Serie A1, Varese risorge nel derby con Cantù

Il clima del 123° derby con Cantù risveglia la Cimberio Varese che mette fine a un filotto di sei sconfitte consecutive. Senza storia, alla fine, la vittoria della squadra di Carlo Recalcati nonostante  Cantù provi a rimanere in partita sino all’ultimo quarto. Il successo di Varese è tutto nell’ eccellente prova difensiva, che ha costretto la Bennet a una percentuale di realizzazione inconsueta per gli uomini di Andrea Trinchieri (41% globale), e con la grande prestazione balistica di Phil Goss: alla fine l’americano segna 26 punti, con 10 su 14 dal campo (4-6 da tre punti), 4 rimbalzi, altrettanti assist e 5 recuperi.

Montepaschi Siena, Zisis: “Sta per iniziare un periodo molto duro”

Nikolaos Zisis, cestista greco classe ’83 ex Benetton Treviso, ha commentato così l’attuale momento di forma di Siena: “Sta cominciando un periodo molto duro con tante partite importanti, trasferte, la Coppa Italia inserita all’interno delle Top 16. A Roma ci attende un impegno difficile con una formazione forte ma in una situazione non semplice, che ha appena cambiato allenatore e che insegue la possibilità di qualificarsi per le Final 8. Poi dovremo andare a Istanbul, in casa dell’Efes Pilsen, e non sarà certo una passeggiata, visto che ci vince fa un primo passo importante verso i play off”.

Tra l’altro, le imprese corsare non sono all’ordine del giorno, quest’anno, in Europa…

“Tutti giocano molto bene sul proprio terreno, mentre in trasferta fanno un pò di fatica. Se però ci presentiamo in Turchia pronti a giocarci tutte le nostre carte fino in fondo, potremo provare a sfruttare la pressione che di sicuro avranno addosso i nostri avversari. Ritengo che il colpo sia alla nostra portata, prima però concentriamoci sulla Lottomatica”.

Cosa dovrà fare, allora, Siena per non concedere spazio ai capitolini?

“I locali saranno molto motivati, sia per impressionare il nuovo coach che per i valori che ha sempre avuto per loro sfidare la Montepaschi. Visto che ci manca McCalebb, noi dovremo fare quadrato ancora più del solito e aiutarci gli uni con gli altri, alzando la qualità della manovra e l’impegno per conquistare questo successo”.

In viale Sclavo come è stato presa la brutta notizia relativa all’infortunio del play americano?

Fino a ora è stato meraviglioso, ha dato una grande mano in tantissime cose, anche nelle più piccole che magari non tutti hanno notato, ma la stagione del basket dura 10 mesi e cose del genere possono succedere. All’inizio il gruppo ha avuto un pò di choc già nel corso della partita di domenica scorsa con Sassari, ma poi tutti abbiamo capito che un giocatore, per quanto sia fondamentale come lo è lui, è una pedina in un ingranaggio di 12 uomini. Tutti, da ora in poi, dovremo dare di più per contribuire alle vittorie, io per primo, visto che ricopro il suo stesso ruolo in campo e magari avrò un minutaggio più alto. Gli avversari studieranno di sicuro qualcosa per sfruttare questa nostra difficoltà, ma noi ci siamo preparati per far fronte a ogni situazione e ci faremo trovare pronti. Da tante parti sentiamo dire che la Montepaschi, già profondamente rinnovata in estate, ora senza McCalebb non ha più possibilità di reggere al vertice. Bene, ci deve servire come stimolo per vivere questa fase e magari fare a Bo il regalo della qualificazione ai play off di Euroleague. Se lo merita per come gioca, sarebbe un peccato se la sua avventura continentale fosse già finita in anticipo”.”

