Li-Ning Shaq Zone con i colori degli Orlando Magic

Li-Ning

Shaq si è ritirato a giugno ma l’atleta è ancora sotto contratto con l’azienda cinese Li-Ning ed anzi, è forse il testimonial principale della società. Per questo Li-Ning ha appena rilasciato in Cina le Shaq Zone, un nuovo paio di scarpe dedicato proprio a Shaquille.

Le Li-Ning Shaq Zone sono disponibili solo nella colorazione bianca ed azzurra, un tributo alla prima squadra del campione NBA, gli Orlando Magic.

Fip e Lega Basket, la polemica continua

Neppure la diramazione dei calendari della serie A1 di basket hanno saputo essere momento distensivo capace di mettere armonia all’incrinato rapporto che insiste, da qualche tempo a questa parte, tra la Federazione Italiana Pallacanestro e la Lega Basket. Motivo della contesa, l’ammissione della Reyer Umana Venezia al massimo campionato: da lì, niente è stato come prima. E non che prima il movimento della pallacanestro italiana avesse spiccato per lungimiranza e progettualità. Lo si rimarca, tanto per essere chiari, perchè si è fermamente convinti del fatto che meno chiacchiere e più concretezza potrebbe essere una ricetta gustosa e capace di saziare. Altro che ostriche, champagne e sale riunioni. Meditate, gente, mentre mediate. A proposito, a scanso di equivoci: verba volant, si dice… Un inciso e poi vi racconto che accade tra Valentino Renzi e Dino Meneghin.

  • L’inciso: Kobe a Bologna, tutti contenti. Io per primo. Ma sia chiaro: non appena Bryant tornerà (qualora partisse mai) a Los Angeles, qui il movimento tornerà in un vuoto abissale che sarà senza uscita più di prima. Perchè? Io dico: Bryant non è un progetto. Per gli appassionati è un sogno che si realizza, per i capoccia un gran bel palliativo. Un copricapo da favola che va a coprire il nulla. Finchè, poi, in mezzo secondo la bora scoperchierà. Che tristezza. Dov’è il progetto?????

Bryant, Lega Basket si allea con Bologna

La Lega Basket al fianco di Claudio Sabatini e della Virtus Bologna per garantire alla società felsinea l’acquisto di Kobe Bryant. Attraverso un comunicato ufficiale apparso sul sito della Lega e con le parole del suo presidente, Valentino Renzi, pronunciate nel corso della finale di supercoppa italiana tra Siena e Cantù, l’istituzione referente della pallacanestro nostrana ha manifestato ampi segnali di apertura affinchè l’operazione vada a buon fine:

Bologna, su Bryant veto di Varese e Cremona. E’ proprio così?

Fuori i nomi: Cremona e Varese. Le due società lombarde sarebbero le due alle quail fa riferimento Claudio Sabatini nell’imputare al veto di due club la mancata firma del contratto di Kobe Bryant. Eppure, Sabatini lo aveva annunciato come accordo già raggiunto. “Mancano solo le firme”, ripetevva anora nel primo pomeriggio ai microfoni di La7.

Black Mamba “non è ancora un giocatore della Virtus per via della indisponibilità – riferisce Sabatini – di entrambe le lombarde ad accogliere eventuali modifiche al calendario”.

Eppure, non appena si sono accavallate le indiscrezioni sui nomi dei due club, Flavio Portaluppi, direttore generale della Vanoli Braga Cremona è stato pronto nel controbattere:

“Se fossimo noi l’unico ostacolo all’arrivo di Kobe Bryant, ci penseremmo bene. Il problema? Semplice: dalla Virtus non è arrivata nessuna richiesta relativa al calendario per l’affare Bryant”.

Per fare chiarezza: la Virtus chiede, per giustificare l’investimento e poter rientrare nei costi, un calendario più flessibile rispetto a quanto stabilito dalla norma. Il fatto che contesta Portaluppi è che tale richiesta non è mai stata formulata ai club. Le parole del dg:

Kobe Bryant Black Mamba: il soprannome, perchè?

Lo ricordavate come Mr. 81? Vero, Kobe Bryant venne soprannominato così nella stagione Nba 2005/2006: aveva appena messo a canestro il suo 81esimo punto nella stessa partita (contro i Toronto Raptors) che già il nuovo nomignolo era coniato per celebrare la seconda miglior prestazioni di tutti i tempi nella storia della NBA. Poi, a ruota, venne l’altro soprannome. Lo ha scelto lui, primo dato.

Era il 2009, collocazione temporale. Superflua l’ubicazioone geografica, ovviamente l’Nba degli Stati Uniti d’America. Bryant è diventato Black Mamba e pare che a calzarselo su misura ci abbia pensato egli stesso: in occasione della pubblicizzazione di una marca di orologi di lusso, la Nubeo, il giocatore dei LA Lakers ha firmato un accordo per la pubblicità a segnatempo prestigiosi dal costo che oscilla tra i 20 mila e i 285 mila dollari. La sigla degli orologi?  Black Mamba, azzeccato. Lo stesso del titolo di un cortometraggio realizzato da Robert Rodriguez di cui è stato protagonista Kobe.

