Valentino Renzi confermato per altri due anni presidente di Lega, playoff tutti a 7 gare dalla prossima stagione. Il prossimo campionato parte il 30 settembre, si finisce più tardi: il basket estivo non sarà purtroppo più quello dei fortunati “tornei estivi” di una volta, ma un gioco poco spettacolare nella calura di impianti inadeguati.
Titolo dell’assemblea di Legabasket di mercoledì 9 maggio: Tanto rumor per nulla, o meglio tanti mugugni per nulla.
Niente rivoluzioni, per quanto tuonasse da destra e manca sull’arco alpino. Il basket purtroppo ha vissuto un altro giorno grigio e anche molto amaro, l’ennesima attesa delusa, l’inerzia fintamente progettuale. E non solo per l’addio alla A della Benetton che perlomeno lascia ad un consorzio trevigiano affidabile e alla minaccia di Roma di chiudere definitivamente bottega. Anche se chi dentro i muri della Fip avrebbe raccolto lo sfogo del presidente Claudio Toti per il 13° posto (13 vittorie e 19 sconfitte, niente Final Eight, niente playoff, rinuncia all’Euroleague, ennesimo cambio di allenatore a metà stagione, squadra già in smobilitazione generale) giura che l’anno prossimo la Virtus-Acea e l’imprenditore edile saranno ancora della partita. Magari con la regia di Giovannino Malagò, che nella capitale è un dirigente di cerniera, e pensa anche alla poltrona del CONI dopo Petrucci.
Per diverse squadre la stagione è stato un calvario dal punto di vista economico (vedi il comunicato dei giocatori di Teramo per gli stipendi arretrati). Per cui questa Lega dopo il deludente risultato del gradimento-TV (declassamento dal palinsesto generalista di La7 al digitale) per accontentare le Tv territoriali (altrimenti Sky sarebbe rimasto) e dopo lo smacco dell’ammissione d’ufficio di Venezia con una sentenza del tribunale Sportivo del CONI, ha pensato più a tenere nel gregge le pecorelle in difficoltà.
Giusta nemesi, è stata retrocessa la Junior Casale. Una società-pilota emergente, solidissima, protagonista con un diritto acquisito sul campo, di un debutto onorevolissimo in serie A, che ha fatto realizzare anche un palasport, creato eventi sociali e il cui presidente, Giancarlo Cerutti, è presidente dell’editrice del quotidiano di Confindustria. Sicuramente sarebbe stato lui l’uomo giusto quale presidente per il cambiamento e il ritorno ai presidenti-imprenditori direttamente responsabili, e non ai manager provenienti da altri mondi, senza adeguata cultura sportiva e argomenti sportivi. Per cui il risultato è stato quello di aver fatto salire solamente il tetto di spesa e spezzato in due il basket e il campionato, anche se la classifica corta di quest’anno potrebbe dimostrare il contrario. E non mancherò di spiegare le mie convinzioni, basta guardare ai passaporti e all’età.
Guarda caso, tornando a Casale il suo presidente-manager protagonista del più alto livello del panorama imprenditoriale italiano, è stato retrocesso. Non ho letto di arbitraggi da turarsi il naso, tipo l’ultimo di Bologna-Cantù con due note di un giornalista bolognese per due fischi finali decisivi. Credo però, discorso che riguarda anche alcune squadre che si sono salvate, scocci moltissimo perdere con club che contravvengono alle norme e con i giocatori non sempre dell’umore giusto per garantire l’impegno massimo e la regolarità di un campionato professionistico.
Questo hanno rimarcato diversi club (e anche in Legadue e dilettanti) per mesi, poi al momento buono peccato abbiano ritirato la mano. Ipocrisia o convenienza, o semplicemente una statura dirigenziale inversamente proporzionale al costo del basket rispetto a una volta, quando grandi imprenditori spendevano ed erano spesso felici anche senza vincere il titolo.
Dalle nuove torri di Bologna, sede ormai decentrata e utile solo all’attuale asse, è uscito quindi un compromesso tipico all’italiana. Meglio il tran tran che il rischio sano del cambiamento perché chi vuole prendere leadership di Siena aspetta e vaticina chissà quali eventi per agire e Siena che tira le fila del consorzio dalle dimissioni polemiche, tre anni fa, di Franco Corrado, ex patron di Cantù, nulla di nuovo, facevano così anche prima le altre, continua ad avere meno alleati ma ben forti che probabilmente si faranno onorare questa alleanza.
Infine, una contraddizione. Un taglio e un raddoppio.
La solita politica di questa Legabasket che scontenta del suo presidente, figura manzoniana alla Don Abbondio, in diverse occasioni attaccato da più parti per il piccolo cabotaggio che gli ha fruttato 1 milione e 50 mila euro di stipendio in tre stagioni, il 10 per cento del fatturato incasso di una stagione, questo senza aver mai avuto credenziali da manager (e nel basket 2 soli stagioni di A1 con una Scavolini lontana dagli anni degli scudetti) guadagnerà 150 mila euro lordi. Che fa sempre una bella sommetta. Diciamo che Legabasket come datore di lavoro è stata una nicchia felice per tutto il suo management, anche in anni di flessione per l’interesse del campionato, e lo stesso designatore in 7 anni è arrivato a mettere assieme 350 mila euro, col risultato di polemiche ed esposti che finiscono con archiviazioni solo per amor di patria. E non voglio parlare di ragion di stato, perché non vedo a chi gioverebbe un’immagine tanto scaduta, anche a chi vince, come quella che ci offrono spesso dossier dei due principali settimanali che politicamente all’opposto convergono sulle analisi della gestione del basket.
Valentino Renzi è presidente dal 16 gennaio 2009. Siede anche nel consiglio federale della Fip dove si è segnalato solo per attaccare il presidente degli arbitri, mentre i suoi progetti sulla ristrutturazione dei campionati non mi sembra abbiano cambiato di una virgola l’attuale assetto. Invece, se non sbaglio, Legabasket ha visto tornare al mittente la Convenzione che garantiva, fra gli altri, ai club di A certi incentivi per l’utilizzo dei giovani. Non è stata controfirmata dal CONI, per il pericolo dell’intervento della Corte dei Conti che, mi spiega un esperto in materia, va lento ma arriva a destinazione. Quindi il caso è aperto.
Ah, dimenticavamo che la Supercoppa occupa un week-end, il 22-23 settembre. Il comunicato parla anche di non meglio precisate “disposizioni per la permanenza e la serie A al campionato e i relativi paramentri e scadenze”. Ma è sicuro presidente Renzi che la gente non pretenda di sapere le regole del gioco, onde essere rassicurati sull’applicazione delle norme per il ripetersi di casi di gestioni economiche come quelle che abbiamo sott’occhio?.
Nemmeno una dichiarazione del rinnovato presidente-stipendiato, per far conoscere urbi et orbi il suo progetto di rilancio, e soprattutto come trovare nuovi investitori e sponsor per compensare quelli che escono (e fra questi ci potrebbe essere anche Scavolini). Nemmeno un rigo invece leggo per l’uscita di scena della Benetton e allo stile con cui la famiglia ha passato la mano, e continuerà a fare basket nelle giovanili mentre lasciala pallavolo. Un bel gesto, speriamo non sia l’ultimo di un club che ha vinto molto, ma soprattutto ha tenuto una media di risultati nel suo arco di 25 anni, realizzando con un Benetton appassionato di basket e un ad arrivato dal basket, anche un Palasport di proprietà e un campus di livello internazionale. Tanti successi, tanti impianti, e purtroppo tanti rimpianti.
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