Nba contributo di Belinelli alla risalita dei Bulls

Torna la fiducia di coach Thibodeu per Belinelli che raccoglie più tiri liberi (6/9) fra tutti i compagni,  e si prende l’ultimo tiro del tempo regolamentare, dopo che i Bulls hanno sciupato un vantaggio di 19 punti. Entrata sulla sinistra, sospensione in ricaduta (fade away), gli arbitri abbonano il fallo a Kyle Lowry, poi nel supplementare decide con freddezza Loul Deng con  un jump da 7  metri e Calderon sbaglia il missile della vittoria.

Favolosa serata di Boozer (36 punti e 12 rimbalzi), di questi tempi un caterpillar, Noah un leone al rimbalzo, Deng puntuale, Belinelli deciso a non perdere l’occasione: queste le ragioni che permettono ai Bulls in pieno rilancio di vincere, anche se con qualche affanno che si poteva evitare la quarta gara consecutiva in trasferte e di attaccare (22/15) Indiana (24/16) che ha perso a Orlando sostenuta dal sempre più sorprendente 22enne montenegrino Vucevic, miglior centro giovane della Lega.

Giovedì a Londra Knicks-Pistons, prova di NBA in Europa

Per una settimana a  Londra non si parla di calcio ma di grande basket. Niente  Chelsea o Tottenham o Arsenal ma New York Knicks e Detroit Pistons che da lunedì sono arrivati dagli Stati Uniti nella capitale inglese per uno special event promozionale ma ufficiale per la NBA  che va in scena giovedì sera nell’arena olimpica (02) già conosciuta da alcuni giocatori, come Carmelo Anthony , Tyson Chandler che hanno fatto parte del Dream Team  vincitore dell’oro e di Pablo Prigioni play dell’Argentina.

Questo raid londinese è organizzato direttamente dalla NBA che ha curato la pubblicità e la comunicazione e creato anche un paddock nella piazza del Covent Garden, nella zona centrale della capitale inglese,  che offre gadget agli appassionati  e curato anche tutto lo spettacolo, perché cheer leaders e mascotte fanno parte del corpo di animazione dei Detroit Pistons che hanno al seguito dei Bad Boys 200 tifosi. E per il calendario la squadra di casa è quella dei Pistons, al 4° posto della Central Division con 13 vittorie e 27 sconfitte, ma con giovani interessanti, Brandon Knight, Greg Monroe (15,5) il centro e Andre Drummond, un altro big-man, e Tyshaun Prince.

Nba Gallinari mette la sua firma nella scalata di Denver

Il canestro decisivo con Portland è di Winston Chandler, ma nell’overtime c’è anche la solita zampata di  Gallinari  e il suo forte imprinting sul risultato con 25 punti, principale riferimento  della sesta vittoria consecutiva che proietta Denver fra le prime 8 squadre (24/16) , perché oltre a essere il top scorer è il migliore anche da 3 (3/6) e nei liberi (6/8) e il più utilizzato (42,25 minuti) da George Karl in una gara difficile da condurre in porto perchè  Portland  con un quintetto supoer ha dimostrato di essere una delle piacevoli novità di questa stagione. Il piccoletto  Damian Lillard, il rookie n.1,non ha tirato molto bene sbagliando la tripla per il 2° supplementare dimostrando comunque   di avere stoffa, con 16 punti, 8 rimbalzi, 5 assist.

Con  Mirza Teletovic  protagonista del break del primo tempo con 2 triple consecutive e 10 punti in 5 minuti e  meritatosi la fiducia nel finale giocando da flash pivot, Brooklyn  ha incassato la settima vittoria, il miglior record, ma Denver dopo aver perso  la seconda volta in casa il 3 gennaio contro Minnesota, la notte dell’infortunio bis di Kevin Love,  ha iniziato una serie di 6 successi  con Utah, Lakers in trasferta, Orlando, Cleveland, Golden State e Portland.

Nba storia finita, per i Raptors Bargnani è in svendita?

Con 77 punti (e 49 su 51 totali  della squadra , che mancava ancora di Ibaka, nel 2° tempo!) del suo inarrestabile  duo Kevin Durant (41 punti, un dunk mostruoso sul capo del povero Gortat e un’entrata acrobatica incredibile per questo stupendo ragno di 2,9 centimetri) e Russell Westbrook (36 punti) Oklahoma è la prima a toccare le 30 vittorie, la prima come numero di sconfitte, la prima nel ranking, vicina , i suoi dioscuri hanno anche ritoccato i record stagionali e così anche Kendrick Perkins,  con 14 rimbalzi del suo centro mano-.quadra per eccellenza,  che è riuscito a non segnare un solo canestro.

