In Slovenia azzurri fuori dai quarti degli europei con gli stessi punti di altre 3 squadre, tanta sfortuna ma anche le solite carenze di scuola, di selezione e una A che considera i giovani un patrimonio mercantile. All’ultimo giro di roulette di Domzale, con 5 squadre a pari punti, già sicura la Slovenia, la fortuna ha premiato Lituania, Spagna e Lettonia. Bocciate Turchia e Italia.
I quarti dell’Europeo under 16 sono Serbia-Lettonia, Germania-Spagna, Slovenia-Francia, Lituania-Grecia. Delle medaglie di Bilbao 2011, manca l’Italia.
Che rabbia sapere che passano al 2° e 3° posto due squadre che l’Italia ha sconfitto, la conferma delle buone qualità pari al deficit di esperienza (6 debuttanti), problemi strutturali e contingenti (i lunghi) e di scuola. La colpa non è il campionato in sé, ma chilo gestisce, i nuovi dirigenti della Spaghetti League che non escono da una cultura sportiva e ragionano con altre logiche.
Pochi mesi fa questa amara verità era infatti emersa anche dal sondaggio post-europei della Gazzetta dello Sport on line. I lettori di basket, forse i più preparati e tecnici fra tutti i colleghi delle varie discipline, avevano attribuito ai nostri dirigenti il fallimento della spedizione europea che ci costa i Giochi Olimpici. Ed è lì, senza bisogno di guerre, lasciando la A al suo destino, che la Federazione dovrebbe intervenire, come contrappeso, cosa da escludere: ci aspetta un quadriennio che punta alla normalizzazione, alla mediazione politica. Speriamo si voglia almeno di puntare sulla ricostruzione di un vero Settore Squadre Nazionali vero, non questo attuale, generazionalista e senza rappresentatività internazionale. Se occorre un SSN “contro”, nel senso di controcorrente, come è stato nei migliori anni del basket, prima con Coccia e Primo e poi con Rubini e Gamba. Magari rivalutando l’ultimo segmento, quello dell’argento olimpico di Recalcati che avrebbe dovuto avere come naturale sbocco la sua messa al vertice della struttura. Una posizione molto più utile dei miracoli che l’ex CT ha fatto a Varese, o quelli farà ancora a Montegranaro. Era il personaggio in grado non solo di garantire una miglior dialettica di gioco ma anche di occuparsi anche dell’arbitraggio, una scheggia impazzita, questa, del sistema da riportare nell’ambito azzurro.
Rocambolesco il recupero delle squadre baltiche nelle ultime 48 ore. Entrate nel girone di qualificazione per ultime con zero punti, addirittura ancora a secco la Lettonia alla vigilia delle due gare finali che vince il derby per un regalo dei cugini e suona l’Italia. Da parte sua la Lituania col +31 dei turchi passa dall’ultimo al secondo posto.
Troppo generosa la fortuna con la Spagna campione uscente, ma una squadra meno forte di quella dell’oro di Bilbao di un certo Mirotic. L’ossatura è quella della juniores vincitrice dell’oro lo scorso anno, con due giocatori di alto livello, Alex Abrines, recente acquisto dal Barcellona, e “Indio” Diez del Real Madrid deludente nelle ultime gare. La Spagna ha perso tutte le tre gare della qualificazione, compresa quella con l’Italia, sfruttando la rendita dei due successi nel preliminare (Turchia e Lettonia). Vi pare giusto?
Nell’altro girone, Kraniska Gora, situazione chiara per il 1° e 2° posto: la favorita Serbia, vice-campione del mondo Under 19, non ha incontrato ostacoli. La Germania con i vari Neumann, Theis, Voigtmann e il play Schroder è la vera sorpresa. La Russia si sgonfia (0/3) dopo aver vinto il preliminare (3/0) e la Grecia nell’ultima gara fulmina una Francia che tanto fa e tanto disfa, passa al 4°posto e non vale quella di Albicy e Fournier.
Oltre l’inesperienza, con 6 debuttanti e i pochi giocatori di A inseriti nel roster ma senza avere mai l’opportunità di un test vero durante il campionato, problema che sta aggravandosi con la politica del passaportato dannosa oltre che ipocrita (mendace la tesi che permette un risparmio sul budget e alza il livello tecnico…), si potrebbe discutere anche sulla qualità atletica dei giocatori italiani. Ma qui ci andrei piano, ci sono indizi e non prove, e comunque un’Italia che perde di 27 punti con la Turchia e 24 ore dopo batte la Spagna ha dimostrato capacità di recupero. Anche se probabilmente si è capito negli ultimi 80” con gli spagnoli, quando da più 9 ha rischiato di perdere con l’ultimo tiro, che la benzina era finita. E non ha avuto più energie nervose, contro la Lettonia, la gara da vincere, e ha combattuto l’ennesima gara in manifesta inferiorità fisica. E’ successo dalla prima giornata. Non si può andare lontano in un europeo con due centri di 2,04, uno dei quali, Amedeo Tessitori, gettato nella mischia a soli 17 anni per il suo enorme talento di attaccante , dovrebbe passare l’estate per cambiare ruolo e cercare di essere il Blake Griffin europeo.
