In una partita-chiave per i playoff Danilo Gallinari si frattura il pollice della sua preziosa mano mancina e deve lasciare il campo nel 3° quarto, Dallas prende il largo (17 punti alla fine, con 33 punti, 11 rimbalzi e 6 assist di Dirk Nowitzky). Svanisce il sogno di Denver del sorpasso sui campioni che usciti alla grande a San Antonio da una crisi di 7 sconfitte esterne e col successo nettissimo di High Mile City vanno all’attacco di Memphis e Clippers, e fanno un pensierino anche al 3° posto dei Lakers i quali hanno subito domenica, con la tragica partita di Bryant, un brusco stop casalingo con Utah.
Nella serata in cui hanno vinto le 6 squadre in trasferta e Chicago ancora orfana di Derrick Rose ha strapazzato Orlando permettendogli solo 59 punti, il peggior record nel punteggio della NBA, Gallinari tornato a essere la pedina decisiva nelle ultime 3 partite dopo le 13 gare saltate per l’infortunio alla caviglia del 6 febbraio contro Houston pur non tirando bene (1/7) stava sostenendo la squadra (6 rimbalzi, 7 assist) e si era fatto notare con un assist schiacciato a terra per Faried, uno degli highlinght più spettacolari della giornata.
Adesso si aspetta il responso dei medici, i raggi X hanno confermato la frattura, perdita importante, di un giocatore carismatico, di squadra, da 15,6 punti e 4,6 rimbalzi e forte difensore, specie dopo la cessione del brasiliano Nenè a Washington per il discusso centro JaVale McGee che non è stato mandato in campo, mentre il ritorno dalla Cina del figliol prodigo di Wilson Chandler, ex idolo dei piccolo fan dei Knicks, ingaggiato con un contratto di 37 milioni di euro per 5 anni ha destato molte perplessità perché il debutto del moro (24 anni, 2,03, guardia-ala di De Paul, n.23 del draft) è stato deludente, con 6/16 e 1/5 da 3 nel tiro, 13 punti, 4 rimbalzi e 2 assist e in difesa ha subito Nowitzky sul quale coach Karl aveva messo in prima battuta Kennet Faried, matricola in grande crescita, il quale però dopo aver preso 16 rimbalzi contro Boston non è riuscito a entrare in partita.
Denver prosegue fra alti e bassi, resta al 7° posto con 25/21 e deve trovare velocemente un assetto di squadra senza il suo italico collante per rintuzzare l’attacco delle squadre ambiziose che gli stanno dietro, Houston (24/22), Phoenix e Utah (23/22), Minnesota (23/22) che ha vinto sul campo di Golden State con una partita-monstre di Kevin Love (36 punti e 17 rimbalzi) e 10 assist di Barea (i due giocatori che stavano venendo alle mani la sera precedente a Sacramento). Infine, sta riguadagnando terreno, dopo il cambio di allenatore, anche Portland (21/24) nella lotteria dell’8° posto della west Conference.
Fra i 6 successi esterni spicca il tremendo ko che Chicago ha inferto a Orlando, con 26 punti subiti nella sua Amway Arena, la rivincita della sconfitta casalinga dell’8 marzo contro la squadra di Dwight Howard il quale ha segnato 18 punti più 12 rimbalzi sbagliando molti tiri liberi e meritandosi l’abituale fallo tecnico. Orlando aveva cominciato con 5-0, è stato l’unico flash positivo di una partita trasformatasi in un calvario, perché alla faccia del totem Howard, ha subito ai rimbalzi (38-48) e deluso in difesa tanto da meritarsi una lavata di capo dal suo coach.
“Se non miglioriamo subito l’abito difensivo e ci decidiamo a fare le scelte giuste, non potremo fare bella figura nei playoff, siamo in ritardo e mancano solo 5 settimane e mezzo alla fine della regular season”,
ha detto Van Gundy.
Con Rose, MVP della scorsa stagione, fuori da 4 partite per uno stiramento inguinale (in totale questa stagione ha saltato 14 gare fra problemi al gomito, alla schiena e adesso questa infiammazione che non gli permette di correre), Chicago torna a volare dopo aver perso in casa con Portland, e va 38/10, 5 vittorie in più di Miami e 4 di Oklahoma, vanta la miglior difesa e vince anche quando mancano le sue star. Stavolta Carlos Boozer, gloria e vanto dell’Alaska più di Sarah Palin, è stato grandioso (24 punti, 13 rimbalzi), mentre l’eroe come nel big match vinto nettamente con Miami è stato nuovamente il figlio del leggendario John Lucas. Ex speranza del tennis, considerato l’erede di Arthur Ashe, John Lucas III ripescato dalle leghe minori ha fatto nuovamente la parte di Derrick Rose, e con una tripla tripla alla fine del primo quarto ha demolito psicologicamente i Magic per l’occasione. Tragic, capaci di stare sotto i 15 punti per 3 tempi e per 6 volte sotto i 20 punti nelle ultime due gare. E per fortuna Dwight Howard ha deciso di rimanere fino al termine della stagione, altrimenti non sarebbe la terza squadra dell’Est e la sesta della NBA.
Sulle dichiarazioni di Howard di voler vincere lo scudetto a Orlando, meglio soprassedere. Sulla strada di Chicago si parano adesso i Raptors, avversari delle prossime due gare, e poi Denver e peccato che Gallinari non sia della partita.
Risultati lunedì 19 marzo: Orlando-Chicago 59-85; Charlotte-Filaldelfia 80-105; New Jersey-Cleveland 100-105, Atlanta-Boston 76-79; Denver-Dallas 95-112; Golden State-Minnesota 93-97.
Enrico Campana