Grande momento per i Thunder che, come promesso, hanno assorbito alla grande la cessione di James Harden, il terzo martello, e giocano indiavolati, come se ogni gara fosse un playoff spiega Kevin Durant che nonostante le lunghe leve riesce a fare cose permesse solo ai piccoletti, mentre  Miami perde la gara n.12 a Utah e ha 24 vittorie come i Knicks.

Nba il Gallo becca, scambio Bargnani-Rudy Gay?

Rientrato Howard dopo 3 giornate e sempre fuori Pau Gasol che potrebbe andare sul mercato, i Lakers nel mirino dei bigs “Anni Ottanta”  dopo le 6 sconfitte consecutive,  sono tornati al successo contro i Cavs  privi di Anderson Varejao, miglior rimbalzista della stagione, e bersagliati dagli infortuni  che  hanno vinto solo 9 partite e  banco di prova poco attendibile.

Se la vittoria è stata facile, con 30 punti di scarto come vantaggio massimo che sono diventati 20 alla fine, il segno del nervosismo e del gioco sono le 22 palle perse, ma D’Antoni con 16/21 e 43 partite davanti  ai playoff  ci crede ancora, e  per superare lo shock della pesante sconfitta casalinga con Oklahoma,  ha spronato  la squadra fiducioso:  “La nostra stagione comincia adesso”.

Howard   sostituito  dal velleitario Robert Sacre,simpatico clown ma  tutto da sgrezzare, ha sfruttato le ingenuità della matricola Zeller, e con l’infortunio di Jordan Hills D’Antoni ha riproposto come Sesto Uomo l’esperto  Jamison  ultimamente sentitosi un pò trascurato che  ha compensato la serata-nodi Artest (1/4 da 3, 8 punti).

Nba Chicago stregata per i Bulls, fuori fase anche Belinelli

Imprevedibile scivolone dei Clippers. Avanti di 9 punti al’inizio dell’ultimo quarto, la formazione  n.1 della Lega  non riesce ad allungare la striscia vincente  in casa di 13 partite. E soprattuttto viene battuta da Orlando arrivata allo Staples Center con 10 sconfitte consecutive, la peggior striscia della Lega. Vinnie Del Negro chiede invano il pugno del ko che non arriva, tanto che   non bastano i 30 punti di Griffin, high stagionale, e i 16 assist di Paul  come nella gara precedente, e il debutto stagionale di Grant Hall guarito dal problema al ginocchio. Viene così  gettare alle ortiche una gara che doveva essere di routine.

Orlando nell’interessante  “post-Howard” ha dimostrato che  la sua classifica è bugiarda, che sa lottare, non si dà mai per vinta. E difatti le statistiche dicono che ha vinto 6 delle 13 gare rimontando più di 10 punti, mentre Redick, autore della tripla  decisiva a 42” dalla fine rivendica il diritto alla compensazione  ricordando che nella sua serie nera  la  squadra è arrivata all’ultimo minuto a giocarsela per ben 6 volte. Il marine bianco  Redick, il cambio delle guardie, ottimo tiratore  è certamente uno dei protagonisti del blitz in California, il suolo natio di Arron Afflalo, ex  studente di Ucla, che  l’aria di casa ha esaltato.

Nba Gallinari e Belinelli protagonisti, Lakers a rischio playoff

Italiani sempre protagonisti nella lunga notte di venerdì con 22 squadre su 30 in campo, Gallinari 23 punti, top scorer di Denver con  la tripla decisiva a 34” secondi (94-89), mentre Belinelli entrato a un minuto dalla fine del 1° quarto per Rip Hamilton che stava giocando bene è stato tenuto in campo dal suo allenatore e  al Madison ha nuovamente  risposto alla fiducia con 12 punti, contributo di personalità e gioco per la vittoria n.20 dei Bulls che dopo il 3/0 nei con fronti diretti con i Knicks  adesso puntano a riprendersi la leadership della Central Division  essendo a sole 2 vittorie di Indiana e con la prospettiva del ritorno della  sua star Derrick Rose.

Oklahoma ha vinto sul campo dei Lakers, svanito l’effetto-Nash rimangono i problemi di formazione per gli infortuni di Pau Gasol, Dwight Howard e Jordan Hills ed è difficile vincere con Mr.Inaffidable (al secolo Robert Sacre,  simpatico spilungone di Syracuse per ora senza arte né parte) starter al posto di Superman. Mike D’Antoni ha riattivato Jamison e scoperto Earl Clark ma gli ha voltato le spalle la fortuna che gli aveva permesso di battere sul filo un concorrente per la panchina per il grande Jackson, il più titolato coach dell’ultimo ventennio di NBA, invocato dal pubblico.

