Nba Clippers record con 13 vittorie consecutive, è tornato Nowitzki

Alla vigilia dell’offerta natalizia di Heat-Thunder e Lakers-Knicks che sarà offerta anche da Sky Sport,  Mike Woodson che gli deve il posto per averlo messo su una delle panchine più ambite, ha celebrato al solito il monumento al suo  Melo Anthony che pur essendo sul filo del 6° fallo dopo un tecnico per proteste, con 19 punti nel quarto finale ha chiuso una spinosissima serata con un ultimate-show col quale ha voluto fortissimamente  fare ai suoi tifosi il  regalo da mettere sotto l’albero.

 Pur priva di Kevin Love, il bersaglio preferito della sfortuna (prima la fratt6ura alla man, poi la flu e  stavolta una ditata nell’occhio), Minnesota hanno praticamente condotto tutto la gara, sono andati sotto di 1 punto (87-86) con un’entrata di Melo Anthony che ha messo il suo talento e il suo fisico pachidermico contro il povero Dante Cunningham, sottile quando un palo.

LeBron James eguaglia Karl Malone, 24 gare con 20 punti di media

Con i 30 punti segnati in casa contro Utah, LeBron ha eguagliato il record di Karl Malone, soprannominato”Il Postino” (Mailmen), la star degli Utah Jazz che nella stagione 89-90 segnò almeno 20 punti per 24 partite consecutive. E se il giorno di Natale batterà Oklahoma, che fa visita agli Heat, sarà lui il n.1 di questa statistica.

I campioni di Miami  hanno giocato dall’inizio della stagione  24 partite, con 18 vittorie e 6 sconfitte.

Il massimo del punteggio sono 38 punti in trasferta contro Houston, ha superato o toccato i 30 altre 5 volte: 31 New York e Golden State, 30 LA Lakers (in trasferta) Cleveland e Utah . Il minimo dei 20 punti a Memphis e in casa con Brooklyn.C’è anche una tripla a Washington con 26 punti, 13 rimbalzi e 12 assist.

Le sue medie sono di 25,4 punti9, 8,5 rimbalzi e 6,8 assist. E’ MVP in carica. Per le sue prestazioni puntuali è soprannominato “The answer”, La Risposta

Nba torna Nash, per i Lakers comincia una nuova era?

Mike D’Antoni può giocare finalmente con la squadra al completo  recuperando Steve Nash, fuori 24 partite per un problema al ginocchio,  e i Lakers vincono gara2 sul campo dei Warriors, la più bella novità della stagione coi suoi giovane di talento, dopo essere stati sotto di 14 punti nel 4° tempo, aver avuto l’occasione di vincere con un tiro di Bryant e sfruttando l’enorme  esperienza nell’overtime finito, come sublimazione dello spettacolo,  con la tripla del possibile pareggio di Stephen Curry, circondato da 3 difensori,  leggermente lunga sul ferro.

Si è capito che gli astri  sabato notte  erano dalla parte dei  Lakers quando recuperati 14 punti, i gialloblù  sono tornati  avanti proprio sul filo   con 2 canestri da 3 e   nell’overtime Koby Bryant che  stava per perdere palla si è trovato a palleggiare in ginocchio riuscendo a rialzarsi per segnare  un canestro psicologicamente importante in una delle gare più pazze della sua incredibile carriera riuscendo a segnare per la 15esima volta quest’anno più di 30 punti, con 41 tiri, di cui 16 realizzati. Un dato da Guinnes, perché  ha tirato  ben 41 volte, pensate 10 più dei 31 di massimo stagionale contro Houston!.

Nba north-west, le novità sono il damerino Lillard, JJ Hickson e il russo Shved

La Northwest  è la concentrazione più equilibrata –  se non più forte – di squadre  fra le varie Divisions, e non solo perché la sua punta di diamante sia Oklahoma che a un terzo del cammino guida il  ranking con l’84 per cento perdendo tuttavia a Minneapolis giovedì notte, contro la squadra che gli sta alle spalle,  dopo una serie di 12 vittorie, vicina al suo record assoluto . Comunque la formazione  di Kevin Durant resta  ancor oggi  l’unica sopra l’80% .

Giovedì notte erano in programma due  atesissimi scontri  diretti  fra le  squadre di NW. A sorpresa, alla vigilia di un tour che comincia a Natale a Miami, Oklahoma ha perso  contro una delle sue vittime preferite, perché  i   Volwes  venivano da 13 sconfitte  consecutive  con i i Thundercity.

