NBA, Tony Parker e Carmelo Anthony che notte!

Vincendo a Filadelfia,  Indiana è la quinta squadra a toccare le 40 vittorie,  la quinta squadra della NBA. Diciamo pure la miglior delle seconde, probabile  grande guastafeste dei questa stagione. Merito di coach Frank Vogel e delle indubbie capacità mostrate anche come dirigente da Larry Bird, uno dei grandi del primo Dream Team, e di un gruppo  solido, equilibrato nella quale  Danny Granger è il gran cecchino (18,7 punti di media, a Filadelfia 6/8 da 3!) e Roy Hibbert il pilastro, un centro ormai fra i più continui della Lega come dimostra la chiamata per l’All Star Game.

Nba su Sky Sport, giovedì la rivincita Miami-Bulls

Questa la programmazione di basket NBA in diretta e in Alta Definizione su Sky Sport, con 3 gare e giovedì (20.30 Sky Sport 2 HD) il rotocalco Nba Action:

Martedì 17-mercoledì 18 aprile, ore 2 New York Knicks – Boston Celtics  Sky Sport 2 HD (replica mercoledì ore 14.00 EXTRA HD; ore 21.00 3 HD).

 Giovedì 19-venerdì 20 aprile, Ore 2: Miami Heat-Chicago Bulls Sky Sport 2 HD (replica venerdì ore 14.00 e 21.00, 3 HD)

 Venerdì 20-sabato 21 aprile, Ore 3.30:San Antonio Spurs- Los Angeles Lakers  Sky Sport 2 HD (replica sabato ore 12.003 HD; ore 21.30, 2 HD)

Denver ribatte Houston, Gallinari nei playoff

Giornata perfetta per Denver che nel giro di 24 ore batte Houston anche in trasferta, 3-1 totale in stagione, e approfittando del ko di Dallas a Utah supera con 34/27 i campioni in carica (34/28) e passa al 6° posto a 4 giornate dal termine, con questo calendario nei prossimi giorni: mercoledì con i Clippers in casa,  sabato a Phoenix e domenica a Orlando che ha vinto con 26 punti e 16 rimbalzi di ray Anderson, il 23enne californiano, mentre Howard ha saltato la sua quinta gara consecutiva per il problema dell’ernia discale.

I playoff sono ormai sicuri, col contributo di grande sostanza anche stavolta di Gallinari (11, 3/9, 2/3 da 3, 5 rimbalzi, 2 assist), Afflalo (26) e Lawon (25) meglio della partita precedente, sera di tiro felicissima (38/80, 47%, da 3 9/18, 50%) con i centri low profile (zero punti di Koufos sempre starter e 3minuti senza succo di Mozogov e 9 punti di McGee. Sopra i 100, Denver vince quasi sempre!

Nba, Anthony fa 42 ma Miami rovina la festa del Madison

Non si può gettare la croce su un giocatore che segna la metà dei punti della squadra, ma Carmelo Anthony  nel bene e nel male è fedele al personaggio che fa parlare sempre di sé. Purtroppo per  i molti aficionados domenicali del Madison la loro star si eclissa nel quarto tempo per la stanchezza, non tira bene da 3 (2/7) e i suoi 42  punti non bastano ai Knicks ancora senza Stoudemire  e Lin e privi di un regista del primo livello (bocciato un’altra volta Baron Davis) del tipo dei Rose, Paul, Monta Ellis o lo stesso Wade, l’avversario di turno. Per cui 9 successi dall’inizio dell’era Woodson incassano la prima sconfitta casalinga.

Miami è determinato fin dall’inizio, il suo tridente non perdona: 29 punti per Lebron con 10 rimbalzi, 29 punti per Wade con 9 rimbalzi, 16 Bosh, fanno  tre quarti abbondanti della squadra e marcano un dominio ai rimbalzi (47-33) che contribuisce a scavare il solco.

Perché Armani non chiede a Steve Nash di giocare i playoff?

