Scarpe Basket, Nike LeBron 9 Watch The Throne

Nike LeBron 9 Watch The Throne

Nike ha sfornato un modello speciale e limitatissimo delle LeBron 9, le nuive scarpe della stella dei Miami Heat. Questa edizione è dedicata a Watch The Throne, l’album di Jay Z e Kanye West che ha spopolato in tutto il mondo.

Le Nike LeBron 9 Watch The Throne sono prodotte in edizione limitatissima, solo tre paia, uno per LeBron James, uno per Kanye West ed uno per Jay Z.

Nba, Joakim Noah verso la Francia

Il vincolo determinante è uno: che la Nba resti ferma per tutta la stagione.

Allora, nell’eventualità che il campionato americano rimanga stagnato nel lockout al punto da non cominciare affatto, Joakim Noah lascerebbe i Chicago Bulls e approderebbe in Francia.

E’ quanto il centro ha dichiarato alla stampa transalpina dell’Equipe, affermando che recepirebbe le offerte e prenderebbe in considerazione le sirene europee qualora la serrata sospendesse tutto.

Le indiscrezioni riferiscono di una offerta già formulata a Noah dal Paris Levallois.

Nba, Dwight Howard e la corte del Real Madrid

Dwight Howard e il Real Madrid

E’ uno dei componenti del Dream Team americano nonché tra i quattro, cinque cestisti più forti dell’Nba attuale.

Che il lockout abbia (e stia) mettendo in ginocchio il campionato a stelle e strisce è dato di fatto ormai noto, come lo è la fuga dei giocatori verso altri lidi. Asia ed Europa, con uno sguardo all’America Latina: sono le destinazioni più in voga e i lidi preferiti dai cestisti stessi che, in questo modo, hanno la possibilità di colmare la perdita economica con un contratto altrettanto (se non di più) vantaggioso.

Tra le voci che si rincorrrono – dove andrà Kobe Bryant, dove si accaserà Amare Stoudemire? Entrambi datoi per partenti proprio verso il Vecchio Continente – ve ne è una che nel corso delle ore sta prendndo corpo. Dwight Howard, classe 1985 – uno che di soprannome fa  The Man Child e Superman – sarebbe vicinissimo al Real Madrid.

NBA, il lockout rischia di cancellare la stagione. E l’economia di 29 città USA

E’ stato l’ultimatum imposto al sindacato dei giocatori a far saltare definitivamente il banco. E’ stato lo stesso Maurice Evans, vicepresidente del sindacato giocatori Nba a spiegarlo chiaramente (lui che é stato anche in Italia nel recente passato con la maglia del Benetton Treviso): anche i giocatori sanno molto bene che con questa decisione le possibilità che la stagione sia cancellata definitivamente sono altissime ma sostengono che sia stato un passo necessario: Sappiamo che facendo così rischiamo seriamente di non cominciare nemmeno la stagione, capiamo le conseguenze che tutti I giocatori possono avere se le cose andranno come speriamo, ma è un rischio che bisogna correre”. Nel frattempo il malumore cresce a dismisura non solo fra i tifosi ma anche nelle categorie che lavorano grazie alla Nba (parcheggiatori, camerieri, ristoratori, venditori ambulanti ecc…) che in questo momento di crisi ha grandi difficoltà a portare a casa uno stipendio e con la possibilità di una stagione intera cancellata si vedrebbe ancor più in difficoltà: Giocatori e proprietari non si rendono conto del danno reale che stanno facendo continuando questa pantomima sul contratto – ha scritto su Twitter un addetto alla vendita dei biglietti dei Denver Nuggetsi parcheggiatori e tutto il personale impegnato ogni sera nelle arene. Persone disoccupate che ora hanno uno stipendio a zero. Questa, più ancora che l’assenza delle partite, è la cosa più triste di questa vicenda”. Bisogna tenere conto del fatto che la Nba ogni anno produce 4 miliardi di dollari di indotto: soldi che servono a far girare l’economia anche e soprattutto di quelle città più piccole che vivono grazie alla Nba. Lo dimostra anche il fatto che dopo l’appello del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, giorni addietro 22 sindaci delle 29 città che hanno una squadra Nba avevano inviato una accorata lettera a David Stern nella quale pregavamo il commissioner di trovare al più presto un accordo per far ripartire la stagione. Per questo sono ancora in molti a sperare che un accordo si possa trovare, anche se dopo la giornata di ieri tutto è maledettamente più complicato.

Nba, Kevin Durant valuta offerte dall’Europa

Il lockout Nba ha paralizzato il campionato americano – stagione 2011/2012 – ma spalancato i portoni dell’Europa ai maggiori talenti cestistici del mondo.