Cos’è (chi è) il Black Mamba? Presto detto (a nanna i bambini): si tratta del più lungo serpente velenoso residente nel continente africano dalla lunghezza di 2,5 metri (ma non disdegna misure che superino abbondantemente i 4 metri). E’ chiamato così, Black Mamba, per via della colorazione nera visibile all’interno della bocca. Noto anche, il Mamba nero, per essere il serpente più veloce del mondo. A quanto viaggia? Parecchio: oltre cinque metri al secondo.

Roma, Stella Azzurra: l’emozione di Andrea Bargnani

Se è passato in secondo piano, è solo perchè l’orma alta così di Kobe Bryant avrebbe eclissato la luna che – tò – ieri notte manco si è vista. Eppure, eccezion fatta per mister Basketball, ieri è satt oanche il giorno del grande ritorno di Andrea Bargnani nella città natale. A Roma il cestista Nba in quota ai Toronto Raptors è cresciuto ed è venuto in contatto con quello che poi sarebbe diventato sogno, passione e professione.

Kobe Capitale, Roma incorona Bryant

Kobe, Kobe”. Oddio, Roma palpita. E’ la proclamazione dell’Imperatore. Maestoso, il gigante. E tra i giganti della Storia grande – i marmi di Roma; le impronte della tradizione; l’imponenza di un passato che, ovunque ti giri, fa pan dan con l’attualità sacra e profana – vedere che apppare. Kobe Bryant nella capitale diventa caput Romae nel tempo di un’acclamazione. In centinaia hanno voluto sgolarsi, saputo mostrarsi: il capo piegato all’indietro. Per andare su. Più su.

Fino a sopra, dove stava inerpicato. Lui. Kobe svetta per natura propria. Scultoreo per volere degli eventi che a uno così le punte dei piedi forse non serviranno mai. Per issarsi ancora di più e scavalcare l’infinito mondo dal quale sovrasta, Kobe non solleva i talloni. E’ altro genere di altura. Via del Corso sembrava un parquet. Piazza Venezia un’anticamera. E loro, a centinaia, parevano la materializzazione di piazza del Popolo. Un popolo festante in raccoglimento. La cometa pare passi una volta. Poi, magari, non la vedi più. Gialla come la canotta dei Lakers. Fatiscente, neanche fosse made in Los Angeles. Compare, lui, imponente e timido. Nemmeno fosse la prima volta che una cosa così.

Così capitale, Roma, non gli dev’essere sembrata mai. “Kobe, Kobe”. Più di Milano, di ieri. Le manone da manovale sventagliano per aria, lambiscono porzioni di cielo, afferrano quel che passa di lì. Le gocce di un bagno di folla sono come secchiate. Se le metti una accanto all’altra. Kobe ha teso la faccia. Una,cinque, dieci volte. Roma dev’essergli parsa maestosa. Centinaia di mani che spingono altre centinaia di mani diventano abbraccio.

La morsa di Roma è una cinta. Quando stringe, culla. Se si insinua, ripara. Le colline di Hollywood e le circostanze artificiose come gli stunt men e l’assenza di tempi morti come donne al silicone e i dettagli scritti a tavolino come le coreografie delle cheerleaders e i virtuosismi scolpiti alla perfezione come i manichini da sistemare in vetrina. Per un attimo. Diventano altro.

Torneo Beppe Varrasi, Firenze omaggia un grande del basket

Beppe Varrasi manca eccome. Non solo a Firenze, che lo ricorderà sempre per l’ineccepibile virtù umana e professionale, ma anche al contesto della pallacanestro italiano più in generale.

Il grande dirigente di basket, deceduto un anno fa e il cui nome è legato in maniera indissolubile alle storiche annate in cui la squadra locale disputò tornei di A1 e A2 a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, viene omaggiato con un torneo in erba che porta il suo nome: in programma dal 30 settembre al 2 ottobre, l’evento è stato organizzato dall’associazione “Firenze per la Pallacanestro” e conta l’adesione di 32 squadre under 14 provenienti da ogni zona della Toscana e da altre regioni.

Nba a Roma, ecco Bryant e Bargnani: programma e info del 29 settembre

Cosa fa? Dove va? Quando arriva e, soprattutto, è vero che arriva? Iniziamo dal fondo. Kobe Bryant arriva per davvero e Roma, nell’arco della giornata di oggi, può beneficiare della presenza del campione dei LA Lakers tanto quanto accaduto ieri agli appassionati di Milano che, presso il Nike Stadium di Piazza Castello, si sono adunati in più di mille per inneggiare al campione.

Scene simili, probabilmente, vedranno per protagonisti i fans di Bryant che dal pomeriggio odierno hanno la possibilità di ammirare di persona il campionissimo del basket impegnato nella campagna pubblicitaria griffata Nike è denominata Milano Kalibro Kobe.

