La scomparsa di Dido Guerrieri Eternauta del basket

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E’ morto a Sesto San Giovanni, dove abitava, uno degli allenatori più caratterizzanti del basket italiano, il professor Giuseppe “Dido” Guerrieri. Era nato a  Civitavecchia il 21 maggio 1931, aveva preso la maturità classica al Giulio Cesare di Roma, e questi buoni studi ha tradotto in cultura spicciola molto utile nel momento della crescita di un basket che assumeva un’identità diversa, non solo più Razza Piave, cioè una struttura morfologica, il gigante , ma il gigante di talento sì, ma  pensante….Lui avrebbe voluto tutti laureati, ma non per snobismo, per alzare il livello generale.

Dopo qualche anno di medicina, attratto dal basket passò all’Isef  diplomandosi nel 1955, quando il titolo  di Maestro dello Sport valeva una laurea perché si esplorava anche la scienza, l’anatomia, la macchina umana sportiva.

Si  considerava forlivese di adozione perché  in Romagna, un tempo romana papalina,  cominciò la sua carriera lasciando l’insegnamento scolastico per diventare uno dei primi  professionistai della palla a spicchi.

Il suo ingresso nel “grande basket” avviene con squadre-laboratorio stimolanti,  l’Alco Bologna dal 73-74, poi la Mobilquattro/Pall.Milano, la Mobiam Udine, Reyer, Pall.Vigevano, Auxilium Torino, una puntata nella sua Roma, il ritorno al nord (Aurora Desio) per calarsi perfettamente nell’ormai acquisita “torinesità” con altre due fasi della propria opera di “seminatore” del “gioco bello” ed amante del bel gioco coi suoi valori e del basket americano di cui era profondo conoscitore, e che toccò da vicino trasferendosi poi negli States ma non più come esperienza professionale diretta.

Se avesse avuto l’Italia un campionato NCAA, un basket in cui l’insegnamento è un valore accademico al pari della fisica e della matematica o della letteratura, sarebbe stato non solo “il professore” ma avrebbe avuto una carriera al pari dei grandi coaches delle università che lo conoscevano e l’apprezzavano e come g dicevo a lui e anche a pochi altri avrebbe guadagnato almeno 1 milione di dollari”e non avrebbe camminato invece nelle sabbie mobili   nell’italietta invidiosa delle malelingue e dei furbetti dove la preparazione, la cultura, le convinzioni spaventano. E’ stato un coach che viaggiava nel futuro, l’ Eternauta come amava definirsi, e che il “milieu” giudicava magari  per la data di nascita. Vai a vedere, difatti, cosa hanno realizzato  i giovani che oggi manovrano le leve, che il buon Dio  – che di lassù si farà raccontare da lui  come costruire un giocatore di valore e di ottimi principi –   ci scampi dal sapere tutte le “imprese” dell’ultima leva che dirige il basket-spaghetti  che a volte considera un coach come un burattino. Il grande basket nasce da un grande allenatore delle giovanili, appunto un professore.

Non devo scordarmi di ricordare che è stato l’assistente di Rubini al Simmenthal che capiva bene di aver bisogno di un collega più giovane e  “americanologo” che conoscesse il nuovo basket che arrivava dagli Stati Uniti dopo la gomma americana e i jeans. E’ stato anche istruttore federale e Valerio Bianchini, suo assistente a Vigevano, lo ricorda con affetto e riconoscenza perché “ha traghettato il basket italiano verso l’America, e avevi l’impressione che Oscar Robertson fosse suo amico e vicino di casa”.  Quando Rubini lo mandò a Indiana da Bobby Knight per scoprire come mai la sua squadra fosse la più forte di tutte,   folgorato dalla scoperta della “help and recover”, la difesa che ha cambiato il basket in positivo, presentò la sua relazione al capo delle nazionali con la stessa trepidazione di quando Copernico scoprì che la terra girava attorno al sole. Ma il grande capo lo prese da parte e gli disse: “Dibo, bisogna tenere nascosto questa cosa perché i nostri allenatori non sono ancora preparati”.

Ha scritto per Superbasket articoli di tecnica e costume divertentissimi e a volte sapidi, dal 1990 era allenatore onorario e nel 2011 ha fatto il suo ingresso nella Hall of Fame italiana a pieno titolo, e con tante gente a festeggiare l’amato  “Basketnauta”.

Alla famiglia del professor Guerrieri le più sentite condoglianze da parte di Pallarancione.com.

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