Bennet Cantù, Trinchieri: “I derby sono sempre sfide strane”

Ecco le parole di Andrea Trinchieri, coach del Bennet Cantù, a poche ore dal derby contro Cimberio Varese che si giocherà domenica alle 11.45 al PalaWhirlpool: “Onestamente, non ho idea di che tipo di partita sarà quella di domattina». Che forse è anche una maniera per fare pretattica. Cantù guarda Varese dall’alto al basso. In senso generale, lei preferisce affrontare uno formazione in striscia positiva oppure una squadra, come la Cimberio, reduce da sei sconfitte? «Vorrei giocare a pallacanestro e far valere gli 8 punti di differenza in classifica accumulati in questi primi 14 turni del torneo. Posso capire che per molti è una sfida speciale, ammetto però che per me è una gara che conta 2 punti a cui attribuisco l’eventuale valore aggiunto del successo in trasferta». Proprio un match come gli altri non sembra… «Quello che posso concedere è che, siccome per tanti che sono vicini alla mia squadra questo confronto ha un significato particolare, non mancherò di fare del mio meglio al fine di disputare un’ottima prestazione. Del resto, è quanto faccio sempre. È chiaro che sarà un match difficilissimo anche perché noi non siamo nel momento migliore, ma per me finisce qui. Il mio ruolo mi obbliga infatti ad avere raziocinio». Quale potrebbe essere la chiave del match? «Storicamente si dice che queste partite sfuggono a ogni pronostico. È una frase molto banale che però ha un fondo di verità, perché è realmente difficile intuire come si svolgerà la gara di domani. I derby sono sempre sfide strane». C’è qualche giocatore in particolare che teme del roster di Varese? Una minaccia tecnica più minaccia delle altre? «Nelle partite in cui lo sviluppo del duello sfugge al pronostico, anche gli stessi protagonisti del confronto si sottraggono a qualsiasi previsione. Di solito queste gare vengono indirizzate da mister X, che normalmente non è nei primi cinque giocatori di ogni squadra e che sbuca alla ribalta un pochino a sorpresa. Chiaro che se ci fosse una logica l’avversario che potrebbe metterci più in difficoltà a Masnago sarebbe Ron Slay. E non mi riferisco solo a tutto quanto produce sul campo, ma anche per quello che riesce a trasmettere». Per alcuni versi la trasferta dì Varese può ricordare quella di Pesaro. Anche la Scavolini era in brutto momento, e in quel caso la Bennet ha pagato dazio finendo per perdere l’incontro nonostante lo avesse avuto in controllo. «L’analisi è corretta. Le congiunture, ossia tutti quegli incastri che portano a uno svolgimento tecnico ed emotivo della partita, sono simili. Anzi si può dire che le difficoltà rispetto a Pesaro risultano moltiplicate. In queste gare conta molto anche l’inerzia emotiva». La tensione pesa. «Nel calcio per sfide del genere si dice che la prima squadra che segna è quella che vince. In questi match la parte psicologica ed emotiva è preponderante. Siamo in quel territorio lì. Chi per primo prende questa spinta “metafisica” poi se la tiene e riesce a disporre dell’avversario”

Benetton Basket, Gentile: “Dobbiamo rimanere concentrati in difesa”

Alessandro Gentile, esterno della Benetton Basket che domani sera sfiderà la Pepsi Caserta nell’ultima partita del girone d’andata ha commentato così la sfida: “Cerchiamo in extremis di raggiungere le finali di coppa italia, ci teniamo molto e speriamo proprio di qualificarci. Per farlo intanto dobbiamo battere la Pepsi, e non sarà facile, poi dipendiamo anche dagli altri risultati, vedremo. Pero’ quello che dobbiamo fare lo sappiamo, vincere la partita. Per farlo dovremo fare la massima attenzione in difesa, è lì che si deciderà il match. Se la nostra difesa sarà pronta contro una squadra con tanti punti nelle mani e giocatori dal grande talento offensivo, allora potremo imporre il nostro gioco, se invece permettiamo loro di correre e ai loro terminali di “accendersi”, con Caserta possiamo rischiare molto. Ecco, quindi penso proprio che la partita dovremo interpretarla al meglio sotto il profilo difensivo e nel controllo dei rimbalzi per evitare il gioco veloce dei nostri avversari. Siamo entrambe due squadre forti e di talento, che pero’ hanno avuto qualche problema di risultati e di classifica, di certo sarà una bella partita, noi dobbiamo vincere sperando che basti per qualificarci.”

