I campioni cedono nel finale, il taiwanese migliore con 28 punti, 14 assist, 5 recuperi. Grande giornata anche degli europei Ersan Yliasova, Ricky Rubio e Marcin Gortat. New Orleans ha licenziato l’ex senese Summers.
L’IN-cantesimo continua. Nella incredibile riscossa di New York, Jeremy Lin si conferma il profeta (8 vittorie nelle ultime 9 partite) superando sempre i 20 punti e con una nuova doppia-doppia che ne fa l’indiscussa star, la favola della NBA per essere arrivato a New York con un contratto di 10 giorni, senza potersi pagare l’albergo e la fortuna del merchandising della Lega che non riesce a tener dietro agli ordine di magliette, cappellini, poster, soprattutto da parte del mercato asiatico dove il taiwanese è diventato un mito. Sfuma il confronto con Ya Jianljan, star cinese dopo il ritiro di Yao Ming, oggi ricco imprenditore grazie ai milioni guadagnati coi Rockets, che il coach di Dallas ha recuperato dalla D-League ma non manda in campo, con grande dispetto della stampa per favorire il disgelo delle due Cine.
Assente ancora Anthony, al rientro di Baron Davis, suo pari ruolo, che però resta in panchina perché lui va a mille, Jeremy regala contro i campioni in carica, in pieno rilancio (5 vittorie) un pomeriggio domenicale indimenticabile ai 20 mila del Madison. Oltre al solito parterre de roi, con il regista Spike Lee che gira con una berretta tibetana e la maglietta di Lien dei tempi del liceo a Palo Alto, ci sono Kevin Kostner, tanta mondanità e anche l’affascinata Eva Longoria tentata nuovamente dal basket nonostante il divorzio con Tony Parker per una questione di corna del tutto uguale a quella di Vanessa Bryant.
Non ha parole Mike D’Antoni, dopo una gara perfetta del suo play che a fine settimana a Orlando debutterà nell’All Star Game delle promesse: 28 punti (11/20), 14 assist (migliore della giornata assieme a Steve Nash), 5 recuperi (migliore della giornata), zero falli, 4 rimbalzi, 4 assist, 7 perse del tutto giustificabili. Ha giocato 45’36” per la squadra che ha preso ritmo favorendo l’inserimento di JR Smith, l’ultimo arrivato, che segna 15 punti al rientro nella NBA dopo l’esperienza cinese mentre ancora una volta risulta decisivo Novak, ex Marquette, con canestri pesanti come era successo con Sacramento.
“La sua è stata una partita assurda. Il suo cuore è immenso, non puoi insegnargli niente”
dice Mike D’Antoni meravigliato e commosso dell’intensità del suo giocatore che da parte sua si è fatto piccolo:
“Oggi tutti hanno daot un gran contributo, quando si muove la palla, si gioca così, il premio è sempre qualcosa di importante”.
Ma il successo non è stato facile, Dallas ha avuto uno strepitoso Nowitzki (33 punti) che però non è riuscito a ottenere la sua millesima stoppata, e pagato percentuali di tiro negative da parte di Terry (5/13), Kidd (3/9) e Odom (1/6). Dallas è stata però avanti anche di 12 punti, ha accusato un 22-32 nell’ultimo quarto, sul 78-80 c’è stato un parziale di 12/12 con quattro missili, 90/81, non c’è stata più storia. Altra festa dei Knicks che giocano martedì coi Nets, mercoledì con Atlanta e giovedì fanno visita alla capolista Miami prima dei giorni dell’All Star Game.
Grande giornata per i giocatori europei, soprattutto per Ersan Yliasova e Ricky Rubio. Tornato in quintetto, il gigante turco, è stato devastante con 29 punti (un terzo della squadra) e 25 rimbalzi (la metà, con 13 rimbalzi d’attacco!) e a Newark ha dato una scossa a Milwaukee che stava scivolando perché forse Brandon Jennins vuole andare via. Ricky è stato il top scorer della squadra di Kevin Love e ha segnato 22 punti più 6 rimbalzi e 5 assist portando Minnesota in parità fra gare vinte e perse. Stagione importante di Marcin Gortat: nuova doppia-doppia pesante del polacco per il successo casalingo coi Lakers (21 punti, 15 rimbalzi), meglio di Bynum e Pau Gasol.