Poco dopo l’operazione al ginocchio di Jeremy Lin, al Madison era circolata la voce dell’arrivo di Steve Nash per i playoff. Successivamente con una serie di vittorie i Suns sono entrati nel giro dei playoff e oggi sono al 9° posto  (31/29) a 6 gare dal termine della regular season, davanti hanno Houston e Denver (7° e 8° con  32/27), mentre al 10° c’è Utah con 31/30.  Difficile recuperare 2 sconfitte e 1 vittoria, anche se Houston ha smesso di vincere.

E’ successo però  sabato notte un fatto strano. Dopo 5’43 a San Antonio Steve Nash è stato tolto dal suo allenatore e non  è più rientrato. Vero però che il re dell’assist era la brutta copia di se stesso, con 1 canestro su 5 tentativi  e 2 palle perse, come è vero che Grant Hill, il nonno della regia (40 anni a ottobre), appena rientrato dopo 8 partite per un problema al menisco non ha fatto di meglio, 2 su 4, per cui anche lui  dopo 7 minuti ha lasciato il campo e chiuso lì la sua partita.

Grazie alle rotazioni  è tornato a galla Sebastian Telfair, una leggenda da ragazzo ai tempi dell’Abrahm Lincoln High School di Brooklyn col record di 3 successi consecutivi nella competizione interscolastica. Disse no alla borsa di studio di Luoisville passando a 19 anni nella NBA scelto n.13 da Portland, per finire ai Clippers e poi ai Phoenix.

Telfair, 1,83, 25 anni bambino prodigio non è più ma è ancora giovane  pur essendo già al suo 7° anno di NBA. Nella strana notte dei Suns a San Antonio, finita con una sconfitta di 15 punti, il kid di Brrokyn  si è rilanciato. Migliore realizzatore della gara, con 21 punti in 30 minuti contro i 5,4 e 14 di media.

I Suns pensano al futuro più che ai playoff. E se la voce di mercato non fosse vera e fra una settimana Phoenix fosse già fuori dai giochi, Milano non potrebbe offrirgli di giocare i playoff della Spaghetti League? Avendo l’Armani per direttore delle operazioni  non uno dei tanti ex bancari arrivati nel basket  un ex scout della NBA,  ritengo scontato abbia già contattato  il grande play canadese e magari con i buoni uffici del presidente Jerry Colangelo, grande amico di Toto Bulgheroni, per cercare di chiedergli se è interessato a venire l’Italia, se la cosa si può fare. Sarebbe un’occasione  per far riparlare il basket come per i colpi di Gervin, Haywood, McDaniels, McAdoo, Carroll.

Per la cronaca il quintetto iniziale di Phoenix ha segnato in tutto 20 punti sui 91 (105 quelli subiti), e precisamente 6 sono stati i punti di Gortat, Dudley e Brow, 2 di Nash e 0 di Frye.

NBA, scatenata la coppia Durant-Westbrook: 78 punti

In attesa dell’appetitosa domenica con  Knicks-Miami al Madison, Lakers-Dallas e i Bulls a Detroit, due fra le guastafeste della stagione, Memphis (35/24, 5° posto all’Ovest) e Indiana (38/22, 3° posto all’Est) hanno spento le speranze di Utah e Milwaukee di arrivare ai playoff. Per la verità Utah può ancora farcela complice anche la sconfitta di Phoenix a San Antonio, mentre nonostante abbia azzeccato l’operazione di mercato che ha visto arrivare Monta Ellis nel Wisconsin, Milwaukee deve solo sperare in una caduta a sasso di Filaldelfia passata dal 1° posto dell’Atlantic Division al 3°, e ultima fra le 8 dell’Est.

