Tre soli canestri e 8 punti per l’azzurro, 14 punti, 10 rimbalzi e 10 assist per lo spagnolo: dopo aver perso con 133 punti a Utah i Raptors vincono con 74 dimostrando di saper difendere. Mike D’Antoni assiste in Tv alla nuova sconfitta dei suoi Lakers
Gli Spurs vincono a Los Angeles con tripla di Denny Green che a sorpresa si prende il tiro decisivo, e due rimbalzi difensivi di Tiago Splitter, promosso starter , il secondo sul tiro finale di Pau Gasol che va lungo sul ferro. Si tratta ancora dei Lakers dell’”emergenza Bickerstaff” , ironia della sorte, il nuovo coach che dovrà guarire la squadra che questa stagione doveva far tremare il mondo, è a sua volta in via di guarigione per l’operazione al ginocchio. Mike D’Antoni era davanti alla Tv, potrà uscire di casa solo fra qualche giorno e imbarcarsi sul volo per Los Angeles dove l’attende una squadra da ricostruire nel gioco e nell’orgoglio.
Sono proprio contento di aver scelto, fra le otto del turno di martedì, di concentrarmi sulla partita di Indianapolis perché i Pacers sono sempre una squadra tosta, aveva già vinto di 2 punti il 31 ottobre a Toronto, e volevo capire, dopo la sconfitta al terzo supplementare della notte precedente a Salt Lake City come avrebbe reagito la squadra di Dwane Casey, che reputo un grande coach,. E chiedermi se Calderon, il regista delle grandi imprese della Spagna, 20 punti e 17 assist sul parquet dei mormoni, per la sua formazione sia più “funzionale” di Kyle Lowry , e se i Raptors abbiano maggiori possibilità di riprendersi dopo 6 sconfitte e tradurre nell’immediato in risultati il talento dei suoi giovani 23enni. Parlo di DeMar DeRozan, il cecchino, di Ed Davis e del rookie Terrence Ross (23 anni) e del lituano Valanciunas, altro rookie, ancora più giovane di 2 anni dei tre mori. E naturalmente cercare di capire, alla fine, se Andrea Bargnani, fermo a lungo per il vecchio problema al polpaccio, ha risolto il problema, tentato di migliorare questa estate il suo gioco e il suo fisico. E se il Mago fa parte di questa evoluzione, e fino a che punto è davvero interessato a mettere il suo stile di gioco e i 6 anni di esperienza al servizio dei compagni in questo passaggio generazionale interessante e che potrebbe trasformare i Raptors una delle squadre-rivelazione avendo anche altri giocatori di potenziale talento da rifinire, come McGuire o Amir Johnson.
Tornato sopra i 20 punti fissi in un paio di gare, pur avendo più tiri dei compagni, Andrea Bargnani non è purtroppo andato nemmeno in doppia cifra (8 punti, 2 canestri su 9 nel primo e 1/4 nel secondo tempo, 3/13 e 2/6 dall’arco in quasi 30 minuti), nella notte in cui i Raptors hanno però tirato fuori gli artigli dimostrando di poter vincere con la difesa contro una squadra dura, che usa molto i muscoli, e l’anno passato rese la vita dura a Miami nella corsa al titolo.
Ricordate la polemica di Vaughn contro Miami coi suoi furbi e impuniti floppers? Per la verità, Indiana che ha perso il carismatico Larry Bird nell’ufficio di presidenza, non riesce ad avere in questo inizio di stagione lo stesso contributo di Roy Hibbert, un centro credo sopravvalutato, grande fisico ma non pari personalità e tecnica per essere il terminale del gioco.
La sorpresa è stata grossa. E non tanto perché i Raptors non avevano Lowry, Fields e Anderson, tre pedine importanti, ma perché a meno di 24 ore di distanza da una sconfitta in un certo senso crudele, con 133 punti, con quasi 3 ore di gioco e un trasferimento aereo dallo Utah a Indianapolis, i Raptors hanno vinto meritatamente, anche se alla fine dei 15 punti di vantaggio (51-36 dopo l’intervallo) ne sono rimasti solo 2, ma sono riusciti a resistere eroicamente alle sfuriate agonistiche dei rivali riuscendo a vincere segnando solo 5 punti, un canestro e 3 liberi, nell’ultimo quarto, con Indiana che sbaglia nell’ultimo minuto quattro volte il tiro per andare al supplementare.