Tra coloro che stanno a questo punto prendendo seriamente in considerazione le offerte che giungono dal vecchio continente annoveriamo anche Kevin Durant, miglior marcatore Nba delle ultime due stagioni.

Il classe 1988 ala piccola negli Oklahoma City Thunder, infatti, sta ricevendo le lusinghe di più di un club europeo e, tra gli altri, paiono sempre più fitte le attenzioni rivoltegli dalla Germania – BBC Bayreuth in forcing pressante – e dalla Spagna – dove il Valencia pare la formazione più determinata.

Nel corso dei mondiali di basket del 2010, Durant impresse il proprio nome nella storia della nazionale americana firmando 38 punti contro la Lituania: stabilì nella circostanza la miglior prestazione per punti segnati da parte di un membro del dream team in una campionato internazionale.

Lockout Nba: il bluff degli owners

Niente regular season almeno fino al 15 dicembre, resta il lockout in una Nba sempre più allo sbando. Il mancato rinnovo del contratto collettivo ha fin qui determinato la cancellazione di 324 partite che corrispondono a poco più di un quarto di stagione.

I giocatori, a questo punto, hanno optato per la linea dura dopo essersi trovati nelle condizioni di trattatre con i proprietari in maniera assolutamente beffarda: man mano che si è andati avanti, infatti, le offferte dei proprietari si facevano sempre più al ribasso.

A questo punto sembrano certe azioni legali visto che in almeno due Stati (California e Minnesota), alcuni cestisti hanno già denunciato la violazione delle norme antitrust da parte della Nba che non darebbe loro l’opportunità di lavorare. Il risarcimento danni chiesto dai giocatpori ammonterebbe a una cifra superiore ai 2 miliardi di dollari. Gli avvocati di parte cestistica, intanto, evidenziano come

“se stai giocando a poker e tenti un bluff, sei un eroe se funziona. Se però ti scoprono, perdi. Penso che i proprietari si siano spinti troppo in là. Hanno fatto un ottimo lavoro scegliendo la linea dura e spingendo i giocatori a fare concessioni a ripetizione. Ma l’avidità non è solo una cosa terribile. È anche pericolosa. Le cause sono destinate a durare mesi. Più si va avanti, più grandi sono i danni che dovranno fronteggiare le squadre, più grandi sono i danni che dovranno fronteggiare i giocatori. E, forse è la cosa più importante, gli appassionati saranno privati del basket”.

Gallinari resta a Milano che va anche su Tiago Splitter

I giocatori portano in tribunale la NBA che reagisce cancellando le partite dall’1 al 15 dicembre, ripresa a febbraio? Si riapre il mercato europeo, Casspi torna al Maccabi, Pau Gasol dice sì al Barcellona, che fanno Bargnani e  Belinelli?

  • Un altro lunedì nero per il basket,  salta ancora l’accordo con la NBA  che offre il 47 per cento degli utili mentre i giocatori sono irremovibili sul 52 per cento, e adesso la partita più difficile nella storia della Lega Professionistica si giocherà nel  tribunale del lavoro mentre  la NBA si è dovuta arrendere annullando  tutti gli incontri dal 1° al 15 dicembre, per cui  ormai  tanto mutilata la stagione potrebbe essere cancellata.
  • Dopo 3 mesi e mezzo di muro contro muro nella trattativa per il rinnovo del contratto con i proprietari della NBA, decisi a non mollare, soprattutto a cominciare da Micheal Jordan padrone dei Charlotte Bobcats,  i giocatori hanno deciso ufficialmente  di mettere fuori gioco il  loro sindacato  scioltosi a causa di un “disclaimer of interest”. Si tratta di una   formula  di risoluzione che in pratica   si adotta in presenza dell’impossibilità  di assolvere il proprio mandato.  Spezzatosi il rapporto fiduciario col sindacato, guidato da Billy Hunter, i giocatori hanno deciso di adottare le  stesse tattiche negoziali intraprese  con successo l’11 marzo scorso dal football americano (NFL). E adesso creano  un’associazione di categoria allo scopo di  intraprendere un’azione giudiziaria appellandosi alla Legge Antitrust che tratta le vertenze in cui una parte si sente schiacciata da un potere monopolistico in materia di diritto al lavoro.
  • In questa azione, i giocatori hanno puntato su due prestigiosi avvocati protagonisti su sponde opposte dell’ultima vertenza  contrattuale riguardante la NFL, ovvero Jeffrey Kessler  che rappresentava i giocatori e David Boies  che rappresentava invece  i proprietari e la Lega in una vicenda non meno spinosa di quella del basket.

