Benetton Basket, Gentile: “Dobbiamo rimanere concentrati in difesa”

Alessandro Gentile, esterno della Benetton Basket che domani sera sfiderà la Pepsi Caserta nell’ultima partita del girone d’andata ha commentato così la sfida: “Cerchiamo in extremis di raggiungere le finali di coppa italia, ci teniamo molto e speriamo proprio di qualificarci. Per farlo intanto dobbiamo battere la Pepsi, e non sarà facile, poi dipendiamo anche dagli altri risultati, vedremo. Pero’ quello che dobbiamo fare lo sappiamo, vincere la partita. Per farlo dovremo fare la massima attenzione in difesa, è lì che si deciderà il match. Se la nostra difesa sarà pronta contro una squadra con tanti punti nelle mani e giocatori dal grande talento offensivo, allora potremo imporre il nostro gioco, se invece permettiamo loro di correre e ai loro terminali di “accendersi”, con Caserta possiamo rischiare molto. Ecco, quindi penso proprio che la partita dovremo interpretarla al meglio sotto il profilo difensivo e nel controllo dei rimbalzi per evitare il gioco veloce dei nostri avversari. Siamo entrambe due squadre forti e di talento, che pero’ hanno avuto qualche problema di risultati e di classifica, di certo sarà una bella partita, noi dobbiamo vincere sperando che basti per qualificarci.”

NBA, tutti i risultati

Ecco tutti i risultati delle partite della regular season Nba giocate questa notte: Indiana Pacers-Chicago Bulls 86-99; Philadelphia 76ers-Milwaukee Bucks 95-94; Toronto Raptors-Detroit Pistons 95-101; Boston Celtics-Charlotte Bobcats 99-94; New York Knicks-Sacramento Kings 83-93; San Antonio Spurs-Dallas Mavericks 101-89; Houston Rockets-New Orleans Hornets 105-110 (overtime); Utah Jazz-Cleveland Cavaliers 121-99; Golden State Warriors-Los Angeles Clippers 122-112; Los Angeles Lakers-New Jersey Nets 100-88; Phoenix Suns-Portland Trail Blazers 115-111. Bargnani è stato l’unico italiano a giocare viste le assenze di Danilo Gallinari e Marco Belinelli fermi ancora per infortunio. La squadra di Gallinari, i New York Knicks sono stati sconfitti in casa da Sacramento mentre i New Orleans di Belinelli hanno vinto in trasferta contro Houston Rockets 105-110.

NBA, Bargnani: “Stiamo giocando male in difesa”

Andrea Bargnani, l’unica nota positiva della partita persa in casa da Toronto contro Detroit, ha commentato così il match: “I nostri avversari hanno segnato ancora 60 punti nel primo tempo. Se vogliamo vincere, non possiamo permettere che accada una cosa del genere«, dice Bargnani dopo il match. »Abbiamo commesso di nuovo lo stesso errore. Poi siamo risaliti fino a -5, ma non siamo mai stati nelle condizioni di passare a condurre. Stiamo giocando male in difesa. Detroit è riuscita a creare situazioni di isolamento in maniera sistematica. Quando noi cercavamo di andare in aiuto, loro trovavano lo spazio per un tiro comodo. È successo questo«, spiega prima di osservare che »rendiamo meglio contro grandi squadre come Orlando e Los Angeles. Anche questo è un problema”

NBA, Bargnani non basta. Toronto sconfitta

C’è solo una lucead illuminare la notte di Toronto: Andrea Bargnani. Nella ennesima pesante sconfitta casalinga dei Toronto Raptors contro i Detroit Pistons infatti è solo Bargnani a non perdere la faccia realizzando, da solo, 31 punti, 9 rimbalzi, 3 assist, 1 recupero e 1 stoppata, numeri da fenomeno ma che non bastano a Toronto che così subisce il 26esimo ko stagionale, di fronte alle soli 13 vittorie in campionato. I canadesi del Toronto, oltre a Bargnani, hanno potuto contare su 11 punti e 13 assist di Jose Calderon e i 15 punti di DeMar DeRozan. La sconfitta per i canadesi è nata soprattutto nel primo tempo chiuso con un passivo pesante di punti subiti: 60.