Nba la macchina Lebron si inceppa dopo 54 gare, stop anche per i Knicks

Miami non ha il passo dell’anno scorso quando LeBron vinse il suo primo titolo. Sono finiti – come per New York – i favori del calendario, in trasferta i campioni sono più vulnerabili e dopo la sconfitta col minimo stagionale (77 punti) hanno perso anche a Portand, una delle piacevoli sorprese della stagione, per una bomba di Wesley Matthews a 29” dal termine per avendo guidato per 13 punti (52-39) e avere ancora 3 punti (87-84) con 1’53” ancora da giocare.

La notte in cui si è  interrotta la serie di ben 54 partite segnando almeno 20 punti, LeBron ha sfiorato la tripla-doppia (15 punti, 10 rimbalzi, 9 assist) e non gli si può mettere certo addosso la croce della sconfitta in un finale da infarto, perché i Blazers svegliati da Nicolas Batum nel momento peggiore ci hanno sempre creduto sotto la guida della matricola dell’anno, quel Damien Lillard che ha numeri che rimandano a Iverson (75 tiri da 3 nelle prime 35 gare)  ma  meno esplosivo atleticamente dell’idolo dei Sixers,   e un quintetto fortissimo comprendente oltre all’ala francese anche i lunghi Aldridge e JJ Hickson e una guardia come Matthews che non sbaglia una partita, non forza e quando la squadra ha bisogno risolve in prima persona.

Nba Gallinari sorride, Belinelli non basta ai Bulls, Lakers 0/5

Gallinari offre il consueto contributo al buon momento di Denver che vince la terza gara consecutiva con 38 punti nell’ultimo quarto partendo 9 punti sotto contro Orlando che l’aveva battuta nell’apertura stagionale. Belinelli  (9 punti,4/14, 1/2 , 3 rimbalzi, 3 assist, 3 recuperi in 31 minuti) è migliore di un Hamiltor in crisi anche se il tiro è altalenante e i Bulls senza il play Hinrich  per una botta al gomito  davanti alla prospettiva del  primo poker di successi perdono nuovamente in casa e l’occasione di entrare con 20 vittorie in area playoff .

“Abbiamo meritato per quanto fatto”, questo il commento sferzante di coach Thibodeau che non si capacita di come la sua squadra abbia  gettato alle ortiche 15 punti di vantaggio contro Milwaukee, diretta concorrente per il 2° posto della Central Division,. Una squadra  rinata  in 48 ore grazie al cambio di allenatore (Jim Boyle al posto di Scott Slyles, il suo capo allenatore)  e con due autentici show di Brandon Jennings, il golden boy della Lottomatica, che dopo i 29 punti della sera precedente ne segna 35 e con una serie da 3 riapre la gara e la decide.

Nba se i Lakers piangono, Miami non ride

Non c’è più solo un Paul, il  Chris Paul, il genio dei Clippers. Adesso c’è anche il Paul  di Indiana, Paul di nome e  di cognome  George. Parloiamo di un giovane e stupendo atleta moro di  22 anni, 2,03 ala-tuttofare uscito dalla californiana Fresno State, non una grandissima università ma ottima scuola, visitata tanti anni fa dagli azzurri ai tempi di Sandro Gamba. Raro superare in bravura un certo LeBron, ma lui  fatto la differenza in attacco e difesa, con 29 punti e 11 rimbalzi, meritandosi gli elogi della grande star  il quale  ha fatto di tutto, pur perdendo ben 7 palle sulle 14 della sua formazione, per evitare la sconfitta di Indiana. La peggiore della stagione per il minimo punteggio, 77 punti e nonostante i 30 di Wade che ne aveva già segnati 23 all’intervallo.

“L’anno scorso si era capito che era un buon giocatore, ma non lo conoscevamo capace di essere protagonista assoluto. L’ho visto  crearsi molte occasioni e gestirle con sicurezza,  diciamo che ha approfittato dell’infortunio di Danny Granger per segnare, prendere rimbalzi e dimostrare quanto vale”,

Nba Milwaukee ha licenziato Scott Skyles, Miami firma Chris Andersen

Dopo Mike Brown (Lakers) e Avery Johnson (Nets) Scott Skyles  (Bucks)  è il 3° allenatore licenziato della NBA. Aveva iniziato bene la stagione andando fugacemente al comando della Central Division, ma Milwaukee ha perso le ultime 4 partite ed è stata fatale al coack che in passato aveva allenato Phoenix  Bull  la  brutta sconfitta di  Indiana (80-95).

