Infortunio Gallinari, stop di un mese per la frattura

Altro infortunio in Nba per Danilo Gallinari che, nel corso della sfida casalinga di Denver contro i Dallas Mavericks (sfida che i Nuggets hanno poi perso per 112-95) ha subito una frattura del pollice della mano sinistra. Stavolta, per il Gallo, si prospetta un mese di stop nel corso del quale recuperare dall’incidente:

“Ho provato a giocare nonostante il dolore – ha affermato Gallinari a gara conclusa – ma la situazione peggiorava. Non sapevo che il dito fosse rotto ma faceva davvero male. Il dottore mi ha detto che servono 4 settimane di recupero. Ma spero di giocare prima, magari usando qualcosa per proteggere il dito. È incredibile. Bisogna andare avanti, mantenere un atteggiamento positivo e continuare a spingere verso i playoff”.

Gallinari nuovo infortunio, Denver rischia i playoff

In una partita-chiave per i playoff Danilo Gallinari si frattura il pollice della sua preziosa mano mancina e deve lasciare il campo nel 3° quarto, Dallas prende il largo (17 punti alla fine, con 33 punti, 11 rimbalzi e 6 assist di Dirk Nowitzky). Svanisce il sogno di Denver del sorpasso sui campioni che usciti alla grande a San Antonio  da una crisi di 7 sconfitte esterne e col successo nettissimo di High Mile City  vanno all’attacco di Memphis e Clippers, e fanno un pensierino anche al 3° posto dei Lakers i quali hanno subito domenica, con la tragica partita di Bryant, un brusco stop casalingo con Utah.

Nella serata in cui hanno vinto le 6 squadre in trasferta e Chicago ancora orfana di Derrick Rose ha strapazzato Orlando permettendogli solo 59 punti, il peggior record  nel punteggio della NBA,  Gallinari  tornato a essere la pedina decisiva nelle ultime 3 partite dopo le 13 gare saltate per l’infortunio alla caviglia del 6 febbraio contro Houston pur non tirando bene (1/7) stava sostenendo la squadra (6 rimbalzi, 7 assist) e si era fatto notare con un assist schiacciato a terra per Faried, uno degli highlinght più spettacolari della giornata.

Il peggior Bryant degli ultimi 8 anni, frenata dei Lakers

Sbagliare é umano, perseverare è diabolico. Non basta la cessione di Derek Fisher (5 titoli), la bandiera dei Lakers, che ha firmato per Houston per 3,4 milioni di dollari, sembra una provocazione quella di  Mike Brown di insistere su Steve Blake nel ruolo di guardia e utilizzare come cambio Ramon Session arrivano in cambio di Luke Walton e Jason Kapono.

“Devo pensare al futuro della squadra”,

avrebbe dichiarato il coach di colore arrivato quest’anno a Los Angeles. Queste parole hanno scatenato sconcerto fra i tifosi e i giornalisti perché Blake che come starter per la seconda volta ha chiuso nuovamente senza segnare un canestro (un tiro da 3 andato a vuoto e basta), mentre Session è stato preso con lo specifico compito di  velocizzare il gioco e dare la palla dentro, cosa che ha fatto contro Utah anche se non è riuscito a tirare bene (1/7).

I grandi del basket, Mark Aguirre

La rubrica dedicata ai grandi del basket fa tappa ancora una volta a Detroit, dove a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90 furoreggiava la banda dei Bad Boys, tanto ruvidi quanto vincenti sui parquet di mezza America. Tra questi spiccava il nome di Mark Aguirre, ala piccola e potente, dotata di un’ottima capacità realizzativa, tanto da infilare un record dopo l’altro in quegli anni di gloria.

Aguirre veniva dalla precedente avventura con la canotta dei Dallas Maverikcs, che lo pescarono nel 1981 dalla De Paul University (24,5 punti a partita), trasformandolo in un vero e proprio idolo della tifoseria.

Nei nove anni trascorsi in Texas Mark collezionò una serie impressionante di prestazioni al di sopra della media, risultando quasi sempre il miglior marcatore della franchigia. I Mavericks non erano attrezzati per la vittoria finale nell’NBA, ma Aguirre trovò ugualmente il modo di mettersi in mostra agli occhi del mondo.

Nba, Bargnani sbanca Memphis, LeBron e Kobe affossano Philadelphia e Minnesota

Undici gare nel corso della Regular Season Nba del 16 marzo 2012 con occhi nuovamente puntati sul decisivo Andrea Bargnani che, rientrato e tornato in condizioni fisiche dignitose dopo l’infortunio, ha preso per mano i Toronto Raptors e li ha condotti verso una importante vittoria in casa dei Grizzlies acciuffata dopo l’overtime. Il Mago ha messo a referto 18 punti mentre i canadesi hanno sbancato Memphis con il punteggio di 114-110.

Per Bargnani, numeri non ancora vicini al potenziale che garantiva prima dello stop ma in crescendo rispetto alle uscite recenti: titolare per 39 minuti, ha chiuso con 4/17 al tiro (2/5 da 3) e 7 rimbalzi; top scorer di serata Jerryd Bayless e Marc Gasol che hanno piazzato in tabellone 28 punti a testa.