Armani Jeans Milano, Bucchi: “Gli infortuni hanno penalizzato la mia gestione”

Piero Bucchi, ex coach di Milano, esonerato poche settimane fa, e sostituito con Dan Peterson ieri, intervistato da Sky, ha parlato con amarezza della vicenda:

“Se ci sono delle responsabilità da parte mia, probabilmente è dovuto al fatto che non è stato un periodo semplicissimo a Milano. Credo che le contestazioni mi abbiano involontariamente un pò chiuso e forse ho difettato nella comunicazione. Se ci fossimo qualificati per le Top 16 sarei ancora in panchina? Credo di sì. E’ chiaro che gli infortuni di Pecherov e di MaciulisPetravicius e Finley per i loro problemi fisici, parlandone già in agosto, ma il club ha rifiutato questa ipotesi e io ho rispettato il volere della società, capendo che nuovi ingaggi avrebbero significato nuovi e forti esborsi”.

Virtus Bologna, Poeta: “Non abbiamo paura di nessuno”

Giuseppe Poeta, playmaker della Virtus Bologna e ex cestista del Teramo ha commentato così la prossima sfida di campionato proprio contro gli abruzzesi: “Per fortuna sto bene, ho fatto tutta l’ultima settimana regolarmente, sono in forma”, annuncia senza immaginare cosa succederà domenica.  O meglio: cosa gli succederà. Prima della partita e durante. Ieri si è messo a posto i capelli, sistemato le basette. Fosse un calciatore direbbe che “se segno non esulto”. Ma non sarebbe da Poeta: se vince porta la Virtus in Coppa Italia ed esulta con il cuore in frantumi. E in fondo renderebbe un pò meno triste anche la gente di Teramo.

Peppe Poeta come arrivò a Teramo, in Serie A, direttamente dalla serie B di Veroli?

“Cominciarono a seguirmi da gennaio. Avevo un contratto con Veroli anche per l’anno seguente ma con l’opzione di uscita se fosse cambiato l’alllenatore, Stefano Salieri, quello che era al Gira. E’ quanto successe, poi cambiarono anche le regole sullo svincolo e alla fine mi liberai a parametro. Mi impressionò il fatto che a seguirmi in prima persona fosse il presidente Antonetti. Ricordo che era presente ad una gara ad Osimo, abbastanza vicino a Teramo. Feci molto bene. Poi si fece viva anche Roma ma mi voleva prendere e girarmi in prestito. Pensai che Teramo fosse il posto giusto e lo è stato”.

Quattro stagioni in crescita. Solo bei ricordi?

“Sì, considero bellissimo anche l’anno passato perché comunque ci salvammo e debuttai in una coppa internazionale. Teramo mi ha visto crescere e la gente mi ha adottato. A me tenevano un pò più del normale e così anche io ho imparato a tenere a loro un pò più del normale. Poi io sono uno che vive in mezzo alla gente, pranzo fuori, passeggio per le vie del centro, non sono uno che si nasconde. Alla fine a Teramo mi conoscevano tutti, ero uno di loro. Ogni volta che parlo vorrei ringraziare qualcuno. Dal presidente Antonetti in giù, compresi gli amici del bar in cui facevo colazione la mattina”.

Nel suo terzo anno a Teramo per poco non eliminate Milano…

“Mi brucia ancora perché stavamo giocando così bene che eravamo convinti di fare la finale e qualificarci per l’Eurolega. Chissà se poi l’avremmo fatta… Se avessimo eliminato Milano, e tutti sanno quanto ci andammo vicini, avremmo trovato Biella in semifinale, con il vantaggio del fattore campo. Chiodo scacciachiodo. C’è solo un modo per cancellare i rimpianti: tornare nei playoff e andare più lontano. Con la Virtus”.

Per la prima volta torna su un campo da ex. Ha idea di come reagirà emotivamente?