Nel dettaglio, la giornata capitolina di Bryant prevede nel primo pomeriggio la presenza di Kobe presso il campus “Nike Elite Basketball Camp” di Via Flaminia dove la locale società di pallacanestro della Stella Azzurra ha previsto una manifestazione dettagliata che prevede la partecipazione dei sedici migliori atleti italiani del 1997, tra i quali Andrea La Torre e Lucateodoro Gazineo, elementi di spicco della squadra Under 15 della Stella Azzurra.

Bryant a Milano, contestazione al Nike Stadium: interviene la sicurezza

Kobe Bryant è giunto a Milano alle quattro del pomeriggio trasportato da un pulmino grigio che lo ha portato fino in parco Sempione, nei pressi Nike Stadium in Foro Buonaparte. Lo attendevano più di mille persone accalcate intorno all’impianto e desiderose anche solo di vedere dal vivo il proprio beniamino e intonargli diversi cori di stima.

Lui, sorridente, ha ricambiato l’affetto con sorrisi e movimento delle mani: sono partiti applausi a ripetizione, incitamento, inviti ad accasarsi in Italia. Anche solo per una partita dimostrativa, anche solo per qualche settimana. Nel bagno di folla si è mimetizzato anche l’appassionato di pallacanestro Marco Materazzi che, smessi i panni del calciatore, è voluto esserci.

Il colpo d’occhio evidenziava un giallo sole espanso a macchia d’olio: non erano i raggi emanati dall’alto – che in realtà il tempo è stato così e così – semmai le miriadi di magliette dei Los Angeles Lakers numero 24 opportunamente indossate per l’occasione. Appena prima dell’inizio della partita dimostrativa 3 contro 3 alla quale Bryant ha partecipato nell’insolita veste di arbitro, si è tuttavia dovuto prendere atto di una manifestazione di protesta: un giovane, infatti, ha fatto irruzione sul campetto venendo a contatto con gli uomini della security, abili a fermalo con prontezza.

Infarto Sabonis, il lituano è fuori pericolo

Sentirsi male sul parquet che da quarantasei anni è emblema della propria esistenza. Che sia un angolo di cortile, che sia il milionario impianto dei Portland Blazers. Perchè il basket, prima di essere professionismo, è passione vera, viscerale, totalizzante.

Il lituano Arvydas Sabonis si è accasciato al suolo proprio lì: in uno dei tanti campi di pallacanestro calcati nel corso della vita: era nel suo Paese, stava disputando una gara, si è accasciato al suolo in seguito a fortissimo dolore al petto.  Immediato il trasporto a Kaunas, zona limitrofa alla città del cestista, dove rimarrà alcuni giorni in osservazione.

La lieta notizia, attesa nel corso di ore di angoscia, è poi giunta attrverso Arturo Ortega, uno degli agenti del cestista, che ha parlato alla radio spagnola Cadena Ser:

“Arvydas è fuori pericolo”.

Il solievo è stato manifestato anche oltre oceano, dove i referenti della ex squadra di Sabonis, i Trail Blazers, hanno prontamente inoltrato gli

“auguri di pronta guarigione e concentriamo tutti i nostri pensieri su Arvydas e sulla sua famiglia”.

Bryant a Milano con Nike, l’attesa della città

Arriva Kobe Bryant, Milano respira aria di Nba. Tutto pronto per accogliere, nel pomeriggio, la stella dei Los Angeles Lakers che approda nel capoluogo meneghino in ossequio alla campagna Nike appositamente creata dal marchio. Milano Kalibro Kobe, su ispirazione dei movie polizieschi anni Settanta: li avrà ovviamente tutti sotto mira, Bryant, mentre si presterà a fare da arbitro a una sfida 3 contro 3 in scena presso il playground di Parco Sempione.

L’evento, salvo ritardi negli spostamenti dell’americano, dovrebe avere inizio alle 17. Pronta a ricevere Bryant anche l’amministrazione comunale milanese che, per bocca di Chiara Bisconti, assessore allo Sport, ribadisce l’importanza di avere in loco, anche solo per qualche ora,

Nba, New Jersey bye. I Nets traslocano a Brooklyn

Ufficializzato l’annuncio: i Nets traslocano da New Jersey a Brooklyn e, dalla stagione Nba 2012/2013 si chiameranno proprio così, Brooklyn Nets con tanto di gare interne presso il nuovisssimo – e ancora in fase di ultimazione lavori – impianto Barclays Center.

La notizia è stata diffusa dall’azionista di minoranza della franchigia che fa capo al socio di maggioranza Mikhail Prokhorov, che dal 2009 è primo proprietario non statunitense dei Nets (e di una squadra Nba più in generale).

Versus, moda sexy su campo da basket

Un campo da basket a prestare terreno all’alta moda: la passerella individuata dallo stilista inglese Christopher Kane per far sfilare le modelle vestite Versus (la seconda linea di Versace) richiama il parquet della pallacanestro.

Cheerleaders sexy e atletiche con stampe cardio a riprodurre idealmente i battiti del cuore di un atleta: veri e propri elettrocardiogrammi in tinte color glicine e verde pastello su abiti con pieghe piatte e toni di nero; blusine che lasciano la schiena scoperta con gonne in pizzo su tubo che gli garantisce una forma zig zagata; shorts che riportano nuovamente al contesto del basket.