Serrata dura, lockout a oltranza: l’Nba non parte

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* con piacere anticipiamo la new entry nel club di pallarancione.com di un mostro sacro del basket italiano. La penna di Enrico Campana ha saputo e continua a essere micidiale come le schiacciate in faccia all’avversario che hanno segnato la storia della pallacanestro. Averlo in squadra, continuare a imparare anche solo standogli di fianco o comunicando qualcosa via msn è un onore. Perchè, alla fine della giornata, resti l’ignorante di sempre ma sei di volta in volta più imparato cresciuto. E non sai mai – davvero mai – se a lasciare il segno è stato più l’uomo Enrico o il professionista Campana.

Che, per intanto, si presenta così.

*di Enrico Campana

Era scontato da tempo, anche se è di poche ore fa  l’ultima fumata nera nella difficile vertenza fra i proprietari della NBA e l’Associazione Giocatori per cui la serrata  (lockout) è ufficiale.

Il summit di lunedì sera a New York, ultima possibilità di far partire il campionato professionistico il 1° novembre dopo aver perso già 200 milioni di dollari con la cancellazione delle pre-season, è stato snervante e interminabile e dal bui di una notte newyorkese si materializza una realtà  devastante. E questo  dopo 3 mesi e mezzo di schermaglie, colloqui interrotti sul nascere, con i proprietari che vogliono recuperare una fetta dei proventi (dal 57% garantiti ai giocatori al 50% minimo, anche se la loro richiesta iniziale è stata del 47%) per far ripartire il campionato. Il commissioner della NBA, l’avvocato David Stern dopo 7 ore di discussione ha abbassato la guardia annunciando ai giornalisti che le prime due settimane della regular season verranno cancellate.

L’ipotesi è quella di ripartire il 15 dicembre.

“Abbiamo sperato fino all’ultimo di poter trovare un accordo ma non ci siamo riusciti. A questo punto siamo costretti a cancellare le prime due settimane di regular season. Noi e il sindacato purtroppo siamo lontanissimi su troppe questioni”,

ha ammesso il commissioner che da parte sua è colpito nel portafogli in quando viene congelato il suo stipendio da 24 milioni di dollari, mentre quello medio dei giocatori è di  ben 5,4 milioni di dollari. E’ vero però che ci sono giocatori che guadagnano 4-5 volte tanto, ad esempio  Kobe Bryant ne guadagna  25 milioni, mentre per quanto riguarda gli italiani Andrea Bargnani ha firmato l’anno scorso con quinquennale per 50 milioni,  10 all’anno, mentre Danilo Gallinari (che ha debuttato domenica con la maglia Armani) guadagna 4 milioni e il suo contratto con Denver scade al termine della prossima stagione.

L’obiettivo era quello di trovare un avvicinamento, si parla di 3 soli punti di distanza in materia di salary cap, invece le parti si sono irrigidite sulle proprie posizioni, mantenendo così una a livello di pelle una distanza …irraggiungibile.

Abbiamo parlato per ore, senza riuscire ad avvicinarci minimamente“, ha detto Stern che oltre lo stipendio si gioca la faccia. Da parte sua Billy Hunter, l’avvocato che guida il sindacato dei Giocatori ha sottolineato che ha strategia della controparte non paga: “Evidentemente i club si aspettano che i giocatori cedano appena inizieranno a non incassare lo stipendio – è categorico il numero uno del sindacato Billy Huntersappiano che non sarà assolutamente così. Abbiamo ben chiara la situazione e siamo tutti uniti”.

I giocatori sono uniti su questa linea di Hunter, vedi il ricorrente messaggio “Stand United” che compare sui Social Forum. Il pericolo è che non si vada a finire come nel 1998-1999, che portò a una stagione mutilata di sole 50 partite. Ma secondo David Falk, l’ex manager di Michael Jordan, stavolta è peggio: “Se si perde una sola partita, stavolta salta l’intera stagione” tuona  Falk che considera ormai bruciati i due rappresentanti delle due parti, Stern e Hunter e propone di trovare due nuove figure per riprendere le trattative.

Che si chieda per sloccare la mediazione di Obama, un tifoso di questo sport?
Ovviamente il brusco stop rilancia l’ipotesi di vedere Kobe Bryant in Italia con la maglia della Virtus Bologna. Claudio Sabatini patron della societàè bolognese  che dice di aver fatto due proposte a Kobe, una per una sola partita, l’altra per un contrato da 37 giorni.

E’ in attesa di una telefonata da Los Angeles, anche se Kobe è invitato dai colleghi a dare il massimo sostegno all’Associazione e giocare in Italia per un cachet da capogiro non sarebbe certo una prova di solidarietà per i compagni che in questo momento non hanno contratto o il mutuo da pagare.

E’ probabile invece che Andrea Bargnani dopo il no secco di Siena valuti la possibilità di giocare nella sua Roma, anche se la sola copertura della polizza assicurativa è di 840 mila dollari. E sul mercato c’è anche Belinelli che gioca a New Orleans e ha un contratto in essere.

Chiaramente questo sciopero “arricchisce” tecnicamente  i campionati europei e anche l’Euroleaga, ma è anche il pericolo che questa diventi una variabile impazzita che potrebbe falsare i valori. L’errore della FIBA, la Federazione mondiale,  è stata quella di non attestarsi su una linea protettiva  come quella della  Cina che permette ai giocatori della NBA di trovare un ingaggio, a patto di giocare  però l’intera stagione. Per cui Yi Jainlian, il miglior giocatore, ha preferito lasciare la NBA e tornare in patria.

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