Alla vigilia del rientro di Derrick Rose dopo 12 giornate per lo stiramento inguinale, successo scacciacrisi casalingo dei Bulls dopo un accenno di crisi per due sconfitte consecutive contro i Boston Celtics, una delle squadre più brillanti dell’ultimo mese. Doc Rivers non ha nascosto perrò la delusione e storto il baso per l’impegno mentale non certo all’altezza delle tradizioni della leggenda di questa squadra dalla quale sembra aver invece preoa ispirazione proprio Chicago.
I Bulls a 10 partite dal termine sono saldamente al comando (43/13), e difficilmente potranno perdere il 1° posto e il vantaggio del campo, e dei molti sold out dei 22.340 posti dello United Center che riecheggia ai fasti della squadra dei 6 titoli di Michael Jordan.
Domenica al Madison, nella gara più attesa, torna Derrick Rose, ma intanto la squadra di coach Thibodeau un po’ scossa ha rimediato al brutto inizio (era indietro di 13 punti) e muovendo molto la palla e stringendo la difesa ha vinto alla fine con 26 punti e 4 recuperi del sudanese Luol Deng, in maglia inglese ai Giochi, con 14 rimbalzi di Carlos Boozer, il giocatore vanto e gloria dell’Alaska, più 12 punti. Importante parte ha recitato il francese Joaquin Noah che non è quel centro tutto muscoli e centimetri ma continua a stupire e contro Boston ha segnato ben 17 punti con 9 rimbalzi.
Chicago mantiene un buon vantaggio all’Est sui Miami (39/14) che ha battuto merocoledì Oklahoma, la prima dell’Ovest, ed è 40/14, per cui ha 4 vittorie e 1 sconfitta in meno di vantaggio sulla squadra di Lebron e Wade e 3 e 1 sconfitta su quella di Durant e Westrook.
La principale novità della stagione diventano i Pacers (al 3° posto all’Est mentre è calata Fiadelfia) che mettono in luce le capacità di Larr Bird ai vertici delle operazioni. Va fortissimo San Antonio di coach Greg Popovic, veneratissimo, in serie da 9 vittorie (38/14) e che sul filo di lana potrebbe superare Miami e nella sua conference Oklahoma. Dopo il successo nel derby che ha santificato una serie di risultati firmati nel finale da Kobe Bryant, i Lakers hanno risolto il problema interno con Andrew Bynum e sono diventati una mina vagante. I Clippers però non mollano e dopo il derby hanno vinto a Sacramento. Colpo importante nella lotta per l’8° posto, attualmente occupato da Denver in attesa di riavere Gallinari dopo la frattura del pollice sinistro e Rudy Fernandez (problemi alla schiena), di Phoenix.
La squadra di Steve Nash, il re dell’assist, e di Marcin Gortat, gigante polacco, ha battuto Utah in trasferta, successo che vale doppio e ha quindi superato i mormoni nel ranking, 28/26 contro 28/17.
La grande delusione, oltre a Dallas, campione uscente, riguarda gli Orlando che hanno perso la quinta gara consecutiva, la striscia nera da quando arrivò in Florida Stan Van Gundy. Baffino dal cognome olandese sette ore prima della gara con New York ha commesso un errore tragico, quello di far sapere che Dwight Howard aveva chiesto la sua testa.
Naturalmente Howard senza esprimere commenti, ha risposto con un mezzo sciopero silenzioso che ha dato le ali ai Knicks e scavato la fossa al suo coach. Ha segnato i primi punti nel 3° tempo, realizzato 8 punti soli in 39 minuti, con 4/8 al tiro, 0/3 ai liberi, 89 rimbalzi, 5 perse. Ne ha tratto vantaggio Tyson Chandler padrone dell’area.
“Ci siamo sentiti come degli aggressori, si capiva benissimo che nelle loro teste c’erano tracce di una grande agitazione”,
ha ammesso Chandler. Melo Antony ha segnato 19 punti con percentuali non buone (6/16, 2/5 da 3), Mike Woodson che ha guarito la squadra dopo l’ammutinamento di Anthony contro Mike D’Antoni ha rimesso Shumpert in quintetto. Erano assenti Jeremy Lin e Stoudemire, ha risposto la panchina con 41 punti, e 15 di JR Snith e 15 di Douglas mentre Fields è riuscito a sbagliare 6 liberi su 6.
Orlando ha subito l’umore negativo della sua star, e hanno contribuito alla brutta sconfitte Nelson (3/14) e Richardson (3/18), oltre a 14 palle perse totali. Uno dei blogger più letti ha scritto che
“probabilmente sia Gundy che Howard la prossima stagione giocheranno in un’altra squadra”.
Il primo a pagare sarà nelle prossime ore Van Gundy, e a fine stagione Howard. Un errore non cederlo subito, oggi Orlando è scesa al 6° posto con 32/23 e difficilmente il prossimo coach potrà fare miracoli.
La squadra non è cresciuta, ha tradito le attese, troppo tiro perimetrale e mancanza di un giocatore-faro dietro che non è lo stagionato turco Turkoglu che contro New York ha subito un taglio sotto la fronte, manca di creatività ed esplosività.
Belle notizie invece per Mago Bargnani che viaggia nelle ultime gare a una media di 25 punti e ha permesso ai Raptors di vincere 3 gare consecutive, cosa che non accadeva da due anni. Col rientro di Eric Gordon invece Belinelli é retrocesso in panchina e ben difficilmente tornerà starter. Gordon ha giocato solo 3 gare per un lungo infortunio al ginocchio, la prima stagionale e poi una seconda dopo un mese, e ogni volta gli Hornets hanno vinto!
Risultati giovedì 5 aprile: Orlando-New York 80-96, Detroit-Washington 99-94, Chicago-Boston 93-86, Sacramento-Clippers 85-93.