“Zero. Avevo deciso di non pensarci, arrivare là, farmi scendere due lacrime e provare a giocare. Ma hanno deciso di ritirare la mia maglia numero 8, e poi la settimana è lunghissima, non riesco a non pensarci. Sarà un’esperienza nuova”.

Il suo mentore Andrea Capobianco è stato esonerato. Questo può togliere un pò di tensione?

“Non credo, semmai il fatto che non ci sia nemmeno un giocatore dei miei tempi, a parte il grande capitano Lulli, che gioca pochissimo, può aiutarmi. Non devo giocare contro degli amici. Quelli però saranno tutti in tribuna. Mi basterà voltarmi verso gli spalti e vedrò solo facce note. Il PalaScapriano è una bomboniera, la gente la vedi in faccia”.

E’ in corso un grande dibattito a Bologna: come deve giocare la Virtus in attacco?

“Non vale, io sono di parte… Comunque credo che ci si debba sforzare di seguire le indicazioni del coach con un pò più di spensieratezza. Smettiamo di pensare troppo solo quando andiamo sotto. Dobbiamo farlo a prescindere perché il talento c’è. Il cammino di questa squadra che ha giocato con degli assenti per due terzi del girone d’andata dimostra che abbiamo cuore e coglioni. Non abbiamo paura di giocare contro chi è più forte, non abbiamo paura di rimontare se andiamo sotto, non molliamo mai, abbiamo vinto anche in trasferta”.

Con un altro americano e senza infortuni quanto vale questa squadra?

“Possiamo giocare per una semifinale scudetto, però deve incastrarsi tutto bene. All’inizio quando non avevamo problemi abbiamo vinto quattro partite su cinque. Basta una striscia come quella per volare. E’ una questione di salute e di chimica. Se abbiamo tutte e due andiamo in alto. Altrimenti basta perdere due gare e ti trovi dodicesimo, con l’equilibrio che c’è in giro”.

NBA, Miami senza LeBron James sconfitta a Denver

Quarta sconfitta consecutiva in NBA per Miami che questa volta, orfani di LeBron James perdono contro Denver Nuggets con un passivo pesante: 130 a 102. Dopo un’ottima serie di 13 vittorie consecutive adesso Miami è in un vortice negativo visto anche l’infortunio a LeBron James che ha saltato la partita per un dolore al ginocchio sinistro. Per quanto riguarda le statistiche della partita ottima prova per Smith dei Denver che realizza 28 punti e per Anthony autore di 21 punti. Vittoria al cardiopalma per Oklahoma City che vincono contro Orlando Magic grazie a un tiro di Richardson proprio negli ultimi secondi. Ecco il quadro completo delle partite giocate questa notte in NBA: Minnesota Timberwolves-Washington Wizards 109-97; Oklahoma City Thunder-Orlando Magic 125-124; Denver Nuggets-Miami Heat 130-102.

Virtus Bologna, preso K. C. Rivers

Sembrava destinata al fallimento la trattativa tra Virtus Bologna e K.C. Rivers dopo la dura presa di posizione di ieri della squadra emiliana con un comunicato dal proprio sito ufficiale in cui si dichiarava chiusa ogni speranza per l’acquisto del cestita americano. Invece nella mattinata di oggi il colpo di scena: finalmente K.C. Rivers approda alla Virtus Bologna. Il 18 gennaio Rivers giocherà l’ultima partita con la squadra francese del Roanne nella Coppa di Francia e dopo prenderà un aereo con un’unica destinazione: Bologna. Dopo una carriera universitaria costruita in patria Rivers può vantare anche ottime esperienze in Italia con  Treviso e con Latina dove ha vinto il titolo di capocannoniere della Lega Due.