Nba su Sky Sport partite tra il 21 e il 23 marzo 2012

Grande Nba in diretta su Sky Sport nel periodo compreso tra il 21 e il 23 marzo 2012: saranno due le partite del campionato professionistico americano valide per la Regular Seasontrasmesse dall’emittente sportiva.

Il primo dei due incontri, nella notte tra mercoledì 21 e giovedì 22 marzo, vede in scena all’American Airlines Center di Dallas i padroni di casa e campioni in carica dei Mavericks contro i Los Angeles Lakers.

Diretta – nella circostanza – su Sky Sport 2 HD alle ore 2.30 (replica giovedì alle 14 su Sky Sport 2 HD e alle 21 su Sky Sport Extra HD). Il secondo incontro si disputerà a Mailwaukee, con i Bucks che al Bradley Center riceveranno la visita dei Boston Celtics di Ray Allen e Kevin Garnett.

Diretta all’una della notte tra giovedì 22 e venerdì 23 marzo su Sky Sport 2 HD. Replica venerdì alle 14 su Sky Sport 2 HD e alle 21 su Sky Sport Extra HD.

Howard sceglie Orlando: “Con i Magic per vincere”

E’ stato l’elemento più corteggiato nel corso del mercato Nba che si è chiuso nella serata di ieri e, in barba a chi lo voleva già con casacche differenti, Dwight Howard ha scelto di rimanere agli Orlando Magic.

Il centro era in possesso di una opzione che gli avrebbe consentito di svincolarsi al termine della stagione in corso ma ha optato per la permanenza in una città che ha detto di amare e in una squadra con cui vuole vincere.

Howard era stato accostato a numerose squadre di vertice tra cui i New Jersey Nets, i campioni in carica dei Dallas Mavericks e i Los Angeles Lakers.

Le parole del cestista sono in tal senso eloquenti:

Chiuso il mercato Nba, Denver punta sul giovane gigante McGee

Chiuso il mercato, Dwight Howard, il re del rimbalzo, ha spiegato di essere rimasto a Orlando perché vuole vincere il titolo e ama i tifosi dei Magic, in realtà questa è la squadra giusta per lui, e i dirigenti gli offrono adesso  un contratto di 19,5 milioni di dollari e il 7,5% dei ricavi annuale per restare altre quattro stagioni.

I colpi maggiori ,oltre alla cessione a Houston di Derek Fisher, trave portante dei Lakers (5 titoli in 13 stagioni)  e presidente dell’Associazione Giocatori ma giunto ai 37 anni, sono stati alla fine la partenza  per Washington del brasiliano Nenè, superbo atleta, un’ala alta più che un centro con molti punti fra le mani,  e quella di Gerald Wallace per i Nets, e l’arrivo del talentuoso centro  JaVale McGee a Denver.

I grandi del basket, Yao Ming

Talento da vendere, ma anche una buona dose di sfortuna, che lo ha accompagnato per quasi tutta la carriera professionistica. Yao Ming, il cinese del basket, un predestinato sin dalla tenera età. quando doveva chinarsi in avanti o accomodarsi su una sedia per partecipare alle chiacchierate con i compagni.

Con una mole decisamente superiore alla media non poteva far altro che scegliere il basket come sport da praticare, seguendo le orme dei genitori, anch’essi cestisti di discreto livello.

Dopo aver mosso i primi passi nello Shanghai Sharks, Yao Ming venne notato e scelto dagli Houston Rockets, che contavano di sfruttare i suoi 229 centimetri di altezza per sovrastare gli avversari sul parquet. Il centro cinese portò una ventata di freschezza nel basket americano, unitamente ad una certa dose di curiosità e di simpatia per via delle origini asiatiche così rare nell’NBA.

Non voleva Anhtony, D’Antoni lascia i Knicks!

E così, tanto tuonò, che Mike D’Antoni preso atto che la squadra ormai era sempre meno dalla sua parte e Carmelo Anthony era sull’Aventino, ha dato le dimissioni  con la garanzia che l’ultima rata di 6 milioni dei 24 milioni di dollari di contratto gli verrà pagata. La squadra è stata affidata a  Mike Woodson, ex coach preso in estate dopo tre buone stagioni ad Atlanta col ruolo di assistente, con una filosofia propria, meno propensa allo show-time del Mike, un pragmatismo che ha subito applicato poche ore dopo il cambio di guardia in panchina.

Facendo giocare ben 10 giocatori nel 1° quarto, e in totale tutti e 13, dopo 6 sconfitte ha riportato i Knicks al successo interrompendo una serie di 6 sconfitte. E’ finita con 42 punti di scarto, i Knicks sono 19/24 come Milwaukee reduce da 4 vittorie  che però occupa l’8° posto, distanziate (16 vittorie) Cleveland e Detroit protagoniste di una buona seconda parte di stagione ma è chiaro che la lotta da qui alla fine per l’ultimo posto utile è fra la squadra di New York e quella di Scott Skyles che si è mossa sul mercato acquistando 3 pedine importanti  da Golden State (Monta Ellis, Kwane Brown lo sloveno Udoh)   in cambio dell’infortunato  centro australiano Andrew Bogut e Stephen Jackson.

