“Gli arbitri designati per una doppia gara dello stesso turno della 11.a giornata del ritorno in serie A sono, strana casualità, quelli che hanno aderito alla protesta dell’Aiap indossando le maglie colorate e che allo stato attuale sono davanti alla Commissione Giudicante. Così facendo, i designatori hanno premiato, ancora una volta, i loro fedeli dissidenti mortificando e offendendo quelli che hanno rispettato i regolamenti. Il comportamento dei designatori genera forte malcontento nel settore arbitrale, in assenza della dovuta serenità
Esposto o segnalazione?. Poco importa, la sostanza è la gravità di questo fatto che Francesco Grotti, l’ex arbitro del famoso canestro annullato a Forti nello spareggio Livorno-Milano, avrebbe “denunciato” il giorno 4 aprile al presidente della Fip Dino Meneghin. Questo attraverso un sms del quale Pallarancione.com è entrato in possesso, e che illustra bene la strategia dei fischietti ribelli, sospesi con un turno di sospensione.
Si tratta di una grave provocazione che da strisciante è diventata adesso palese con la firma dei designatori che dovrebbero essere “tertium non datur”. Invece hanno “confezionato” un atto di solidarietà munifico (una chiamata vale 1000 euro, quindi il turno di sospensione viene recuperato!…) nei confronti dei 31 arbitri sospesi dalla Commissione Giudicante per aver indossato magliette non regolamentari, come richiesto dall’Aiap agli associati per dare forza a un’azione più che illegittima quasi…comica.
Ricordiamo che la “casta” dei fischietti della A con un comunicato aveva avuto recentemente la faccia tosta di chiedere al termine dei campionati, quindi fra giugno e luglio, il rinnovo delle cariche riguardanti il Comitato Italiano Arbitri che sono in scadenza, e chiedendo un mandato alla federazione ancor prima del rinnovo delle cariche della Fip previste nell’assemblea di marzo 2013. E con Meneghin già in uscita avendo comunicato ufficialmente di non volersi ricandidare,
Un tentativo che sa di golpe, e la dimostrazione – semmai ce ne fosse bisogno – della cooperazione stretta fra l’Aiap (Associazione Arbitri Italiani) e i designatori. Quest’ultimo organismo dovrebbe essere fifty-fity, un rappresentante della Fip (Felice Paronelli) e uno di Legabasket, ma è controllato di fatto dalla lega dei club di A attraverso una parcella di 50-60 mila euro all’anno a colui che ormai da tutti (e alcuni dei protagonisti principali di Baskettopoli intercettati così lo descrivono nei verbali di Baskettopoli, nel de relato riguardante la Serie A) è il riconosciuto designatore unico. Si tratta dell’ex arbitro Rino Colucci, che si divide fra il posto di lavoro come vigile urbano a Napoli e da 5 anni un invidiabile contratto di collaborazione con Legabasket. E’ lui l’oggetto di tante critiche da parte dei club e invettive che hanno raggiunto il punto più critico e preoccupante con le dichiarazioni pesantissime di Sergio Scariolo (“una situazione rancida e incancrenita””) per le quali il Procuratore del basket non ha però richiesto provvedimenti: Questo significa averne riconosciuto quindi la fondatezza oggettiva, altrimenti sarebbe scattato il deferimento, o no?
Siamo di fronte a un nuovo scontro di potere inaccettabile fra istituzioni e organismi, lo stesso Grotti, dall’alto del suo ruolo di esperto quale ex componente dell’Ufficio Inchieste della Fip e della Corte Federale, quindi una figura che possiede l’autorità per entrare nel merito come in questa ultima segnalazione, aveva già mesi fa inviato una relazione dettagliata al presidente Meneghin sullo scontro fra Colucci e il presidente del CIA al raduno precampionato.
Il problema è uno solo, almeno per i sofisti del basket: i causidici del fischietto contestano la sottigliezza dell’arbitro quale pubblico ufficiale, come postulato dall’accusa di Baskettopoli. Siamo fra due tesi, ma non esiste al proposito una sentenza da parte della Cassazione, cosa che tutti invocano, per cui probabilmente il processo di Reggio Calabria che si apre il 18 farà giurisprudenza. In questo panorama, la Giustizia Sportiva ha un ruolo fondamentale, un magistrato come Giulio Borrelli in un’audizione alla Camera ha fatto capire che il suo potere è più forte di quello della giustizia ordinaria, ma dipende se si vuole usarla o meno. Quella del calcio, a esempio, sta affondando la lama, e il suo direttore generale della federazione Antonello Valentini ha ribadito nei giorni scorsi: “Non faremo sconti a chi danneggia il calcio”.
Perché il basket, non segue questa linea di salvaguardia della regolarità dei campionati e anche di quella morale calpestata che sinteticamente è descritta in una locuzione sacra e inviolabile: il principio di lealtà e correttezza?. Sarebbe arrivata proprio l’ora delle grandi decisioni, fra 6 giorni si riunisce a Roma il Consiglio federale e gli occhi dell’opinione pubblica convergono sulla questione arbitrale aggravatasi quindi con questo blitz dei designatori alla vigilia dei playoff. Basterà decidere di sciogliere l’Aiap per attività al di fuori delle finalità concesse a una’associazione senza diritto di voto, e non organo federale, oppure arriverà un intervento di Gianni Petrucci per finire la stagione con un commissario? La figura gradita e superpartes invocata da molti sarebbe Luciano Acciari, ex presidente del basket di Roma e di lega Basket e grande commercialista e sportman. Un commissario autorevole in sole 48 ore rimetterebbe tutti in riga, e poi i conti si faranno a fine stagione.
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