Armani Jeans Milano, Bucchi: “Gli infortuni hanno penalizzato la mia gestione”

Piero Bucchi, ex coach di Milano, esonerato poche settimane fa, e sostituito con Dan Peterson ieri, intervistato da Sky, ha parlato con amarezza della vicenda:

“Se ci sono delle responsabilità da parte mia, probabilmente è dovuto al fatto che non è stato un periodo semplicissimo a Milano. Credo che le contestazioni mi abbiano involontariamente un pò chiuso e forse ho difettato nella comunicazione. Se ci fossimo qualificati per le Top 16 sarei ancora in panchina? Credo di sì. E’ chiaro che gli infortuni di Pecherov e di MaciulisPetravicius e Finley per i loro problemi fisici, parlandone già in agosto, ma il club ha rifiutato questa ipotesi e io ho rispettato il volere della società, capendo che nuovi ingaggi avrebbero significato nuovi e forti esborsi”.

Virtus Bologna, Poeta: “Non abbiamo paura di nessuno”

Giuseppe Poeta, playmaker della Virtus Bologna e ex cestista del Teramo ha commentato così la prossima sfida di campionato proprio contro gli abruzzesi: “Per fortuna sto bene, ho fatto tutta l’ultima settimana regolarmente, sono in forma”, annuncia senza immaginare cosa succederà domenica.  O meglio: cosa gli succederà. Prima della partita e durante. Ieri si è messo a posto i capelli, sistemato le basette. Fosse un calciatore direbbe che “se segno non esulto”. Ma non sarebbe da Poeta: se vince porta la Virtus in Coppa Italia ed esulta con il cuore in frantumi. E in fondo renderebbe un pò meno triste anche la gente di Teramo.

Peppe Poeta come arrivò a Teramo, in Serie A, direttamente dalla serie B di Veroli?

“Cominciarono a seguirmi da gennaio. Avevo un contratto con Veroli anche per l’anno seguente ma con l’opzione di uscita se fosse cambiato l’alllenatore, Stefano Salieri, quello che era al Gira. E’ quanto successe, poi cambiarono anche le regole sullo svincolo e alla fine mi liberai a parametro. Mi impressionò il fatto che a seguirmi in prima persona fosse il presidente Antonetti. Ricordo che era presente ad una gara ad Osimo, abbastanza vicino a Teramo. Feci molto bene. Poi si fece viva anche Roma ma mi voleva prendere e girarmi in prestito. Pensai che Teramo fosse il posto giusto e lo è stato”.

Quattro stagioni in crescita. Solo bei ricordi?

“Sì, considero bellissimo anche l’anno passato perché comunque ci salvammo e debuttai in una coppa internazionale. Teramo mi ha visto crescere e la gente mi ha adottato. A me tenevano un pò più del normale e così anche io ho imparato a tenere a loro un pò più del normale. Poi io sono uno che vive in mezzo alla gente, pranzo fuori, passeggio per le vie del centro, non sono uno che si nasconde. Alla fine a Teramo mi conoscevano tutti, ero uno di loro. Ogni volta che parlo vorrei ringraziare qualcuno. Dal presidente Antonetti in giù, compresi gli amici del bar in cui facevo colazione la mattina”.

Nel suo terzo anno a Teramo per poco non eliminate Milano…

“Mi brucia ancora perché stavamo giocando così bene che eravamo convinti di fare la finale e qualificarci per l’Eurolega. Chissà se poi l’avremmo fatta… Se avessimo eliminato Milano, e tutti sanno quanto ci andammo vicini, avremmo trovato Biella in semifinale, con il vantaggio del fattore campo. Chiodo scacciachiodo. C’è solo un modo per cancellare i rimpianti: tornare nei playoff e andare più lontano. Con la Virtus”.

Per la prima volta torna su un campo da ex. Ha idea di come reagirà emotivamente?

