Coppa Italia, il chiaro Tv e il grigio degli arbitri

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LO SPETTATOREGISTA: E VISSERO SEMPRE IMPRECISI E SCONTENTI…

Premessa:  è tradizione che qualunque cosa uno dica in ambito sportivo, e il basket non fa eccezione, troverà qualcuno in disaccordo se non in aperta polemica, perché puoi toccare qualsiasi cosa ma la squadra del cuore mai. E’ equiparabile ad una bestemmia. Su questo tema  (apro una parentesi) dovremmo tutti imparare da quel bimbo fenomenale visto sugli spalti di San Siro per Inter – Bologna  con il suo maxi cartello :

“Potete vincere? Altrimenti a scuola mi prendono in giro! Grazie, Filippo”

Questo è lo spirito giusto  che dovremmo trasmettere tout court a bambini e meno bambini.
La cosa che potrebbe creare disaccordo è legata  non a come è stata trattata la Final 8, televisivamente e non, ma come, per l’ennesima volta c’è stato un granellino del peso di diversi chili a mettere in dubbio la legittimità delle finaliste a giocarsela.

Ripeto, prima che canturini e senesi comincino a protestare, non sto dicendo che Siena (o Cantù) non sarebbero dovute andare in finale, ma che forse se non ci fossero state alcune chiamate arbitrali dubbie (ed è un eufemismo , perché tutti quelli che hanno trattato la cronaca della partita lo hanno evidenziato) e i grigi avessero lasciato i giocatori a giocarsela anziché no , magari il finale sarebbe stato lo stesso, però forse no.

Poi si parla di discorsi da bar (e lo sono, perché comunque nulla cambia) però così non aiutiamo questo sport. Il basket è disciplina  molto tecnica e precisa nelle sue regole, con margini d’interpretazione minimi: se questi margini si schiantano su regole applicate “ad rampazzum” non ne veniamo più fuori.  Insomma , si è fatto tanto per far vedere questa Final 8, in chiaro, con commento chiaro, immagini chiare, si sperava anche in partite chiare, nelle quali i falli sono falli, le infrazioni sono infrazioni, gli antisportivi sono antisportivi e chi vince festeggia mentre chi perde s’intristisce, ma poi gli passa, e poi inciampiamo in situazioni evitabili

Certo che gli strumenti per far vedere i falli avrebbero dovuto esserci . L’Instant Replay, nato in periodo Sky e tuttora applicato su Playoff e Final 8 dovrebbe avere segnali video sufficienti a dirimere i dubbi  anche se legato a casistiche specifiche di regolamento. Visto il numero di telecamere utilizzato, per la diretta avanzo dubbi sul fatto che gli arbitri avessero altri segnali oltre a quelli in onda  atti a chiarire i fatti. La cosa che fa specie e che siamo ancora a parlare di episodi, che casualmente si ripropongono e che cambiano l’approccio di chi guarda.  Poi se questi dubbi vengono chiariti  o non documentati in modo esauriente , il tam tam si amplifica e non se ne viene più fuori.

Visto che le Final 8 sono diventate da qualche stagione uno dei fiori all’occhiello del basket italiano , le strutture preposte ad investirci, non potrebbero per l’occasione aumentare (e i mezzi ci sono, tramite sponsorizzazioni) le possibilità tecniche, in modo da dissipare dubbi e perplessità arbitrali? Invento: mettere in mano l’organizzazione in mano a dei manager brillanti, che sappiano valorizzare l’evento e mostrarlo nella sua cornice migliore non sarebbe una buona cosa? E selezionare arbitri anche pensando ai  precedenti oltre che all’esperienza (perché quella c’era), ampliando la casistica degli episodi da “instant replay” e rispiegando per l’ennesima volta come utilizzarlo?

Sto buttando lì idee allo stato brado, ma sono maturate da anni di valutazioni sul campo, e se chi si trova sul campo, dagli arbitri, ai giocatori per finire a chi mostra al pubblico quello che avviene in campo (tv, radio, stampa on-line e non) non riesce ad avere la serenità e le certezze necessarie per  fare il proprio lavoro serenamente  saremo domani, dopodomani e posdomani  a continuare a vivacchiare all’ombra di questo fantastico sport che  nella finale di Torino, ullallà, ha fatto l’1,22% con 222.000….E continueremo a chiederci come fare a non farci mangiare in testa da sport con l’appeal  di un vino rosso  in tetrapak in confronto ad un Brunello Riserva Biondi Santi del ’97.

Giancarlo Fercioni – Regista Tv

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