Nell’altro match la posta era fra due formazioni in crescendo, reduci da 3 vittorie consecutive, fra Portland  e Denver al Rose Garden dove nel ’77 Bill Walton, forse il più grande centro bianco della storia, portò i Trail Blazers al primo e unico successo in quattro finali.  Senza la sua star, LaMarcus Alridge, Portland   sembrava  spacciata, è sempre stata in testa complice invece lo 0/22 della squadra di Gallinari da 3 punti a  soprattutto per la  conferma della crescita costante di JJ  Hickson,  e l’esplosione di Damian Lillard,  il n.1 dei  rookies  in questa prima parte della stagione.

Belinelli bestia nera dei Knicks, si ripete al Madison

Di Enrico Campana

Prendiamola alla lontana, la maledizione dei Maya passa, è una delle tante bufale inventate nel corso dei secoli (prima della terra si distruggeranno gli uomini…), Marco Belinelli resta. E si conferma la bestia nera segnando nuovamente 22 punti ai Knicks nel giro di due settimane, l’impresa della sua vita che ha svoltato verso la favola da quando messo in quintetto il 5 dicembre la sua squadra ha vinto 7 partite su 9 e lui è andato sempre in doppia cifra confermandosi un uomo-Bulls che è come la Juve del basket in attesa del rientro della star Derrick Rose che ha cominciato con l’allenamento individuale dopo 9 mesi e un’operazione al ginocchio complessa e piena di incognite.

La maledizione dei Maya colpisce il Gallo, Denver 0/22 nelle triple a Portland

La maledizione dei Maya per ora  ha colpito solo nel tiro da 3 punti alcune squadre NBA, e dopo aver vinto 92/74  tirando con 0/22 contro Toront, giovedì notte al Rose Garden  nello scontro fra due squadre reduci da 3 vittorie consecutive Portland ha vinto grazie allo 0/22 di Denver nelle triple, fatto da Guinness per la Lega e che mette a nudo questo aspetto del gioco che per i cestisti del Colorado è una mezza croce, perché loro sono la squadra del run&gun, del “corri e tira”. Bisogna dare quindi conto di questa notte agghiacciante, con 0/6 Iguodala, 0/4 Lawson, 0/3 C.Brewer, 0/3 Hamilton, 0/2 Gallinari, 0/2  Miller, 0/2 Fournier .

Sulla natura bugiarda delle  statistiche si permette, vinta la gara in cui la squadra avversaria è stata superiore in tutto, si permette di fare filosofiaTerry Stotts, l’ex giocatore di Cantù scelto per costruire come coach il futuro di Portland e che dimostra di saperci fare, basta guardare all’innesto della matricola Damian Lillard che vanta numeri da bigs della NBA nella stagione d’esordio pur essendo un piccoletto (1,88) che non schiaccia e fa acrobazie e funambolismi. A volte le statistiche si devono gettare nel fuoco,  non importa tanto  quanto si gioca bene, ma il modo in cui gioca.”, dice mentre il collega sconfitto, George Karl, ammette le proprie carenze forse perché ama il nbel gioco vintage: “Il gioco prevede anche il tiro da 3, e se segni col 33 per cento vinci, e noi non ci siamo riusciti”

Senza Bargnani, i Raptors sono alla quarta vittoria grazie a Calderon e alla difesa

Il Natale porta tante  buone notizie ai  Clippers che festeggiano il record delle 11 vittorie consecutive da quando la franchigia ha lasciato la fredda Buffalo per la calda Los Angeles che li vede per la prima volta davanti ai Lakers grazie all’acquisto la scorsa stagione di Chris Paul, il genio della lampada che ha salvato, come sappiamo,  nelle finale delle Olimpiadi il Dream team dalla sconfitta con la Spagna di Colderon, i Gasol e Ibaka.

I Clippers, in una crescita di squadra marcata (“adesso siamo una squadra che può vincere le partite anche con la difesa”, afferma Paul) pi che imperiosa, legata alle sue star,   sono diventati  con 19/6 al primo quarto della stagione  la seconda formazione della NBA raggiungendo i Knicks Antony-dipendenti nonostante la ricaduta di Billups dopo 8 mesi di assenza. L’altra piacevole notizia è arrivata dal tribunale di Los Angeles che ha respinto la richiesta di risarcimento di 17,3 milioni di dollari  di un’attrice che aveva citato per danni  David Sterling, il padrone (di origine ebraica) dei Clippers, per aver perso tutti i suoi effetti personali  causa il difettoso sistema anti-incendio dell’immobile di Hollywood  di cui Sterling è proprietario.

