Mercato dei Lakers finalmente vivo, dopo settimane di attesa. Per i Los Angeles Lakers, vincere non è solo un’aspirazione, è un obbligo. Tuttavia, dall’ultima vittoria del campionato nel 2020, uno dei franchige più leggendari della NBA deve ancora assicurarsi un altro titolo. Alla luce di ciò, la dirigenza dei Lakers è determinata a circondare LeBron James di talenti di alto livello per reclamare il loro posto al vertice della lega.
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Nba, l’infortunio di Randle e la disperazione dei Knicks
Un colpo durissimo, per una squadra che, dopo tanti anni, ambiva davvero a un ruolo da protagonista nella post-season. Sono già passati due mesi da quando Julius Randle ha iniziato la riabilitazione, ma ora deve correre ai ripari, dal momento che la situazione non è per nulla migliorata, anzi.
Julius Randle, infatti, si dovrà operare alla spalla destra, quella su cui purtroppo ha subito l’infortunio e, di conseguenza, termina qui la sua stagione. Una sorta di mini-dramma per i Knicks, che avevano serie ambizioni da titolo in questa stagione e lasciano per strada uno dei loro giocatori cardine. Tra l’altro, anche in virtù dei vari problemi occorsi a OG Anunoby, New York chiaramente difficilmente potrà lottare per il titolo di campione Nba.
Il mercato Nba era stato particolarmente florido per i Knicks: l’acquisto di Anunoby, sommato alle trade che avevano portato Bogdanovic e Burks a NY, senza dimenticare la crescita e affermazione ormai ad altissimi livelli di Brunson e Randle, senza dimenticare l’annata straripante di DiVincenzo e Hart, avevano in sostanza fatto sognare i tifosi newyorkesi.
Purtroppo per NY, tutti questi infortuni difficilmente permetteranno ai Knicks di essere competitivi nella post-season. I playoff a Est avranno due grandi protagonisti di sicuro, ovvero Celtics e Bucks. New York poteva essere la classica outsider in grado di infastidire davvero le principali contender nella corsa verso il titolo.
Purtroppo, è l’infermeria il vero tallone d’Achille per i Knicks: l’infortunio occorso a Randle alla spalla destra è una vera e propria mazzata. Il bollettino medico parla chiaro: sono 5 i mesi in cui il buon Julius dovrà rimanere ai box e non potrà dare una mano ai suoi compagni. L’infortunio era avvenuto il 27 gennaio scorso in uno scontro di gioco nel match con gli Heat. La lussazione alla spalla destra è ben peggiore del previsto: troppo alto il rischio perché l’arto è eccessivamente instabile e rischierebbe di farsi ancora più male tornando a giocare. Da qui l’unica soluzione, ovvero quella di andare sotto i ferri per risolvere definitivamente la situazione. Randle chiude, in modo particolarmente sfortunato, una stagione da All Star, in cui ha collezionato di media 24 punti, 9 rimbalzi e 5 assist, con una percentuale altissima dal campo, pari al 47%. Tra le statistiche che più impressionano troviamo il fatto di aver fatto registrare 19 partite consecutive in cui ha messo a segno almeno 20 punti. Dati che lo inseriscono di diritto tra gli All-star di tutta la Nba.
All Star Saturday, lo spettacolo premia Curry, Lillard e McClung
Anche l’edizione 2024 dell’All Star Saturday ha proposto uno spettacolo di tutto rispetto, che ha sicuramente soddisfatto gli appassionati di pallacanestro a stelle e strisce. Non sono mancate le emozioni, soprattutto con lo scontro tra due titani del tiro dalla lunga distanza, ovvero Stephen Curry e Sabrina Ionescu.
Le prestazioni che hanno sfornato la Ionescu e Steph Curry sono indubbiamente di altissimo livello, anche se poi a trionfare è stato quello che si può definire, senza mezzi termini, come il tiratore più forte di tutti i tempi, attualmente in cerca di un posto nei playoff con la maglia dei Golden State Warriors.
Le premesse erano ben delineate: l’accordo era che la Ionescu tirasse dalla linea da tre punti della Wnba. Al contrario, però, l’atleta in forza alle Liberty ha voluto stupire tutti, usando in ogni caso un pallone da gioco di dimensioni inferiori, mettendosi a confronto con il talento dei Warriors rispettando la stessa distanza di tiro. E, in effetti, la stella delle Liberty è stata protagonista di una sequenza notevole, visto che ha chiuso la gara con 26 punti. È soprattutto nella prima parte, però, che è riuscita a mettere notevole pressione a Curry.