NBA Mike D’Antoni lascia i New York Knicks

La notizia é arrivata in serata direttamente dalla Grande Mela: Mike D’Antoni non è più il capo allenatore dei New York Knicks. Il tecnico italo-americano ha infatti lasciato la guida della squadra proprio alla vigilia della chiusura del mercato, con i Knicks sprofondati in una pesante crisi di risultati (bilancio di 2-8 nelle ultime 10 gare). Il coach ex Milano e Treviso saluta dunque New York con tre mesi di anticipo rispetto alla scadenza del contratto: l’odierno addio arriva dopo quattro stagioni in cui i Knicks hanno cercato di rifondare e costruire una squadra vincente, ma nemmeno il duo formato da Amar’e Stoudemire e Carmelo Anthony (arrivato un anno fa, i Knicks sacrificarono il  nostro Danilo Gallinari) non è bastato per tornare a sognare. Anzi: proprio i “caso Melo” sarebbe alla base dell’addio del tecnico 60enne. Il suo rientro in squadrea è infatti coinciso con l’inizio del lento declino di prestazioni della sorpresa Jeremy Lin (8 vittorie in 9 gare): nell’ambiente si vocifera che proprio ieri Anthony avrebbe chiesto la propria cessione indicando nel guasto rapporto con D’Antoni la causa principale di questa sua scelta. Nonostante le smentite di rito dello stesso giocatore, i media neyorkesi si dicono convinti che dopo la rottura tra i due, in seno alla squadra ogni equilibrio sarebbe saltato. Per ora sulla panchina dei Knicks si é seduto il vice Mike Woodson, ex capo allenatore degli Atlanta Hawks, che manterrà l’incarico ad interim, in attesa dell’arrivo di un nuovo coach per la prossima stagione.

Visione diversa rispetto alla proprietà sul futuro della franchigia

Questa, in estrema sintesi, la spiegazione dell’ex tecnico dei Knicks, che per il momento non ha voluto rilasciare altre dichiarazioni.

NBA, a Bargnani e Gallinari torna il sorriso, chiude il mercato

Dopo un mese e mezzo di apprensione  arrivano buone notizie per il basket italiano dalla NBA perché  Bargnani e Gallinari  hanno recuperato il ruolo di protagonisti dopo serissimi infortuni. Entrambi hanno segnato  19 punti  decisivi per tenere accesa la speranziella dei Raptors di fare corsa sul crollo dei Knicks per l’8° posto nei playoff della Atlantic Conference, mentre Denver conferma un 6° posto (24/19)  migliorabile perché la squadra del Gallo col suo gioco d’attacco e le rotazioni in trasferta non ha paura di nessuno e ancora si inneggia alla fortunata decisione di mandare Carmelo Anthony ai Knicks operazione che – mi dicono – Mike D’Antoni non voleva.

Ben 3 match su 8 sono finiti ai supplementari, ce ne sono voluti ben 2 perché i Lakers approfittassero dell’assenza di Danny Gay, il miglior giocatore dei  sorprendenti Grizzlies per vincere a Memphis in una partita di grande significato per la classifica.

I grandi del basket: Isiah Thomas

Un’intera carriera con la canotta numero 11 dei Detroit Pistons, che lo scelsero nel 1981, dopo averlo visto giocare negli Indiana Hoosiers. Lui è Isiah Thomas, non proprio un gigante in altezza (solo 180 centimetri), ma una capicità di leggere il gioco come pochi altri nella storia del basket a stelle e strisce.

Il mondo si accorse dell’esistenza di questo piccoletto nei play-off del 1984, quando i Pistons erano opposti ai New York Knicks. Mancava un minuto e mezzo alla fine della gara e Detroit era schiacciata e destinata alla sconfitta. Ma Thomas, evanescente fino al quel momento della gara, venne colto da una sorta di “raptus” realizzativo, che lo portò a siglare ben 16 punti in 94 secondi.

16 punti che valsero il prolungamento della partita e poco importa se poi all’over time si imposero i Knicks, perché ormai Isiah era entrato nella storia.

Nba su Sky Sport, Chicago-Miami mercoledì 14 marzo 2012

Sky Sport trasmette questa settimana ben 4 partite della NBA in Alta definizione, con Gallinari contro Durant in Denver-Okhahoma e il match clou Chicago-Miami per il 1° posto.

Questo il calendario delle telecronache: Grizzlies-Lakers ore fra martedì 13 e mercoledì 14 marzo (repliche ore 124 e  11 2HD), Chicago-Miami ore 1 fra mercoledì 14 e giovedì  15 marzo (repliche ore  14  2HD e ore 21 ExtraD), Denver-Oklahoma ore 2 fra giovedì 15 e venerdì 16 marzo (repliche ore 14 e 21 3HD), Oklahoma-San Antonio ore 1.30 fra venerdì 16  e sabato 17  (repliche ore 12 3HD, 21,15 2HD).

Inoltre il rotocalco NBA Action giovedì 15 marzo ore 20.30 3HD.