Nba rilancio Lakers, Bryant rinuncia al duello personale con Durant, meglio gli assist

“Bryant ci ha dato il là… Ha servito i compagni, non ha forzato il tiro, mosso alla palla, difeso alla grande

Alla fine della fiera Mike D’Antoni ha ragionato come Forrest Gump prendendo  la via più semplice per risolvere i problemi dei Lakers, e cioè chiedere a Kobe Bryant di fare il “passator cortese “ e di difendere duro sulla guardia più pericolosa (un certo Westbrook…), e nel giro di 48 ore i Lakers hanno cambiato completamente  gioco e gettato i presupposti per cambiare passo, anche se per diventare lo squadrone sognato è chiaro che occorre un Howard diverso da quello che commette 5 falli contro un rivale che non ha un centro pericoloso, che ne commette 2 nella stessa azione e che gratificato di buoni palloni dentro l’area spreca dalla lunetta, 2 su 10, 6 consecutivi, roba da non crederci, uno che si chiama Superman può affondare in un bicchiere d’acqua?

Nba Denver del Gallo vince più dei Knicks di Melo Anthony

Con l’ottava vittoria San Antonio di San Parker  (a proposito: l’altra notte ha voluto tornare in campo con un taglio sopra l’occhio)  rafforza il suo primato, 36 vittorie, e ora sono due più di Oklahoma (34/10) che  pur di un soffio guida  ancora il campionato più planetario di tutto lo sport e che ormai tiene sveglia anche l’Europa.

Nel suo piccolo, Denver  che ha fatto gli straordinari come gli Spurs (45 incontri contro 47 degli stakanovisti texani)  ha stritolato Sacramento, tradita dal lunatico Cousins (3 punti), riuscendo a  esibire  la miglior  rappresentazione  della sua positiva stagione per  portarsi  al 6° posto assoluto come vittorie, ben 27. Significa essere dietro oltre che a Oklahoma, San Antonio e Clippers in frenata brusca (0/4)  per il  problema al ginocchio del suo genio Chris Paul, a -1 da Miami e Memphis ma aver superato – udite, udite –  tutte le squadre dell’Est (Knicks, Bulls, Pacers, Nets) che hanno incassato  26 successi come i Warriors i quali dopo aver battuto Durant e c. a metà settimana si sono un po’ scaricati.

Torna Delonte West, Oleson passa al Barcellona!

Seattle è decisa più che mai a rientrare nella NBA dopo aver lasciato nel 2008 e a prendere i diritti da Sacramento e chiamarsi ancora Sonics, ma il milionario Ron Burke a sua volta ha voluto  approfondire attraverso un colloquio di due ore con David Stern ai piani alti della Olympico Tower il suo  interesse per rilevare i Kings messi in vendita  dalla famiglia Maloof.. Il prezzo dei Kings è di 525 milioni di dollari. Anche il sindaco di Sacramento,l’ex campione Kevin Johnson, nei giorni scorsi ha annunciato di aver creato le basi per non perdere i Kings attraverso una cordata di 14 imprenditori del territorio. Burke è un ricco imprenditore della California del sud co-proprietario della squadra di Hockey dei Penguins Pittsburg.

Nba attenti ai Bulls di Belinelli, metamorfosi di Bryant

Nel frullatore della NBA che si avvia al giro do boa delle 40 partite, previsto il 3 febbraio, tantissime notizie. La possibilità di un clamoroso scambio di mercato con Howard ai Clippers senza aspettare la scadenza del contratto a fine stagione con Superman in cambio di Bledsoe e DeAndre Jordan, la decisione di Tom Benson di fare  di New Orleans una squadra più dentro il suo territorio chiamandola Pelicans, l’uccello che nidifica negli acquitrini della ex colonia francese e patria del Jazz, regalando volentieri gli Hornets  a Michael Jordan, proprietario di Charlotte.