Grazie all’esplosione di Avery Bradley, guardia di 21 anni, decisivo con una serie di tiri da 3 e i 15 assist di Rajon Rondo il quale tiene una media stellare di 12 assist per gara e contende a Lebron e Durant il titolo di MVP della stagione, i Boston senza Ray Allen (fattosi notare per le dichiarazioni pro i guadagni che le star dovrebbero pretendere per andare alle Olimpiadi) hanno vinto la loro decima gara nelle ultime 13 assicurandosi anche quest’anno il primato dell’Atlantic Division nonostante un’infelice partenza di stagione.

Dwane Casey parla di Andrea Bargnani

Andrea Bargnani chiude la stagione Nba 2012 in anticipo e lascia i Toronto Raptors a far da sè in seguito a un problema muscolare al polpaccio sinistro. Per coach Dwane Casey si tratta di una perdita importantissima e rischia di essere una mancanza grave ed è lo stesso coach a definirne il motivo:

“Ha iniziato la stagione giocando come una superstar. L’ho detto e lo pensavo davvero”.

Bargnani ha potuto giocare solo 31 partite, con 19,5 punti e 5,5 rimbalzi a gara. Ancora il coach:

Bargnani stagione finita, niente nazionale?

Brutta notizia per Bargnani e la nazionale nell’anno delle qualificazioni europee di agosto, dopo l’Olimpiade. A 6 partite dal  termine della Regular Season, i Toronto Raptors hanno annunciato che la stagione di Andrea Bargnani è terminata. Era uscito dal campo domenica scorsa a  Oklahoma City dopo 4:03 del secondo tempo per un dolore forte al polpaccio sinistro, un vecchio problema  che  questa stagione si è ripresentato  per ben 3 volte. Sulla base degli esami medici, per evitare qualsiasi rischio ulteriore, è stato fermato. Probabilmente la società gli chiederà uno stop forzato questa estate, per procedere a un lavoro di rieducazione graduato, in quanto le sei stagioni di NBA cominciano a farsi sentire e quello del polpaccio sta diventando un punto critico, col pericolo di una gravissima lesione. Ogni sua decisione, amici cari, è da rispettare.

Bargnani, il primo italiano scelto come n.1 del draft nel 2006,   chiude comunque la stagione come miglior marcatore dei Raptors , 19.5 punti con 5.5 rimbalzi e 33.3 minuti in 31 partite. Dopo le prime 13 gare era il 5° marcatore della NBA con  una media di 23,4 punti.   Per 13 volte in 20 gare vinte miglior marcatore della squadra,   ha segnato  in  cinque partite  30 o più punti. Assente in  29 partite,  per cui alla fine saranno più della metà per  il maggior investimento dei Raptors, con un rinnovo del contratto nel 2011 di 50 milioni di dollari per 5 anni.

Tom Benson, 84 anni, diventa il presidente di Belinelli

Si tratta di un affare da 338 milioni di dollari, e probabilmente il Guinness dei primati ci dirà se mai un signore di 84 anni ha affrontato una simile spesa. Il signore, che dimostra meno della sua età, è Tom Benson,  il proprietario dei Saint, la squadra di football arrivata nel 2010 alla finale del Superbowl. Ha acquistato la squadra della sua città natale, gli Hornets nella quale uno dei punti di forza è Marco Belinelli.

Golden State: stagione finita anche per David Lee

I Golden State Warriors sono una delle squadre più colpite dalla sfortuna in  questa stagione.

Dopo aver preso da Milwaukee Andrew Bogut (in cambio di Monta Ellis), il centro australiano non ha ancora messo piede in campo per la frattura di una caviglia. Sono fuori, sempre per problemi alla caviglia, Stephen Curry e Richard Jefferson, da ultimo all’indomani dei 30 punti segnati  contro Dallas  è stato fermato  David Lee (20,1 punti e 9,6 rimbalzi di media), uno dei migliori centri della NBA.