Il giocatore dei Warriors, però, si è presentato al suo round molto tranquillo, sfoderando la tradizionale tecnica di tiro, da registrare e far rivedere in tutte le scuole di minibasket. Qualcosa davvero di impressionante, che ha permesso a Curry di raggiungere e superare il punteggio della Ionescu, chiudendo alla fine con 29 punti.
La partenza della Ionescu, però, è stata davvero notevole e la pressione messa al buon Steph era tutta vera. D’altro canto, però, il fenomeno della squadra della Baia è stato in grado a un certo punto della sua performance di svoltare completamente, trovando ritmo e chiudendo in grande stile. Due prestazioni davvero di altissimo livello e Curry è convinto che una simile sfida si possa ripetere tranquillamente nelle prossime edizioni dell’All Star Saturday.
La vera e propria gara da tre punti, però, è finita nelle mani di Lillard, che è riuscito a ripetere la straordinaria performance dello scorso anno. Anche in questo caso si è trattato di una sfida emozionante, con il giocatore dei Bucks che si è portato a casa il trofeo avendo la meglio solo nel finale di Trae Young. È stato l’ultimo tiro, infatti, a decidere la contesa, con il pallone che valeva 2 punti che ha permesso a Lillard di spiccare il volo e battere il playmaker degli Atlanta Hawks.
Bob Myers non è più il GM di Golden State
In effetti, si tratta di voci che circolavano già da diversi giorni, ma ora è arrivata anche l’ufficialità. Si tratta della notizia per cui Bob Myers non è più il General Manager dei Golden State Warriors. Una notizia che era stata anticipata qualche giorno fa da parte del giornalista Adrian Wojnarowski, ma che è stata ufficializzata tramite un’apposita conferenza stampa.
In quest’ultima conferenza, che è stata tenuta e organizzata in tandem dal presidente della franchigia degli Warriors e dal, a questo punto ex, GM. È stato proprio Bob Myers a provare a trovare le parole per dare una spiegazione circa la decisione di dire addio alla franchigia con cui ha creato qualcosa di unico e che rimarrà nella storia della Nba.
in realtà erano già diversi mesi che si parlava con una certa insistenza di quanto potesse essere vicino l’addio di Bob Myers dalla Baia. In effetti, il contratto in scadenza nel mese di giugno non lasciava presagire nulla di buono, a maggior ragione che un accordo con la proprietà non sembrava arrivare mai. E in tanti si chiedono come mai questa intesa non è stata trovata. Il motivo risiede principalmente nel fatto che Myers, dopo aver trascorso ben dodici anni in questa franchigia, ha voglia di prendersi un periodo di stop. In effetti, fa anche bene, dal momento che il futuro più prossimo per la compagine californiana non è di sicuro dei più splendenti o, perlomeno, sia nella fase in discesa della parabola dei mitici Warriors in grado di far segnare record che rimarranno nella storia della Nba.
Nel corso di una conferenza stampa di fronte a decine di giornalista, il patron dei Warriors, Joe Lacob, ha voluto chiarire le motivazioni che hanno portato Bob Myers a prendere una simile decisione. L’impegno, dal punto di vista lavorativo, è in effetti tanto, occupando praticamente ogni spazio della giornata e se non è più possibile dedicare anima e corpo a tale compito, allora è meglio evitare di farlo.
Uno dei punti di forza di Myers è sempre stata la capacità di fare quadrato attorno al gruppo di giocatori. Nello specifico, ha avuto un legame molto forte e profondo con il nucleo storico di Golden State, ovvero in modo particolare Draymond Green, ma anche Steph Curry e Steve Kerr. In generale, è sempre stato apprezzato anche per la sua franchezza, oltre che per la sua capacità di trovare sempre il modo dialogare e giungere a un accordo.
Nba: Doncic, Westbrook e Curry nella storia della Lega
Un problema alla caviglia l’aveva messo ko nell’ultima partita, ma Luka Doncic sta dimostrando al mondo della pallacanestro e soprattutto della Nba perché ambisce a diventare il numero uno. Infatti, lo sloveno trascina Dallas a una super vittoria nella sfida contro Detroit. L’asso della nazionale slovena mette a segno la bellezza di 53 punti, con un clamoroso 71% al tiro.