Le squadre migliori abbondano di supergiganti, se ne contavano una ventina. Innanzitutto i serbi col 2,19 Nemanja Bosic e il 2,11 Stefan Nastic, il 2,15 sloveno Alen Omic, i 2,09 tedeschi Neumann e Voightman, il 2,12 turco Ramazan Tekin, il 2,15 ucraino Artem Pustovy, cannoniere della manifestazione. Il nostro miglior rimbalzista, Awudu Abbas, misura 1,96, l’intera batteria dei tiratori, i vari Ceron, Mian, Laganà, non arriva i due metri. E per batterci ai lettoni sono stati sufficienti due ali forti, Timma e Silius.
Anche a livello di sub-giganti eravamo dunque inferiori, e il capolavoro di Stefano Sacripanti è stato quello di ottenere il massimo, come ha fatto negli ultimi anni con la under 20 accreditata dei migliori risultati del settore, un gruppo che fa storia a sé e che magari con questo risultato si vorrà smontare come premio al sistema che ci ha lasciati al palo negli ultimi due anni. Ha ottenuto, il coach canturino, risultati con con mezzi modesti soprattutto fra i lunghi.
Ok ai Media Day, alle belle iniziative come giocare sulla portaerei, utile per portare un messaggio di pace, ma vogliamo pensare al reclutamento? E impedire che i giovani non siano un elemento mercantile, niente più di un ultimo un segnaposto italiano nelle varie formazioni professionistiche, nella speranza di fare l’affarone e vincere qualche titolo giovanile seguito solo dagli addetti al lavori?. Ma a Meneghin, il gigante azzurro per eccellenza, non è mai venuto in mente di lanciare un G-Day, una caccia al gigante?. Non gli si potrà chiedere, purtroppo, essendo in scadenza l’unico provvedimento che riporterebbe il basket italiano al centro dell’attenzione: togliere i vivai alle squadre di A offrendogli quello che fingono di volere, la liberalizzazione. Togliamogli la riscossione dei parametri, il ritorno di parte delle multe, e chiudiamo quel sottomercato per dare alla A la possibilità di realizzare quel valore marketing che i suoi club vantano. Spostiamo il sistema su un bel campionato Under 22, con 2 giocatori stranieri freschi di college, o se comunitari alla prima uscita, i draft quale elemento di compensazione economica e di vetrina.
E’ troppo difficile perché troppo semplice?. Non ha forse mandato un segnale, in questo senso, la Benetton decidendo di rimanere nel basket col vivaio, pur essendo il club europeo che ha dato più giocatori al draft NBA negli ultimi 12-13 anni?.
Le cifre confermato pregi e difetti di questa squadra e del suo allenatore Sacripanti. Sa costruirsi buoni tiri, e grazie al gioco, un play ficcante e molto migliorato, il marchigiano Traini contrifigura di Beppe Poeta, e alla caratteristica di attaccanti puri dei vari Laganà, Ceorn e Mian. E difatti è al 3° posto come attacco (78 di media) ma manca di un riferimento preciso a difesa schiera, il grande centro, e ha pagato l’inesperienza e la stanchezza in difesa. Da qui gli 85 punti di media, il peggior passivo fra le 8.
La piacevole scoperta è stato Awudu Abbas, sua la miglior partita, 24 punti e 13 rimbalzi, e il maggior apporto ai rimbalzi pur essendo 1 metro e 96. Il più continuo è stato Traini. Ceron con 29 punti ha firmato il successo con la Lituania ma in altre quattro partite ha segnato 4,5 punti di media, ha peccato di continuità e personalità.Un passo indietro rispetto all’Under18 di due anni fa, mentre l’anno scorso era chiuso in questo ruolo da Gentile. Stesso discorso per Fabio Mian, a secco nelle prime due gare, 6,7 di media, non migliorato rispetto i due europei Under 18 2009 e 2010. Non ha pagato, dunque, aver mandato in presto nella A dilettanti i due cecchini del Triveneto. Stessa cosa per Spizzichini.
Laganà deve costruire un tiro con più certezze, male il 27,3 da 3 e soprattutto il 58% nei liberi, ma ha lottato, è stato il 1° nei recuperi (3,8 di media) e con 12,7 migliorato rispetto l’Under16 di due anni fa.
Non mi stancherò quindi rilanciare la mia proposta di togliere i vivai alla A e darli alle squadre dilettanti, i soli che possano valorizzarli per gradi e portarli pronti al debutto in A. Se vogliono i club, per non sentirsi defraudati, possono costruire società satelliti, ma le regole devono essere le stesse per tutti.
I punti critici sono stati il tiro da 3, 101/153, 29,5 per cento che ci vede all’11° posto, la difesa (penultimo posto) con 81,7 contro il 61 e 69 di media di Serbia e Slovenia, i rimbalzi (penultimo posto, 32,5 contro i 39 della Lituania), il 14° posto degli assist è deludente, significa fondamentali e personalità, e qui gli allenatori devono cospargersi il capo di cenere.
L’aspetto dell’impegno che fa dell’Italia in ogni competizione giovanile una brava formichina è confermato al minor numero di palle perse (12,8) e le palle recuperate. Il 3° posto di questa squadra (ma attenti bene: ben metà della squadra sono del radar Laganà…).
Ma giocare per non perdere palle significa anche rischiare meno, e certo spremere di più le meningi e il fisico. E’ qui che bisogna intervenire di scuola, ma i nostri grandi allenatori di oggi sono da parata. Vivono all’estero o sono stranieri in Italia, ballano stipendi da 1 milione di dollari e cosa vuoi che gli importi loro della filiera azzurra…
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