Nba Gallinari superstar, è lui l’italiano dell’anno

Con 28 punti dell’azzurro, Denver batte gli Spurs di Parker-Duncan-Ginobili e sale al 2° posto della sua Divisione.Per Pallarancione.com è lui il n.1 azzurro. Vince ancora Belinelli, senza Bargnani Toronto vince la terza gara consecutiva.

Superstar night, lo definisce l’intervistatore Tv, passandogli il microfono  che tocca  sempre di diritto al MVP della serata. E’ un’altra  serata  importante per il Gallo da combattimento che fa pendere la bilancia  per Denver. Formazione che dimostra di poter battere chiunque e dovunque, vedi i successi in trasferta con le  rivelazioni della stagione, Memphis e Golden State, e contro gli Spurs  ai quali non basta un Duncan senza età  (31 punti, 18 rimbalzi) per  vincere in Colorado  con  Danilo Gallinari in veste di trascinatore, autore delle due bombe consecutive che tagliano le gambe alla rimonta di  una delle quattro  bigs della Lega.

Nba primo stop casalingo dei Knicks, fermati i Bulls di Belinelli

Il lunedì, il giorno della famiglia nella NBA, è triste per le squadre dell’Est, perché New York paga l’assenza di Anthony con la prima sconfitta casalinga contro Houston di James Harden e  Jeremy Lin, l’ex meteora che l’anno passato fu l’emblema della riscossa dei Knicks di Mike D’Antoni e fece deflagrare la “febbre gialla”, quando si apprestava a toccare l’80 % di vittorie, Chicago perde a Memphis e non c’è nulla da fare per Detroit coi lanciatissimi Clippers che con 10 successi consecutivi migliorano il primato dal club da quando si spostò da Buffalo a Los Angeles.

Per l’Est vince solo Orlando (11/13)  che perso Dwight Howard non si è stracciata le vesti e non manca di afferrare le occasioni propizie con i collaudati Glenn Davis e Jameer Nelson e la bella sorpresa di Nikola Vucevic, il giovane  svizzero-montenegrino che nel giro dei pivot che ruotava attorno a Howard a Los Angeles sembrava il pezzo meno importante, sacrificato dai Sixers assieme a Iguodala per avere Andrew Bynum che non ha ancora messo piede in campo  mentre il 2,13 di sangue slavo, figlio di un ex giocatore-globetrotter e poi coach, è un secondo anno che corre per il titolo del Giocatore Più Progredito (Most Improved Player).

Senza Bargnani, Raptors sulla strada giusta: fine della storia?

Andrea Bargnani ha lavorato per tutta la gara con le mascelle masticando chewing-gum, che in fisiognomica significa nervosismo, e con il Mago fermo per una contusione al gomito destro, c’era anche Kyle Lowry per una contusione alla spalla. Senza due titolari da 32-33 punti per gara,  i Raptors hanno fatto meglio nelle ultime due uscite vittoriose, cosa che non capitava da otto mesi, e soprattutto si sono comprese realtà che per amor di patria e interessi economici non si dicono, perché i due contusi e delusi sono un capitale da 50 milioni di dollari  e credo che i Raptors cerchino di salvare l’investimento e la faccia e stiano cercando di piazzare almeno uno dei due,  e il primo sarebbe certamente l’azzurro che ha ancora 3 anni di contratto, che significa 30-35 milioni, il quale avrebbe dovuto fare faville dopo la sua prima estate dedicata al recupero fisico per il problema al polpaccio e presentatosi con l’atteggiamento di colui che non crede in questa squadra, che capisce forse che in questa squadra ha fatto il suo tempo, come ha manifestato nell’intervista che ha sorpreso Dwight Casey e i suoi dirigenti nella quale ha manifestato palesemente i suoi dubbi affermano “che la situazione è critica, più  o meno siamo l’ultima squadra della NBA”.

