I 51 punti, nuovo record personale di Kevin Love (quello stagionale, 57 punti, è di Deron Williams dei Nets), oltre a una sorprendente tripla-doppia del 6° uomo, il portoricano Josè Barea (25 punti, 10/22, 2/5 da 3, 10 rimbalzi, 14 assist), non sono stati sufficienti per vincere a Oklahoma nella partita più lunga e spettacolare della stagione con 289 punti totali, due tempi supplementari “per la gioia dei tifosi del basket e dei giocatori tranne che per il sottoscritto” ha commentato col cuore palpitante Scott Brook il coach della miglior squadra dell’Ovest reduce da alcuni passi falsi e mancante di un grande big man.
Ma ci hanno pensato Westbrook (45 punti) e Durant (40 oltre a 17 rimbalzi, record personale), e a riportare la fiducia firmando la vittoria (senza dimenticare il solito Haren con 25 punti), perché a distanza di 16 anni, quando il 18 febbraio 1996 Jordan e Pippen segnarono più di 80 punti (41 per Michael, 40 Pippen) le due star dei Thundercity hanno saputo fare meglio.
Oklahoma non ha tuttavia battuto il suo primato nel punteggio, 151-147 contro Denver, dopo 2 supplementari nel 2008. Gara magica che tutti hanno interpretato al meglio delle proprie possibilità, tranne Derek Fisher. In questa cuccagna del canestro l’ultimo colpo di Oklahoma, che accordatosi sul buyout con Houston (3,4 milioni di dollari) e appena scaricato dai Lakers del quale era lo storico capitano, ha sottolineato di aver scelto la squadra giusta per vincere il 6° titolo, è il solo ad aver recitato una particina (36 minuti con 2/11, 5 punti, 3 assist).
Ricapitolando, Kevin Love ha detto 51 (16/27, 7/11 da 3, anche questo un primato personale, 12/16 nei liberi, 8 rimbalzi, 14 assist), sopra i 40 Westbrook (45) e Durant (40), sopra i 20 Barea ( 25 più in 46 minuti tripla sorprendente di colui che divide con Ridnour l’eredità di Ricky Rubio operato al ginocchio dopo essere stato il rivale di Kyrie Irving come matricola dell’anno), Harden(25), Tolliver (23), e in doppia cifra anche Ridnour (13), Perkins, Derrick Williams e Ellington (12)e Collison (11).
Oklahoma e Miami, che da parte sua ha vinto e Detroit lasciando solo 73 punti ai vivacissimi Pistons, hanno leggermente accorciato le distanze dai Bulls (39/10) che mantiene un vantaggio di sicurezza a 17 gare dal termine della regular season.
Si rimescolano le carte per il 7° e 8° posto all’Ovest perché gli Utah Jazz hanno battuto nettamente Denver orfano di Gallinari prendendo il posto nel ranking dei Nuggets che scivolano al 9° posto, anche se sono 25/22 come i mormoni (6° successo consecutivo) e Houston (8° posto). Ma Phoenix di Steve Nash e del polacco Gortat, autore di una stagione sorprendente, risale, ha raggiunto il 50% (24/24) e può dire la sua, idem Minnesota (23/26) con questo Love strepitoso. Kevin “double-machine” che strappa una maglia sicura per le Olimpiadi, magari a dispetto di qualche mostro sacro (Anthony o Stoudemire) ha esortato i compagni a non darsi per vinti: “Non dobbiamo abbatterci, questa partita ci serve per capire che possiamo giocare così con tutte le squadre, dobbiamo imparare”
Con 20 punti, schierato come starter alla guida dei Lakers Ramon Session ha fatto scordare Derek Fisher ai superfan dei gialloblù, non è forse così bperò per Kobe Bryant fermatosi a 18 punti (5/17, 1/7 da 3) mentre Bosh e e Pau Gasol del tutto indifferenti a questa mossa di mercato, procedono sullo stesso standard altissimo con 28 punti per l’uno e 16 rimbalzi e 10 punti per lo spagnolo.
Forse il recupero di Bargnani (21 punti, 9/20, 1/5 da 3, 7 rimbalzi) non è ancora perfetto, però con la prova dell’azzurro (e 30 di De Rozan) Toronto che ha “rilasciato” l’ala Rasual Butler, veterano con 10 anni di NBA e 604 gare (3,2 punti e 1,9 rimbalzi, 13 minuti per gara) ha battuto per la seconda volta i Knicks. Si tratta della prima sconfitta (e brutta, con 79 punti segnati e 17 di scarto!) di Mike Woodson che conferma i limiti strutturali dell’ex squadra di coach D’Antoni. Brusco e preoccupante il calo di Jeremy Lin forse a causa di troppa popolarità, responsabilità e fatica quando 2 mesi fa era solo un “gettonaro”. Filadelfia (27-21) con 17 assist di Rajon Rondo ha respinto l’attacco dei Boston (25/22) per il 1° posto nell’Atlantic Division, scotta la panchina di Vinnie Del Negro: e se l’ex trevigiano lasciasse il posto di coach dei Clippers a un altro trevigiano, Mike D’Antoni?
Risultati venerdì 23 marzo: Toronto-New York 96-79, Charlotte-Milwaukee 92-112, Orlando-Cleveland 95-80, Indiana-Phoenix 111-113, Atlanta-New Jersey 93-84, Detroit-Miami 73-88, Filadelfia-Boston 99-86, Oklahoma-Minnesota 149-140 d2 ts, San Antonio-Dallas 106-87, Utah-Denver 121-102, LA Lakers-Portland 103-96