Basket Nba, Jokic e i suoi numeri sono sempre più da Mvp
Una calma e una tranquillità che regnano sovrane fino al momento in cui qualcuno non lo fa arrabbiare sul serio. Una serenità a tratti assurda per affrontare una stagione nel massimo campionato al mondo di pallacanestro e un talento sconfinato.
Stiamo parlando del centro di origini serbe dei Denver Nuggets, ovvero Jokic, che è stato in grado di toccare, in meno di 40 match, numeri pazzeschi, ovvero superare quota 1000 punti, 500 rimbalzi e 250 assist.
D’Antoni ai Nets, è ufficiale: farà il vice di Steve Nash
Incredibile notizia che arriva da oltreoceano e che stupisce un po’ tutti gli appassionati del mondo Nba. Infatti, D’Antoni ha finalmente accettato la proposta che gli è arrivata dai Brooklyn Nets e ha deciso che farò da vera e propria chioccia a Steve Nash, che è stato da poco nominato nuovo head-coach.
Nba, tra China-gate e Coronavirus le perdite sono devastanti
Il Covid-19 si sta facendo inevitabilmente sentire a ogni livello e il settore dello sport è uno dei più colpiti. Certo, la Nba ha un fatturato che non la mette sicuramente in una posizione critica, eppure le perdite sono state ingenti. In base a quanto è stato rivelato da parte di Reynolds, che fa parte della Associated Press, le perdite complessive ammontano a ben 1,5 miliardi di dollari in riferimento all’ultima stagione terminata da poco.
Nba, i Lakers volano sul 2-0 nella serie contro Denver
Questa volta a diventare decisivo per le sorti della finale di Conference non è LeBron James, che si è detto tra l’altro molto amareggiato per non essere stato votato MVP della stagione regolare, quanto piuttosto Anthony Davis. L’ex giocatore di New Orleans, mette il punto esclamativo su una prestazione veramente super, con il canestro nel finale di gara che porta il computo complessivo della serie sul 2-0 per i Lakers.
Playoff Nba, ecco finalmente il tabellone del primo turno
La corsa per vincere il titolo Nba prenderà il via il 17 agosto, ma ormai gli accoppiamenti sono già stati stabiliti. Manca ancora solamente un dettaglio, chi sfiderà i Los Angeles Lakers al primo turno dei playoff Nba 2020, che si potrà conoscere dagli ultimi match che si svolgeranno a Ferragosto.
Nba, ecco perché i Warriors non hanno voluto alcun documentario
Fa certamente discutere The Last Dance, ovvero il documentario legato alla storia dei Bulls e di Michael Jordan, che è stato da pochi giorni pubblicato su Netflix. Ebbene, a quanto pare, anche i Golden State Warriors hanno avuto la possibilità di girare un documentario simile, ma hanno preso un’altra decisione e non hanno voluto prendervi parte.
Nba, come riprenderà il campionato? Tutte le opzioni sul tavolo
L’emergenza Coronavirus sta creando una serie di problematiche molto importanti in tutto il mondo, ovviamente anche nell’universo dello sport. Anche in Nba è arrivata la sospensione che tanto si temeva, dopo la notizia del caso di positività di Gobert, centro francese in forza ai Jazz.
Kobe Bryant, che tragedia: muore con la figlia in un incidente in elicottero
Un vero e proprio dramma si è schiantato sul mondo dello sport e non solo su quello della pallacanestro. Infatti, ha perso la vita uno dei più grandi cestisti di tutti i tempi: si tratta di Kobe Bryant, stella che ha scritto la storia dei Lakers vincendo la bellezza di cinque anelli, nella continua impresa di emulare e sorpassare anche Michael Jordan.
Nba, Curry si rompe la mano: Golden State in piena emergenza
Non bastava tutto quello che è successo in estate, con gli addii di Kevin Durant e di Andre Iguodala e lo smantellamento del gruppo che è stato in grado di ritoccare dei record che, siamo sicuri, dureranno molto nella storia della Nba. Infatti, adesso, dopo poche partite dall’inizio della stagione, sembra proprio che questa sia una stagione maledetta per i Warriors.