Lottomatica Roma, Filipovski: “Bisognerà lavorare duramente”

E’ Saso Filipovski il nuovo allenatore della Lottomatica Roma. Ha soli 36 anni il tecnico sloveno ma l’età non deve trarre in inganno perchè il nuovo tecnico della Lottomatica ha già una buona esperienza internazionale: dopo un inizio alla guida dell’Olimpia Lubiana tante esperienze in Polonia e in Rusia. Filipovski davanti ai numerosi cronisti ha dichiarato: “Sono molto felice di essere a Roma, una squadra con una grande tradizione nel basket è un onore essere qui e farò del mio meglio, lavorerò duramente per permettere alla squadra di migliorare. Ho avuto un primo incontro con la squadra e ho diretto due allenamenti, sto cercando di iniziare a capire i giocatori. Ogni allenatore porta con sé la sua filosofia e le sue idee: per me il basket è uno sport di squadra, in cui ognuno deve contribuire. Le individualità sono importanti ma la squadra lo è di più, così come sono per me importanti tutte quelle piccole cose che si vedono in campo ma che non rientrano nelle statistiche. Inizierò ad apportare qualche cambiamento, ma sarà un lavoro da fare passo dopo passo. La difesa è una componente importante, così come i rimbalzi, la corsa, l’attacco in contropiede. Credo soprattutto nella disciplina. Senza di essa, in un gruppo di più persone ci sono sempre problemi. Ognuno deve svolgere il proprio compito e ciò che ci si aspetta da lui. Ho un grande rispetto per Boscia, dagli inizi della mia carriera lui è per me un mentore. Lo ringrazio per il suo supporto e per la fiducia che mi ha dato. Appena mi ha chiamato ho detto subito sì. il mio compito ora è ripagarlo attraverso il mio lavoro”. In attesa di vedere la “nuova” Lottomatica all’opera già da domenica prossima, il coach di Lubiana dice la sua sul nostro campionato: “La Serie A è uno dei campionati più difficili al mondo, con grandi squadre, grandi giocatori e grandi allenatori. Ho parlato con altri tecnici che hanno allenato o allenano in Italia (Tanjevic, Vujosevic, Mahoric) e per me ogni loro consiglio è prezioso, è un onore confrontarmi anche con loro”. Obiettivi da qui a fine stagione? “Gli obiettivi della società potrà dirli per me la società stessa. Ma bisogna pensare partita dopo partita, un passo alla volta, preparare ogni gara per vincere ogni gara, perché la mentalità vincente è importante. Credo che comunque potremo ottenere risultati soddisfacenti”.

Virtus Bologna, sfuma K.C. Rivers

Virtus Bologna ha comunicato ufficilmente, con una nota sul proprio sito ufficiale, che la trattativa per il cestista K.C. Rivers è definitivamente sfumata a causa dell’atteggiamento del Roanne, la squadra francese in cui milita il giocatore americano: “Virtus Pallacanestro ringrazia l`agente Stefano Meller e il giocatore K.C. Rivers con il quale era stato raggiunto l`accordo per il passaggio in maglia bianconera. Tuttavia, a seguito della richiesta del Roanne (la società in cui gioca Rivers) di ottenere il transfert Fiba per Marcelus Kemp, la trattativa è da considerarsi cessata. Precisando che Marcelus Kemp resterà alla Virtus Pallacanestro fino al 30 giugno 2011, rivolgiamo i migliori auguri al Roanne per il proseguo della stagione.”

Lottomatica Roma, Toti: “Filipovski sarà l’ultimo allenatore della mia gestione”

E’ stato presentato il nuovo coach della Lottomatica Roma, Saso Filipovski, dopo la rottura con Matteo Boniciolli. Con un contratto fino al 2012 adesso Filipovski deve convincere tifosi e società che è lui la scelta giusta per Roma. Il Presidente della Lottomatica, Claudio Toti, ne sembra sicuro: “Presentiamo oggi il nostro nuovo allenatore, anche se questa funzione avrebbe dovuto svolgerla il d.t. Tanjevic, che è dovuto rimanere ad Istanbul per dei controlli medici. Questa sarà per me l’ultima presentazione di un allenatore, sarà l’ultimo coach che ci sarà nella gestione Toti. Ciò vuol dire che, in base all’andamento della situazione, sto prendendo in considerazione quale sarà il mio futuro come presidente. Ho letto attentamente i commenti della stampa in questi giorni, e mi sono serviti per fare alcune considerazioni sul mio futuro. Filipovski è un allenatore giovane ma che ha già dimostrato grandi capacità, un tecnico duro, di polso, come serviva a Roma, e per questo approvo completamente la scelta fatta da Tanjevic. Roma gli offre l’opportunità di fare un salto in avanti, lui ha accettato sapendo di venire in una situazione difficile, in cui bisogna evitare di compromettere gli obiettivi iniziali. Avevamo ipotizzato il suo arrivo a Roma già al termine della stagione 2009, ma era impegnato in Polonia e non aveva potuto liberarsi”

