Gallinari è rientrato dopo un mese d’assenza per il problema alla caviglia giocando 17 minuti con 1/3 da 3, 3 rimbalzi, quel che si dice una presenza importante, ma adesso dovrà riprendersi il posto di starter perchè nel 3° successo della stagione contro Sacramento Kennet Faried, la matricola terribile, ha dimostrato di voler recitare un ruolo importante nella formazione di George Karl che grazie anche al recupero di Nenè ha ripreso quota (22/17) affiancando Dallas nella corsa ai playoff.
Faried ha segnato 20 punti, con 6/7 ai liberi e 12 rimbalzi, la sua terza “doppia-doppia” consecutiva e la sesta che conferma l’esplosione dell’ala d’acciaio mentre Afflalo ha preso quota (30 punti) e Ty Lawson è stato eletto giocatore della settimana in un continuo crescendo.
Per quanto riguarda Bargnani, non si hanno notizie sul rientro mentre Belinelli è stata l’unica nota positiva degli Hornets a Portland, miglior marcatore, 18 punti sui soli 74, con 8/14, ¼ da 3 e 5 rimbalzi in 33 minuti.
Il grande protagonista delle partite di lunedì notte è stato Kevin Love, 39 punti e 17 rimbalzi contro i Clippers sconfitti di 1 punto, anche se i Lakers non ne hanno approfittato perché a loro volta, arrivati in cima al ranking nella Pacific Division, martedì hanno perso nell’overtime sotto i colpi di Rodney Stuckey (34 punti per il n.15 del draft 2007) che ha mandato in visibilio i 22 mila tifosi dei Pistons e vinto nettamente il duello con Kobe Bryant (8/26, 2/9 da 3, 5 rimbalzi, 7 assist). Con Bosh (30 e 14 rimbalzi) e Pau Gasoli (20 e 10) i Lakers si sono assicurati il dominio nei tabelloni, ma hanno tirato troppo male da 3 (3/22, il 18%) per vincere contro una squadra che dopo aver iniziato malissimo la stagione è oggi una mina vagante.
Si è bloccata Indiana, forse il contraccolpo della sconfitta di Chicago dove aveva vinto 95-90 la prima gara. Nella rivincita con Roy Hibbert (2 punti, 3/16) condizionato da 2 falli a freddo ha tenuto per metà gara, poi è stata spazzata (33-13 nel 3° tempo) via da Deng (20 punti), Rose (13 e 9 assist) e schiacciata ai rimbalzi, anzi quasi doppiata, 60-32 con 17 palloni catturati da Joaquin Noah.
Mentre Miami perdeva due partite per l’assenza di Chris Bosh, dovuta alla morte nella nonna, Chicago rafforzava il suo primato (32/8, 80%) per la voltata finale (mancano ancora 26 gare alla fine della regular season). Miami è tornato al successo, e i 30 punti (e 20 rimbalzi) di Bosh hanno fatto la differenza contro New Jersey (108-78) mentre è rientrato fra i ranghi Udonis Haslem reo di aver sbagliato a Los Angeles il canestro della vittoria e da quel momento entrato in crisi di identità.
Brutta sconfitta di Orlando contro la scombinata Charlotte (29 di Maggette), Filadelfia è l’ombra della squadra brillante di inizio stagione (20/10) ma rimane al comando dell’Atlantic Division anche se Boston passa di vittoria in vittoria e col trio Pierce (30 punti), Allen (21), Garnett (13 punti e 13 rimbalzi) e 12 assist di Rondo ha battuto Houston in casa riprendendo slancio (20/17) dal successo contro i Knicks che sognavano il sorpasso nel Boston Garden.
I Knicks con 18/20 sono all’8° posto nella Eastern Conference, non hanno approfittato del brutto primo tempo di Nowitzky che poi sarà decisivo con 24 punti (sui 28) nella seconda metà, pagando la serata-no di tiro di Melo Anthony (2/12 e 0/3). Nessuna colpa ha Jeremy Lin (14 punti, 7 assist) anche se anche lui poco graffiante nel tiro (4/13, 1/5 dall’arco). Sotto di 19 la squadra di D’Antoni ha recuperato con un 15-0 all’inizio del 4° ma non è stato sufficiente per rovesciare del tutto la gara. Oltre al suo totem tedesco e Jason Kidd provvidenziale per i Mavs le “sgasate” di Rodrigues Beubouis, il francese (ex Cholet) della Guadalupa (18 punti in 19 minuti), mentre continua l’enigma di Lamar Odom (3 punti, 1/9) risparmiato all’ultimo momento dell’onta della D-League ma poco in sintonia con coach Carlisle. Dallas è solo al 6° posto nella conference; l’anello-bis è oggi un miraggio, per la prima volta dopo un decennio non raggiungerà le 50 vittorie stagionali, e di certo la responsabilità non è di Nowitzky, il giocatore europeo che ha determinato il maggior impatto in una squadra NBA, fra i primi 15 marcatori di sempre. E pensare che tanti anni prima, a metà degli anni 90 in un provino venne scartato da Milano. E lì cominciò la sua fortuna.
La NBA continua a tirare, sold out al Palace dei Pistons per l’arrivo dei Lakers e a Dallas per la rivincita coi Knicks. Tira una brutta aria solo a Charlotte (13 mila spettatori), mentre arrivano due notizie interessanti: Sacramento ha confermato la costruzione della nuova arena da 400 milioni di dollari e i Kings non andranno a Seattle, la miglior matricola della stagione Kyrie Irving ha rifiutato di giocare le Olimpiadi con l’Australia. E’ nato infatti a Melbourne quando il padre giocava nella Lega australiana, è anche cittadino della terra dei canguri ma ha detto che aspetterà per giocare le Olimpiadi 2016 con Mike Kryzsewski, suo coach a Duke.
Risultati – Lunedì 5 marzo: Toronto-Orlando 88-92, Washington-Golden State 100-120, Cleveland-Utah 100-109, Chicago-Indiana 92-72, Milwaukee-Filadelfia 97-93, Oklahoma-Dallas 95-91, Minnesota-LA Clippers 95-94, Denver-Sacramento 119-116, Portland-New Orleans 86-74. Martedì 6 marzo: Charlotte-Orlando 100-84, Indiana-Atlanta 96-101, Boston-Houston 97-92, Miami-New York 108-78, Detroit-LA Lakers 88-85 ts, Dallas-New York 95-85.