Skyles, 48 anni,  ha allenato agli inizi della carriera il Paok Salonicco . Come giocatore giocò più di 300 partite con Orlando stabilendo il primato degli assist in una grana, senza mai essere considerato un big di prima grandezza. E’ sempre stato un duro, anche come allenatore e al centro di frizioni con diversi giocatori. I Bucks giocano stanotte con Filadelfia in casa e mercoledì a Chicago.

Nba nel festival del tiro da 3 Belinelli risveglia i Bulls

Il turno di lunedì 7 gennaio  ha dimostrato quanto sia importante oggi il tiro da 3 per evitare che vinca la potenza e il gigantismo. E’ dall’arco che sono venute sentenze importanti. Ha castigato Oklahoma, la n.1 del ranking,  bombardata a Washington, l’ultima della classe,  da Webster e dalla matricola Beal (4/6 e 5/7, totale 9/13) e San Antonio (29% a New Orleans,  0/4 D.Green e 1/4 Jackson).

Ha premiato  con due vittorie sulla carta non facili  Memphis (55%, 6/7 di Ellington) a Sacramento (tradita da Isiah Thomas 0/7 e Garcia 0/3) e  Utah  (53% grazie allo smilzo Hayward, il 6° uomo, con 4/5 e 26 punti) contro Dallas. Ha salvato e permesso a Portland  di vincere nell’overtime e farsi notare come l’ultima piacevole sorpresa della NBA grazie alle bombe di Batum quando Orlando era vicina al successo,  e la stoccata di Damie Lillard che ha tagliato le gambe a Redick e J.Nelson che dall’arco avevano dato slancio alla loro squadra.

Nba Gallo si ripete a Los Angeles, Denver col passo da playoff

Si diceva proprio ieri che con Gallinari non sarà un giocatore dal ventello tutte le sere né può vantare doti atletiche naturali del livello degli afro-americani come LeBron, Kobe o  lo stacco incredibile di Kobe Bryant,  capace di alzare la parabola di tiro sopra i tentacoli di Javale McGee mentre sta candendo a terra o attorcigliarsi come  un velenoso  Black Manba in area per infilare la palla nel canestro come ha mostrato contro Denver, rimediando al 1° tempo più brutto della stagione (6 punti) segnando successivamente   23 punti  negli ultimi 20 minuti.

Ma il Gallo, irriconoscibile con due basettone che ricordano quei pionieri che nel Settecento andavano sulle Montagne Rocciose a cercare oro,  è un match winner, anche se non piace ai colleghi di Sport Illustrated come ci ha raccontato Antonio Trevigiano in un servizio su Pallarancone.com. E aiutato dai 2 metri e 8, dal talento che non aveva il padre, il  fighter della Banda Bassotti di Dan  Peterson, ma dallo stesso carattere, il Gallo sfrutta sempre al massimo quello che gli ha dato madre natura, e può essere decisivo per un rimbalzo, un anticipo, un tiro da 3.

Nba Gallinari 26 punti, Utah paga dazio a Denver

Contro Utah priva di Mo Williams (operazione al pollice) e del gigante turco Eneas Kanter, Denver sfoga la rabbia per la  brusca sconfitta casalinga con Minnesota e riposato sugli allori  dell’impresa con i  Clippers  arrivati a High Mile City con 17 vittorie consecutive. Il primo quarto riserva qualche difficoltà ma  bastano quelli centrali per chiudere con le seconde linee  a + 19, con 39 liberi a favore,  e la differenza in pratica sono i punti del  Gallo che supera per la decima volta il traguardo dei 20 punti.

D’accordo che Lebron e Anthony sopra i 20 ci stanno tutte le sere e hanno  ingaggiando una sfida per vedere chi arriva più lontano (a Orlando è stato il turno di Melo con 40 punti)  ma è un dato eccezionale per un tuttofare d’oro, uno che  non è nato come tiratore, un’ala dal fisico meno dotato dei grandi mori che non riuscirà ad avere i voti necessari per l’All Star Game del 17 febbraio a Houston ma ci mette intelligenza, cattiveria, coraggio, senso di sfida fuori dal comune, è il prezioso collante della sua squadra  e  quando non riesce a mettere la pezza giusta in regia, in difesa, in attacco, nel tiro da fuori  la sua formazione paga pedaggio perché l’asse play-centro (Lawon-Koufos)  è fra le meno dotate e la star, Iguodala, non è eccelsa, un centauro che galoppa a testa bassa e ha un bisogno quasi fisico di schiacciare.