Monte dei Paschi Siena, obiettivo Lynn Greer

Dopo l’infortunio di Mc Caleeb Siena si sta guardando intorno per carcare nuovi rinforzi. Il nome che in queste ore sta circolando è quello di Lynn Greer, cestista statunitense classe ’79 playmaker del Fenerbache Ulker. Il playmaker americano ha anche un passato in Italia infatti, nella stagione 2005/2006, ha militato nel Basket Napoli, squadra con la quale vinse la Coppia Italia. L’unico ostacolo è lo stesso Fenerbache che non vorrebbe rinforzare una potenziale avversaria in Europa League visto che il Siena è nello stesso girone della squadra turca. Greer a Napoli realizzò una media di 22,6 punti e in queste ore il General Manager di Siena, Minucci, si sta adoperando per convincere il cestista americano.

Varese-Cantù, Della Fiori: “Cantù ha saputo sopperire all’assenza di Markoishvili”

Fabrizio Della Fiori, grande ala del campionato di serie A tra il 1970 e il 1985, e ex cestista sia di Varese che di Cantù ha voluto dire la sua sul derby che si giocherà la prossima domenica alle 11.45:

L’uomo giusto per parlare di Cimberio-Bennet.
«Giancarlo Gualco mi voleva già nel 1979 ma in quel periodo storico era il club e non il giocatore a decidere la destinazione. A Venezia tra l’altro, pure se in A2, sono stato divinamente e poi altrettanto bene mi sono trovato a Varese. Quando arrivai io era in atto una rifondazione vera e propria: partirono Bob Morse e Dino Meneghin, arrivò Ciccio Della Fiori. Veramente un bel cambio…».

Il cuore però resta tutto per la Pallacanestro Cantù e non può essere altrimenti.
«Vivo da 43 anni a Cantù, con Cantù ho vinto tutto (2 scudetti, 3 coppe dei Campioni, 2 Intercontinentali, 3 coppe Korac, ndr) e ora c’è anche mio figlio che lavora in società. Sono un grande amico di Carlo Recalcati, a cui voglio bene, ma non ho dubbi rispetto a quale squadra tifare domenica».

Ci sono differenze che potremmo definire storiche tra i due club, le due tifoserie?
«Da qualche anno il popolo canturino si stringe intorno alla squadra anche e soprattutto nei momenti di difficoltà, quando giocavo io non era così e dopo due sconfitte ti guardavano storto. Ora il calore del Pianella è incredibile, l’anno scorso io e mia moglie siamo dovuti uscire dal palazzetto per qualche minuto perché era impossibile resistere a quel frastuono. Se non sbaglio era gara5 contro la Virtus Bologna. Il fatto che gli spalti siano così vicini al parquet aiuta molto, non credo che a Varese siano molto più tiepidi ma li frega la distanza dal campo. La competenza, a Masnago e al Pianella, è più o meno la stessa perché dopo tanti anni di pallacanestro di vertice credo che tutti siano diventati esperti. Qualche settimana fa sono andato a vedere Cimberio-Montepaschi, ho rivisto tifosi che venivano al Palazzetto quando giocavo io».