Per quanto riguarda il basket giocato,  Chicago si prepara invece  al gran ritorno di Derrick Rose, dopo la ricostruzione del  ginocchio e uno stop di 10 mesi,  espugnando il suo United Center  (14/11)  come terzo incomodo all’Est nel duello fra Miami e Knicks per la vittoria della regular season. E da Los Angeles, quel gambler di Mike D’Antoni ha lanciato il dado  ricevendo la fiducia della famiglia Buss in chiave di rinnovamento,  in panchina Pau Gasol, fiducia anche a Howard e   Kobe Bryant guardia tiratrice e se occorre play e  non mattatore.

Nba squadre All Star Game 2013, Gallinari non c’è

Il micro-turno del giovedì riserva la quinta sconfitta consecutiva ai Celtics. Non basta la tripla-doppia di Rondo, Pierce  fa punti ma tira male, i giovani balbettano, gli uomini-mercato Jason Terry (1/6, 0/3 dall’arco)  e Leandro Barbosa (0/3) non pervenuti.  Melo Anthony  prima della gara fa  pace con Garnett (“non mi metterei mai contro un tipo come lui”) per il burrascoso dopo-gara  della sfida newyorkese  che gli era costata una squalifica e relativo multone e poi sul campo trascina i Knicks alla vittoria al Garden che mancava da 7 anni. Sempre assente Felton, il play titolare, la regia viene organizzata al meglio da Jason Kidd “manolesta” (3 recuperi) e il samaritano argentino Prigioni (2 triple e 4 assist) che ha raccontato che D’Antoni non l’aveva voluto. I Knicks sabato sono a Filadelfia, se vincono il calendario gli consente di staccare i Nets dai quali erano stati sconfitti lunedì nel Memorial Luther King e sono alle calcagna.

Nba Gallo e Beli continuano la scalata

Sorridono gli italiani, per la verità più Gallinari che Belinelli. Gallo è  il collante della sua squadra, 18 punti e quant’altro,  per il  successo n.26 di Denver che salta sicura la trappola di  Houston grazie alla flessione di  Lin  e alla buona difesa sulla meteora dagli occhi a mandorla, una difesa che rende la vita meno facile al martello Harden, che perde ben  sette palle.  Come primo cambio, Belinelli segna solo 5 punti, in verità gli mancano le occasioni in una serata in cui il tiro da 3 è al minimo (3/14) .

Il rientro di Rose  è nell’aria, c’è troppa euforia, chi deve lasciargli in posto è in tensione, come  Hinrich che eccezionale (22 ounti) nella gara precedente è disastroso (0 punti, 0/5)  e per scampare la maledizione dell’United Center i Bulls con l’eroico Noah (18 rimbalzi) a vincere il duello con l’ottimo trio di rimbalzisti di Detroit, Maxiell-Monroe e Drummond) deve   doppiare gli avversari nell’ultimo quarto (28-14) per il successo n.25 . Partita che vale uno spot importante  per  il giovane  Jimmy Butler che con 18 punti e 9 rimbalzi non fa pesare l’assenza di Deng. Importante anche Tai Gibson, stavolta il succo migliore lo danno i lunghi e non le guardie dove c’è minor qualità.

Nba Durant scatenato, Oklahoma prima e i Cavs fanno mercato

Due grandi invenzioni, Kevin Durant e il tiro da 3 punti, danno a Oklahoma (33/9. 78,6%) il primato nel big-match della giornata contro i Clippers che devono farsi perdonare solo l’assenza di Chris Paul il genio e il collante della sua squadra vittima di alcuni acciacchi e sostituito al meglio dal motivatissimo e dinamico  Bledsoe  il quale ha un solo torto. Non è Chris Paul.

Non basta ai Clippers la grande partita  di Blake Griffin, che segna il vantaggio della sua squadra in area (52 punti contro 36), per sperare di pareggiare il conto e riprendersi il primato della NBA, nel secondo match diretto  i Thunder decisi a riprendere slancio dopo lo stop di Denver non perdonano nelle triple, e si aggiudicano la serie per 2-0 vincendo allo Staples Center che rimarrà la casa dei Clippers per altri 12 anni, una notizia  che arriva lo stesso giorno in cui   Kevin Johnson, l’ex campione diventato sindaco di Sacramento, annuncia alla City Hall affollata di tifosi di aver creato una cordata di 19 imprenditori in grado di fronteggiare l’opa di Seattle che mette sul piatto 525 milioni di dollari per acquistare i Kings.