“Zero. Avevo deciso di non pensarci, arrivare là, farmi scendere due lacrime e provare a giocare. Ma hanno deciso di ritirare la mia maglia numero 8, e poi la settimana è lunghissima, non riesco a non pensarci. Sarà un’esperienza nuova”.

Il suo mentore Andrea Capobianco è stato esonerato. Questo può togliere un pò di tensione?

“Non credo, semmai il fatto che non ci sia nemmeno un giocatore dei miei tempi, a parte il grande capitano Lulli, che gioca pochissimo, può aiutarmi. Non devo giocare contro degli amici. Quelli però saranno tutti in tribuna. Mi basterà voltarmi verso gli spalti e vedrò solo facce note. Il PalaScapriano è una bomboniera, la gente la vedi in faccia”.

E’ in corso un grande dibattito a Bologna: come deve giocare la Virtus in attacco?

“Non vale, io sono di parte… Comunque credo che ci si debba sforzare di seguire le indicazioni del coach con un pò più di spensieratezza. Smettiamo di pensare troppo solo quando andiamo sotto. Dobbiamo farlo a prescindere perché il talento c’è. Il cammino di questa squadra che ha giocato con degli assenti per due terzi del girone d’andata dimostra che abbiamo cuore e coglioni. Non abbiamo paura di giocare contro chi è più forte, non abbiamo paura di rimontare se andiamo sotto, non molliamo mai, abbiamo vinto anche in trasferta”.

Con un altro americano e senza infortuni quanto vale questa squadra?

“Possiamo giocare per una semifinale scudetto, però deve incastrarsi tutto bene. All’inizio quando non avevamo problemi abbiamo vinto quattro partite su cinque. Basta una striscia come quella per volare. E’ una questione di salute e di chimica. Se abbiamo tutte e due andiamo in alto. Altrimenti basta perdere due gare e ti trovi dodicesimo, con l’equilibrio che c’è in giro”.

Virtus Bologna, preso K. C. Rivers

Sembrava destinata al fallimento la trattativa tra Virtus Bologna e K.C. Rivers dopo la dura presa di posizione di ieri della squadra emiliana con un comunicato dal proprio sito ufficiale in cui si dichiarava chiusa ogni speranza per l’acquisto del cestita americano. Invece nella mattinata di oggi il colpo di scena: finalmente K.C. Rivers approda alla Virtus Bologna. Il 18 gennaio Rivers giocherà l’ultima partita con la squadra francese del Roanne nella Coppa di Francia e dopo prenderà un aereo con un’unica destinazione: Bologna. Dopo una carriera universitaria costruita in patria Rivers può vantare anche ottime esperienze in Italia con  Treviso e con Latina dove ha vinto il titolo di capocannoniere della Lega Due.

Lottomatica Roma, Filipovski: “Bisognerà lavorare duramente”

E’ Saso Filipovski il nuovo allenatore della Lottomatica Roma. Ha soli 36 anni il tecnico sloveno ma l’età non deve trarre in inganno perchè il nuovo tecnico della Lottomatica ha già una buona esperienza internazionale: dopo un inizio alla guida dell’Olimpia Lubiana tante esperienze in Polonia e in Rusia. Filipovski davanti ai numerosi cronisti ha dichiarato: “Sono molto felice di essere a Roma, una squadra con una grande tradizione nel basket è un onore essere qui e farò del mio meglio, lavorerò duramente per permettere alla squadra di migliorare. Ho avuto un primo incontro con la squadra e ho diretto due allenamenti, sto cercando di iniziare a capire i giocatori. Ogni allenatore porta con sé la sua filosofia e le sue idee: per me il basket è uno sport di squadra, in cui ognuno deve contribuire. Le individualità sono importanti ma la squadra lo è di più, così come sono per me importanti tutte quelle piccole cose che si vedono in campo ma che non rientrano nelle statistiche. Inizierò ad apportare qualche cambiamento, ma sarà un lavoro da fare passo dopo passo. La difesa è una componente importante, così come i rimbalzi, la corsa, l’attacco in contropiede. Credo soprattutto nella disciplina. Senza di essa, in un gruppo di più persone ci sono sempre problemi. Ognuno deve svolgere il proprio compito e ciò che ci si aspetta da lui. Ho un grande rispetto per Boscia, dagli inizi della mia carriera lui è per me un mentore. Lo ringrazio per il suo supporto e per la fiducia che mi ha dato. Appena mi ha chiamato ho detto subito sì. il mio compito ora è ripagarlo attraverso il mio lavoro”. In attesa di vedere la “nuova” Lottomatica all’opera già da domenica prossima, il coach di Lubiana dice la sua sul nostro campionato: “La Serie A è uno dei campionati più difficili al mondo, con grandi squadre, grandi giocatori e grandi allenatori. Ho parlato con altri tecnici che hanno allenato o allenano in Italia (Tanjevic, Vujosevic, Mahoric) e per me ogni loro consiglio è prezioso, è un onore confrontarmi anche con loro”. Obiettivi da qui a fine stagione? “Gli obiettivi della società potrà dirli per me la società stessa. Ma bisogna pensare partita dopo partita, un passo alla volta, preparare ogni gara per vincere ogni gara, perché la mentalità vincente è importante. Credo che comunque potremo ottenere risultati soddisfacenti”.