Questo derby mette di fronte squadre dall’umore diametralmente opposto.
«Cantù ha saputo sopperire all’assenza di Markoishvili, che io reputo uno dei giocatori più versatili e intelligenti di tutto il campionato: impressiona la Bermet perché una volta vince con Marconato e Mian, un’altra con Mazzarino, un’altra ancora con Micov e Leunen. E poi c’è la miglior difesa della Serie A e qui non si può che dire bravo a Trinchieri perché anche atleticamente la sua squadra risponde al meglio. Cantù c’è, insomma, anche se so che molti faranno gli scongiuri dopo questa mia affermazione. Per Varese il discorso è differente perché il roster mediamente è un po’ in là con gli anni e appena Charlie ha perso qualche pezzo la squadra si è smarrita. Non è un momento semplice per la Cimberio ma un derby ti può rigenerare e non è detto che affrontarlo da sfavorita rappresenti uno svantaggio. Credo che a breve Varese dovrà cambiare qualcosa e non mi riferisco ovviamente a Recalcati».

I giocatori preferiti delle due squadre?
«Mi fa impazzire Mazzarino, che non è più un ragazzino, non è un atleta stratosferico eppure fa ancora la differenza. Poi è con noi da sei anni, è diventato l’anima di Cantù. Per Varese prendo Jobey Thomas, che però ora ha qualche problema fisico. Quando sta bene fa sempre canestro e io amo i tiratori».

Varese-Cantù, Ossola: “Varese ha problemi di concentrazione”

Aldo Ossola è stato uno dei più grandi giocatori di Varese e con Dino Meneghin, suo compagno di squadra, ha partecipato a partite memorabili in campionato e in Europa. Ossola ha vinto tantissimi trofei col Varese:  7 scudetti, 5 Coppe dei Campioni, giocando 10 finali consecutive, 2 Coppe Intercontinentali, 4 Coppe Italia e 1 Coppa delle Coppe.  Oggi ha voluto commentare così il prossimo derby tra Varese e Cantù:

«Sinceramente, non mi diverto più tanto a vedere questo basket. C’è troppa fisicità e poca tecnica, il tiro da tre punti ha sconvolto gli equilibri non c’è più gioco di squadra, ci si affida quasi esclusivamente al pick’n’roll. Anche se non ho ancora capito se sono le difese che sono migliorate a tal punto da impedire agli attacchi di trovare uno sviluppo o se dipende dall’appiattimento tecnico di chi deve provare a fare canestro».
In ogni caso Varese-Cantù non può essere una partita normale, tanto meno per chi l’ha giocata e decisa in tante occasioni.
«Ricordo diverse sfide all’ultimo sangue, quasi tutte risolte all’ultimo minuto. Quelle con Cantù e Milano non erano normali gare di campionato ma la prima che mi torna alla mente è un derby che non ho giocato. Eravamo avanti in classifica a poche giornate dalla fine, poi perdemmo con Cantù, col Simmenthal Milano, a Venezia e poi anche lo spareggio. Ero fuori per infortunio, quella volta, e mi sentivo impotente di fronte ai numeri di Marzorati e Recalcati ».
A proposito, chi era il canturino che le dava più filo da torcere?
«Me la vedevo spesso con Charlie Recalcati, qualche volta mi andava bene e qualche volta no. Ma che battaglie incredibili…».
Pianella o Masnago fa poca differenza, cosa ricorda dell’atmosfera del derby?
«Nei miei derby si affrontavano i giocatori di Cantù e quelli di Varese e la partecipazione era massima. Ora vanno in campo gli americani della Bennet contro quelli della Cimberio e non è la stessa cosa, in termini di pathos, anche se per i tifosi delle due squadre non è cambiato molto».
Varese non attraversa un buon periodo.
«Non voglio guardare sempre indietro ma il problema secondo me è che nel basket di oggi mancano i punti di riferimento. Anche nella Cimberio ci sono giocatori che una domenica sono immarcabili e nell’altra impalpabili: nella mia Ignis i 30 o più punti di Morse non mancavano mai. Credo che per la squadra di Recalcati, al di là degli infortuni, ci sia anche un problema di concentrazione, che va e viene con troppa facilità».
Andrà a Masnago domenica?
«Non ho ancora deciso, dipende dal tempo. Sinceramente, se è una bella giornata preferisco andare a fare una bella passeggiata e poi mi guardo la partita registrata quando torno a casa».