Nba Belinelli meglio di Kobe Bryant, Lakers ko a Chicago

Mike D’Antoni vuole un quintetto veloce e  s’infila nell’ennesima polemica partendo con un quintetto senza Pau Gasol dopo i 25 punti dello spagnolo domenica a Toronto, il problema  dopo 7 sconfitte esterne consecutive è invece è un altro, una-guardia play che sappia portare il contropiede e cambiare ritmo, perché Nash – vogliamo dirlo? – è  ormai old fashion, perfetto contro le difese schierate ma non per il gioco a folate,  anche se a  Chicago  la grande delusione viene da Kobe Bryant, al minimo stagionale (16 punti contro i 30 di media del top-scorer della Lega)  e con 6 triple sbagliate e Dwight Howard.

Un Gulliver imbrigliato, con tutto quel potenziale fisico ma una tecnica ancora da affinare sotto canestro perché ad esempio non conosce le finte, dai sorprendenti  lillipuziani di Tom Thibodeau, coach che sa tirare fuori il meglio nelle situazioni critiche. Pur in manifesta se non colossale inferiorità fisica Chicago  vince ancora senza Luol Deng, una delle migliori ali forti della lega, lanciando nel quintetto il giovane Butler che ripaga la fiducia, ma soprattutto il successo  che apre nuove prospettive alla vigilia del rientro di Derrick Rose con New York che rallenta, troppo Anthony-dipendente, battuta in casa nel derby  dai Nets nel Memorial Luther King, è merito  delle sue scatenatissime  guardie che segnano più di 70 punti.

Nba Gallinari, riesce l’impresa di fermare Super-Durant

Fermare di questi tempi la lanciatissima Oklahoma è un’impresa, ci riesce Denver  nell’overtime per 2 punti, va lungo il tiro per il pareggio di Durant che segna 37 punti con 20-21 dalla lunetta dopo i 52 e 23/23 liberi  della gara precedente e 36 di Westbrook  con 8 rimbalzi e 9 assist, devastante al pari del fenomenale compagno.

Denver non dà mai per vinta, arriva a condurre più volte, non riesce a concludere, vince perché è determinata, rischia, non perde mai la testa, il jolly è Corey Brewer, che non sbaglia nulla, Gallinari  lascia il segno ogni volta che la squadra lo chiama, 18 punti valgono oro per questo successo, ma Denver vince la battaglia ai rimbalzi (52/39) e ben 7 giocatori finiscono in doppia cifra, per Faried stupendo fighter e Koufos, sorprendente, il premio di una doppia doppia. Denver superiore anche nel tiro da 3 e negli assist, il dato che da un valore anche al gioco.

Tutti gli affari di mercato nella NBA e in Europa

Più grave del previsto l’infortunio al ginocchio di Lou Williams. Stagione finita, dovrà essere operato al ginocchio e Atlanta va sul mercato, possibile offre Josh Smith che non ha nascosto di voler cambiare squadra per avere una guardia di buon livello e un lungo. Atlanta recuperato Horford  non è riuscita a fermare San Antonio che ha ottenuto il 14° successo esterno, primato della Lega, senza Tim Duncan e Manu Ginobili  e grazie  una favolosa partita di Tony Parker mister Europa 2012 . Il rientro di Stephen Curry (20 punti) ha spezzato la serie-nera dei Warriors (senza David Lee)  e quello di Zac Randolph è stato decisivo per i Grizzlies a  Chicago. Oltre a sette infortunati, Minnesota ha dovuto fare a meno anche di Dante Cunningham (influenza) riuscendo a tornare al successo  con Houston in una serataccia di tiro (32%, Harden 0/7 nelle triple, 210 Parsons, 3/12 Lin)  grazie a una doppia-doppia di Kirilenko e al debutto del francese Gelebale (11 punti) da 6 anni fuori dalla NBA.. Il giudice ha multato Marion (Dallas) di 15 mila dollari per critiche agli arbitri.

