Caso Montepaschi basket, cala l’organico ma i presidenti sono raddoppiati!

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Anche se per la prima volta l’organico della squadra faro del basket è carente quando un tempo per un’unghia incarnata o un raffreddore erano pronti due sostituti e si firmavano lauti contratti anche a giocatori presi per gli allenamenti e mai  scesi in campo e costoro si fregiavano – con grande imbarazzo- dello scudetto, in un clima da corte dei Borgia, esposti e controesposti arriva in primo piano la storia che per iscriversi al campionato la Mens Sanasi è dovuta vendere il marchio e trasferire contratti pubblicitari vari per 8 milioni.

Non solo: se l’acquirente non ce la fa a pagare il mutuo col Montepaschi, garantisce il venditore. Questa la sintesi dell’’“operazione lampo” di finanza creativa (raccontata  già da Pallarancione..con un altro articolo)  realizzata un anno fa di questi tempi, in meno di 30 giorni, e di cui nessuno era al corrente, al vaglio – dicono – di alcune Procure italiane. Eppure paradossalmente si regista un fatto che dimostrerebbe che l’opulente stagione senese prosegue.

Nemmeno il Milan berlusconiano aveva due-tre persone o soggetti per la stessa competenza, e la cosa strana è che a dicembre si è dimesso il suo presidente e adesso ne risultano addirittura due! Sarà forse un aspetto formale, ma per l’Euroleague, come si legge sul sito ufficiale della competizione ancor oggi, 17 marzo 2013, Ferdinando Minucci risulta sempre presidente della Montepaschi-Men Sana Basket. Eppure si era letto che aveva rimesso il mandato, ricoperto dalla stagione 2008-2009, dopo essere stato vicepresidente vicario di Roberto Morrocchi, pochi giorni dopo la perquisizione della Guardia di Finanza negli uffici e nella residenza di famiglia a metà dicembre.

Ipotesi di reato formulata dalla Procura di Siena: frode fiscale per i pagamenti all’estero dei giocatori, una storia risalente a due anni prima quando dopo un sopralluogo a sorpresa della Finanza in un allenamento  la Men Sana Basket patteggiò la maxi multa (sarebbero molto di più dei 250 mila dollari come scritto) avendo, nello specifico, pagato Benjamin Eze cittadino italiano per matrimonio, tramite corrispondete estero. La Comtec, organo di controllo, sembra avesse inviato la segnalazione alla Fip e idem il club, ma  nulla è trapelato fino alla notizia data da Pallarancione.com. Non era meglio fare un comunicato e spiegare cosa prevedono le norme in quel caso?

Di fronte alle dimissioni, preso atto dalla volontà di Minucci di fare un passo indietro per il bene del club gli venne richiesto dal direttivo della Mens Sana Spa di mantenere gli incarichi tecnici. E la presidenza venne assunta dal notaio senese Cesare Lazzeroni, vice Luca Ciurlia e la conferma dello storico amministratore delegato Luca Anselmi.

Clikkando sul sito di Legabasket, Minucci si è ritagliato esclusivamente il ruolo di general manager , ruolo assunto come “seconda carica” nelle ultime due stagioni dopo essere stato anche direttore generale nel 2009-2010. Siamo con Minucci in presenza del primo vero self-made-man della storia del nostro basket, una storia americana dalla gavetta alla villa con piscina, cavalli, maneggio, domestici e autista. Per il basket non aveva particolari passioni, inclinazioni e minima conoscenza essendo nato nella metallifera  Chiusdino, dirimpettaio di Moggi, dove si pratica il tamburello conosciuto da quelle parti come “palla eh”

Arrivato a Siena , presa la laurea, si è impiegato in banca lavorando, mi ha raccontato il suo capo all’agenzia 13 di via De Rossi, dipingendolo sagace operatore dell’ufficio titoli capace di guardare con particolare interesse all’esplosione delle borse asiatiche. Cambiato bruscamente mestiere, è stato folgorato dal basket quando il lungimirante e potente sindaco Piccini, ex giocatore delle giovanili della romana Stella Azzurra, mise nelle mani di due imprenditori edili per bene, oculati, tanto che presa la Mens Sana con un piede in C, in due anni la portarono di filato in Serie A.

Minucci ha fatto tutta la trafila lì dentro, nel Palaestra cha ha anche come dependance un altro palazzetto, valore patrimoniale unico in Italia, a parte la Ghirada dei Benetton,  diventando il manager per antonomasia del basket. E distribuendo con l’affermazione anatemi e favori forse non in egual misura fino a quando ai primi di dicembre dimentico di una sprezzante polemica nei suoi confronti, Gianni Petrucci in quel tempo ancora presidente del CONI cambia idea e  attraverso il Corriere dello Sport lo proclama

“il miglior dirigente del basket italiano”.

Con perfetto tempismo… due-tre giorni dop ecco  la perquisizione in grande stile della Gdf a raffreddare questo entusiasmo quando tutti davano ormai per certo la cooptazione del manager senese nel direttivo della Fip, per completare la scalata nel mondo dei canestri.