Calderon ha segnato e preso meno rimbalzi della notte precedente, ma è stato il MVP della partita con una tripla-doppia che è il biglietto da visita dei fuoriclasse, 14 punti (con 10 tiri),miglior rimbalzista dela gara con 10 e miglior passatore con 10 assist. Sarà difficile che un europeo possa fare meglio di questo centauro bassotto che galoppa senza sosta per tutta la gara, e te lo trovi da tutte le parti. Ha spinto l’azione, poi ha controllato il gioco, e i Raptors hanno vinto giocando con la testa, con 4 contropiedi soli contro i 23, ma giocando bene, con ordine,e riuscendo a imporre la loro difesa e a farsi rispettare ai rimbalzi, grazie a Valanciunas e a Amir Johnson e naturalmente alle prodezze di Calderon. Forse Dwayne Casey dovrebbe fare mete locale a quel che successe l’anno passato a Lowry. Si ammalò, Houston diede la regia in mano a Dragic, e la squadra cominciò a vincere. Lowry potrebbe essere un lusso, Calderon si è inserito fra i play di primo livello e si capisce adesso quale errore abbiano commesso i Lakers questa estate a non prenderlo.
Per quanto riguarda Bargnani, questa partita è un campanello d’allarme , rimane il giocatore-franchigia, ma la squadra adesso può vincere anche i suoi punti, con Valanciunas e Terrence Ross già pronti per questo livello, nascono possibilità con nuovi quintetti, andare tirare da sotto per il Mago non è facile, e quando non hai sicurezza calano anche le percentuali da tre. Deve trovare un nuovo stile di gioco, cercare l’uno contro uno e se vede un corridoio infilarsi dentro, caricare di falli le difese anche se – dato inquietante – nelle due partite vinte dei Raptors, non ha avuto tiri liberi.
Raymond Felton, da questa stagione play titolare dei Knicks si è concesso ben 23 tiri (21 punti), uno più del padreterno Anthony (22 tiri, 25 punti), con le sue triple ha spaccato la difesa e questa è una delle ragioni del secondo successo esterno a Orlando (quarto stop consecutivo). New York complice il calendario è 5/0, unica imbattuta, non aveva mai cominciato così bene, il successo casalingo di 20 punti con Miami fa storia a sé nel clima cupo subentrato dopo il passaggio devastante di Sandy, ma certo per la NBA il rilancio dei Knicks è un grande spot.
L’altra faccia della medaglia della Eastern Conference è invece Detroit che, penalizzata dal calendario (6 trasferta) ha perso 8 volte di fila, ma senza infamia come Charlotte lo scorso anno. Il club di Michael Jordan è ben intenzionato a cancellare il peggior record della lega (solo 7 vittorie l’anno scorso) e ha battuto Washington, squadra zoppa per gli infortuni di Wall (lo sostituisce Beal, una della matricole che si fanno onore) e Nenè, ovvero l’asse play-centro, con 21 punti di Ramon Session, che l’ultima stagione era il play dei Lakers, arrivato dalla panchina. La novità è la matricola Kidd-Gilchrist, un’ala che si è conquistato il ruolo di titolare.
Oltre al “Calde” l’altra sorprendente performance di questo turno porta la firma del brasiliano Varejao con 33 punti e 18 rimbalzi, che attacca assieme al turco Omer Asik il primato di Zach Randolp (Memphis, 14,5 per gara). Top-scorer è Melo Anthony con 27,3 di media, Bargnani che l’anno scorso era partito fra i top ten è 25° con 17,5 ma con gli 8 punti perderà terreno. Negli assist Rajon Rondo è di un altro pianeta (12,9), fra i primi 10 c’è lo sloveno Goran Dragic (Phoenix, 7,5) mentre Calderon (6,4, 18°) partito come cambio di Lowry promosso a titolare per l’infortunio del compagno ha servito 27 assist nelle ultime 2 gare. E’ difficile fare meglio di Rondo.
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Risultati 13 novembre – Charlotte-Washington 92-76 (21 R.Session; 19 Ariza); Orlando-New York 89-99 (18 Redick, 12 Vucevic + 10 ri; 25 Anthony, 21 Felton e JR Smith); Indiana-Toronto 72-74 (18 Hill; 15 De Rozan, 13 Calderon + 10 ri, 10 as); Brooklyn-Cleveland 114-101 (26 D.Williams + 10 as; 34 Irving, 14/14 tl, 33 Varejao + 18 ri); Sacramento-Portland; LA La Lakers-San Antonio