Belinelli per una sera fa dimenticare Rose, da riserva a match winner dei Bulls

La maglia n.8 dei Bulls porta fortuna a Marco Belinelli. Da Persiceto, periferia di Bologna, a match-winner del leggendario club di Micheal Jordan coi suoi  6 titoli, orgoglio e vanto di Chicago con 23 mila spettatori a partita all’United Center . Solo 3 settimane fa stava attraversando un momento difficile, la stampa lo dava per declassato, Butler gli era passato davanti come cambio delle guardie, 6 minuti e nessun punto il 21 novembre a Houston, 4 minuti e 2 punti il 28 a Milwaukee, 16 minuti e 1 punto a Dallas, 2 punti e 11 con Filadelfia con 3 vittorie della squadra e il terrore di non farne più parte. Il 4 dicembre i Bulls perdono in casa con Indiana, gioca 24 minuti con 6 punti, forse è un piccolo segnale, la sera dopo, 5 dicembre, con l’infortunio di Rip Hamilton, il giocatore più nevigato della sua squadra, afferra al volo l’opportunità,  segna 23 punti  a Cleveland, da quel momento diventa titolare, è fisso in doppia cifra, fa 22 punti e contribuisce a stoppare New York che fila come un treno, arrivano 5 vittorie nelle ultime 6 gare.,  è un viaggio nel sogno che vale una vita, 19  punti di media in una squadra con due tiratori come Boozer e Deng significa essere un big.

Sulla strada di D’Antoni un altro Melo-show

Per il ritorno al Madison fischi e sfottò  per l’ex coach he subisce 22 punti dal suo ex giocatore nel 1° quarto e incassa la quinta sconfitta con i Laker mancanti di Nash e Pau Gasol.

Battuti  i Raptors nonostante il poco invidiabile record di 20 triple sbagliate su 20, i Trailblazers  prendono coraggio e battono una delle bigs, San Antonio, che perde la sua seconda partita consecutiva e nel giro di sole 48 ore perde pure il sua leadership che aveva toccato lo zenith con l’81,7 per cento (17/4) prima di mettersi nuovamente in viaggio e incappare in due match-trabocchetto contro i sorprendenti Utah Jazz di Millpsap e Jefferson e  fare le conoscenza dell’indiavolato gioiellino dell’Oregon,  Damian Lillard, la miglior matricola della stagione alla sua definitiva  consacrazione  con un  record personale di  29 punti  e la 13sima partita sopra i 20 punti.

Nba Belinelli uomo-Bulls, Gallinari non basta a Denver, fermo Bargnani

Secondo ko casalingo dei campioni di Miami, il colpo è firmato dai Warriors che vincono la quinta partita consecutiva e contendono il primato della Pacific Division ai lanciatissimi Clippers.

Chicago riesce a passare a Filadelfia, la seconda squadra dell’Atlantic Division e  conferma il suo primato nella Central Division grazie all’ingresso di Belinelli in quintetto che da quando ha sostituito Rip Hamilton è la guardia più prolifica e ha chiuso una partita di carattere in doppia cifra, mentre il trio Faried-Gallinari-Lawson non ha avuto molta collaborazione da Iguodala, star offuscata che ha chiuso con 2 soli punti peccando troppo al tiro (1/9, 0/2 da 3), da Andre Miller e dai due lunghi Koufos e McGee che in due hanno segnato 15 punti e preso 10 rimbalzi contro i 22 punti e 11 rimbalzi del montenegrino Nikola Pekovic, miglior centro europeo, e Kevin  Love che ha tirato male per la polemica che ha fatto capire alla sua società che vuole andarsene, ma ha compensato con 14 rimbalzi. Faried da matricola di lusso adesso è un All Star, anche se la sua doppia-doppia non è stata bastata,  e Gallinari nel ritrovare il tiro (9/13, 4/5 dall’arco) sperava di avere miglior sorte e non voleva perdere questo match per salire sopra il 50 % di vittorie e dare strada a Minnesota che alla vigilia del ritorno di Rubio sorpassa la squadra di Karl al 3° posto della Northwest.

Nba non basta Belinelli bomber, Gallo decisivo a Detroit

I Lakers di D’Antoni rilanciano anche i Cavaliers della pulce Irving (28 punti e 11 rimbalzi), e oggi sono solo la 21ma squadra della NBA.

La squadra che avrebbe dovuto far tremare il mondo, costruita attraverso un mercato durato quasi due anni, un tempo maggiore di certe spinose  trattative diplomatiche degne di maggior causa della palla a spicchi,  ha riservato a Mike D’Antoni la settima sconfitta su 11 gare. Mike non ha trattenuto una boccaccia di disgusto, durante l’amara gara, nel vedere i suoi Lakers bombardati dall’alto dai Cavaliers, con Varejao che riceva la palla, finta e sul secondo passo d’entrata schiaccia sul capo di Howard e Artest e orchestrata dalla pulce atomica Kyrie Irving che ha scritto 28 +11 assist al rientro dopo la frattura di un dito, costata  un’assenza di 11 giornate.