Alla Mens Sana ha cominciato quale responsabile della vendita degli spazi pubblicitari all’interno del Palasport, nessun giemme in quegli anni vuole venire a Siena, la sua intraprendenza viene utile e dopo un paio di stagioni  diventa direttore sportivo. E fa il salto di qualità trasformando in azioni un  credito dovuto al suo incarico pubblicitario ai tempi della gestione Rossi-Ciupi.

Anche se il suo nome nell’organigramma-jumbo della Mens Sana basket compare adesso solo come general manager a tutto campo, è però anche il fondatore e socio di maggioranza della Best Solution società di famiglia registrata a Bologna e nell’ultimo esercizio capace di un giro d’affari di oltre 700 mila euro. Mica male, perché è quasi il totale degli incassi della Men Sana per le partite di tutta la stagione. Non si sa più nulla, invece, dei destini della Basketball Generation che organizza camp e ha affiliato centri giovanili in tutta la penisola.  La sua (e della moglie, figlia e genero) “BS” si occupa invece di Marketing, Organizzazione, Pubblicità . Ovvero – sempre a proposito della duplicazione senese – si muove nello stesso ramo d’azienda della Esseduepromotion del riminese Stefano Sammarini che entra ufficialmente nella società  quando Minucci ne diventa il presidente. Si tratta di una srl con sede a Milano che deve aver avuto un ruolo strategico rilevante perché nel suo sito,in terza persona, il titolare si presenta come colui

che ha contribuito ai grandi successi del basket senese negli ultimi 6 anni”.

Le date non combaciano però coi tempi di questa collaborazione, ma se ufficialmente opera da 4 anni, se ne deduce che era già attivo ancor  due anni prima, ma in che ruolo? Certo Sammarini manager del tennista Volandri e in passato di Carlton Myers deve riscuotere la fiducia del dominus del basket senese e soprattutto dei vertici della banca anche in un momento travagliato, tanto da costituire una srl da 10 mila euro, la Brand Management, e nel giro di un mese, dalla registrazione all’atto notarile, poter acquistare il 26 marzo 2012 – a pochi giorni dall’uscita di scena del presidente Mussari – il marchio Mens Sana Basket più contratti accessori in essere.

Un finanziamento-lampo di ben 8 milioni di euro da Guinness che, scrivono,avrebbe permesso alla Mens Sana di iscriversi al campionato. C’è chi contesta la procedura, e sostiene che la società può essere ricapitalizzata solo dagli azionisti-soci, in questo caso è un gruppo sparuto di tifosi attempati che hanno acquistato azioni per 50 o 100 euro ma con un socio di minoranza fortissimo, la Fises,  che possiede il 40% delle azioni. Ma c’è anche chi sostiene invece che queste operazioni sono lecite. Il calcio ha fatto da apripista precisando però che le regole del gioco stabiliscono un soggetto finanziatore e acquirente “pari forza”, mentre questa srl riminese creata ad hoc sovvertono ogni principio di fisica teoretica, per cui in questo caso si dimostra che la formica può ingoiare l’elefante.

Brand Management srl  “malatestiana”con 10 mila euro e il Sammarini socio unico viene comunque finanziata da Rocca Salimbeni  per 8 milioni di euro per 18 anni, d’accordo che i titoli vengono lasciati in pegno alla banca, ma c’è un limite a tutto. E se la banca scuce generosamente i cordoni della borsa quando gli azionisti e risparmiatori sul piede di guerra, è certo che potrà esibire una perizia d’acciaio. Che dico, al tungsteno, perché altrimenti la storia delle imprese bancarie si arricchirebbe di una  vera leggenda metropolitana.

Peraltro, i successi della Mens Sana, gloriosa istituzione che esisteva già quando nacque il basket in America e lei promosse per prima questo sport al Bel Paese, fanno parte da sempre dell’epos della banca più vecchia d’Italia per la generosità delle sue istituzioni. Un tempo bussavano al Monte per beneficiare del buon credito imprenditori rampanti come Berlusconi o Tanzi e ancor prima Borghi, il Provveditore chiedeva loro un piccolo obolo per il basket sotto forma di sponsor e tutto andava bene.Tutti contenti e felici. Sovente il grande capo , ai tempi in cui non c’erano le Fondazioni, era anche un vero appassionato di basket. Dico dell’illustrissimo professor Piero Barucci, in seguito ministro delle Finanze che ogni anno portava i figli a vedere le partite della NBA. In quei tempi, quando venivo a raccontare Siena per la Gazzetta , per tratteggiare la potenza dell’istituto creato 20 anni prima della scoperta dell’America,  mi raccontava fra il serio e il faceto che se avesse voluto il Monte dei Paschi avrebbe potuto far oscillare quotidianamente il valore del dollaro sui mercati di 70-80 lire. In soldoni veri Siena poteva tenere  in scacco persino il dollaro!