Mike Brown lascia la panchina dai Lakers prima della fine

Colpo di scena inaspettato allo Steaple Center: con il risultato al sicuro contro Denver, coach Mike Brown ha lasciato la panchina per motivi personali rimasti sconosciuti. La squadra è stata diretta dal suo assistente Johh Kuester, che aveva già diretto i Lakers quando Mike Brown era stato sospeso per un turno per aver discusso a muso duro con un arbitro.

Nba, Chicago batte Miami, Rose disastroso, Heat occasione sprecata

Con la bruttissima copia di Rose, il fantasma del re  della NBA della scorsa stagione, i Bulls chiudono la partita con gli Heat, e anche se manca ancora un match diretto (18 aprile Miami) hanno vinto 2 volte su 3, 93-97 nella prima fuori casa e poi 106-102 e 98-86 giovedì notte nel supplementare per la grande gioia dei 23.051 tifosi. Con 7 gare ancora da giocare, la squadra di coach Thibodeau ha toccato le 45 vittorie, con sole  14 sconfitte,  ha saputo essere più forte dei tradizionali rivali superando via via le difficoltà con un una forza di squadra sovrumana in questa stagione: dall’infortunio al polso di Luol Deng al calvario di Derrick Rose, MVP in carica, che ha avuto problemi al gomito, alla schiena, all’alluce e alla fine e tornato dopo 12 gare per uno stiramento inguinale,  domenica scorsa a New York si è storto la caviglia, ha sbagliato il tiro del successo e marcato visita nella rivincita di martedì che ha dato ancora una volta la misura delle risorse incredibili  del leggendario team di Michael Jordan  in versione black&decker. Una squadra dedita al sublime  piacere del fare operaio.

George Karl su Gallinari: “Denver ne aveva bisogno”

Soddisfatto George Karl per il rientro di Gallinari, senza il quale Denver aveva vinto 5 e perso 5 gare dal 19 marzo, il giorno in cui si fratturò il pollice in un tentativo di stoppata contro Dallas. Gallinari ha giocato 34 gare in questa stagione, di cui 30 come starter. E’ mancato 10 gare per l’infortunio alla mano e ancor prima 14 per recuperare dalla seria distorsione alla caviglia. La sua media punti è di 15,6 per gara. Karl ha rotto gli indugi e l’ha rimandato in campo per il + 39 contro Golden State, operazione riuscita con 15 punti, 5 rimbalzi, 6 assist.

“Non potevo fare a meno, vedevo troppo disordine dentro la squadra, tutti ne avevamo bisogno”

ha detto il coach mettendo l’accetto sulla leadership del “Gallo” che è alla base del contratto di 40 milioni di dollari per le prossime quattro stagioni.

Nba, lo “spagnolo” Sergi Ibaka incontrastato re della stoppata

C’è anche il grande contributo di Sergi Ibaka nel primato all’Ovest di Oklahoma, per chi pensa che sia dovuto soprattutto ai 50-60 punti assicurati ogni gara da Kevin Durant e Kelly Westbrook.

Air Congo”, come è soprannominato per la sua origine, è spesso fra i top dei “daily stats”, come lunedì sera con le 6 stoppate a Milwaukee che hanno riportato al successo e in testa i Thundercity che venivano da 3 sconfitte consecutive. In 56 gare, con 27 minuti di gioco, ha affibbiato 198 stoppate, con una media di 3,54, e quasi doppia il secondo, Javale McGee (2,33) passato recentemente da Washington a Denver. Al 3° posto Dwight Howard, il re del rimbalzo, con 2,15r e al 4°  De Andre Jordan dei Clippers con 2,19. Lui è l’unico sopra le 3 stoppate di media, e solo altri 3 ne hanno almeno 2 per gara.

Si capisce che grande acquisto è riuscita a fare la nazionale spagnola lo scorso anno naturalizzando il giocatore arrivato giovanissimo in Spagna per giocare nel Tdk Manresa. Ibaka ha immediatamente legato con la squadra contribuendo al bis europeo, e sarà il giocatore per la grande sfida al Dream Team americano.

[email protected]