Come l’anno scorso, Andrea Bargnani non finirà la stagione ma stavolta il problema non è più il cronico stiramento al polpaccio accusato in vari intervalli nella prima parte della sua carriera bensì l’infortunio al gomito destro che l’ha costretto venerdì scorso a lasciare il campo a Los Angeles nel 1° quarto contro i Lakers nel corso del quale aveva segnato 2 punti.
I Raptors hanno diramato un comunicato ufficiale nel quale si precisa che Bargnani ha chiuso la stagione per il distacco del tendine (“avulsion sprain”) del gomito.
Le trasferte all’Ovest evidentemente hanno portato jella al giocatore romano. Per una brutta caduta seguita a un tentativo di schiacciata a Portland il 12 dicembre s’infortunò al gomito sinistro e al polso e rimase fuori 26 gare.
Rientrato il 3 febbraio ha giocato 14 gare su 15 (un altro forfeit per influenza) con 4 presenze in quintetto. Sembra un contrappasso: i gomiti hanno tradito un giocatore accusato nella sua carriera di non saperli usare..
Questa stagione ha tenuto una media di 12,7 punti e 3,7 rimbalzi in 35 gare, poco più della metà del calendario, e il suo calo nei punteggi è stata una delle ragioni della mancata qualificazioni ai playoff della formazione di Dwane Casey e della decisione di andare sul mercato per prendere Rudy Gay scaricando per ragioni di budget il contratto da 10 milioni di Josè Calderon, il play titolare, mandandolo a Detroit e sacrificando anche il promettente Ed Davis. Effetti collaterali,insomma, di un rapporto arrivato al capolinea anche se si tratta di un investimento onerosissimo che vincola ancora il suo destino a quello della franchigia canadese.
I commenti sul sito dopo lo stop definitivo sono un misto di amarezza e delusione, con qualche isolato sparuto incoraggiamento. I tifosi sostengono che i Raptors avrebbero dovuto cederlo alla chiusura del mercato, intuiscono che ci hanno provato ma che gli offrivano troppo poco, che il Mago è stato importante in questi anni ma è tempo di cambiare vento, che non è un duro sotto i tabelloni, che al suo posto bisogna prendere Al Jefferson degli Utah Jazz, e se intendono prendere una star da 10-12 milioni di dollari devono ricorrere all’amnistia, quella norma che consente in particolari casi di tenere un giocatore in extra-budget. C’è però anche chi va per le spicce: “Rottamatelo al più presto!” (“Get the hell out. That mans waste”
Dopo il danno anche la beffa, siamo a una vera e propria crisi del settimo anno sia per Bargnani che per il club: il n.1 del draft 2006, posizione scomoda che a volte si trasforma in una maledizione (vedi anche il caso di Andrew Bogut, e le difficoltà che questa stagione incontra Anthony Davis già fregiatosi dell’oro olimpico) ha 22 milioni assicurati in banca per i prossimi 2 anni ma è da ricostruire in tutti i sensi, immagine compresa, e i molti guai fisici non incoraggiano eventuali acquirenti. E se in estate dovesse cambiare club (il suo sogno sarebbe passare a Miami dove vive la ricchissima e bellissima fidanzata di origini libanesi alla quale era stato attribuito un flirt anche con Bobo Vieri che da quelle parti ormai risiede) potrebbe non essere disponibile per gli europei.
Stagione da dimenticare, a monte della quale c’è la decisione del suo club di rimandarlo in Italia un anno fa e di prescrivergli una lunga estate di tutto riposo sperando di risolvere una volta per tutto il problema al polpaccio. Ma si sa che l’ozio è il padre dei vizi, Bargnani ha avuto un buon motivo per rinunciare al lavoro con la nazionale che negli anni precedenti gli aveva fatto bene, se andiamo a rivedere il rapporto fra sacrifici estivi e rendimento nelle varie stagioni . Rientrato al camp di preparazione dei Raptors dopo gli ozi estivi ha faticato a trovare il ritmo di gioco, da qui la brutta partenza di Toronto e a mò di scusa l’infelice dichiarazione a un giornalista con la quale diceva che più o meno la sua squadra era la peggiore della NBA. Da quel momento gli è mancata totalmente la fiducia dei compagni e anche di parte del pubblico, è stato isolato, è subentrata la delusione e uno studio sugli infortuni degli atleti afferma che una condizione psicologica di disagio è spesso fatale a chi è scontento di se stesso e non si vede accettato.
Bargnani ha comuque giocato 4 gare più della stagione precedente (35 contro 31 che però erano 1 più della metà delle 60 partite per il lock out), la sua media punti si è abbassata (12,7 ) anche se non è stata la punta minima (10,2 nel 2° anno) nelle sette stagioni. Ha giocato la sua miglior gara a Detroit (34 punti, unica volta sopra i 30), si è espresso meglio lontano da Toronto tanto che nelle 9 gare sopra i 20 punti i Raptors erano in trasferta. Ma è anche vero che i suoi bottini non hanno quadrato con l’economia di squadra perché la prova del nove sono state le 9 sconfitte, e precisamente andando a ritroso, 26 a Oakland-Warriors, 125-118; 20 a Salt Lake-Utah, 131-99; 23 a Denver, 113-110; 21 a Houston, 117-101; 34 a Detroit, 91-90; 25 a Charlotte, 98-97; 22 a Filadelfia, 106-98; 23 Filadelfia in casa, 83-93; 25 a Dallas, 109-104.
Ricapitolando, questa la storia fra Bargnani e i Raptors (fra parentesi le partite da titolare): stagione 2006-07, punti 11,6 (2); 2007-2008, p.10,2 (53); 2008-09, p.15,4 (59); 2009-10, p.17,2 (80/80); 2010-11, p.21,4 (66/66); 2011-12 , p.19,5 (31/31). Ha giocato 433 gare (316 titolare), 30,3 minuti, T2 43,7 %, T3 36,1%, Tl 82,5 %, , 4,8 rimbalzi, 1,3 assist, 0,4 recuperi, 0,9 stoppate, 1,67 perse, 2,6 falli
Adesso si attendono notizie sui tempi di guarigione e le decisioni del club, non si esclude come successe in passato (caso Carroll) che il giocatore venga dato in leasing a una squadra europea, anche se le condizioni economiche ai tempi dell’Euro oggi sono una tragedia e non parliamo del Basket Spaghetti. Difficile che Roma possa inserirsi nell’affare, ci vorrebbe lo zio di America, ma anche questi sono scomparsi.
Intanto pur col ritorno di Rudy Gay (dolori alla schiena) il quale ha segnato 19 punti i Raptors hanno perso nettamente a Boston (88-122, 34 punti) sotto i colpi di Jeff Green, la maggior novità della stagione dei Celtics che hanno reagito alla grande all’infortunio di Rajon Rondo. Il bilancio dei Raptors è di 25 vittorie contro 40 sconfitte. Curiosità: il momento migliore della squadra si è registrato con gli infortuni di Bargnani e Lowry e Calderon in regia, sarà solo un caso?
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