Con 17 successi consecutivi i Clippers, squadra non ancora titolata, è a pochi passi dall’ingresso fra le titolatissime 5 formazioni iscritte nell’albo d’oro delle più lunghe strisce vincenti, che si apre con i 32 dei Lakers 71-72 e si chiude con 19 di Boston e Lakers. Domenica notte hanno festeggiato assieme ai tifosi con l’ennesimo esaurito un 2012 memorabile nella storia della seconda franchigia di Los Angeles che ha avuto una svolta col mercato del 2011, quando David Stern, il commissioner che gestiva gli Hornets, a quel tempo di proprietà del concorso dei 29 club, decise di mandare Chris Paul a Los Angeles, ma non ai Lakers che avrebbero fatte carte false per Paul e Howard.
La scelta del coach ricadde su Vinnie Del Negro, l’ex giocatore della Benetton che non aveva esperienza specifica e aveva lavorato prevalentemente nelle relazioni esterne più che in palestra, il quale passato un momento delicato a metà stagione riuscì a portare la squadra ai playoff e a costruirsi un seguito di tifosi entusiasti per il gioco spumeggiante prodotto da star come Paul e Griffin, e questo nonostante i molti cambiamenti e l’infortunio grave di un giocatore-chiave come Billups. La mentalità vincente è arrivata invece in questa stagione, dopo qualche difficoltà iniziale, grazie a qualche ritocco alla squadra, vedi l’arrivo di Jamal Crawford, spesso il cecchino della scolta, e alla decisione di Del Negro di dare maggiori responsabilità alla panchina, una delle più produttivo specie da quando Lamar Odom è tornato pian piano e essere una presenza importante dopo la brutale spersonalizzazione patita col trasferimento dai Lakers a Dallas.
Ecco la formula vincente che ha permesso ai “Velieri” del Pacifico di prendere il posto dei Lakers come squadra-fenomeno dell’appasionatissima Los Angeles attraverso un lungo mese di successi iniziato il 26 novembre e che ha toccato quota 17 il penultimo giorno dell’anno allo Staples Center con un bis contro Utah, una squadra scorbutica, che se l’è giocata fino alla fine, quando come sempre Chris Paul ha preso in mano la squadra e ha controllato la partita dettando i tempi, le azioni, e mettendo il suo sigillo sul risultato, un rituale ormai scontato anche se il top-scorer per una volta è stato Caron Butler, l’ala alta, con 29 punti, di cui 17 nel primo tempo, e 6 triple su 6 e Crawford gli ha fatto da spalla.
I Clippers filano col vento in poppa: vantano il maggior numero di successi (24), di sconfitte (6 come Oklahoma), il maggior scarto medio (102,4 segnati, 92,5 subiti, totale 10,3, il doppio di Miami e Knicks), sono l’unica formazione sopra l’80 per cento e quella che ha meno sconfitte esterne, e il suo bilancio è di 10-3 on the road e 15-3 sul proprio campo.
Gli Spurs prima di tornare in campo domattina con Brooklyn sono andati a Dallas a prendersi una vittoria netta, unica del turno in trasferta, col suo trio storico Parker-Ginobili-Ducan in grande forma. Altra bastonata tremenda per la squadra di coach Carlisle, sempre più indignato per le continue sconfitte oltre i 20 punti, che non ha ottenuto da Mayo quella scossa che sperava e ha recuperato da poco Nowitzki. Con 8 punti soli del suo asse portante, gli Spurs hanno tratto profitto dalla proverbiale panchina lunga e hanno dominato in tutti i punti del campo, per Dallas unica consolazione la continuità di Darren Collison che non era partito come titolare.
Milwaukee ha perso una favolosa occasione con la grande serata di Monta Ellis, la sua star, e del turco Ilyasova, finalmente ritrovato dopo un inizio di stagione incerto, per vincere a Detroit che continua a stupire con i suoi giovani e dopo aver battuto nettamente anche i campioni di Miami pochi giorni fa ha tolto ai Bucks il piacere di andare uin testa alla Central Division.
Terza sconfitta consecutiva in California per i Boston Celtics, e dopo quelle coi Clippers e Golden State, quella di Sacramento è stata la più amara per le proporzioni, e la crisi d’identità di Rajon Rondo, la sua assist-machine , e il calo di Garnett in attacco e a un fatalismo non certo degno della storia di questa squadra famosa per la sua grinta. Sacramento ha perso Marcus Thornton, il suo regista, per infortunio ma ha vinto per le prodezze di Salmons, continuo per tutta la gara, i 27 punti e ben 2 giocate da 4 punti del piccolo play mancino Isiash Thomas, illustre omonimo della famosa star di Indiana, e la prima tripla della sua carriera del bad-boy Cousins, un centro di grande tecnica e sensibilità frenato dal carattere e che dovrà rifinire anche il gioco spalle a canestro.
La NBA saluta il 2012, l’anno del titolo di Miami e il primo di LeBron, della stagione corta per il lock-out, dell’addio del Dream Team alle Olimpiadi col successo sulla Spagna, e dei colpi estivi dei Lakers con un giro di 20 giocatori per firmare Howard e Nash, con una lunghissima notte che brinderà all’alba del 2013. Il programma prevede infatti alle 21 Indiana-Memphis e Chicago-Charlotte, alle 23 il derby Orlando-Miami, all’1 di mattina dell’1 gennaio Houston-Atlanta e San Antonio-Brooklyn e alle 2 Oklahoma-Phoenix. Un programma per festeggiare i successi che grazie alle Tv e internet sarà seguita da 800 milioni di persone nei vari angoli di mondo.
Per l’Italia in campo c’è Marco Belinelli che si è ritagliato un ruolo di protagonista nelle ultime tre settimane e arrivato ai Bulls, una squadra prestigiosa, ha fatto capire di non essere solo uno specialista. Alcune vittorie portano la sua firma, come quelle coi Knicks e l’ultima con Washington. Tutte le sere si gioca il rinnovo del contratto riuscendo a dare un’immagine di se stesso del tutto nuova, e importante anche per i traguardi della nazionale italiana che nel 2013 guarda agli europei con grandi aspettative, per giocarsi una medaglia e strappare la qualificazione per i mondiali del 2014 a Madrid.
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Risultati domenica 30 dicembre: Detroit-Milwaukee 96-94 (20 Prince, 14 G.Monroe + 10 r, 10 Maxiell + 10 r; 30 M:Ellis, 24 Ilyasova); Dallas-San Antonio 86-111 (18 D.Collison, 14 E.Brand + 10 r; 21 T.Parker + 9 as, 20 Ginobili, 18 Duncan + 10 r); Sacramento-Boston 118-96 (27 I.Thomas, 23 Salmons, 12 Counsins + 10 r, 10 as; 20 Pierce, 20 J.Terry, 16 Garnett + 12 r); LA Clippers-Utah 107-96 (29 Car.Butler, 6/6 da 3, 19 Paul, 9 a, 5 rec, 19 Jam.Crawford; 30 A.Jefferson, 8 J.Tinsley, 11 as).