Virtus Bologna, sfuma K.C. Rivers

Virtus Bologna ha comunicato ufficilmente, con una nota sul proprio sito ufficiale, che la trattativa per il cestista K.C. Rivers è definitivamente sfumata a causa dell’atteggiamento del Roanne, la squadra francese in cui milita il giocatore americano: “Virtus Pallacanestro ringrazia l`agente Stefano Meller e il giocatore K.C. Rivers con il quale era stato raggiunto l`accordo per il passaggio in maglia bianconera. Tuttavia, a seguito della richiesta del Roanne (la società in cui gioca Rivers) di ottenere il transfert Fiba per Marcelus Kemp, la trattativa è da considerarsi cessata. Precisando che Marcelus Kemp resterà alla Virtus Pallacanestro fino al 30 giugno 2011, rivolgiamo i migliori auguri al Roanne per il proseguo della stagione.”

Monte dei Paschi Siena, obiettivo Lynn Greer

Dopo l’infortunio di Mc Caleeb Siena si sta guardando intorno per carcare nuovi rinforzi. Il nome che in queste ore sta circolando è quello di Lynn Greer, cestista statunitense classe ’79 playmaker del Fenerbache Ulker. Il playmaker americano ha anche un passato in Italia infatti, nella stagione 2005/2006, ha militato nel Basket Napoli, squadra con la quale vinse la Coppia Italia. L’unico ostacolo è lo stesso Fenerbache che non vorrebbe rinforzare una potenziale avversaria in Europa League visto che il Siena è nello stesso girone della squadra turca. Greer a Napoli realizzò una media di 22,6 punti e in queste ore il General Manager di Siena, Minucci, si sta adoperando per convincere il cestista americano.

Varese-Cantù, Della Fiori: “Cantù ha saputo sopperire all’assenza di Markoishvili”

Fabrizio Della Fiori, grande ala del campionato di serie A tra il 1970 e il 1985, e ex cestista sia di Varese che di Cantù ha voluto dire la sua sul derby che si giocherà la prossima domenica alle 11.45:

L’uomo giusto per parlare di Cimberio-Bennet.
«Giancarlo Gualco mi voleva già nel 1979 ma in quel periodo storico era il club e non il giocatore a decidere la destinazione. A Venezia tra l’altro, pure se in A2, sono stato divinamente e poi altrettanto bene mi sono trovato a Varese. Quando arrivai io era in atto una rifondazione vera e propria: partirono Bob Morse e Dino Meneghin, arrivò Ciccio Della Fiori. Veramente un bel cambio…».

Il cuore però resta tutto per la Pallacanestro Cantù e non può essere altrimenti.
«Vivo da 43 anni a Cantù, con Cantù ho vinto tutto (2 scudetti, 3 coppe dei Campioni, 2 Intercontinentali, 3 coppe Korac, ndr) e ora c’è anche mio figlio che lavora in società. Sono un grande amico di Carlo Recalcati, a cui voglio bene, ma non ho dubbi rispetto a quale squadra tifare domenica».