Nel ranking Miami migliora il suo 1° posto (25/7, 78,1) ottenuto sabato con lo scivolone casalingo di Chicago battendo al ritorno nella sua casa Orlando nel derby. Un passettino in avanti anche Oklahoma, al 3° Chicago, al 4° San Antonio con la più lunga striscia vincente della stagione, 10/0 dopo il successo on the road di sabato coi Clippers. Sono “calde”, dietro la squadra di Tony Parker, Miami (6/0), Memphis (4/0), Detroit, Minnesota e New Orleans (3/0) mentre a causa dell’infortunio di Gallinari perde terreno Denver (0/3) nonostante il recupero del russo Mozgov, la vena di Afflalo e la bella partita di Oklahoma dove ha segnato comunque 118 punti subendone però 124 .
Col Gallo alle costole, certamente Durant non avrebbe segnato 51 punti, il suo record in carriera. Boston dopo aver fermato i Lakers ha perso il suo spirito agonistico, pesante sconfitta a Detroit, adesso rischia il sorpasso da parte dei Knicks di Jeremy Lin. Week end amato anche le losangeline, soprattutto per Chris Paul, mentre Kobe Bryant ha fatto un’ottima partita a Phoenix ma i Lakers non possono vincere con una guardia “passiva” come Derek Fisher, evidentemente spremutosi come capo del sindacato giocatori, nel muro a muro contro i proprietari, e una panchina di 8 giocatori che hanno segnato in tutto 23 punti, con 10 canestri su 26 tiri. I Lakers che stavano per ingaggiare Chris Paul e trattavano Howard devono dare un segnale di mercato,potrebbe essere Juan Calderon play dei Raptors?
Uno sguardo al mercato minore. New Orleans, la squadra di Belinelli, ha scaricato DeJuan Summers, il fuggiasco di Siena, partito ben 5 volte sulle 15 gare con 68 punti totale, 4,1 di media e 1,1 rimbalzi. Lo rivedremo in Italia? Chiusura di rapporto anche per Cardell Johnson e Keit Bogan (New Jersey) e il portoricano Ronaldo Blackman (Knicks) che l’anno passato era entrato nel pacchetto di giocatori del trasferimento di Melo Anthony, Gallinari, Mozgov e Koufos. Ingaggiati con un contratto di 10 giorni, per intenderci stessa trafila di Lin con New York, Solomon Jones, Donald Sloean e Lance Thomas (New Orleans), Mike James (Chicago), Eric Dampier (Atlanta) mentre Miami ha richiamato il centro Mickell Gladness, New York ha firmato JR Smith, Malcom Lee (D-League, Sioux Falls) per Minnesota e Greg Smith (D-l Rio Grande) per Houston.
Capitolo infortuni. Ancora fuori, da 5 gare, per problemi alla schiena, Derrick Rose, MVP della scorsa stagione. Jordan Farmar, il play del Maccabi, tornato ai Nets ha avuto alti e bassi e si è fermato per uno stiramento inguinale, lo stesso problema di Melo Anthony che ha saltato anche la gara con Dallas. Stop per Jason Richardson (Orlando) e Jordan Hill (Houston) e Eric Gordon. La star di New Orleans (e fra i 20 del Dream team) infortunatosi al ginocchio nella prima partita della stagione coi Suns segnando il canestro della vittoria dopo un periodo di cure e rientrato fugacemente (21 punti di media in due gare) è stato costretto e fermarsi e nei giorni scorsi è stato operato al ginocchio, tornerà fra 6-7 settimane. Marco Belinelli ha preso il suo posto in quintetto.
Risultati domenica 18 febbraio: New York-Dallas 104-97, Miami-Orlando 90-78, Detroit-Boston 96-81, Cleveland-Sacramento 93-92, Indiana-Charlotte 108-73, New Jersey-Milwaukee 85-92, Houston-Utah 101-85, Minnesota-Filadelfia 92-91, Oklahoma-Denver 124-118, Phoenix LA Lakers 102-90.