Fatale fu l’abbraccio con Alexandria? Non si tratta di storie di seduzione e di letto, Alexandria non è una donna di bella presenza, ambiziosa, aperta alle relazioni quanto il nome in codice dell’operazione d’alta o spericolata finanza scoperta da bravi giornalisti e che ci spiegherà il magistrato.
Come fu per il Watergate il presidente dell’Abi, istituzione prestigiosa del credito italiano, è finito sulla graticola per uno scoop e vedendo la situazione precipitare velocemente, Giuseppe Mussari ha presentato le sue “dimissioni irrevocabili” del tutto “convinto di aver sempre operato nel rispetto del nostro ordinamento, ma nello stesso tempo, deciso a non recare alcun nocumento, anche indiretto, all’Associazione”.
A lanciare l’allarme che ha fatto precipitare il titolo MPS in borsa e messo il caso in cima a ogni programma Tv e giornale e è stato ‘il Fatto Quotidiano’ raccontando l’accordo segreto del 2009 per ristrutturazione del debito da centinaia di milioni con la banca giapponese Nomura che, acquistata la fallita Lehman Brothers, sbarcò in Europa con le migliori intenzioni… Per fare, ovviamente, buoni affari…
Alexandria è da tempo il centro dell’indagine che la Procura di Siena ha affidato al dottor Antonino Nastasi quale cardine della discussa acquisizione di Antonveneta e – secondo l’Ansa – “servito a Mps per “abbellire il bilancio” scaricando su Nomura le perdite di un derivato basato su rischiosi mutui ipotecari che poi i giapponesi avrebbero riversato sul Monte attraverso un contratto ‘segreto’ a lungo termine”.
Il vertice della banca di quel tempo, con Mussari presidente, non avrebbe mai trasmesso – viene scritto – il testo dell’accordo ai revisori dei conti Kpmg e a Bankitalia. E per tre anni il documento sarebbe rimasto nella cassaforte del direttore generale Vigni fino, come probabile, all’operazione in grande stile operata mesi fa dalla Guardia di Finanza…
Nomura sostiene “che l’operazione è stata completamente esaminata e approvata ai massimi livelli di Mps incluso il cda e il presidente Mussari”; mentre questo non risulta ai piani alti della banca senese :“ è stato precisato che la questione non è mai stata presa in esame dal consiglio”. E a loro volta anche i revisori della banca, Kmpg, hanno assicurato di non essere “mai stata messa a conoscenza di alcun accordo di natura riservata” e che “provvederà a tutelare la propria posizione in ogni sede”.
Lo sport, cavallo di battaglia della banca che in un libretto informativo consegnatomi come azionista all’assemblea annuale del 2009, specificava di sostenere con 44 milioni di euro le squadre sportive. Un investimento importante, sostenuto dalle istituzioni cittadini al gran completo. Tutti davano quel che potevano, tanto che da parte sua il Comune decise di chiedere un finanziamento per l’acquisto con esproprio dell’ampia area per la realizzazione della Città dello Sport con lo stadio di calcio e il palazzo dello sport da realizzarsi entro il 2013 per ospitare il girone di qualificazione dei mondiali 2014 e la Fondazione Mps versò fra il 2008 e il 2009 e finanziò in parte la candidatura italiana voluta della Fip e benedetta dal Coni. Peccato che prevedibile, anche se di misura, arrivò sconfitta dalla Spagna appoggiata dal Governo.
La gente si chiede adesso se la visita della Finanza di metà dicembre, mobilitatasi in forze per tutto un giorno lunghissimo per dare forza all’indagine condotta dal procuratore dottor Nastasi, un magistrato giovane e tutto d’un pezzo fattosi le ossa a Messina, facente parte dei fascicoli di Antonveneta e Galaxopoli riguardi esclusivamente il reato di frode fiscale, per pagamenti ai giocatori su estero, come ammesso dall’ex presidente mensanina alla Gazzetta dello Sport, o ci sia dell’altro. La visita a a metà dicembre della sede della Mens Sana Basket SpA sembra infatti aver raggiunto anche uffici e abitazioni degli amministratori e di parte del personale, con l’acquisizione di documenti e oggetti fra cui pare anche di un notebook, e potrebbe anche riguardare le forti attenzioni che la banca aveva per il basket.
Dimostrata con congrui finanziamenti a partire dal ’95 e che hanno permesso a una città di soli 55 mila abitanti di avere una squadra con un budget-record di 20milioni di euro, costo del penultimo esercizio. Attraverso la Fises, Finanziaria di sviluppo alimentata dalle massime istituzioni senesi e erogante denaro pubblico (Fondazione MPS con 1.388,888 azioni privilegiate e 1.388.888 ordinarie, Comune di Siena, Camera di Commercio, Provincia), partecipata con ben 181.011 azioni (valore nominale 94.126 euro) alla Mens Sana SpA, la finanziaria della gloriosa Polisportiva che portò l’educazione fisica nelle scuole ai tempi del Regno d’Italia, hanno sempre ritenuto il basket un mezzo di identificazione e di marketing strategico e unico per il territorio. Addirittura alla vigilia dalla sua uscita da presidente, mesi fa Giuseppe Mussari rinnovò inoltre il contratto di sponsorizzazione per altri tre anni, anche se recentemente sarebbe stato rinegoziato e ridotto da 13 a 10 milioni di euro.
Mussari si è visto spesso in Tv e in occasione dei trofei con la sciarpa della Mens Sana al collo, e ancor prima che Treviso uscisse dal basket volle rimpallare Gilberto Benetton per aver fatto la seguente dichiarazione: “I soldi per gli scudetti di Siena vengono dai risparmiatori, quelli della Benetton li mette la nostra famiglia”.
Credo che Mussari abbia fatto molto per il basket senese, si calcola una cifra oltre i 100 milioni e fra i 150 (contro incassi annuali sotto il milione di euro) dal momento della Convenzione fra la Mens Sana e la cassaforte delle Fises, spinta formidabile per i risultati della Montepaschi. Siccome questo potrebbe essere l’anno buono per vincere l’ Euroleague e uscito dal Monte e dall’ABI avrà molto tempo libero e – salvo colpi di scena – il basket potrebbe offrirgli visibilità e fargli dimenticare questa vicenda. Potrebbe essere utilissimo, il nostro personaggio con la ben nota passione e il patrimonio e le relazioni, nel ruolo di presidente dell’amata società di cui è stato il nume tutelare.
Soprattutto in questo momento delicato in cui sul capo della sua Mens Sana pende un’ipotesi di reato e il suo amico ex presidente ha fatto un passo indietro. A sua volta anche il basket investito da problemi economici, che un vertice di Lega non adeguatamente rappresentativo non riesce a risolvere, potrebbe pensare di offrirgli la presidenza. Ma anche l’ippica, altra sua grande passione, e in forte crisi e sta forse pensando la stessa cosa.
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