Ci sono differenze che potremmo definire storiche tra i due club, le due tifoserie?
«Da qualche anno il popolo canturino si stringe intorno alla squadra anche e soprattutto nei momenti di difficoltà, quando giocavo io non era così e dopo due sconfitte ti guardavano storto. Ora il calore del Pianella è incredibile, l’anno scorso io e mia moglie siamo dovuti uscire dal palazzetto per qualche minuto perché era impossibile resistere a quel frastuono. Se non sbaglio era gara5 contro la Virtus Bologna. Il fatto che gli spalti siano così vicini al parquet aiuta molto, non credo che a Varese siano molto più tiepidi ma li frega la distanza dal campo. La competenza, a Masnago e al Pianella, è più o meno la stessa perché dopo tanti anni di pallacanestro di vertice credo che tutti siano diventati esperti. Qualche settimana fa sono andato a vedere Cimberio-Montepaschi, ho rivisto tifosi che venivano al Palazzetto quando giocavo io».

Questo derby mette di fronte squadre dall’umore diametralmente opposto.
«Cantù ha saputo sopperire all’assenza di Markoishvili, che io reputo uno dei giocatori più versatili e intelligenti di tutto il campionato: impressiona la Bermet perché una volta vince con Marconato e Mian, un’altra con Mazzarino, un’altra ancora con Micov e Leunen. E poi c’è la miglior difesa della Serie A e qui non si può che dire bravo a Trinchieri perché anche atleticamente la sua squadra risponde al meglio. Cantù c’è, insomma, anche se so che molti faranno gli scongiuri dopo questa mia affermazione. Per Varese il discorso è differente perché il roster mediamente è un po’ in là con gli anni e appena Charlie ha perso qualche pezzo la squadra si è smarrita. Non è un momento semplice per la Cimberio ma un derby ti può rigenerare e non è detto che affrontarlo da sfavorita rappresenti uno svantaggio. Credo che a breve Varese dovrà cambiare qualcosa e non mi riferisco ovviamente a Recalcati».

I giocatori preferiti delle due squadre?
«Mi fa impazzire Mazzarino, che non è più un ragazzino, non è un atleta stratosferico eppure fa ancora la differenza. Poi è con noi da sei anni, è diventato l’anima di Cantù. Per Varese prendo Jobey Thomas, che però ora ha qualche problema fisico. Quando sta bene fa sempre canestro e io amo i tiratori».

Varese-Cantù, Ossola: “Varese ha problemi di concentrazione”

Aldo Ossola è stato uno dei più grandi giocatori di Varese e con Dino Meneghin, suo compagno di squadra, ha partecipato a partite memorabili in campionato e in Europa. Ossola ha vinto tantissimi trofei col Varese:  7 scudetti, 5 Coppe dei Campioni, giocando 10 finali consecutive, 2 Coppe Intercontinentali, 4 Coppe Italia e 1 Coppa delle Coppe.  Oggi ha voluto commentare così il prossimo derby tra Varese e Cantù:

«Sinceramente, non mi diverto più tanto a vedere questo basket. C’è troppa fisicità e poca tecnica, il tiro da tre punti ha sconvolto gli equilibri non c’è più gioco di squadra, ci si affida quasi esclusivamente al pick’n’roll. Anche se non ho ancora capito se sono le difese che sono migliorate a tal punto da impedire agli attacchi di trovare uno sviluppo o se dipende dall’appiattimento tecnico di chi deve provare a fare canestro».
In ogni caso Varese-Cantù non può essere una partita normale, tanto meno per chi l’ha giocata e decisa in tante occasioni.
«Ricordo diverse sfide all’ultimo sangue, quasi tutte risolte all’ultimo minuto. Quelle con Cantù e Milano non erano normali gare di campionato ma la prima che mi torna alla mente è un derby che non ho giocato. Eravamo avanti in classifica a poche giornate dalla fine, poi perdemmo con Cantù, col Simmenthal Milano, a Venezia e poi anche lo spareggio. Ero fuori per infortunio, quella volta, e mi sentivo impotente di fronte ai numeri di Marzorati e Recalcati ».
A proposito, chi era il canturino che le dava più filo da torcere?
«Me la vedevo spesso con Charlie Recalcati, qualche volta mi andava bene e qualche volta no. Ma che battaglie incredibili…».
Pianella o Masnago fa poca differenza, cosa ricorda dell’atmosfera del derby?
«Nei miei derby si affrontavano i giocatori di Cantù e quelli di Varese e la partecipazione era massima. Ora vanno in campo gli americani della Bennet contro quelli della Cimberio e non è la stessa cosa, in termini di pathos, anche se per i tifosi delle due squadre non è cambiato molto».
Varese non attraversa un buon periodo.
«Non voglio guardare sempre indietro ma il problema secondo me è che nel basket di oggi mancano i punti di riferimento. Anche nella Cimberio ci sono giocatori che una domenica sono immarcabili e nell’altra impalpabili: nella mia Ignis i 30 o più punti di Morse non mancavano mai. Credo che per la squadra di Recalcati, al di là degli infortuni, ci sia anche un problema di concentrazione, che va e viene con troppa facilità».
Andrà a Masnago domenica?
«Non ho ancora deciso, dipende dal tempo. Sinceramente, se è una bella giornata preferisco andare a fare una bella passeggiata e poi mi guardo la partita registrata quando torno a casa».

Legabasket, Renzi: “Creare un fondo di solidarietà è un fatto intelligente”

Il presidente della Lega Basket, Valentino Renzi, ha replicato a Dino Meneghin (il quale nei giorni scorsi aveva dichiarato che voleva intervenire sull’accordo firmato con la Lega riguardante la possibilità da parte della quindicesima classificata di  pagare 500.000 euro come contropartita per evitere la retrocessione) affermando che: «Non posso non rispondere a Meneghin. Il “premio di risultato”, e non Wild Card come erroneamente viene chiamato, è stato studiato, come ha ricordato anche lui, per tutelare gli investitori nostri associati. Detto questo, come si fa ad affermare che gli accordi non sono stati rispettati? Per quanto riguarda la discussione su chi paga questi 500.00 euro, si tratta di un rapporto di natura privatistica. E visto che l’obiettivo è salvaguardare gli interessi dei proprietari, ritengo che il nostro spirito di coesione sia giustificato: creare un fondo di solidarietà è un fatto intelligente. Non è mai avvenuta una discussione su chi dovesse tirare fuori questa somma, inoltre pensiamo sia meglio fare tutto alla luce del sole, in un’ottica di trasparenza. Gli aspetti sportivi oggi come oggi, con questa crisi, diventano secondari. Non c’è alcuno scandalo, non esiste alcuna violazione all’accordo. E poi, le regole in corso non si cambiano». Renzi ricorda che «i controlli trimestrali della Comtec sono stati introdotti anche per far capire che chi non ha le risorse necessarie, deve gettare la spugna». Ci tiene inoltre a far notare un altro aspetto della vicenda: «Il fatto sconcertante è che la Legadue ha le nostre stesso procedure in merito: dal 2011-2012 la 15ª avrà la possibilità di evitare la retrocessione pagando 250.000 euro alla 2ª classificata della A dilettanti» Meneghin aspetta da mesi dalla Lega uno studio su un progetto di ranking… «Non lo abbiamo abbandonato, solo che un progetto simile non è semplice e richiede tempo. Quando sarà pronto lo presenteremo».

Armani Jeans Milano, Finley va in USA per farsi curare

Con una nota tramite l’ufficio stampa della Pallacanestro Olimpia Armani Jeans si comunica che, per effetture un ulteriore controllo medico, Morris Finley andrà negli Stati Uniti nei prossimi giorni: “Pallacanestro Olimpia Armani Jeans comunica che, di comune accordo con la società, il giocatore Morris Finley è volato negli Stati Uniti nella giornata di oggi per un ulteriore consulto medico sulle condizioni del ginocchio che non gli permette di allenarsi e giocare regolarmente. “