I giocatori portano la NBA in tribunale

Sciolto il sindacato, nasce un’associazione che  come successo per il football denuncia la violazione della legge anti-trust. I tempi tecnici sono di 45 giorni, ma un giudice potrebbe decidere di far ripartire la Lega Professionistica. Si riapre il mercato europeo

  • Un altro lunedì nero per il basket,  salta ancora l’accordo con la NBA  che offre il 47 per cento degli utili mentre i giocatori sono irremovibili sul 52 per cento, e adesso la partita più difficile nella storia della Lega Professionistica si giocherà nel  tribunale del lavoro.
  • Dopo 3 mesi e mezzo di muro contro muro nella trattativa per il rinnovo del contratto con i proprietari della NBA, decisi a non mollare, soprattutto a cominciare da Micheal Jordan padrone dei Charlotte Bobcats,  i giocatori hanno deciso di mettere fuori gioco il  loro sindacato  scioltosi a causa di un “disclaimer of interest”. Si tratta di una   formula  di risoluzione che in pratica   si adotta in presenza dell’impossibilità  di assolvere il proprio mandato.  Spezzatosi il rapporto fiduciario col sindacato guidato da Billy Hunter, i giocatori hanno deciso di adottare le tattiche negoziali intraprese  con successo l’11 marzo scorso dal football americano (NFL). E adesso formeranno   un’associazione di categoria allo scopo di  intraprendere un’azione giudiziaria appellandosi alla Legge Antitrust che tratta le vertenze in cui una parte si sente schiacciata da un potere monopolistico in materia di diritto al lavoro.

Nba, ultimatum inaccettabile: i giocatori scelgono il lockout

Dicono no alla divisione dei proventi in 50 e 50 (poi diventata, nell’offerta: misero 47 per i cestisti e 53 per le squadre) ma, soprattutto, i giocatori Nba mettono in chiaro che per trattare non sono benaccetti ultimatum. E alla scadenza forzosa rispondono picche e lockout. Così la proposta avanzata dal commissioner David Stern è tornata al mittente, vale a dire ai proprietari delle franchigie che – a questo punto – sembrano per forza di cose proiettati sull’amara verità: la stagione Nba 2011-2012 potrebbe non iniziare nemmeno.

Non solo: i cestisti, a fronte della scadenza forzata degli owners hanno anche minacciato una class action per abuso di posizione dominante. Dal sindacato dei cestisti, si alza la voce di Billy Hunter:

“I giocatori non sono disposti ad accettare nessun ultimatum.Crediamo che sia profondamente ingiusto passare da una divisione del business dal 50 e 50, al 47 per i giocatori e il resto alle società. Abbiamo negoziato sempre in buona fede per oltre due anni. Tuttavia l’ultima proposta dei presidenti è stato un tremendo passo indietro. Siamo tutti maledettamente delusi. Siamo pronti a promuovere un’azione legale antitrust contro la National Basket Association. Ci hanno messo davanti un ultimatum inaccettabile estremamente iniqui che rifiutiamo e rispediamo al mittente”.

Scarpe Basket, Nike KD 4 Cool Grey

Nike Zoom KD4Kevin Durant è stato immortalato con le nuove Nike KD 4 durante un evento benefico che si è tenuto lo scorso fine settimana ad Oklahoma City. La stella dei Thunder indossa il modello Cool Grey, ma sappiamo che le scarpe sarannpo disponibili anche in altre colorazioni.

Restiamo in attesa di sapere la data di uscita ed il prezzo, purtroppo il lockout NBA ha anche rallentato tutte le attività collaterali, come la produzione e l’uscita di nuovi modelli di sneakers.

NBA, i giocatori rifiutano la proposta dei proprietari. Ed ora la palla passa ai legali. E la stagione é ad un passo dal saltare