Da ultimo, arrivato dalla Calabria un giovane intraprendente avvocato, è stato tanto preso da questo sport e ha capito  quale fosse a queste latitudini  la presa popolare, che nella sua sorprendente e rapida carriera l’ha coccolato. Financo indossare la sciarpa del tifoso, tacciando di scorrettezze il grande imprenditore che aveva preso un giovane che stava per firmare per Siena (caso Rullo) e telefonando personalmente mi hanno confidato al giornale amico per un titolo o una virgola sbagliata. E’poi nota ormai la polemica di Siena con i Benetton registrata dai giornali, fino a che, infastidito, l’imprenditore di Treviso  disse apertamente che la sua famiglia pagava di tasca propria per il basket , mentre la banca spendeva i soldi dei risparmiatori. E qui mettiamoci un punto.

La storia non é nuova, spesso il basket ha perso la testa e la misura dei suoi limiti e speriamo che che non venga proprio da Siena l’ultimo disastro in ordine di tempo. Anche il colosso della chimica , la Montedison di Gardini, acquistò un club di basket con l’operazione Messaggero e ne venne travolta, cosiccome l’Innocenti Leyland acquistò l’Olympia Milano, e l’artefice di questo affare ai tempi della grande crisi petrolifera – come mi hanno raccontato – ebbe a pentirsene tanto da togliersi la vita.

Siena invece con la banca e le istituzioni sembrava poter realizzare nel basket la quadratura del cerchio col suo motto dal sapore americano anche se rubato ai latini“e pluribus unum”, e cioè  dalle varie componenti  può crearsi una squadra-faro sulla quale il sole non tramonta mai. “Se vinciamo noi, vincono tutti”, ho ascoltato con le mie orecchie. Siamo andati oltre alla favola del “ basket come la 18esima contrada”, come scrivevo sulla Gazzetta dello Sport. Ma forse pensavano già a questo possibile scenario  i senesi quando definivano  questo gioco “palla al…balzello”

All’ombra della gloriosa Polisportiva, la Men Sana basket diventa una finanziaria negli anni –settanta-ottanta grazie a Bruttini senior, e va oltre il patronage discreto delle potenti istituzioni legate a filo doppio della banca. Il salto di qualità avviene dal ’95, il basket diventa il “pianeta sole “  con tanti satelliti attorno come ho visto in un cartellone 6×3 stile Berlkusconi nell’angolo della Consuma,  non solo della gloriosa Polisportiva di stampo decoubertiniano  ma anche della città del Palio  che lo adotta ufficialmente potendo vantare – caso unico – fin dall’epoca fra gli artefici della sua scalata un fortissimo socio di minoranza, quella  Finanziaria senese di Sviluppo di cui parlavo che acquista  181.011 azioni per 94.125,72 euro quando viene costituita il 19/2/96 la Mens Sana. La Fises è un’azienda con un portafoglio di decine di milioni costituita nel 1988. Nata con la politica, sulle fortune della banca, funge da Iri localistica, con lo scopo di finanziare aziende del territorio. Si superano magari disinvoltamente, grazie alle autonomie forti quanto le sue fortune bancarie, gli steccati delle norme perché si eroga denaro pubblico quando i soci sono  Comune di Siena, Provincia, Camera di Commercio, Fondazione Montepaschi. Le grandi istituzioni senesi che ritiene di avere il diritto del lascito ereditario del famoso Buon Governo. Nasce così, come lo definiscono i suoi ideatori, il Sistema Siena che scorrendo i vari bilanci in 18 anni solo nel basket ha “pompato” dai 150 ai 180 milioni di euro.

La vicenda che ha proiettato il basket senese due mesi fa fra i filoni d’indagine legato alle discusse operazioni della storica banca forse non è stata ancora ben compresa nella sua dimensione, lo dimostra il fatto che, almeno ufficialmente, la Fises abbia mantenuto le sue quote. Evidentemente per tutelare il suo investimento, a maggior ragione se il marchio vale 8 milioni di euro. Ovviamente considera i finanziamenti  offerti al basket – considerato traslato di un’azienda da sostenere nel suo sviluppo  in grado di portare risultati di marketing territoriali – non a fondo perduto. Ecco perchè tutte le aziende in sofferenza si augurano che il rientro sia avvenuto regolarmente.

Tornando alla stranezza della “doppia presidenza” attuale della Mps Basket potrebbe trattarsi di semplice errore del sito, oppure la Mens Sana Spa non ha comunicato all’Euroleague il nuovo assetto dei propri vertici ritenendolo – vuoi mai, si chiede la gente – pregiudizievole per l’incarico e la rappresentatività nel board della competizione? Non ci risulta che le dimissioni da presidente prevedano anche quelle automatiche dal board continentale, e del resto Minucci ancora choccato dopo la perquisizione  ma convinto che tutto si chiarirà  ha denunciato sulla Gazzetta che con queste norme-capestro  dell’italico fisco  per stare a galla e tentare di vincere in Europa  l’unico mezzo erano i diritti d’immagine ormai invalsi dalla A alla B. Il caso Siena ha creato una fibrillazione in tutto il movimento, tanto che nei giorni scorsi i rappresentanti dell’associazione degli agenti sono andati in Federazione invocando una sanatoria. La situazione è esplosiva, un’applicazione a cascata – dicono – ridurrebbe le società di un 70 per cento. E sarebbe l’ultimo ballo sul Titanic del basket prima della tragedia finale.

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