Due grandi invenzioni, Kevin Durant e il tiro da 3 punti, danno a Oklahoma (33/9. 78,6%) il primato nel big-match della giornata contro i Clippers che devono farsi perdonare solo l’assenza di Chris Paul il genio e il collante della sua squadra vittima di alcuni acciacchi e sostituito al meglio dal motivatissimo e dinamico Bledsoe il quale ha un solo torto. Non è Chris Paul.
Non basta ai Clippers la grande partita di Blake Griffin, che segna il vantaggio della sua squadra in area (52 punti contro 36), per sperare di pareggiare il conto e riprendersi il primato della NBA, nel secondo match diretto i Thunder decisi a riprendere slancio dopo lo stop di Denver non perdonano nelle triple, e si aggiudicano la serie per 2-0 vincendo allo Staples Center che rimarrà la casa dei Clippers per altri 12 anni, una notizia che arriva lo stesso giorno in cui Kevin Johnson, l’ex campione diventato sindaco di Sacramento, annuncia alla City Hall affollata di tifosi di aver creato una cordata di 19 imprenditori in grado di fronteggiare l’opa di Seattle che mette sul piatto 525 milioni di dollari per acquistare i Kings.
Arrivano dai cieli le saette di Kevin Durant (5/6, per la 19° volta oltre i 30 punti più tutto il resto), Sefolosha e Martin (3/5) e di Iron Man Westbrook (3/6, 26 punti) e col 55% dall’arco, percentuale migliore del tiro in area (52%) e questa è la ragione principale di una vittoria chiara, con i Clippers che nell’ansia di tenere le stesse percentuali hanno tirato malino, e col 25% da 3 (0/3 Butler, 1/6 Crawford, 2/5 Barnes) e una regia… alla Paul(15 assist contro 24) non puoi vincere un match di questo livello.
Chiamato a spiegare la differenza fra la squadra di questa stagione dopo l’addio di Jam Harden e quella della finale persa la scorsa stagione con Miami, Durant è stato chiaro:
“Siamo una formazione diversa, più motivata e prepariamo e giochiamo ogni partita come in un playoff”.
Nel turno corto hanno vinto tre formazioni della Central Division. Milwaukee col nuovo allenatore Jim Boylan ha vinto 6 delle ultime gare , il suo principale merito è aver sbloccato due campioni lunatici quali il turco Ilyasova (27 punti e 16 rimbalzi, 27 e 14 nella gara precedente a Portland, cifre pari a quelle delle migliori ali alte della Lega) e Brandon Jennings, il golden boy della romana Lottomatica, e diventa rivale pericoloso (22/18, 55%) per Indiana e Chicago che a loro volta hanno allungato il passo nella Central Division. Detroit al ritorno dalla infelice prestazione di Londra contro i Knicks, criticata dal suo allenatore (“non eravamo venuti per fare turismo”) si è rimboccato le maniche e grazie al trio di promettenti rimbalzisti, Monroe, Maxiell e Andre Drummond, ha mostrato segni di crescita, anche se il Palace di Auburn Hills non si riempie più come ai tempi dei Bad Boys, colpa forse anche della crisi della città dell’auto per eccellenza.
Giornata importantissima per Cleveland, la squadra che ha lanciato LeBron. Preso atto della brutta notizia riguardante il brasiliano Anderson Varejao, miglior rimbalzista della Lega con 14,4 rimbalzi, davvero impressionante, che non tornerà in campo se non a prossima stagione, i Cavaliers hanno portato a termine un’operazione di mercato in grande stile prendendo da Memphis Marreese Speight (25anni, 2,08, Florida Un, 6,6 punti, 4,7 rimbalzi per 14 minuti) che verrà lanciato come centro al posto dell’acerbo ma utilissimo Tel Zeller, Wayne Ellington (1,93, guardia, 25 anni, North Carolina Un, 5,5 punti, 1,3 rimbalzi, 1,1 assist, 16,9 minuti) , Josh Selby (21anni, 1,83, play, Kansas, 2 punti, 0,5 r, 0,4 assist in 10 gare) e una futura prima scelta. E sacrifica Jeremy Pargo che fuori Irving ha giocato 3 giocare da star, sarebbe stato un colpo di mercato favoloso per l’Armani che si è accontentata di Bremer.
Oltre a una prima scelta Memphis prende il promettente gigante bianco Jon Leuer (23 anni, 2,08, Wisconsin Un.) che ha giocato questa stagione più in D-League (19,5 punti e 12,3 rimbalzi con i Canton Charge) e risparmia vari milioni di dollari evitando la “luxury tax” e riuscendo anche a trattenere i richiestissimi Rudy Gay e Zach Randolph e quindi a mantenere una squadra competitiva.
Quindi, ricapitolando, Gay viene ritirato dal mercato, Speights è promosso starter, Jeremy Pargo cerca squadra, e la vittoria contro Boston con 40 punti di Irving, elogiato da Pierce come il miglior giocatore nel suo ruolo, apre nuove e interessanti prospettive. Per i Celtics, con Rondo che sfiora l’ennesima tripla, quarta sconfitta consecutiva, e per fortuna la matricola Sullinger si sta confermando una realtà.
I Celtics hanno perso l’ultimo treno perr stare attaccati alla coppia newyorkese, ma ancor peggiore la stagione dei Sixers che ha i Raptors alle calcagna e rivelazione dell’anno passato rovinatasi con le proprie mani per l’operazione Andre Bynum e del terremoto-Howard che ha il suo epicentro in casa Lakers dove adesso l’ultima soluzione sarebbe quella di declassare Pau Gasol alla panchina, perché lui e Howard sono incompatibili tecnicamente sul campo. Lo spagnolo rifiuta questa soluzione e chiede di cambiare squadra per giocare titolare, questa l’ultima grana. Una persona felice è invece Marco Belinelli ormai uomo-Bulls a pieno titolo, per 19 volte è andato in doppia cifra, ha segnato ben 22 punti in due occasioni ai Knicks , in casa e al Madison, ne ha segnati 23 a Cleveland, massimo personale, e a meno di sorprese il rinnovo del contratto è garantito. E questa estate potrà concentrarsi sulla maglia azzurra.
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Risultati martedì 22 gennaio: Cleveland-Boston 95-90 (40 Irving, 7/7 tl, 21 T,Thompson, 6 T.Zeller + 10r r; 17 Rondo + 10 r, 8 a, 16 Garnett, 12 Sullinger + 10 r); Detroit-Orlando 105-90 (18 B.Knight, 11 Drummond + 11 r, 11 Maxiell + 11); Milwaukee-Filadelfia 110-102 (27 Ilyasova + 16 r, 25 Jennings, 18 M.Ellis + 10 as;23 E.Turner, 21 Hawes + 12 r, 20 N.Young, 9 Holiday, 3/12 + 12 as); LA Clippers-Oklahoma 97-109 (31 B.Griffin + 11, 5 a, 14 Jam.Crawford, 1/6 da 3; 32 Durant, 5/6 da 3, 7 r, 7 a, 26 Westbrook, 17 Ibaka, 9 r).