Nba Belinelli non replica, stanotte il Gallo sfida Kevin Durant

Come Paganini, Marco Belinelli non ripete dopo l’eroico canestro di Boston,  nell’ 3° overtime consecutivo dei Bulls  riuscendo   a offrire per 30 minuti un lodevole contributo alla sua squadra orfana di Louol Deng, il match winner del supplementare di Toronto, senza tuttavia fare peggio  al tiro (3/9, 1/3 dall’arco, 8 punti) delle  altre 4 guardie. Vale a dire colleghi illustri quali  Rip Hamilton (5 punti,2/7, 1/6 in area), Rich  Hinrich (3 punti, 0/1, 1/3), Nate Robinson (11 p, ma 5/15 e 1/5 da 3) e l’ultimo arrivato Daequan Cook in campo  5 minuti senza tirare mai a canestro, un acquisto più dannoso che superfluo.

Nba Durant mister 52 e Belinelli decisivo a Boston

Nella sera del record  di Kevin Durant con 52 punti, anche gli italiani sono protagonisti nella NBA. Grazie a Belinelli i Bulls vincono nell’overtime una partita che stavano per perdere con un canestro a 1 dalla fine del suo acquisto estivo,  bravo a farsi trovare al posto giusto per il passaggio di Boozer e a capire che Rondo non gli dava credito per l’ultimo tiro.

Fuori Luol Deng, l’uomo del precedente successo,  per uno stiramento il  barbuto azzurro felsineo raccoglie, non senza patema, la palla  schiacciata a terra dal suo illustre  compagno che dimostra umiltà e senso di squadra in una serata un cui, con 20 rimbalzi e 19 punti, poteva pretendere l’ultimo tiro. E’ una palla che scotta, che gli vale il rinnovo del contratto e dopo il Madison il nostro eroe sbanca anche il Boston Garden con un tiro in ricaduta, il fade away, dentro l’area.

Mister Stern, tutta l’Italia chiede Gallinari all’All Star Game

Parliamo della prossima partita delle stelle.Con 1.591.437 voti Kobe Bryant ha battuto con meno di 7000 voti  LeBron James (1.583.648) nella votazione  per il 62° All Star Game che si giocherà il 17 febbraio al Toyota Center di Houston con le riprese di TNT che raggiungeranno oltre 200 paesi  di 40 lingue.

Sarà la 15esima presenza consecutiva e Kobe eguaglierà Jerry West, Karl Malone e Shaquiller O’Neal. Sono 15 partecipazioni anche per Garnett, il record assoluto è di Jabbar con 19.

I quintetti saranno per l’Est LeBron James (Heat), Carmelo Anthony (Knicks), Kevin Garnett (Boston), Dwayne Wade (Heat) e Rajon Rondo (Boston) il quale festeggia per la prima volta come starter.

Nba il vero show è di LeBron, 39 punti fanno male a Kobe Bryant

I Knicks vincono a Londra in una partita noiosa che non scalda i cuori degli inglesi e per il fuso orario non interessa l’America che si accende invece qualche ora più tardi per il vero  show della giornata offerto da “Sua Immensità”.

 Lebron James fa proprio di tutto, la sua partita vale da sola una videocassetta, compreso il tuffo per rubare una palla a Bryant, i canestri che hanno messo in ginocchio i Lakers che rimesso in squadra un Pau Gasol utilissimo.  Bryant segna solo 9 punti dopo 3 quarti, i peggiori 3 quarti della stagione con  3/18 al tiro, poi all’improvviso veste i panni del figliol prodigo e con una fiammata delle sue, 10 punti in due minuti,  i Lakers hanno recuperato 10 punti (63-73) e sono passati avanti col suo top-scorer 83-81 facendo scattare in piedi anche Jack Nicholson tornato sulla sua poltroncina   dal richiamo di LeBron dopo le troppe delusioni.