguodala ha litigato col tiro (1/5 dalla lunetta e da 3) ma 7 rimbalzi e 8 assist sono stati fondamentali per il dominio di gioco ininterrotto.
Per i Clippers un bagno di umiltà. Chris Paul, il termometro del gioco e degli umori, era molto contrariato. “Denver non ci ha fatto sconti, non ha avuto rispetto per i nostri 17 successi, ma nemmeno noi abbiamo avuto rispetto per questi risultati..”, ha detto fuori dai denti Paul che non è stato ascoltato dai compagni, poco concentrati e molli in difesa.
Se Denver si conferma la squadra-guastafeste per le plurivittoriose della NBA e due anni fa fermò Chicago dopo 18 su 18, Miller col suo 1,88 da vero giocoliere del basket, finte, giravolte, assist al bacio, gherminelle difensive, continua dunque a scrivere pagine che diventano storia, aveva infatti già stupito solo due stagioni fa il suo record di 52 punti con la maglia di Portland contro Dallas e con ben 33 minuti, un minutaggio da starter, a partita è in corsa per il titolo di Miglior Sesto Uomo, della Lega. Esplode a Utah, considerato il miglior giocatore della squadra di football opta per il basket, scelto al 1° giro e n.8 da Cleveland nel 2001, gioca 14 stagioni con 1077 gare e ha superato proprio contro i Clippers i 15 mila punti, oltre ai quasi 8000 assist specialità nel quale era già 12 anni fa il n.1, con 10,7 per gara, il Rondo d’epoca. Ha giocato a Cleveland, nei Clippers, una prima volta a Denver, poi è stato ceduto ai Sixers in cambio di un certo Iverson, poi 2 stagioni a Portland e quindi il ritorno a Denver, doveva aveva lasciato molti estimatori, nella stagione del lock-out nel brillante dopo-Anthony .Dopo32 gare questa stagione aveva una media di 8,6 punti, 5,4 assist, 3,8 rimbalzi, fra i pochi giocatori del club della tripla-doppia.
A proposito di Anthony, i suoi 45 punti non hanno assicurato ai Knicks la vittoria contro Portland, un’altra delle sorprese, con la matricola n.1, Damian Lillard, che stanotte gioca a Toronto, mentre per le losangeline il primo giorno dell’anno è stato funesto e i Lakers di D’Antoni dopo il beneficio iniziale dovuto al ritorno di Nash (e di Pau Gasol) hanno ripreso a perdere, stavolta in casa con Filadelfia, penultima della Atlantic Division.Intanto Oklahoma grazie ai Nuggets torna al comando del ranking (24/6, 80%) e i Clippers (25/7, 78%) passano al 2° posto.
Risultati turno lunedì 1 dicembre: Washington-Dallas 94-103, New York-Portland 100-105 (45 C.Anthony, 28 JR Smith + 11 r; 26 Batum , 19 Aldridge + 14 r, 19 JJ Huckson + 9 r), Detroit-Sacramento 103-97, New Orleans-Atlanta 86-95, Denver-LA Clippers 92-78 (17 Gallinari, 14 Faried + 11 r, 12 Miller + 12 a; 12 B.Griffin, 11 D.Jordan + 11 r), LA Lakers-Filadelfia 99-103 (36 K.Bryant, 12 Nash + 10 as, 7 D.Howard + 14 r; 26 Holiday + 10 a, 22 E.Turner + 13 ri)