Ancora una volta nessun accordo ed ora l’intera stagione NBA é ad un passo dal baratro. I giocatori hanno infatti rifiutato l’ultima offerta dei proprietari delle franchigie sul rinnovo dell’accordo collettivo e subito dopo di sciogliere il sindacato, portando la Nba in tribunale. “Siamo pronti a promuovere un’azione per la violazione delle leggi antitrust contro la Nba“, ha dichiarato Billy Hunter, direttore esecutivo del sindacato. “E’ la decisione migliore per i giocatori – ha aggiunto il presidente Derek Fisher In molti, a livello individuale, hanno tante cose in gioco in termini di carriera e di posizione e crediamo che sia importante che tutti i giocatori, non solo quelli in questa stanza ma l’intero gruppo, ottengano un accordo per tutti coloro che arriveranno nella Nba nei prossimi dieci anni e anche oltre“. L‘ultimatum imposto dal commissioner David Ster che intimava ai giocatori di accettare l’ultima proposta, pena il presentare una nuova proposta ancora meno vantaggiosa, non ha avuto i suoi effetti essendo stato giudicatoestremamente iniquo“: per il sindacato dei giocatori, dunque, il fatto che in caso di risposta favorevole la stagione sarebbe partita il prossimo 15 dicembre, con un calendario di 72 partite per squadra contro le 82 previste, non ha avuto alcun valore. Hunter ci ha tenuto a sottolineato che negli ultimi due anni il sindacato ha trattato sempre in buona fede e ha ceduto su molti punti, al contrario invece dei proprietari: “i giocatori non hanno intenzione di accettare alcun ultimatum“. Per Fisher, dunque, non c’è più spazio per trattare: da qui ha preso corpo la decisione estrema di sciogliere il sindacato e portare la battaglia in tribunale, citando i proprietari con l’accusa di violazione delle norme antitrust. “Probabilmente l’azione legale scatterà nei prossimi due giorni“, ha detto ancora Hunter, mentre Fisher ha dichiarato che “da ora questa è diventata una questione legale e dovrete fare le domande ai nostri legali“. E’ rottura totale tra le parti e non solo per quanto concerne la questione della ripartizione dei ricavi, con la Lega disposta ad offrire il 50% (salvo poi minacciare di tornare al 47% in caso di risposta negativa): a non convincere del tutto i giocatori é stanto anche la nuova struttura del salary cap che avrebbe limitato le loro opzioni di scelta una volta diventati free-agent. A questo punto il rischio che salti l’intera stagione Nba è sempre più reale.

NBA, oramai siamo arrivati al “prendere o lasciare”: stagione appesa a un filo

Prendere o lasciare“. Saranno ore decisive le prossime per il futuro della stagione Nba, con i giocatori che nella giornata di domani si incontreranno a New York per esprimersi sull’ultima proposta presentata dai proprietari delle franchigie per firmare o meno il rinnovo del contratto collettivo e porre così fine al lock-out. Bill Hunter, direttore esecutivo del sindacato, ha dichiarato che l’offerta sarà messa domani ai voti anche se con qualche modifica: ma il fronte resta comunque spaccato. Da un lato ci sono i giocatori che vorrebbero lo scioglimento dello stesso sindacato, dall’altro quelli che non hanno alcuna intenzione di accettare l’ultima offerta dei proprietari perché la ritengono identica alla precedente anche se il commissioner, David Stern, ha già annunciato che in caso di ennesimo rifiuto la prossima proposta non sarà dello stesso tenore di questa, bensì ancora inferiore. In pratica, a fronte dell’attuale 50% dei ricavi sul tavolo della trattativa (o in alternativa una percentuale oscillante tra il 49 e il 51% legata all’andamento degli affari), i proprietari faranno un ulteriore passo indietro offrendo ai giocatori il 47% iniziale.

In attesa della NBA, la NCAA inaugura la stagione sulla portaerei USS Carl Vinson

La nave dalla Marina Americana USS Carl Vinson è diventata famosa per aver seppellito il corpo di Osama Bin Laden in mare: ma da oggi, la gigantesca portaerei é divenuta protagonista anche nello sport. La partita inaugurale della stagione NCAA si é infatti svolta sul suo ponte, così grande da poter ospitare un campo da basket regolamentare con la presenza di tribune da 7.000 posti per onorare al meglio il Veterans Day, il giorno dedicato alla memoria delle grandi imprese dei militari statunitensi. Ospite d’eccezione il presidente Barack Obama, amante del basket, in prima fila per assistere al rematch della finalissima di due stagioni fa tra Michigan State e North Carolina. Grande l’emozione di giocatori e allenatori sia alle stelle. “Siamo tutti eccitati quasi a morte per poter partecipare a un evento mai visto prima d’ora – ha rimarcato Tom Izzo, leggendario coach di Michigan State -. Se aveste potuto vedere gli occhi dei miei ragazzi quando sono saliti sulla nave avreste capito tutto in un attimo. È molto più che una semplice partita fra Michigan State e North Carolina. È un sogno che si avvera e che va oltre il semplice significato dello sport. Siamo qui anche per onorare la memoria dei nostri soldati“. “Sono emozionato al massimo – ha aggiunto Roy Williams, coach dei Tar Heels -. Ho dei brividi che mi scuotono in continuazione. È una delle cose più belle cui abbia mai partecipato“.

Scarpe basket, Nike Zoom Kobe 7

Nike Kobe 7Nonostante il lockout ancora in corso, le aziende continuano a rilasciare nuove sneakers per le stelle del basket americano. La prossima settimana usciranno nei negozi (americani, da noi se ne riparla a gennaio) le Nike Zoom Kobe 7, nuova versione delle scarpe dedicate al campionissimo dei Lakers.

Il primo modello sarà disponibile in bianco/grigio e nero, successivamente arriveranno altre colorazioni, come la bianca e azzurra, gia annunciata ufficialmente.